mercoledì 28 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN...GRIGIO.


Continuiamo la nostra carrellata tra i colori e le inchieste di Maigret, guidati per mano dalla nostra Murielle. 

Troviamo anche dei romanzi che si aprono con il colore grigio: il tailleur "grigio-ferro" indossato da Anna Peeters (Chez les Flamands), colore che simboleggia l'austerità e la forza di carattere di una giovane donna; le scarpette di lana grigia dello sconosciuto del vagone ferroviario ne Le fou de Bergerac, i capelli grigi di Florentine ne L'ami d'enfance de Maigret. Ma è anche il grigio dell'atmosfera dell'opacità del colore: "la giornata senza colori in grigio e in bianco" durante la quale Maigret fà la conoscenza del giovane Sim (Les mémoires de Maigret). La giornata grigiastra "né fredda, né calda" nella cui serata Maigret è chiamata da Auguste Point (Maigret chez le ministre). Il cielo "d'un grigio neutro" di un tetro mattino di gennaio (Les scrupules de Maigret) , o "il grigiore di un pomeriggio piovoso" in Maigret aux Assises.
Murielle Wenger (continua)

martedì 27 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... BIANCO


Continua la panoramica sui colori degli incipit delle inchieste di Maigret. Oggi Murielle ci parla del bianco.
 
Il bianco può evocare  l'idea di candore, d'innocenza, è così che appare nell'incipit di La tête d'un homme, il viso Heurtin di un bianco opaco che risalta sul colore tetro del carcere de La Santé, come un elemento incongruo, evocando in modo simbolico il fatto che il prigioniero non è al suo posto perchè in realtà lui è innocente del crimine di cui è accusato. Ritroviamo la stessa sensazione d'innocenza nel "petit chat blanc" che Maigret scorge all'interno della stessa prigione prima della sua visita a Lenoir... e la scelta di questo cognome costituisce un contrasto stridente con con il colore dell'animale  che gioca candidamente al sole. Il bianco è anche il colore del giaccone di Marie Tatin che Maigret intravede all'inizio de L'affaire Saint-Fiacre e quello del cappello indoassato da M.Maigret in Maigret s'amuse. Ancora bianco è il colore dei capelli del vecchio usciere che entra nell'ufficio del commissario all'inizio di Maigret et la Grande Perche e di Un échec de Maigret
Murielle Wenger (continua) 
 

lunedì 26 maggio 2014

SIMENON SIMENON. ANCORA SUI PROSSIMI E ULTIMI MAIGRET

In merito alle prossime uscite dei Simenon e in particolare degli ultimi Maigret, il nostro informatissimo Andrea Franco ci ha mandato in un commento le sue ipotesi in base alle informazioni in sue possesso. Eccole. 
Io credo che I Clienti di Avrenos uscirà per la fine di giugno, (mi sto basando sulle precedenti annate delle uscite dei Simenon editate da Adelphi). E poi, fino a fine settembre/inizio ottobre, non avremo più uscite di racconti, che credo saranno ancora due libri... 
Resta da stabilire se l'ultimo Maigret sarà una strenna natalizia o se invece bisognerà attendere fino a marzo o magari febbraio 2015. Come dicevo, le raccolte di racconti credo che saranno ancora due volumi, data la lunghezza dei sei racconti che restano da pubblicare. (Andrea Franco)

SIMENON SIMENON. LE INCHIESTE DI MAIGRET IN... NERO

Maurizio ci ha proposto, in un post di qualche giorno fa', una scaletta di colori utilizzati nei titoli dei romanzi di Simenon.
Forse saprete che ho dedicato un saggio ai colori nei Maigret (http://www.trussel.com/maig/couleurs-f.htm). 
Riallacciandomi al post di Maurizio, mi è venuta voglia di tornare sull'argomento e di interessarmi al primo colore citato nei romanzi della serie del commissario. Qual è il primo tocco di colore dato da Simenon all'incipit di questi romanzi? Cosa ci dice la scelta di questo colore sul tono e sull'intreccio del romanzo in questione? Ecco una domanda cui cercherò di rispondere in questo saggio, che ogni giorno, da oggi a sabato, vedrà pubblicato un post dedicato ad un colore diverso.

• Il primo romanzo della serie si apre con una descrizione dell'ufficio di Maigret alla Polizia Giudiziaria. Primo colore citato, il nero del tubo della stufa che il commissaro riempe di carbone. Subito l'oggetto è sistemato e incontreremo questa famosa stufa in parecchi romanzi. Troveremo il nero come colore dell'incipit anche di altri romanzi che iniziano nell'ufficio di Maigret: quindi l'orologio a pendolo di marmo nero al quale il commisario getta un colpo d'occhio per dare un'orario d'inizio alla sua inchiesta (è il caso di Maigret, Lognon et les gangsters, Le revolver de Maigret, Maigret et le client du samedi). Ma nera è anche la balaustra che si trova nel commissariato di Saint-Georges (La première enquête de Maigret). ll nero può essere anche un colore all'esterno che ci fà capire l'atmosfera in cui si apre l'intrigo: ad esempio ne Le port des brumes Maigret guarda aldilà dei vetri del treno che lo porta a Ouistreham, la notte che cade sul paesaggio che scorre "... fuori era tutto nero...". In Maigret et l'homme du banc è il colore di una domenica piovosa "... con i tetti e i marciapiedi... di un nero lucente...". E' un po' lo stesso colore che si ritrova in un lunedì di novembre in Maigret et les témoins récalcitrants o a Parigi "... lo stesso nero e  lo stesso bianco dei film muti...". Questo riferimento al bianco e nero ci immerge bene nell'atmosfera nostalgica di questo romanzo, nel quale Maigret evoca spesso i ricordi d'infanzia e, nello stesso tempo, ci immerge in quel mondo in sfacelo che è rappresentato dalla fabbrica di biscotti Lachaume.  
Murielle Wenger (continua)

domenica 25 maggio 2014

SIMENON SIMENON. I MAIGRET 4: PREPARATEVI ALL'USCITA

Per i nuovi appassionati maigrettiani, o per chi non li avesse letti, oppure per chi fà collezione... attenzione. A breve uscirà I Magret n° 4. Si tratta del quarto volume di una collana che presenta ogni volta quattro/cinque inchieste del commissario. Come dicevamo le notizie sulla data dell'uscita non sono concordi. Potrebbe essere la prossima settimana o la prima di giugno. L'Adelphi, ad esempio, non l'ha ancora inserito nelle anteprime e questo protrebbe far ritener che prima del 7/10 giugno non sarà in libreria. Un'altra indicazione verrebbe a confermare questa ipotesi. Si tratta della piattaforma di vendita di libri on-line, Internet Book Shop, di solito abbastanza attendibile, che lo mette già in prenotazione con l'avvertenza però che non sarà disponbile prima dell'11 giugno.
D'altra parte il sito ufficiale di Georges Simenon, curato dal figlio e aggiornato sulle uscite in tutto il mondo dei volumi simenoniani, lo dà in pubblicazione addirittura per il 27 di questo mese.
Andiamo comunque a vedere quali titoli contiene questa quarta raccolta.
Si tratta di sei inchieste presentate in ordine cronologico di cui le prime cinque fanno parte della serie Fayard:
• "Il pazzo di Bergerac" (Le Fou de Bergerac - avril 1932)
• "Liberty Bar"  (Liberty Bar - juillet 1932)
• "La chiusa n. 1" (L’Écluse n° 1 - juin 1933 )
• "Maigret"  (Maigret - mars 1934)
Il sesto, "I sotterranei del Majestic" (Les Caves du majestic - in "Maigret revient" - octobre 1942) fa parte della prima raccolta delle inchieste maigrettiane publicata da Gallimard.
Tenete d'occhio Simenon-Simenon, perché appena ci saranno informazioni più precise le pubblicheremo immediatamente. Anche perchè questa rischia di essere l'unico Maigret del periodo estivo. Nei piani editoriali dell'Adelphi era prevista sempre a giugno l'uscita di un roman-dur, "I clienti d'Avrenos" (Le clients d'Avrenos - 1935 Gallimard) e quindi una quinta raccolta de "I Maigret" a fine agosto/primi di settembre.
E per quella che dovrebbe essere con tutta probabilità (se non abbiamo fatto male i conti) l'ultima raccolta dei racconti delle inchieste del commissario Maigret? Ottobre? Novembre?... Natale?...

P.S. Se qualcuno ne dovesse sapere qualcosa di più (hai capito Andrea?) gli saremmo grati se ce lo scrivesse.

sabato 24 maggio 2014

SIMENON SIMENON. CANNES: LA CAMERA AZZURA RIMANE... VUOTA

Mathieu Amalric, regista e protagonista de "La Chambre Bleue", al Festival di Cannes, si consola  rileggendo il libro di Simenon?
Il bianco vince sull'azzurro. Almeno ieri al Festival Internazionale del Cinema 2014 di Cannes. In "Un certain regard", la giuria, presieduta da Pablo Trapero (con Peter Becker, presidente del "The Criterion Collection", statunitense - Maria Bonnevie attrice svedese, Géraldine Pailhas attrice francese - Moussa Touré regista senegalese) ha dato la sua preferenza a White Dog dell'ungherese Kornell Mundruczó, vincitore quhttps://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6350846374741194765#editor/target=post;postID=7979918759527087506;onPublishedMenu=posts;onClosedMenu=posts;postNum=0;src=postnameindi di questa sezione. Rimane così a bocca asciutta Mathieu Amalric con il suo La chambre bleue, sia pure lodato da parte della critica e con un endorsement come quello del Festival Sundance che, nei giorni scorsi, lo aveva già prenotato per la propria prossima edizione e se n'é accaparrata la distribuzione americana.
E' stato il primo verdetto da Cannes in attesa di sapere a chi andrà la Palma d'Oro riservata ai film del concorso principale.
Quindi nessun riconoscimento per la pellicola tratta dal famoso romanzo di Georges Simenon. Ma non riusciamo a stupirci. E' in fondo lo stesso trattamento che di solito é stato riservato allo scrittore, che non è stato oggetto di nomine o riconoscimenti ufficiali, e alle sue opere che non hanno vinto nessun premio. Il suo giudice é sempre stato il pubblico (e qualche volta la critica). Un giudice che molto spesso lo ha proclamato vincitore nei fatti, con il successo di vendita delle sue opere, non di rado aldilà dei confini geografici e delle barriere linguistiche.
Amalric, con alle spalle una quarantina di film come attore e quattro come regista, invece  qualche premio lo ha già vinto, sia da una parte che dall'altra della macchina da presa (tre premi Cèsar e altri, tra cui uno per la sceneggiatura). Ma questa volta non ci pensava forse nemmeno lui alla passerella di Cannes. Ricordiamo che il film è nato come un low-budget, con un piano di lavorazione che ha visto il primo ciak a luglio 2013, la fine lavorazione nello scorso marzo, con uscita nelle sale prevista per aprile. Un film dunque da produrre velocemente (ma non di fretta...). Certo realizzare in Francia un film da un romanzo di Simenon è una di quelle operazioni che, nel bene o nel male, ti mette sotto gli occhi di tutti e che si voglia o meno dichiara una certa ambizione. Ed è poi difficile sottrarsi ai riflettori dei media.
Adesso il giudizio é nelle mani del pubblico, senza premi che possano aiutare il lancio del film sul mercato, ma  avendo partecipato a Cannes, che è già di per sé un risultato, ed avendo alle spalle un romanzo di Simenon, che significa  avere dalla propria parte (se non altro, per curiosità) i non pochi appassionati delle opere del romanziere.

venerdì 23 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL "CLUB DELLE SETTE MOGLI" DEL COMMISSARIO MAIGRET


Si fà presto a dire Maigret. Certo quello letterario è uno, uno solo e inconfondibile. Ma quando passiamo agli adattamenti cinematografici e televisivi le cose si complicano. Non esiste "il Maigret" ufficiale. Non c'è un attore che l'autore e i lettori delle varie nazioni riconoscono come quello di riferimento. E così, tanto per restare nei confini del vecchio continente, abbiamo preso in considerazione i Maigret del grande del piccolo schermo, più di successo e più duraturi. Anche perchè il personaggio su cui vorremmo soffermarci oggi è M.me Maigret. Ma, dati i cinque commissari che abbiamo scelto, ci siamo ritrovati con ben sette consorti. Il colpevole di tutto questo è Jean Richard, il primo  che ha interpretato per la tv francese (unico attore al mondo) tutte le inchieste del commissario, dal 1967 fino al 1990. Con tredici anni al suo attivo è comprensibile che abbia cambiato tre volte consorte. La prima fu Micheline Francey con trascorsi cinematografici e radiofonici (fino al 1968). A lei seguì Dominque Blanchar che interpretò M.me Maigret fino al 1976. Terza ed ultima, ma non "ultima" (perchè in realtà fu davvero la moglie di Jean Richard), Annick Tanguy che seguì il marito nell'avventura televisiva fino alla fine, quindi fino al 1990.
Sul grande schermo uno dei più efficaci interpreti (e che piaceva molto a Simenon) fu Jean Gabin che interpretò per ben tre volte il ruolo del commissario. Al suo fianco, nel ruolo di Louise Maigret, Jeanne Boitel che nel '58 recitò in Maigret tend un piège. Rimaniamo in Francia tornando alla televisione con la seconda serie cui i francesi hanno tributato un gran successo, quella interpretata da Bruno Crémer dal 1991 al 2005. L'ultimo Maigret francese aveva accanto l'attrice Anne Bellec che interpretava la signora Louise.
Non dobbiamo poi dimenticare la serie con Rupert Davies, produzione britannica della BBC, iniziata nel '60, dove M.me Maigret era interpretata da Helen Schingler.
Ci siamo tenuti per ultimo il nostro Maigret e, per noi italiani, l'indimenticabile Andreina Pagnani che accompagnò Gino Cervi per tutte e quattro le serie dal '64 al 72. Quella stessa Pagnani che quando fu mandata una sua foto a Simenon per l'approvazione, fu bocciata perchè troppo giovane e carina per interpretare la moglie del commissario. Poi gli fu mandata un'altra foto, sempre con la Pagnani, ma truccata e invecchiata e, senza sospettare di nulla, lo scrittore dette il suo benestare. L'attrice aveva conosceva da lungo tempo Cervi e già aveva lavorato con lui in varie occasioni, soprattutto teatrali, e quindi l'intesa tra i due risultava molto naturale anche sul piccolo schermo.

giovedì 22 maggio 2014

SIMENON SIMENON. LA PAGINA DE "IL MATTINO" IN RICORDO DEL ROMANZIERE

Continuiamo con la nostra
ormai tradizionale rassegna
che ci illustra quello che i giornali
pubblicarono all'indomani
della scomparsa di Georges Simenon.
Questa volta si tratta
di un quotidiano italiano,
Il Mattino di Napoli,
che dedicò allora sette colonne
dell'intera pagina di cultura
all'evento.



Ancora una volta dobbiamo constatare che, almeno allora alcuni, non avessero ancora una percezione completa di cosa fosse l'opera di Simenon e i due principale titoli di questa pagina lo dimostrano.
L'articolo principale titola "Il prolifico papà di Maigret", mentre l'altro (a firma di Orio Caldiron) addirittura "Prigioniero di un colore" dove per colore s'intende il giallo e quindi significa per Simenon il successo di Maigret che, detta così, sembra abbia oscurato le centinaia di romans-durs, che lo hanno invece consacrato come uno dei romanzieri simbolo del '900.
Ma c'è qualche discrasia tra titoli e testo.
Il primo articolo  parla infatti di una "riscoperta" di Simenon, del suo valore letterario e della dimostrazione concreta di come le alte tirature possano conciliarsi con la qualità letteraria. Ovviamante si fà una veloce biografia, dagli inizi, ai suoi pseudonomi, al lancio di Maigret fino ai romanzi. Si parla della sua scrittura come un opera di un artigiano e si cita il critico simenoniano Francis Lacassin che spiega come lo scrittore entrasse nella pelle dei protagonisti che faceva vivere nei propri romanzi. Invece nel pezzo di Caldiron si sottolinea come Simenon fosse passato dalla letteratura popolare su ordinazione al genere poliziesco, che pur rimane per molti sempre un genere semi-letterario. Anche se si fà notare come Simenon sia stato un rifondatore del romanzo poliziesco che, fino ad allora, aveva seguito tutte altre strade. Poi, finalmente, la svolta con i romanzi  e l'articolo si conclude riferendosi ai protagonisti delle storie simenoniane "... sembrano dei fantasmi chiamati a raccontare le loro storie, come in trance, evocati come per magia dalla penna secca ed essenziale dell scrittore che ha lo sguardo inclemente di un maestro fiammingo". Completa la pagina un articolo di taglio basso, "Il fascino del commissario antieroe" in cui viene fatto un ritratto del celeberrimo commissario, comparandolo con gli altri investigatori letterari. Non poteva mancare una panoramica degli attori che lo hanno interpretato nelle varie versioni cinematografiche e televisive in tutto il mondo. E, una parte importante, non poteva che essere dedicata all'interpretazione televisiva del nostro Gino Cervi.

mercoledì 21 maggio 2014

SIMENON SIMENON. COME LA CENSURA RAI COLPIVA LE DONNE DEL MAIGRET-CERVI

Gabriella Andreini in bikini come nei Maigret non si é mai vista
Censura Rai anni '70. Già, nell'epoca della rivoluzione sessuale e dell'amore libero, figlie del tumultuoso '68,  nell'ente televisivo italiano si respirava un'aria ben diversa. La Rai Tv italiana era ancora molto severa nel selezionare ciò che trasmetteva. Il cosiddetto "comune senso del pudore" dettava legge e imponeva una castità mediatica che spesso colpiva i centimetri di pelle scoperta... ovviamente delle donne.
Sappiamo che, per quanto libertaria fosse la concezione del sesso e della sua pratica da parte di Simenon, altrettanto castigati e austeri erano i comportamenti di Maigret, le situazioni e le donne nelle inchieste del commissario. Anche prostitute e donne di facili costumi erano sempre presentate in un modo mai scandaloso o scabroso.
Eppure... eppure nella trasposizione televisiva la censura è intervenuta durante i controlli di routine.
A questo proposito scrive il Corriere della Sera nel settembre del 1972, a proposito di due puntate della serie, Il ladro solitario e Maigret in pensione,
"...Nuovo spietato intervento della censura per i "gialli" di Maigret... il bersaglio è stata Gabriella Andreini colpevole di indossare un bikini, soltanto in parte coperto da una vestaglia... L'alto funzionario dopo aver assistito a "Maigret in pensione", ha ordinato il taglio di ben cinque scene in cui appare Gabriella  Andreini con bikini e vestaglia...".
Si dirà, erano altri tempi, Maigret lo seguivano anche i bambini, insomma doveva essere uno spettacolo per famiglie e certe cose, benchè di sfuggita o marginali, il regista Mario Landi non se le poteva permettere. D'altronde non era la prima volta. Nello stesso articolo il quotidiano di via Soleferino, ricorda dei "... tagli apportati all'altro racconto della serie (Il ladro solitario) dal quale venne tolta una scena con Angela Cavo a schiena nuda, in controluce...".
E non è tutto. Riferendosi ancora a Maigret in pensione, il Corsera rivela "... un  altro grave provvedimento... il taglio di una battuta tra Cervi e l'Andreini che faceva parte della sceneggiatura completa, approvata ai vari livelli dei rappresentanti della TV...".
Crediamo che queste beghe censorie italiane non siano mai arrivate alle orecchie di Simenon, che forse si sarebbe fatta una sonora risata. Chissà se nelle serie prodotte in altri paesi in quegli anni si verificavano gli stessi problemi?

martedì 20 maggio 2014

SIMENON SIMENON. IL ROMANZIERE CHE NE FACEVA DI TUTTI I COLORI

Nel post di ieri si parlava di quelle che qualcuno ha definito i rituali di scrittura di Simenon. Una di questi erano le famose buste gialle che servivano allo scrittore per buttar già nomi, date, riferimenti vari, prima di iniziare a scrivere. Perchè delle buste e perché gialle, l'autore non ha mai saputo dare una spiegazione razionale (vedi il nostro post Come preparava i romanzi: le famose buste gialle).
Questo colore giallo ha iniziato a girare per la nostra testa e pian piano sono affiorati, proprio pensando ai colori, un certo numero di romanzi nei titoli dei quali l'autore ha utilizzato un colore. Ne abbiamo trovati nove. Ben poca cosa pensando che si riferiscono ai Maigret, ai romans-durs e ai racconti (ben oltre ducento titoli e abbiamo escluso quelli firmati con gli pseudonimi). Ci è però sembrato curioso metterli insieme e formare una sorta di arcobaleno che attraversa l'opera di Simenon: Le chien jaune - 1931, L'ane rouge - 1933, Le cheval Blanc - 1938, La demoiselle en bleu pâle - 1938, Le volets verds - 1950, La piste de l'homme roux - 1943, Feux rouge - 1953, La Boule noire - 1955, La Chambre bleue - 1963 (vedi il post I colori dei romanzi).
Poi ci sono i contrasti cromatici tra il bianco sporco de la Neige ètat sale - 1948
e il nero de Le Negre - 1957. Tra il nero cupo della notte de La nuit du carrefour - 1931 e lo splendore aureo de La Tabatière en or - 1932.