Avevo dieci anni, quando nel 1964 incrociai per la prima volta quel poliziotto chiamato Maigret. Lo ricordo perchè eravamo a casa, dopo Natale e Santo Stefano, con parenti, regali, tavolate, panettoni, abeti addobbati, torroni, presepi, santemesse... Era il 27 dicembre, un giorno di riposo, di smaltimento delle libagioni, in più era domenica (questo non me lo ricordo, ma lo dice il calendario).
La sera, dopo il telegiornale, sul canale nazionale andava in onda uno sceneggiato in cui il protagonista mi rimase impresso perché, a dieci anni, un commissario corpulento che chiamavano "magré", o una cosa del genere, mi faceva ridere. Poi tutte quelle pipe, la sua e quelle degli altri poliziotti, mi facevano un effetto strano.
Dopo la prima puntata, seguirono quelle del venerdì successivo e quella conclusiva della domenica 3 gennaio. Eravamo quindi nel 1965, e quel Maigret aveva già conquistato tutta la famiglia (salvo mio fratello che aveva appena quattro anni). Io un po' affascinato da quel nuovo tipo di trasmissione, che non era un film ma nemmeno "teatro in tv" (allora ce n'era), e un po' trascinato dall'entusiasmo dei miei genitori, cominciai a non perderne un episodio. Quando le quattro serie finirono, stavo per compiere 18 anni. A quel punto Maigret era uno dei miei punti di riferimento. Già avevo iniziato a leggere qualche giallo. Avevo cominciato con Edgard Allan Poe, soprattutto con I racconti del mistero e con quel fantastico Monsieur C. Auguste Dupin, capostipite di tutti gli investigatori. Il fascino dei gialli mi prese all'età universitaria. A diciannove anni presi a leggere Sherlock Holmes, Nero Wolfe (altro personaggio trainato dal piccolo schermo), poi gli americani Hammett e Chandler... Per arrivare a Maigret ci volle ancora un po'. Infatti un giorno la ragazza che sarebbe diventata mia moglie mi passò durante una vacanza uno dei gialli che leggeva. Erano dei Maigret. Il cortocircuito con i ricordi televisivi accese la mia curiosità. Devo dire che letto il primo (non ricordo onestamente quale fosse) rimasi non male, ma un po' spiazzato. Il libro mi era piaciuto, ma non tanto per l'intreccio giallo, che pure era ben descritto, ma che non era il lato preponderante. Poi niente o quasi azione, sparatorie, inseguimenti, scazzottate... e invece ritrovavo la letteratura, l'analisi psicologica, l'attenzione al destino dell'individuo, il colpevole o presunto tale che non era un cattivo a tutto tondo, ma il risultato della società e il quale, poveretto, non riusciva a sottrarsi al ruolo che questa gli aveva imposto. Figuratevi, per un studente univesitario iscritto a Sociologia negli anni '70, erano musica per le sue orecchie. A quel punto mi venne la curiosità di sapere se questo Simenon avesse scritto altro che i Maigret. Immaginate la mia sorpresa quando venni a sapere che aveva scritto un centinaio di romanzi! Tra Maigret e i romans-durs mi buttai a capofitto in questo oceano simenoniano in cui mi ritrovo ancora a nuotare.
E voi come avete conosciuto Maigret o Simenon? Raccontatelo a Simenon-Simenon, scrivendo un commento a questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com
era il luglio 1998,andavo per i 16 anni,eravamo attorno al 20 luglio ed ero in vacanza con i miei genitori in un agruturismo della liguria.
RispondiEliminami annoiavo e mi misi a guardare gli scaffali di una polverosa libreria...ad un tratto mi salta all occhio un titolo:maigret in olanda.ero fissato con l olanda in quel periodo.la copertina colorata poi mi piacque subito ed anche il fatto che c era un bel riassunto dei contenuti in ultima pagina.il libro che lessi in 2 giorni mi conquistò,avevo letto pochissimi libri fino a quell età(a parte jack london).tornato a casa cercai tra una libreria di libri usati altri maigret,ne avevo una marea tra cui scegliere...poi scoprii che la adelphi pubblicava i romanzi di simenon in cui non c era maigret e comprai gli sconosciuti in casa,un po per volta sceglievo tra i volumi gia pubblicati i titoli che piu mi ispiravano e cosi divenni un simenoniano di ferro col passare degli anni
naturalmente nell edizione adelphi il romanzo che ho citato si chiama gli intrusi(les inconnus dans la maison)
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