giovedì 19 novembre 2020

SIMENON SIMENON. IL FASCINO DI GEORGES PER I MEDIA

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IL FASCINO DI GEORGES PER I MEDIA

Giornali, radio, televisioni hanno parlato molto di Simenon... anche grazie alla sua bravura

SIMENON SIMENON. L'ATTRAIT DE GEORGES POUR LES MEDIA
Journaux, radios, télévisions ont beaucoup parlé de Simenon… aussi en raison de son talent
SIMENON SIMENON. THE MEDIA’S FASCINATION WITH GEORGES
The newspapers, radio, television talked a lot about Simenon… as well as about his talent




11 maggio 2017 - Bravo. Non c'è dubbio. Le particolari qualità di romanziere di Simenon ormai non vengono messe in discussione da nessuno. Ma molto bravo anche nel curare la propria immagine. Bravura o spontaneità? La domanda è legittima. Da una parte c'era una conoscenza della psicologia degli uomini che formavano la catena di produzione delle notizie, dai reporter ai direttori dei giornali. Un po' perché lui in un quotidiano ci aveva lavorato, un po' perché aveva, precorrendo i tempi, una spiccata sensibilità  per quella che oggi chiamiamo "strategia di marketing". 
Prendiamo ad esempio la cosa più evidente e conosciuta: il lancio dei Maigret con il Bal Anthropometrique. Il suo obiettivo era chiaro. Non voleva che il debutto del suo commissario  finisse nelle colonnine di un quotidiano tra le pagine dedicate alla cultura che, sapeva bene, avevano un lettorato ristretto. Voleva invece che quel lancio facesse rumore in tutta Parigi, che fosse un evento anche mondano di cui potessero parlare non solo i quotidiani, ma anche settimanali con ben altre tirature e un pubblico molto numeroso. I figuranti vestiti da poliziotti che prendevano le impronte digitali agli invitati, la musica scatenata di una band giamaicana, champagne e liquori a volontà, addirittura un spogliarello a sorpresa... 
Sì, gli ingredienti c'erano tutti. Quotidiani e settimanali avrebbero parlato di quell'evento per una settimana. Non doveva essere rumore, ma addirittura un botto. 
E così fu. 
Oggi potremmo dire che una presentazione del genere non era poi una gran pensata. Già, ma bisognerebbe riflettere che tutto ciò avveniva quasi un secolo fa'. Ragionare in questi termini allora era davvero inusuale, inconsueto e senz'altro fuori dagli schemi correnti.
Possiamo dire che da allora iniziò un specie di luna di miele tra Simenon e la stampa (che allora era il pezzo forte della comunicazione), che lui seppe curare, costruendo la propria immagine in modo da fornire alla stampa quello che essa si aspettava.
E il gioco era fatto.
Ci sono un'infinità di fotografie che lo ritraggono in tutte le attività, come se avesse una troupe di fotoreporter, che stessero lì a documentare la sua vita, sia che stesse scrivendo, oppure su una nave in viaggio, che si trovasse in un evento mondano o nell'intimità della sua casa con figli e moglie. 
Insomma l'unica foto che non abbiamo mai visto, almeno noi, è Georges a letto con a papalina di lana!  
E le foto con le donne? Può bastare se iniziamo da Josephine Baker e  finiamo con Brigitte Bardot. Attori registi, scrittori?... quanti ne volete. Foto che documentano lui e la fila di persone che attende paziente una dedica sui suoi libri. E poi seduto o a passeggio, intabarrato d'inverno e a torso nudo durante i suoi viaggio in Africa, o mentre fa il  gentlemen-farmer... insomma cosa poteva volere di più la stampa? 
E quando la televisione divenne un mezzo di popolare di comunicazione, Simenon lasciò l'impronta della sua zampata anche lì. Una per tutte la famosissima trasmissione di  Bernard Pivot, "Apostrophe", dove un pur anziano Simenon seppe tenere alta la tensione.
Insomma non sarà stato un adone, ma aveva fascino da vendere, e i media queste cose le fiutano immediatamente. Se così non fosse stato, sarebbe caduto nel novero degli scrittori schivi e poco interessanti. E invece per un motivo o per un'altro Simenon faceva notizia.  Da giovanissimo quando la sua velocità di scrittura lo fece venire a galla tra tanti esordienti, alle rivelazioni shock, fatta all'amico regista Federico Fellini, quella delle diecimila donne possedute durante la propria vita. E poi quella pipa che gli vediamo in bocca o in mano da quando nel '22 sbarcò a Parigi alle ultime foto degli anni '80 nella piccola casa rosa in rue des Figuiers a Losanna.
E poi i numeri incredibili che spuntavano quando si pronunciava il suo nome.... centinaia di milione di copie vendute dei suoi libri (ad oggi secondo l'Unesco sono settecento milioni), vendite in una cinquantina di paesi, e traduzioni in altrettante lingue... Questi non sono altri elementi che richiamano la stampa come il miele le api? Sono numeri che fanno creare i titoli ad effetto...
E intanto l'immagine del personaggio cresce. Con il passare degli anni la patina del tempo sembra non posarsi su un personaggio che precorreva i tempi in tema di comunicazione di sé stesso e che seppe gestirsi come nemmeno un divo di Hollywood avrebbe potuto fare sia pure con un press-agent e consulente per l'immagine. 
Formidabile. Non c'è che dire. (m.t.)

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