
giovedì 27 gennaio 2011
MAIGRET HA ISPIRATO ANCHE "MARIA & I SUOI AMICI"

L'IMPORTANZA DI "CHIAMARSI" GALLIMARD... ANCHE PER SIMENON

Simenon forse non lo sapeva, ma Galimard sì. Quelle condizioni non avrebbero fatto guadagnare un franco all'editore, ma gli avrebbero assicurato un autore che per qualità, ma anche per quantità, sarebbe stato un nome di punta della casa editrice. Certo, pur non ancora famosissimo, Simenon costituiva per Gallimard un autore un po' ingombrante cui fare spazio. Sia per quella sua comunicativa o, se vogliamo, per quella sua innata sensibilità alla comunicazione nei confronti del pubblico che lo metteva sovente in prima fila. Sia per la sua prolificità. Simenon voleva "stringere" il rapporto con i propri lettori pubblicando un libro al mese. Un appuntamento fisso che tenesse più legato il pubblico. E questo non andava contro la politica commerciale di Gallimard. Avrebbe imposto un ritmo a quelli del reparto produzione, cui certo non erano abituati. Ma tra i programmi e la realtà di tutti i giorni però c'è sempre una certa differenza. In effetti Simenon esordisce a fine del '34 (il contratto è firmato in ottobre) con il romanzo Le Locataire (che aveva scritto e finito due anni prima) e poi Le suicidés.
Nel '35 tre titoli, nel '36 quattro e ancora quattro nel '37. Il 1938 centra il suo obiettivo, passando a tredici titoli, più di uno al mese. Poi nel '39 di nuovo tre, nel 40 (è ormai scoppiata la guerra) solo due, ma nel '41 passa a sei, nel '42 arriva a cinque (uno è una raccolta di inchieste di Maigret con tre romanzi brevi).
Qui interrompiamo la sequela dei numeri per far notare che il 1942 è l'anno del ritorno di Maigret. Infatti Simenon aveva scritto l'ultima indagine del commissario, per Fayard, nel 1934 (Maigret). Ben otto anni senza un Maigret. Torniamo a Gallimard: 1943 due raccolte di racconti, nel '44 due racconti/romanzi brevi non solo di inchieste di Maigret più un romanzo. Nel '45 si inizia a sfaldare il rapporto Simenon-Gallimard e lo scrittore sceglie per i futuro Sven Nielsen con la sua Presse de la Cité. Ormai quindi sono solo briciole: un solo titolo nel '45, un paio nel '46, uno nel '47, ancora uno solo nel '48 e poi più nulla. Cinquantadue titoli in quattordici annni.
Gallimard non si capacita. Lui che ha perso soldi pur di avere tra i suoi autori Simenon, lui che lo stima anche come persona, che apprezza i suoi scritti, lui che gli ha concesso quello che non ha dato ad altri scrittori...E soprattuttolo ferisce la mancata pubblicazione di Pedigree che in buona parte nasceva dagli auspici congiunti di Gallimerd e André Gide. Sarà invece Presse de la Cité a farlo e questo sancirà la rottura definitiva
ANCHE SIMENON NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

Nel film invece il finale è diverso. L'uomo non è così meschino e pauroso e quidi alla fine anche se tenta ancora di negare, proprio prima di andar via, dando un'amorevole carezza ad Anna, compromette irrimediabilmente la sua posizione.
lunedì 24 gennaio 2011
MA QUANTI SONO I MAIGRET?

• ALAIN BERTRAND 102
• C. MANGUY e P. DELIGNY 96
• PIERRE ASSOULINE 102
• FRANCIS LACASSINE 102
• STANLEY G. ESKIN 103
• PATRICK MARNHAM 76
• WIKIPEDIA 102
Con il beneficio dell'errore (minimo) del mio conto (ripetuto per altro più volte) come si spiegano questi numeri differenti? Come a ventidue anni dalla morte dello scrittore non si concorda in modo preciso sulla qantità dei titoli delle Inchieste del Commissario Maigret?
Una risposta può essere cercata nelle raccolte dei racconti. Qualcuno può averle considerate come un solo titolo e quindi contata una sola volta. A volte questi racconti non sono stati pubblicati come libri, ma a puntate nei giornali (come accadeva spesso, ma poi seguiva la versione in volume), oppure apparse in pubblicazioni singole e non appartenti alle collane dei tre editori che hanno pubblicato l'intera (o quasi) opera maigrettiana (Fayard, Gallimard, Presse de La Cité). Comunque la cifra che sembra più accreditata è quella di 102. Per quanto riguarda Adelphi, le pubblicazioni nella collana Gli Adelphi - Le inchieste di Maigret corrispondono a tutt'oggi, da quello che risulta dal catalogo, solo a 69 titoli. Quindi siamo ben lontani dalla pubblicazione dell'opera omnia sul commissario. Buon pro per chi ha ancora la fortuna di non averli letti ancora tutti!
CUFFARO IN CARCERE CON LA GIUMENTA DI SIMENON

Ambientato nell'Arizona, la storia vede un certo Curly John al centro di vicende alterne con un suo amico-rivale, una specie di scontro tra il bene e il male, il quale si risolverà con un evento particolare che costringerà il protagonista a rivedere faticosamente tutte le sue convinzioni e rimettersi duramente in discussione per poter iniziare una nuova esistenza, una specie di rinascita ad una vita del tutta diversa. E' lo stesso cui starà penserando Cuffaro in queste ore? Comunque la scelta, a nostro parere, ci pare davvero "azzeccata", per rimanere nel gergo di un famoso politico.
domenica 23 gennaio 2011
SIMENON IN GIRO PER IL MONDO CON I SUOI ROMANZI

Saint Pholien • Le Pendu de... (M)
scritto nell'estate del 1930, a Morsang, a bordo dell'Ostrogth, sui canali che portano al nord Europa. La vicenda si svolge a Liegi, in Belgio, di cui Saint-Pholien è una famosa chiesa.
Tour Eiffel • L'homme de la... (M)
scritta nel 1930 a Parigi, in un soggiorno all'Hotel Aiglon, l'inchiesta é conosciuta anche con il titolo La tete d'un homme. La "Tour" del titolo, con i suoi oltre 320 metri, è il simbolo di Parigi, edificata in occasione dell'Esposizione Universale del 1889, su progetto dell'ingegnere Gustave Eiffel.
Hollande • Un crime en... (M)
Scritto anche questo sull'Ostrogoth, ancora a Morsang, sempre nel 1930, si svolge a Delfzijl cittadina dove tradizione vuole Simenon abbia concepito il personaggio di Maigret e dove è stata edificata una statua. in ricordo del famoso commissario.
Saint-Fiacre - L'affaire... (M)
Scritto ad Antibes, nel 1932, ambientato in una cittadina immaginaria. In Francia esistono tre Saint-Fiacre, ma nessuna nel dipartimento dell'Allier, vicino alla cittadina di Moulins, come invece è situata quella del romanzo.
Bergerarc - Le fou de... (M)
Scritto all'Hotel de France a La Rochelle (Charente Maritime) nel 1932, si svolge nella cittadina capoluogo (Aquitania/Dordogna) non lontano da dove è stato composto..
Boulevard Beaumarchais • L'affaire du... (M)
Strada del quartiere Arsenal di Parigi, vicina a Place des Vosges, dove Simenon abitò a lungo (al n° 21); anche questa inchiesta fu scritta a La Rochelle ma nel 1938 e fa parte della raccolta Les nouvelles énquetes de Maigret
Rue Pigalle (M)
Strada parigina dell'omonimo quartiere famoso per il Moulin Rouge, per aver ospitato abitazioni o studi di artisti come Toulouse-Lautrec e Pablo Picasso e per essere un quartiere a luci rosse; anche questa inchiesta fa parte de Les nouvelles énquetes de Maigret (1938)
Bayeux • La Vieille dame de.... (M)
Facendo sempre parte dei diciannove racconti de Les nouvelles énquetes de Maigret (1938), è stato scritto anche questo a La Rochelle. L' ambientazione è nella cittadina di Bayeux della Normandia (Calvados).
La Manche • Tempête sur.... (M)
Penultima inchiesta della stessa antologia che si svolge sul famoso stretto che separa la Francia dalla Gran Bretagna
Chateneuf • Le notaire de... (M)
Ultimo racconto della raccolta scritta nel 1938, scritto a La Rochelle e pubbilcata da Fayard ambientata a Châteauneuf-sur-Loire (Orléans)
New York • Maigret à....
Questo è stato scritto in Canada nel 1946, nel Quebec (Sainte-Marguerite du Lac Masson), si svolge nella Grande Mela ed è il secondo Maigret che esce per i tipi di Presse de la Cité
Vichy • Maigret à..
Scritto in Svizzera ad Epalinges alla fine del 1996, si svolge nella città dell'Allier, famosa per le sue acque minerali
.
Concarneau • Les Demoiselles de....
Questa inchiesta ha luogo nella cittadina della Bretagna, ed è stata scritta nel '34 a Porquerolles, l'isola maggiore dell'arcipelago di Hyères, (praticamente davanti alla Costa Azzurra)
Tahiti • Les dimanches de... (noto anche come Touriste de bananes)
Si svolge nel famoso arcipelago nell'oceano Pacifico, la Polinesia francese, dove lo scrittore ha soggiornato qualche tempo un paio d'anni prima di scrivere il romanzo, nel 1937, in Francia, sempre sull'isola di Porquerolles,
Furnes • Le Bourgmestre de...
Scritto nel 1938, a Nieul-sur-Mer (vicino a La Rochelle), il romanzo é ambientato in Belgio, nelle Fiandre occidentali (regione fiamminga)
Manhattan • Trois chambres à...
Il romanzo si svolge nella celeberrima circoscrizione di New York ed è stato scritto da Siemenon quando era in Quebec, Canada (Sainte-Marguerite du Lac Masson), nel 1946.
Everton • L'horologer de...
Scritto nella sua fattoria nel Connecticut, Shadow Rock Farm, a Lakeville, questo romanzo del 1954, è di ambientazione statunitense, nella cittadina del Missouri
Arkangelsk • Le Petit Homme d'...
Questo romanzo di Simenon si svolge nella località nel nord-est della Russia (vicino alla Scandinavia), scritto nel 1955 a Cannes, al rientro in Europa dai suoi dieci anni americani
Bicêtre • Les anneaux de...
Scritto a Enchandens, vicino Losanna (Svizzera), nel 1962, il romanzo è ambientato nella cittadina della regione dell'Ile de France
Venise • Le train de...
Venezia, Veneto (Italia); è qui che inizia il romanzo scritto da Simenon nell'estate del 1965, nella sua grande villa di Epalinges (Svizzera
ANCHE SIMENON CITATO DA SGARBI PER GIUSTIFICARE B.

Come farsi scappare la dichiarazione di aver posseduto diecimila donne, tra cui circa ottomila prostitute, rilasciata nella famosa intervista a Federico Fellini su L'Express nel febbraio del 1977? Poi lo scritto continua con una serie di sempre meno comprensibili accuse e asserzioni. E' un puot-pourri di affermazioni "Forse sarebbe meglio darle (le lauree Honoris causa) a chi conosce il diritto e la letteratura e non trasforma istinti e desideri in crimini ", accuse "...Saviano, grande dilettante di giurisprudenza e grande ignorante di letteratura, che pratica con ineguagliabile vittimismo". "...Ilda Boccassini e a quei magistrati di Milano hanno aperto la più straordinaria inchiesta contro la libertà sessuale..." ed altre confuse e poco decifrabili asserzioni del genere.
Ma quello che in questa sede ci interessa è il coinvolgimento di Simenon. E non perché ci interessi farne una difesa, o men che meno una giustificazione. Simenon non ne ha avuto bisogno e non ne ha certo oggi.
Quello che qui ci preme sottolineare è l'infelice scelta di tirarlo in ballo. Infatti imbastire un parallelo tra le vicende di B. e la condotta sessuale di Simenon é come confrontare il comportamento di un vigile del fuoco che accende una torcia per appiccare un incendio e uno che accende un fiammifero per accendersi una pipa.
Nel caso di B. si tratta di un uomo che accentra in sè una grande ricchezza personale (la maggiore in Italia?), un imprenditore che opera in molti settori (in diversi dei quali in regime di quasi monopolio), la carica di capo del più grande partito politico italiano, quella del presidente del consiglio, insomma uno che dovrebbe assumersi responsabilità altissime a livello politico, ma anche a livello sociale e che non può usare il privato quando gli aggrada e rivendicarlo come inviolabile privacy, quando magari viene accusato dalla magistrtaura.
Simenon era certamente molto ricco, e molto famoso (anche se all'epoca il concetto di fama era molto diverso da quello di oggi), ma era un privato cittadino, che non ha mai ricoperto cariche sociali o politiche (come d'altronde gli altri letterati citati nello "scritto"). Il suo privato diventava pubblico solo se lui voleva. Ma lui, come ad esempio Rimbaud, non aveva il compito di servire lo Stato (cioè tutti i cittadini), non aveva l'obbligo di una morale e di un comportamento etico al disopra di ogni sospetto, perchè di esempio a tutta la comunità . Non vogliamo qui difendere nemmeno Saviano o i giudici di Milano in merito all'accusa di "sostegno alla battaglia contro la libertà sessuale" lanciata nello scritto. Lo faranno benissimo da soli nelle sedi più appropriate. Vorremmo solo riconoscere che privati cittadini, letterati o no, sono liberi nei loro comportamenti sessuali dei quali rispondono solo davanti alla propria coscienza, a meno che non si configurino come reati.
Lo Sgarbi in definitiva incespica e inciampa tra le parole del suo scritto, cadendo rovinosamente sulle proprie tesi, infrangendosi in ragionamenti contradittori e incongrui.
Simenon nella sua intervista a Fellini commentava, a proposito della ricerca delle tante esperienze sessuali: "...Ma per il fatto che uno cerca dei contatti umani, non è detto che poi li trovi. Si trova soprattutto il vuoto, non è così?..."
venerdì 21 gennaio 2011
MA PERCHE' SIMENON INIZIO' A SCRIVERE POLIZIESCHI?

A Roger Stephane durante un'intervista del '63 Simenon spiegò tra l'altro "... In realtà il romanzo poliziesco è il più facile da scrivere dal punto di vista tecnico. Prima di tutto avete a disposizione un protagonista che tira tutte le fila, che può interrogare chiunque entrare dovunque ...In secondo luogo, avendo stabilito che c'è qualcosa da risolvere fin dal primo capitolo, se una parte è più debole, non è grave. In un romanzo normale la gente può smettere di leggere; con un poliziesco continua lo stesso perché vuole conoscere la soluzione. Quindi io ho scritto dei romanzi polizieschi detti anche i Maigret".
A complemento spiegava a Bernard Pivot (1981) che " il romanzo poiziesco ha delle regole ; queste sono come delle rampe di scale, prima c'è un morto, poi uno o più inquirenti, quindi un assassino ed infine un mistero. dunque , non si deve far altro che seguire delle regole ben precise..."
Ma questo non era in realtà vero per i Maigret. Basta ricordare che proprio Fayard, il primo editore di Maigret, ne aveva a lungo rifiutato la pubblicazione proprio perchè non rispettavano i canoni comunemente utilizzati, cosa che a suo avviso li avrebbe resi invendibili. Ma lo stesso Simenon era consapevole di questa sua particolarità e questo suo non procedere nei binari stabiliti dal poliziesco classico. Lo afferma anche durante Le Romancier , una conferenza tenuta nel '45 all'Istituto Francese di New York. "...I miei romanzi polizieschi sono i più malfatti del mondo... e poi per me non sono che una tappa. In un quadro dove ci sono molti aspetti convenzionali, ho cercato di far vivere degli uomini".
Ma la storia, la sua storia, si prenderà cura di smentire questa definizione riduttiva. Infatti non è solo per le pressioni degli editori di turno o per la quantità di denaro che gli consentono di incassare che lui continuerà a scrivere le Inchieste di Maigret fino al 1972 (Maigret e Monsieur Charles), anche quando i romans durs gli avevano già dato fama e riconoscimenti a livello mondiale. Certo c'è anche dell'affezione nei confronti del personaggio che gli ha dato tanto, ma c'è anche un gusto per queste piccole storie dove la scrittura in parte scorre liscia sui binari predeterminati della serialità e dall'altra la creatività può lavorare su personaggi e atmosfere, senza lo stress che gli impongono i romans durs, ma con risultati, a nostro avviso, dello stesso livello e anzi riuscendo in poche pagine e con meno tratti a rendere storie ugualmente profonde e personaggi altrettanto compiuti e mai banali.
SIMENON. IL PRIMO ROMANZO, QUELLO DI UNA DATTILOGRAFA

mercoledì 19 gennaio 2011
SIMENON. E I COLLEGHI APPLAUDONO

Da sinstra a destra, dall'alto al basso, Carl Gustav Jung, Henry Miller, William Faulkner, Somerset Maugham, Federico Fellini e Anais Nin
Vogliamo fare una incompleta e variegata panoranica delle personalità della cultura appassionate ai romanzi di Simenon ?Iniziamo come Anais Nin, la scrittrice statunitense nata in Francia, che, pur non avendolo mai incontrato, nel suo Diary non nasconde la sua ammirazione per l'opera del romanziere. Anche Thornton Wilder, che conosce Simenon in un incontro all'Università di Yale si dichiara suo grande estimatore definendolo "dispensatore di gioia". Aggiungiamo anche Henry Miller che poi diverrà amico di Simenon si spertica in elogi arrivando a scrivergli: "Caro Simenon, La prego di voler fare aggiungere il mio nome alla ormai lunga lista dei Suoi fedeli ammiratori in tutto il mondo". Abbiamo già accennato a Charlie Chaplin che oltre che a suo amico divenne anche vicino di casa nel periodo svizzero. Anche Somerset Maugham, scrittore e drammaturgo britannico si vantava di essere un appassionato lettore di Simenon. E ancora anche il Nobel T.S Eliot, poeta e drammaturgo americano poi naturalizato inglese. Di Federico Fellini, del loro rapporto e del loro fitto epistolario già abbiamo detto. E poi, ricordiamolo ancora una volta, la passione del suo nume tutelare André Gide. E ancora nel cinema il regista Jean Renoir, figlio del grandissimo pittore, che oltre ad essere stato il primo a portare sullo schermo un romanzo di Simenon (La nuit du Carrefour - Maigret - 1932) avrebbe voluto trarre un film da un romanzo che l'aveva entusiasmato La neige était sale (1948). Anche William Faulkner, il drammaturgo americano era un suo "fan" e dichiarava "Leggo Simenon perché mi ricorda Cechov". Anche Brendam Gill, critico e saggista del New Yorker, subiva il fascino di Simenon, scrivendo " L'espressione che definisce Simenon nel modo migliore è la sua triste allegria". La Simenon-mania contagiò anche scienziati come Gustav Jung, che pure non riuscì mai ad incontrare Simenon, e che aveva in biblioteca moltissimi titoli del romanziere
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