Che L'ètat de roman, la trance creativa in cui Simenon realizzava i suoi capolavori, sia lo stesso spirito che animi ognuno di noi, simenoniani e non, in questo difficile 2014. Un anno che richiederà non solo tutte le nostre forze coscienti, ma anche quelle inconsce per superare difficoltà, problemi, contrarietà, imprevisti...
E le nostre risorse interne ci sono per lo più sconosciute, ma spesso di gran lunga più potenti di quanto siamo portati a credere.
Crisi esistenziali, problemi caratteriali, confusioni identitarie... quante difficoltà hanno dovuto superare gli artisti e quante volte hanno dichiarato che senza quella creatività artistica, che nulla aveva a che fare con la lucida razionalità e il sano pragmatismo, riuscivano a risolvere situazioni difficili e apparantemente senza via d'uscita?
Per carità, non vogliamo dire che l'arte che scaturisce dall'incoscio risolva tutto.
Chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena per sè e per i suoi figli lo sà bene (e oggi purtroppo sono sempre di più), le soluzioni "vere" sono tutt'altre. Però non dimentichiamoci mai della nostra dimensione onirica, subconscia, sognante, anche quando le condizioni materiali si fanno più dure. Quella parte di noi può contribuire a farci star meglio e a permetterci di affrontare meglio le battaglie quotidiane. Leggere un romanzo ad esempio, sentirsi rinfrancati da un'evasione sia pure temporanea è sempre positivo. Di solito dopo aver letto l'ultima pagina di un libro ci sentiamo più vivi, più rinforzati, con maggiori speranze... e forse in forma migliore per riprendere quella lotta che aspetta molti di noi ogni giorno.
Non suoni, per carità, come una predica, ma piuttosto sia letta come la condivisione di un'esperienza che ci tocca personalmente e che non crediamo davvero di essere gli unici a vivere.
Comunque in un giorno come questo, che convenzionalmente chiude un ciclo per aprirne un'altro, come si fà a non trasmettere un augurio di speranza e di positività? Anche i più scettici debbono piegarsi a questa consuetudine. Anche chi, come Simenon, crede che il destino sia padrone assoluto delle nostre vite. Anche noi la pensiamo così... ma non fino in fondo. C'è sempre una chance, piccola, lontana, di cui magari non ci accorgiamo, che può salvarci. E' il motivo che ci spinge a vivere, ad andare avanti e a lottare giorno per giorno.
E nonostante le guerre, disastri ambientali, milioni di bambini malati e affamati e tutte le altre ferite di questo nostro mondo, dobbiamo sperare che nel 2014 tutti noi, sprattutto i più sfortunati e i più dimenticati, si possa fare un passo anche piccolo verso il miglioramento.
Per il 2014 insomma Une vie comme neuve... come avrebbe detto Simenon.