domenica 18 maggio 2014
SIMENON SIMENON. "LE SEPT MINUTES" PER... G.7
Anno 1938. Simenon è gia da qualche anno uno scrittore della prestigiosa casa Gallimard. Ha lasciato nel '34 Fayard, dopo la pubblicazione dei primi diciannove Maigret, del quale per quattro anni non ha scritto più nulla. Ha invece portato a termine e pubblicato una decina di romans-durs e poi iniziato di nuovo a scrivere delle inchieste del commissario a La Rochelle proprio nel '38.
Ma questi due filoni non esauriscono la serrata pubblicazione di titoli da parte del romanziere che, sempre nel 38, vede pubblicata una raccolta di racconti polizieschi scritti nel 1930 a Morsang. Ma in questo caso non si tratta né di romans-durs né di Maigret.
Sono romanzi polizieschi brevi (o se volete tre lunghi racconti) di oltre una settantina di pagine l'uno, che hanno come protagonista l'Agente G.7.
Nella nostra copia, datata 1938 e stampata il 3 marzo, i racconti sono tre: Le Grand Langoustier, La nuit des sept minutes e L'enigme da la Marie Galante. Ricordiamo che nel 1930 Simenon ancora pubblicava esclusivamente sotto pseudomini, e quindi questa avventure dell'agente G.7 sarebbero potute uscire firmate Christian Brulls o Georges Sim. E invece sono rimaste otto anni in un cassetto (di chi?) fin quando Gallimard le pubblicò nella serie La Renaissance de la nouvelle diretta da Paul Morand.
Ma chi era questo G.7? Siamo lontani o no da Maigret, e nel caso, quanto?
Vediamo cosa racconta di lui Simenon "... G.7 fumava la sua piccola pipa diligentemente seduto al posto che gli era stato assegnato... G.7 aveva l'aria di uno scolaretto che finge di non vedere nulla! - da Le Grand Langoustier - ...c'era solo G.7 che conservava la sua aria da giovanotto di buona famiglia...".
Insomma un giovanotto, a modo, gentile, non un consumato funzionario dello stato di mezz'età. Giovane quindi, dalla figura snella e non una sagoma massiccia e pesante. Anche se G.7 fuma la pipa, come il commissario, è un pipa piccola, quasi vezzosa, non un pipa grossa e tozza come quella di Maigret. E poi in questo racconto non si beve, non si mangia...
"...G.7 si contenta di unire la sua silhouette alla vita di tutti i giorni e di osservare per strada insieme alla gente i cantanti ambulanti. Bisogna abituarsi. All'inizio si è tentati di prenderlo per un'imbecille - si racconta ne La nuit des sept minutes - ... dietro la porta G.7 e Sonia erano già nelle braccia uno dell'altra...".
Qui Simenon accomuna G.7 e Maigret, il primo sembra un imbecille e del commissario il romanziere aveva sempre detto: Maigret non è intelligente...è intuitivo...". Ma dall'altra parte si parla una scena d'amore del giovane agente, che in Maigret sarenbe impensabile.
"... restai un'ora da solo nel café... arrivai a pensare che G.7 mi avesse voluto allontanare per ricevere una donna... - scrive Simenon in L'enigme da la Marie Galante - ... fu con un tono raffinato, da uomo di mondo, che G.7 ci presentò uno all'altra...".
Insomma tranne piccole caratteristiche G.7 ha un aspetto, un carattere e un modo di indagare che non sono queli del commissario Maigret. Addirittura qualcuno ha detto che questo personaggio poteva forse costituire il "piano B" di Simenon, in caso la serie di Maigret non avesse avuto il successo sperato.
La serie dedicata a G.7 comprende, oltre a quelli citati, la raccolta di racconti Les treizes énigmes (scritto nel '29), L'affaire du canal (stesura del '28/29) e La folle d'Ittevile (terminato nel '31).
sabato 17 maggio 2014
SIMENON SIMENON. E MAIGRET SCOPRE... LE DONNE DI GEORGES
Un'inchiesta fuori dall'ordinario
...Il giudice stava riordinando le carte e le penne sul tavolo. Maigret conosceva quel segnale, precedeva il commiato.
- Bene, la ringrazio per aver accettato e le auguro buon
lavoro. Ci vedremo domani mattina per discutere i dettagli.
A quelle parole l'uomo in grigio si era staccato dalla
libreria e aveva raggiunto Maigret, che nel frattempo si era alzato. Gli tese
la mano e con una voce afona disse: - Commissario, auguri. Abbiamo molta
fiducia in lei.
Maigret strinse quella mano affusolata e fredda, porse i
suoi saluti e uscì.
Attraversò la stanza degli ispettori senza guardare nessuno
e chiuse pesantemente la porta dietro di sé. Lucas, Torrence e Janvier
seguirono il passaggio del capo con la coda dell'occhio. Avevano percepito
immediatamente che era di umore nero. Nessuno si azzardò a entrare, quindi, per
la chiusura del caso Maras.
e Maigret non aveva nemmeno ordinato qualcosa alla brasserie
Dauphine. Da quando era rinchiuso nell'ufficio, con quel voluminoso
incartamento, non si erano sentiti rumori. Forse il capo stava studiando un
nuovo caso? Ma non era nel suo stile. Di solito concertava con gli ispettori i
primi passi dell'indagine. Alla fine la porta si aprì bruscamente.
- Lucas, vieni! L'ispettore si precipitò.
- Raccogli le deposizioni, i verbali e i referti che si
riferiscono al ritrovamento di Maras. Senti anche l'Istituto di medicina
legale, il dottor Moers dovrebbe darci i risultati dell'autopsia. Voglio tutto
sul mio tavolo per domani mattina: devo preparare la relazione per il giudice.
Oggi pomeriggio non ci sarò. Ci vediamo domani...
Colette racconta... il primo racconto
...Il cameriere gli indicò il tavolo dove l'attendeva Colette. Dopo i saluti, Maigret sedette e iniziò il suo solito discorsetto
...Il cameriere gli indicò il tavolo dove l'attendeva Colette. Dopo i saluti, Maigret sedette e iniziò il suo solito discorsetto
- La ringrazio di aver accettato questo colloquio. Anche
perché mi rendo conto che la mia posizione è singolare. Nonostante io sia un
semplice funzionario di polizia, mi trovo a svolgere un'indagine che di
poliziesco ha ben poco. Come mai? Le posso dire che in ambienti governativi
vogliono un quadro completo della vita dello scrittore, compresi, lei forse
capirà, gli aspetti meno noti, le situazioni private e sconosciute...
Colette aveva uno sguardo interrogativo:
- E perché tutto questo?
- Mah! Avranno le loro ragioni, a noi semplici funzionari
fanno fare solo il lavoro di raccolta...
- Ma lei non è un funzionario qualsiasi, Maigret. Non deve
essere certo un lavoro di routine se hanno deciso di affidarlo a lei.
- Comunque io devo solo raccogliere informazioni.
- Ecco perché vorrei che lei mi raccontasse qualcosa di Simenon,
come l'ha conosciuto, che tipo era al di fuori dell'ufficialità.
- L'ho conosciuto nel '23, era molto giovane. Un bel
ragazzo, si vedeva subito che era determinato a sfondare. Io all'epoca ero a
"Le Matin" con l'incarico di direttrice letteraria. Sul giornale
c'era una rubrica, "Le Mille e un mattino", molto prestigiosa, in cui
si pubblicava un racconto al giorno. E, per molto tempo, Simenon ogni settimana
portava i suoi racconti. Puntualmente gli venivano restituiti. Erano un po'
troppo di maniera, troppo letterari. Ma lui insisteva. Allora avevamo molti
autori che aspiravano a pubblicare, ma non c'era nessuno ostinato e regolare
come lui. Tanto che un giorno decisi di parlargli spiegandogli cosa c'era che
non andava. E lui, evidentemente, colse il messaggio e migliorò così tanto che
iniziai a pubblicarlo.
Intanto arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni.
Maigret si fece consigliare da Colette, che chiaramente era una cliente
abituale. Iniziarono con un'insalata del Perigord e, per dopo, chiesero del
pollo al vino con contorno. Maigret ordinò del Blanc de Sancerre. Nonostante
tutto il commissario si sentiva a suo agio e la fame era segno del suo buon
umore.
- Fu l'inizio di una lunga serie - continuò Colette, — mi
pare che continuò a scriverne con una certa regolarità fino al '30. Forse quasi
un centinaio di racconti brevi.
- Un bel numero...
- Scherza? Simenon scriveva per molti altri giornali. Pensi
che all'epoca a Parigi c'erano una trentina di quotidiani e quasi tutti
riservavano uno spazio giornaliero ai racconti. Senza esagerare, Simenon in
quel periodo avrà scritto diverse centinaia di novelle, me lo diceva Gide...
Josephine Baker: il mito del sesso
e il giovane scrittore
...Era arrivato a Rue Poissonière davanti al Café Brébant, un
vecchio locale. Entrò, ma non trovò nessuno che potesse somigliare alla Baker.
Si sedette e ordinò un vieux calvados.
Appena lei entrò la riconobbe subito. Il corpo ancora dritto
avvolto in un leggero soprabito color crema, un cappello che le nascondeva i
capelli. I tratti del viso erano un po' spenti rispetto a quelli che Maigret
ricordava di aver visto, a suo tempo, nelle foto o nei manifesti.
Si alzò, levando la pipa di bocca. A piccoli passi la Baker
si avvicinò al tavolino e salutò il commissario con un filo di voce.
- Mi scusi, ma con questa raucedine non riesco a parlare
meglio di così. Con tutta l'umidità e il vento di questi giorni mi è andata via
la voce. Ma poco male, tanto ormai non debbo più cantare.
- Non si preoccupi, anzi mi scuso io per averla fatta venire
fino qui in queste condizioni... se avessi saputo...
- Ma no, sono contenta di uscire. Se la figura una come me,
abituata a passare a casa solo per cambiarsi d'abito, oppure per fare la
valigia o per dormire qualche ora, trascorrere le proprie giornate in casa,
magari a fare la calza?
Maigret ridacchiò.
- Veniamo al motivo di questo incontro. Vede, madame Baker,
sto raccogliendo testimonianze su Simenon e siccome so che tra voi c'è stata
una certa amicizia, anzi più
di un rapporto amichevole, volevo chiederle
di aggiungere un tassello al mosaico che sto costruendo.
- Ma quale tassello desidera? Vuole che le parli della
nostra storia? Sa, commissario, c'è poco da dire. Eravamo felici insieme, molto
felici. Tra me e Georges esistevano diversi punti in comune. Avevamo entrambi
una gran voglia di vivere, di esplorare sia la vita che i rapporti umani fino
in fondo, senza pregiudizi né remore. Amavamo tutti e due il sesso, senza tabù
o condizionamenti. E poi eravamo due spiriti liberi, molto liberi. Lei pensi
che allora, quando scoppiò la mia popolarità qui in Francia, avevo vent'anni
appena. Debuttai con la "Revue Nègre". Fu subito un successo. Allora
c'era un gran numero di uomini che mi faceva la corte. Gente anche molto importante,
potrà immaginare... industriali, politici, attori, e famosi playboy.
Maigret ripensava a quando era scoppiato il fenomeno Baker.
C'era stato un periodo in cui sembrava che Parigi fosse letteralmente impazzita
per questa mulatta di Saint Louis che aveva debuttato al teatro degli Champs
Elysées.
- Tra i tanti - continuò Joséphine - mi fu presentato questo
Georges Simenon. Allora anche lui aveva poco più di vent'anni, ma era già
lanciato nel suo lavoro di scrittore. Non pubblicava ancora romanzi importanti,
scriveva però una grande quantità di racconti sui quotidiani. Georges era un
uomo molto determinato e, facendosi largo tra le persone che mi giravano
intorno, riuscì a colpirmi. Mi ricordo che molti del mio staff si
meravigliavano che dessi la preferenza proprio a quel ragazzo.
Era strano stare lì seduti in un vecchio caffè ad ascoltare
una donna piccola, vestita con discrezione, che parlava con un filo di voce. E pensare che era la stessa bomba del sesso che aveva fatto delirare i parigini per il suo sedere e le
parigine per la pettinatura à la garconne.
Avevano ordinato un tè per madame Baker, e un secondo
calvados per il commissario. I camerieri scivolavano veloci e silenziosi sul
pavimento lucido della sala, con i loro grandi vassoi argentati.
Maigret iniziò a spiegare che aveva bisogno di qualche
informazione su Simenon e che sperava che lei potesse fornirgli qualche
indicazione proprio su quei tempi, che poi corrispondevano ai primi anni
trascorsi dallo scrittore a Parigi. Madame Baker sembrava molto contenta di
poter essere utile.
- Eravate entrambi dei nuovi arrivati. Simenon si trasferì a
Parigi alla fine del '22 e lei era arrivata da poco - disse Maigret.
- Sì, io sbarcai a Parigi dal Missouri nell'ottobre del '25,
al seguito dell'orchestra di Claude Hopkins con Sidney Bechet, il famoso
clarinettista jazz. Avevamo un gran da fare allora: interviste, fotografie, le
prove dello spettacolo, insomma c'era davvero poco tempo per vedersi. Spesso ci
si incontrava a notte fonda, in qualche locale ancora aperto. Georges veniva
con Tigy, poi c'erano i suoi amici, Paul Colin l'illustratore e altri
giornalisti di cui non ricordo il nome...
- Ma con Simenon avete avuto un rapporto... sì, insomma
siete stati amanti per qualche tempo. Possibile che Tigy non si accorgesse di
nulla? D'altronde lei e Simenon erano sposati da appena un paio d'anni...
Tratto da Maigret e il caso Simenon - Maurizio Testa - Robin edizioni - Libro e ebook
venerdì 16 maggio 2014
SIMENON SIMENON. OGGI AL FESTIVAL DI CANNES: LA CHAMBRE BLEUE... IL LETTO DEL CRIMINE...
Oggi alla Salle Buñuel alle 11.00 e alle 17.00 prime proiezioni a Cannes dell'adattamento cinematografico del romanzo di Georges Simenon,
di e con Mathieu Amalric, regista e attore
(ma anche sceneggiatore insieme alla moglie)
di questa famosa "La chambre Bleu".
Qui di seguito una sintetica e rapida
rassegna stampa di estratti di quello che
quotidiani, settimanali e siti internet hanno pubblicato sul film e sul suo realizzatore.
Le Monde
La Chambre bleue : Amalric adapte Simenon, chic pipe
E' ungiallo che si collocherebbe volentieri come punto d'incontro tra Alfred Hitchcock e Francois Truffaut. Come il regista del Caso Pardine (1947), Amalric gira le scene d'amore come delle scene d'omicidio, E come Truffaut vincola magnificamente la storia ad una certa forma di realismo francese.
Le Figaro
La chambre bleue, le lit du crime
Presente a Cannes, l'adattamento de La Chambre Bleue da parte di Mathieu Amalric, esce oggi sugli schermi francesi. La messa in scena di La Chambre Bleue, innanzitutto molto curata, rende conto della complessità della situazione e della confusione, mettendo in contrasto il suono e l'immagine, ingarbugliando i fatti oggettivi con le deviazioni e i vuoti della memoria, confrontando il disordine interiore di Julien alla sua apparenza ordinata e all'apparato della giustizia. Lo svolgimento è un po' celebrale e quando si semplifica, questo dramma provinciale non risparmia qualche lungaggine. Resta comunque il personaggio dell'amante ossessivo, implacabile e frustrato. Un donna che si rivelerà fatale e che non demorderà.
Le Nouvel Observateur
A Cannes, trois grands films français hors compétition
Con la sua durata "express" (1 h 15"), la tensione di ogni scena e la sua inquietante sensualità, questo film conferma una volta di più che un certo Mathieu Amalric, attore brillante con gli altri, è anche un regista davvero di talento. Che non avrebbe rubato il suo posto nel concorso qui a Cannes...
Le Parisien
Baptême à la Croisette pour Léa Drucker
Aveva già messo pide sulla Croisette, ma mai per un film. Léa Drucker é arrivata ieri per la presentazione, nella selezione Un certain regard per "La Chambre bleue" adattamento di un romanzo di Georges Simenon di Mathieu Amalric. L'attrice è incinta di sette mesi.
L'Express
"Adapter Simenon, ca m'a excité"
Mathieu Amalric:"...Non sono uno specialista di questo autore ma, dopo aver letto altri romanzi di Simenon, trovo davvero che questo abbia qualcosa di particolare. E' uno dei pochi romanzi che non abbia una struttura lineare e cinematograficamente questo mi eccitava davvero molto..."
Liberation
Les poids plume
Film concepiti per il risparmio, con dei budget intorno a un milione di euro: "La chambre bleue" di Mathieu Amalric, adattato da Simenon, è costato un milione tondo tondo ed ora debutta a Cannes nella sezione "Un certain regard".
People Looks
Début à Cannes et dans le salles
Quest'anno Mathiue Amalric ritorna a Cannes con "La chambre bleue", una realizzazione molto originale. Stéphanie Cléau, é la compagna dell'attore regista che ha scritto insieme a lui la scenegiatura, ma anche il ruolo della sua amante in questo adattamento del romanzo di Simenon.
Je
n'étais pas du tout un spécialiste de cet auteur. Après coup, en ayant
lu d' autres de Simenon, je trouve que celui-là a vraiment quelque chose
de particulier, c'est un de ses rares romans qui n'a pas une structure
linéaire, et cinématographiquement ça m'excitait énormément.
En savoir plus sur http://www.lexpress.fr/culture/livre/cannes-2014-mathieu-amalric-adapter-simenon-ca-m-excitait_1542825.html#u3ctaIFJgoZSuUDO.99
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Je
n'étais pas du tout un spécialiste de cet auteur. Après coup, en ayant
lu d' autres de Simenon, je trouve que celui-là a vraiment quelque chose
de particulier, c'est un de ses rares romans qui n'a pas une structure
linéaire, et cinématographiquement ça m'excitait énormément.
En savoir plus sur http://www.lexpress.fr/culture/livre/cannes-2014-mathieu-amalric-adapter-simenon-ca-m-excitait_1542825.html#u3ctaIFJgoZSuUDO.99
TF1NewsEn savoir plus sur http://www.lexpress.fr/culture/livre/cannes-2014-mathieu-amalric-adapter-simenon-ca-m-excitait_1542825.html#u3ctaIFJgoZSuUDO.99
Les nouveautés cinéma du mercredi
Mathieu Amalric propone una esperienza tanto minimale che sensoriale, a testimonianza della sua ispirazione e del suo talento. Fra le immagini, ricorda che Simenon era un grande stendhaliano per essenzialità e velocità... Il film é corto (un po' più di un ora), ma coinvolgente e appassionante. E' più e meglio di un semplice esercizio di stile
Slate
Mystères de "La chambre bleue" de Mathieu Amalric
Adattando Simenon l'attore-regista parte da una classica inchiesta su un caso d'adulterio e su delle morti sospette per finire in un abisso molto inquietante, quello che separa le parole dai fatti. "L'amore, ah l'amore, lo fanno con trasporto Esther e Julien, nella camera blu di un piccolo albergo, vicino alla piccola piazza della stazione di questa piccola cittadina di provincia"
giovedì 15 maggio 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET SI IMBATTE NELLE SUE... INCHIESTE
Era la da più di un quarto d'ora. La pipa accesa, lo sguardo rivolto a quella libreria. Il rumore del ticchettìo della pioggia sulla finestra ricordava quello dei tasti di una macchina da scrivere.
Il commissario non avrebbe saputo dire cosa guardava... Era piuttosto sovrastato dalla quantità di libri, raccoglitori, cartelline, bozze, tutti stipati in quegli scaffali. Ognuno di essi aveva un cartellino, un etichetta, una scritta stampata o vergata a mano che recava un nome, il suo nome "Maigret". Maigret preceduto o seguito da altre parole, Maigret cinquanta... cento volte... Non avrebbe saputo dirlo. E non si era dato nemmeno pena di leggere altro. Lo sentiva, lo avvertiva sin troppo bene. Si trovava in un archivio degli uffici di quello scrittore che conosceva fin troppo bene, quel Simenon che l'aveva preso pari pari e messo come protagonista nelle sue storie poliziesche.
Il commissario sentiva che lì, in quella libreria, c'erano i propri casi, le proprie indagni, i propri morti, i propri condannati, le umide nottate passate appostato in una brasserie, a sbirciare dalla vetrina, ad aspettare il suo uomo e a bere calvaldos.
Lì c'era un pezzo della propria vita... un bel pezzo.
Ma poi c'erano le panzane, come le chiamava, cioè le storie inventate, le indagini che non aveva mai condotto, personaggi e fatti del tutto inesistenti. Già, perché quel Simenon aveva sfruttato ben bene quello che c'era da prendere dalla realtà, ma poi non si era fatto scrupolo d'inventare vicende e situazioni che non erano mai successe... ma lui se lo poteva permettere... non era uno scrittore? Anzi un romanziere, come si faceva chiamare. E anche per quello che riguardava sè stesso o il rapporto con sua moglie... tutto inventato... Tic e manie che non aveva mai avuto, come quella ridicola dell'antiquata stufa a carbone del suo ufficio...Ma come si può pensare?... Avrebbe perlomeno affumicato tutto l'ufficio!...E poi quella storia del bere, che esagerazione!... Ormai non poteva più entrare in un bar o una brasserie che subito il padrone gli chiedeva "Un calvados? Una bella birra fresca?... Un cognac?...".
Maigret era piantato lì davanti alla libreria, immobile, massicio, pesante almeno come tutta quella carta davanti a lui. L'unico segno di vita erano le dense boccate di fumo.
In quegli istanti aveva dimenticato tutto, la chiamata a Quai des Orfévres, la notizia che un archivista di quell'ufficio era stato trovato cadavere, la corsa in macchina con i suoi ispettori, Lucas che dava ordini ai gendarmi del quartiere.
Una volta entrato in quella stanza, e trovatosi a tu per tu con quella libreria, si era estraniato da tutto.
E ora continuava a stare fermo davanti alla libreria come di fronte ad uno specchio. Da una parte lui in carne ed ossa, dall'altra sempre lui ma sulla carta e nei libri. Il vero Maigret faccia a faccia con quello che conoscevano tutti, o meglio, che tutti pensavano di conoscere. Era uno come uno specchio? Sì, ma un specchio deformante che storceva la propria vita i propri casi, le proprie abitudini. In quel momento avvertiva tutto questo come un'indebita intrusione, una vera e propria....
- Commissario! - era Lucas che lo stava chiamando dalla stanza accanto - Commissario Maigret...
- Cosa c'è - rispose senza muovere ciglio - cosa vuoi?...
- Sta salendo il signor Simenon...
- Simenon? E come ha fatto a sapere?...
- Forse alla centrale - disse Lucas affacciandosi alla porta - sa... con tutti gli amici che ha... chissà, forse una telefonata...
Un grugnito usci dalla gola di Maigret.
Alzò gli occhi al cielo, ma vide solo un soffitto con delle macchie di umidità.
Poi a passi lenti e pesanti si avviò verso la porta.
La pipa non si era ancora spenta.
Maurizio Testa
Il commissario non avrebbe saputo dire cosa guardava... Era piuttosto sovrastato dalla quantità di libri, raccoglitori, cartelline, bozze, tutti stipati in quegli scaffali. Ognuno di essi aveva un cartellino, un etichetta, una scritta stampata o vergata a mano che recava un nome, il suo nome "Maigret". Maigret preceduto o seguito da altre parole, Maigret cinquanta... cento volte... Non avrebbe saputo dirlo. E non si era dato nemmeno pena di leggere altro. Lo sentiva, lo avvertiva sin troppo bene. Si trovava in un archivio degli uffici di quello scrittore che conosceva fin troppo bene, quel Simenon che l'aveva preso pari pari e messo come protagonista nelle sue storie poliziesche.
Il commissario sentiva che lì, in quella libreria, c'erano i propri casi, le proprie indagni, i propri morti, i propri condannati, le umide nottate passate appostato in una brasserie, a sbirciare dalla vetrina, ad aspettare il suo uomo e a bere calvaldos.
Lì c'era un pezzo della propria vita... un bel pezzo.
Ma poi c'erano le panzane, come le chiamava, cioè le storie inventate, le indagini che non aveva mai condotto, personaggi e fatti del tutto inesistenti. Già, perché quel Simenon aveva sfruttato ben bene quello che c'era da prendere dalla realtà, ma poi non si era fatto scrupolo d'inventare vicende e situazioni che non erano mai successe... ma lui se lo poteva permettere... non era uno scrittore? Anzi un romanziere, come si faceva chiamare. E anche per quello che riguardava sè stesso o il rapporto con sua moglie... tutto inventato... Tic e manie che non aveva mai avuto, come quella ridicola dell'antiquata stufa a carbone del suo ufficio...Ma come si può pensare?... Avrebbe perlomeno affumicato tutto l'ufficio!...E poi quella storia del bere, che esagerazione!... Ormai non poteva più entrare in un bar o una brasserie che subito il padrone gli chiedeva "Un calvados? Una bella birra fresca?... Un cognac?...".
Maigret era piantato lì davanti alla libreria, immobile, massicio, pesante almeno come tutta quella carta davanti a lui. L'unico segno di vita erano le dense boccate di fumo.
In quegli istanti aveva dimenticato tutto, la chiamata a Quai des Orfévres, la notizia che un archivista di quell'ufficio era stato trovato cadavere, la corsa in macchina con i suoi ispettori, Lucas che dava ordini ai gendarmi del quartiere.
Una volta entrato in quella stanza, e trovatosi a tu per tu con quella libreria, si era estraniato da tutto.
E ora continuava a stare fermo davanti alla libreria come di fronte ad uno specchio. Da una parte lui in carne ed ossa, dall'altra sempre lui ma sulla carta e nei libri. Il vero Maigret faccia a faccia con quello che conoscevano tutti, o meglio, che tutti pensavano di conoscere. Era uno come uno specchio? Sì, ma un specchio deformante che storceva la propria vita i propri casi, le proprie abitudini. In quel momento avvertiva tutto questo come un'indebita intrusione, una vera e propria....
- Commissario! - era Lucas che lo stava chiamando dalla stanza accanto - Commissario Maigret...
- Cosa c'è - rispose senza muovere ciglio - cosa vuoi?...
- Sta salendo il signor Simenon...
- Simenon? E come ha fatto a sapere?...
- Forse alla centrale - disse Lucas affacciandosi alla porta - sa... con tutti gli amici che ha... chissà, forse una telefonata...
Un grugnito usci dalla gola di Maigret.
Alzò gli occhi al cielo, ma vide solo un soffitto con delle macchie di umidità.
Poi a passi lenti e pesanti si avviò verso la porta.
La pipa non si era ancora spenta.
Maurizio Testa
mercoledì 14 maggio 2014
SIMENON SIMENON. L'ADDIO DE "IL GIORNO"
Torniamo con un'altra testimonianza giornalistica della scomparsa di Simenon. E' sempre il 7 settembre 1989 stavolta si tratta del quotidiano milanese "Il Giorno", nato nel '56 e che propose al suo esordio alcuni elementi innovativi in parte mutuati dalla stampa britannica.
La pagina che quel giorno dedica alla scomparsa dello romanziere è però ancora "la terza", quella che per tradizione e per lungo tempo fu dedicata dai giornali quotidiani ai temi culturali. In quell'anno era direto da Italo Pietra, gornalisa sensibile ala cultura come dimostrano le firme collezionae sotto la sua direzione: Arbasino, Cederna, Citati, Pasolini, Eco, Cassola, Soldati...
Il grande titolo "Addio Simenon" è sovrastato da un occhiello che definisce il romanziere come "l'autore delle avventure del commissario Maigret".
E ancora nel sommario si interroga: "La scomparsa lascia aperto l'enigma sulla sua personalità di scrittore, affabulatore alla maniera di Balzac, attratto dagli abissi di Dostewskji..."
A metà pagina un altro titolo recita "Prima del pubblico, furono i grandi dela letteratura, come Gide e Sartre, a decretare il successo dei suoi romanzi".
Nell'articolo d'apertura si dice che "... il miglior romanzo Simenon l'ha scritto vivendolo...". Le ricostruzioni proposte non sono tutte precise, come quella secondo la quale fu Simenon a decidere di smettere negli anni '70 la produzione dei Maigret... cosa abbastanza imprecisa, come sappiamo.
Si parla anche del suo metodo "...ecco il metodo di Maigret e lo stile di Simenon: un clinico dalla natura umana, niente affatto moralista, per solidale pietà...". E poi, buona metà della pagina dedicata a Maigret definito "L'eroe dei suoi racconti, campione di un mondo criminale che non esiste più".
Tre le foto che illustrano la pagina. In alto a destra, un Simenon anziano, dove una didascalia spiega il perchè del ritardo di tutti i quotidiani nel dare la notizia della morte, in realtà avvenuta il 4 settembre. Per volere di Simenon la notizia venne data alla stampa ad esequie avvenute, quindi il 6 di settembre, appena in tempo per uscire, tutti i giornali italiani e non, il 7 settembre. Le altre due foto riguardano una l'attore Cervi, il Maigret italiano, (quella in basso a sinistra) e l'altra (a fianco) Jean Gabin, altro grande attore simenoniano, qui però non nei panni di Maigret, ma protagonista insieme a Simone Signoret della trasposizione cinematografica de "Le chat". Completano la pagina, un box in cui si scrive che, ad allora, erano state vendute in Italia 20 milioni di copie delle opere di Simenon, e un articolo di taglio basso, in cui vengono passati in rassegna i vari Maigret, da quelli televisivi a quelli cinematografici, da quelli italiani a quelli francesi, inglesi... E l'articolo si chiude con l'invito ad andare a vedere al cinema un film tratto, non dai Maigret, ma da un roman-dur: L'insolito caso di Mr. Hire (Les fiancailles de Mr.Hire) con queste parole: "...La solitudine che circonda come una lieve nube i personaggi simenoniani è qui una categoria dell'esistenza...".
La pagina che quel giorno dedica alla scomparsa dello romanziere è però ancora "la terza", quella che per tradizione e per lungo tempo fu dedicata dai giornali quotidiani ai temi culturali. In quell'anno era direto da Italo Pietra, gornalisa sensibile ala cultura come dimostrano le firme collezionae sotto la sua direzione: Arbasino, Cederna, Citati, Pasolini, Eco, Cassola, Soldati...
Il grande titolo "Addio Simenon" è sovrastato da un occhiello che definisce il romanziere come "l'autore delle avventure del commissario Maigret".
E ancora nel sommario si interroga: "La scomparsa lascia aperto l'enigma sulla sua personalità di scrittore, affabulatore alla maniera di Balzac, attratto dagli abissi di Dostewskji..."
A metà pagina un altro titolo recita "Prima del pubblico, furono i grandi dela letteratura, come Gide e Sartre, a decretare il successo dei suoi romanzi".
Nell'articolo d'apertura si dice che "... il miglior romanzo Simenon l'ha scritto vivendolo...". Le ricostruzioni proposte non sono tutte precise, come quella secondo la quale fu Simenon a decidere di smettere negli anni '70 la produzione dei Maigret... cosa abbastanza imprecisa, come sappiamo.
Si parla anche del suo metodo "...ecco il metodo di Maigret e lo stile di Simenon: un clinico dalla natura umana, niente affatto moralista, per solidale pietà...". E poi, buona metà della pagina dedicata a Maigret definito "L'eroe dei suoi racconti, campione di un mondo criminale che non esiste più".
Tre le foto che illustrano la pagina. In alto a destra, un Simenon anziano, dove una didascalia spiega il perchè del ritardo di tutti i quotidiani nel dare la notizia della morte, in realtà avvenuta il 4 settembre. Per volere di Simenon la notizia venne data alla stampa ad esequie avvenute, quindi il 6 di settembre, appena in tempo per uscire, tutti i giornali italiani e non, il 7 settembre. Le altre due foto riguardano una l'attore Cervi, il Maigret italiano, (quella in basso a sinistra) e l'altra (a fianco) Jean Gabin, altro grande attore simenoniano, qui però non nei panni di Maigret, ma protagonista insieme a Simone Signoret della trasposizione cinematografica de "Le chat". Completano la pagina, un box in cui si scrive che, ad allora, erano state vendute in Italia 20 milioni di copie delle opere di Simenon, e un articolo di taglio basso, in cui vengono passati in rassegna i vari Maigret, da quelli televisivi a quelli cinematografici, da quelli italiani a quelli francesi, inglesi... E l'articolo si chiude con l'invito ad andare a vedere al cinema un film tratto, non dai Maigret, ma da un roman-dur: L'insolito caso di Mr. Hire (Les fiancailles de Mr.Hire) con queste parole: "...La solitudine che circonda come una lieve nube i personaggi simenoniani è qui una categoria dell'esistenza...".
martedì 13 maggio 2014
SIMENON SIMENON: GLI EBOOK DI MAIGRET... INVADONO LA CLASSIFICA I.B.S.
Una nuova infornata di titoli di Maigret in ebook. Siamo andati a curiosare su qualche sito tra i più importanti per vedere cosa succede. Iniziando, come nostro solito, da Internet Book Shop, abbiamo avuto una prova tangibile dell'invasione dei titoli Adelphi della serie Maigret. Infatti ad oggi nella Top 50 degli venduti da I.B.S. ben undici posti sono occupati dalle inchieste del commissario. Ecco le posizioni:
9° Maigret e il produttore di vino
22° L'amica della singora Maigret
24° Il crocevia delle tre vedove
28° Maigret à Vichy
31° La prima inchiesta di Maigret
32° Maigret e il fantasma
41° Maigret e l'uomo della panchina
44° Maigret e il barbone
46° Maigret e la stangona
49° L'amico d'nfanzia di Maigret
50° Cécile é morta
Nella TOP 10 Ebook Rizzoli (che ricordiamo possiede il marchio Adelphi) troviamo al 1° posto Minacce di Morte e altri racconti, ma non i nuovi ebook, che non compaiono tra i primi 10 visibili sul sito. Ovviamente i titoli ci sono tutti e sono disponibili, ma evidente non ocupano i posti alti della classifica.
Chi non li ha (ancora?) nella propria piattaforma di vendita è invece la Feltrinelli.it che di solito è invece ben fornita dei titoli simenoniani.
Su inMondadori questi titoli sono disponibili, ma non ne appare nemmeno uno nella sua Top 50 Ebook.
9° Maigret e il produttore di vino
22° L'amica della singora Maigret
24° Il crocevia delle tre vedove
28° Maigret à Vichy
31° La prima inchiesta di Maigret
32° Maigret e il fantasma
41° Maigret e l'uomo della panchina
44° Maigret e il barbone
46° Maigret e la stangona
49° L'amico d'nfanzia di Maigret
50° Cécile é morta
Nella TOP 10 Ebook Rizzoli (che ricordiamo possiede il marchio Adelphi) troviamo al 1° posto Minacce di Morte e altri racconti, ma non i nuovi ebook, che non compaiono tra i primi 10 visibili sul sito. Ovviamente i titoli ci sono tutti e sono disponibili, ma evidente non ocupano i posti alti della classifica.
Chi non li ha (ancora?) nella propria piattaforma di vendita è invece la Feltrinelli.it che di solito è invece ben fornita dei titoli simenoniani.
Su inMondadori questi titoli sono disponibili, ma non ne appare nemmeno uno nella sua Top 50 Ebook.
lunedì 12 maggio 2014
SIMENON SIMENON. IL "CASO" BRESCELLO/MEUNG-SUR-LOIRE E... IL MAIGRET DI CERVI
Siamo di nuovo a insinuarci nelle pieghe dell'attore Gino Cervi e in quelle del personaggio letterario Maigret per cercare di scoprire certi punti di contatto tra i due, soprattutto quelli meno evidenti ad un primo confronto. E qui entrano in ballo due località geografiche.
Brescello, che non è il paese natale di Cervi (notoriamente nato a Bologna), ma la cittadina dove si svolge la sagra cinematografica di Don Camillo e l'onorevole Peppone che tanto successo ha avuto in Italia e in Francia. Bene, vogliamo azzardare l'ipotesi che questo comune della pianura padana da una parte abbia impresso l'immagine del Cervi-Peppone presso il grande pubblico sin fino all'interpretazione di Maigret, dall'altra evochi un'altro villaggio, questa volta della campagna francese, Meung-sur-Loire, sulla riva dell'omonimo fiume a pochi chilometri a ovest d'Orléans. Anche questa non c'entra con i natali di Maigret che Simenon pone a St. Fiacre (nella regione dell'Ile de France), ma bensì con la mitica casetta di campagna che i coniugi comprano in prospettiva della pensione del commissario e in cui effettivamente si trasferiscono quando Maigret è ormai un ex.
Certo Brescello è la location attorno cui ruota ogni vicenda di tutti i film della serie Don Camillo-Peppone, mentre Meung-sur-Loire viene solo citata anche se di frequente, perchè i Maigret vi trascorrono i weekend, e perchè Simenon mette spesso Maigret in pensione (il che non succede di rado, visto che le indagini maigrettiane non seguono la cronologia della vita e della carriera del commissario).
Ma insomma, vi chiederete, cosa c'entrano questi due paesi con Cervi e Maigret?
Beh nell'immaginario collettivo il Maigret di Cervi, che arriva dopo il cinematografico onorevole Peppone, più o meno consciamente si porta dietro qualcosa di quel sindaco comunista di campagna. E il fatto non è così peregrino. Se ci pensiamo bene, anche Maigret ha un côté campagnolo, che parte dalla sua infanzia a Saint Fiacre, dove viveva come figlio di un amministratore di fondo agricolo, e torna nella sua vecchiaia che trascorre nel buen retiro di Meung-sur-Loire a curare l'orto e giocare a carte con i campaesani.
Questa dimensione campagnola, che il personaggio letterario e l'attore si portano dietro, finiscono, a nostro avviso, per accomunarli. Certo quando Gino Cervi debutta nel 1964 con gli sceneggiati di Maigret, vanta alle spalle una carriera pretigiosa di teatro e di cinema. Ma come al solito tutti, ma proprio tutti, fino a quel punto lo conoscevano soprattutto per la sua interpretazione di quel Peppone, della bassa padana, a metà degli anni cinquanta. Questa immagine secondo noi finisce un po' per sovrapporsi a quella molto diversa del commissario simenoniano. Ma come accennavamo prima non è un male. Questo imprinting cinematografico dell'attore arrichisce l'interpretazione del commissario, avvicinandolo di più a quello che Simenon aveva voluto creare.
In fondo la preferenza di Maigret per le cose semplici, il mangiare genuino, la poca ricercatezza nel vestire, la sua preferenza per le donne un po' rotondette e morbide (rispetto a quelle silfidi alte e magre della Parigi bene), il suo trovarsi a disagio negli ambienti raffinati... insomma sono tutte caratteristiche che possono provenire da quel non so che di campagnolo che fà parte del suo personaggio.
Inoltre Brescello è sulla riva destra del Po. Meung-sur-Loire è sulla Loira. Il primo é a ventisette chilometri da Reggio Emilia, la seconda a quindici chlometri da Orléans...anche gli abitanti sono più o meno gli stessi, oggi, 5.500 Brescello, 6200 Meung-sur-Loire. Brescello fu fondata dai Galli Cenomani, Meung-sur-Loire era un villaggio gallo-romano...
Può bastare?
domenica 11 maggio 2014
SIMENON SIMENON. CIAO, DA CAMPO... I SIMENONIANI TI RICORDANO
La notizia è arrivata tardi sui media. Gianni Da Campo, scrittore, traduttore, regista lo scorso 6 maggio è venuto a mancare. La sua poliedrica attività culturale tra cinema, insegnamento e letteratura aveva però un punto fermo: Georges Simenon. Infatti se il suo nome non dice molto al grande pubblico, gli adetti ai lavori sanno bene che Da Campo era considerato uno dei massimi esperti italiani del romanziere. Vogliamo qui ricordarlo non solo per il suo instancabile lavoro di ricerca e di analisi dell'opera simenoniana, ma anche per le pubblicazioni dedicate a Simenon. Possiamo intanto citare la sua traduzione della biografia di Georges Simenon - Alla scoperta di un protagonista del Novecento di Stanley G.Eskin, che Da Campo aveva arricchito con il suo corposo apparato di note e di appendici (cento pagine su 450 di biografia). Ma vanno ricordati anche Georges Simenon: mon petit cinéma, scritto con altri autori e Simenon, l'uomo nudo un titolo compilato a sei mani con Goffredo Fofi e Claudio G.Fava (altro simenoniano scomparso di recente).
sabato 10 maggio 2014
SIMENON SIMENON. THE TELEGRAPH: MAIGRET TRA I GIALLI DI TUTTI I TEMPI
Qualche giorno fa' sul quotidiano londinese The Telegraph, nella rubrica dei libri, da parte di una certa Rebecca to In Cold
Blood é stata stilata la rassegna dei migliori racconti gialli di tutti i tempi (The 20 best crime novels of all time). La lista è compilata secondo criteri che, almeno sulla pagina internet, non viene spiegata. Infatti i nomi gli eletti sono 19, ma poi ci sono altri quidici chiamati i "contendenti", come se poi i lettori (o chi per loro) dovessero tra questi scegliere il 20° con le loro preferenze.
Ovviamente tra i già prescelti c'é Simenon con il suo Le fou de Bergerac del 1932 (uno dei Maigret della prima serie, quella targata Fayard).
Abbiamo parlato di questa iniziativa non tanto perchè la riteniamo interessante, anzi per sottolineare come questo tipo di compilation lasciano il tempo che trovano (più sotto vi daremo l'elenco completo dei prescelti e dei contendenti). Certo vanno presi come giochi e passatempi per suscitare querelle più o meno serie. E infatti l'articolo ha collezionato una cinquantina di commenti con toni che vanno dal positivo allo scandalizzato, a seconda delle inclusioni o delle esclusioni operate dal The Telegraph.
L'unica considerazione che viene da fare in questo elenco di scrittori, alcuni non sempre giallisti, altri invece classici del giallo... non c'è un "romanziere" con l'accezione che Simenon stesso dava a questo termine. Molti sono quelli infatti, per esempio Conan Doyle, che volevano sottrarsi alla dittatura del successo del loro eroe, Sherlock Holmes nel caso specifico, per aver lo stesso successo con una a loro avviso più alta (Doyle scrisse dei romanzi storici che non ebbero gran seguito e fu obbligato a tornare a cantare le gesta del suo detective). Ci sono altri autori in questo panorama che possono da un parte vantare l'etichetta simenoniana di "romanziere", ma dall'altra non quella di giallisti militanti (Paul Auster, Umberto Eco, Daphne de Maurier, Chesterton, Pamuk...solo per fare qualche esempio). Tra tutti spicca un nome, quello di Edgard Allan Poe che non solo fu poeta e scrittore di prima grandezza, ma anche l'inventore di quel Auguste Dupin che è il prototipo di tutti gli investigatori letterari... tutti devono qualcosa (e spesso più di qualcosa) all'invenzione di questo personaggio e ai suoi metodi di indagine. Ma se sulla levatura letteraria di Poe non c'è da discutere, non certo che oggi sia ancora tra i best-seller.
L'unico vero romanziere di livello mondiale e scrittore di polizieschi, per altro del tutto innovativi, è Simenon che tra romanzi letterari e indagini poliziesche si trova a suo agio e trova il suo pubblico ancora oggi che, ad ogni edizione o riedizione, corre a comprare i suoi libri che poi entrano nellae classifiche dei più venduti. La produzione dei romans-durs e delle inchieste poliziesche è durata una quarantina di anni con un centinaio di titoli per ognuno dei due ambiti. Risultato: ad oggi dovrebbero essere 700 milioni le copie che Simenon ha venduto in tutto il mondo, tradotte in oltre cinquanta lingue e tutt'ora con edizioni in corso in una ventina di paesi dall Russia agli Usa. Di fronte a questi numeri, c'é da chiedersi, a cosa servano rassegne come quella stilata da
Rebecca to In Cold Blood...
Ecco comunque i titoli delle opere e i nomi degli autori.
Ovviamente tra i già prescelti c'é Simenon con il suo Le fou de Bergerac del 1932 (uno dei Maigret della prima serie, quella targata Fayard).
Abbiamo parlato di questa iniziativa non tanto perchè la riteniamo interessante, anzi per sottolineare come questo tipo di compilation lasciano il tempo che trovano (più sotto vi daremo l'elenco completo dei prescelti e dei contendenti). Certo vanno presi come giochi e passatempi per suscitare querelle più o meno serie. E infatti l'articolo ha collezionato una cinquantina di commenti con toni che vanno dal positivo allo scandalizzato, a seconda delle inclusioni o delle esclusioni operate dal The Telegraph.
L'unica considerazione che viene da fare in questo elenco di scrittori, alcuni non sempre giallisti, altri invece classici del giallo... non c'è un "romanziere" con l'accezione che Simenon stesso dava a questo termine. Molti sono quelli infatti, per esempio Conan Doyle, che volevano sottrarsi alla dittatura del successo del loro eroe, Sherlock Holmes nel caso specifico, per aver lo stesso successo con una a loro avviso più alta (Doyle scrisse dei romanzi storici che non ebbero gran seguito e fu obbligato a tornare a cantare le gesta del suo detective). Ci sono altri autori in questo panorama che possono da un parte vantare l'etichetta simenoniana di "romanziere", ma dall'altra non quella di giallisti militanti (Paul Auster, Umberto Eco, Daphne de Maurier, Chesterton, Pamuk...solo per fare qualche esempio). Tra tutti spicca un nome, quello di Edgard Allan Poe che non solo fu poeta e scrittore di prima grandezza, ma anche l'inventore di quel Auguste Dupin che è il prototipo di tutti gli investigatori letterari... tutti devono qualcosa (e spesso più di qualcosa) all'invenzione di questo personaggio e ai suoi metodi di indagine. Ma se sulla levatura letteraria di Poe non c'è da discutere, non certo che oggi sia ancora tra i best-seller.
L'unico vero romanziere di livello mondiale e scrittore di polizieschi, per altro del tutto innovativi, è Simenon che tra romanzi letterari e indagini poliziesche si trova a suo agio e trova il suo pubblico ancora oggi che, ad ogni edizione o riedizione, corre a comprare i suoi libri che poi entrano nellae classifiche dei più venduti. La produzione dei romans-durs e delle inchieste poliziesche è durata una quarantina di anni con un centinaio di titoli per ognuno dei due ambiti. Risultato: ad oggi dovrebbero essere 700 milioni le copie che Simenon ha venduto in tutto il mondo, tradotte in oltre cinquanta lingue e tutt'ora con edizioni in corso in una ventina di paesi dall Russia agli Usa. Di fronte a questi numeri, c'é da chiedersi, a cosa servano rassegne come quella stilata da
Rebecca to In Cold Blood...
Ecco comunque i titoli delle opere e i nomi degli autori.
The
Woman in White
Wilkie Collins (1859)
Strangers
on a Train
Patricia Highsmith (1950)
The Daughter of Time
Josephine Tey (1951)
The Complete Sherlock Holmes
Arthur Conan Doyle (1892-1927)
The Murder of Roger Ackroyd
Agatha Christie (1926)
The Madman of Bergerac
Georges Simenon (1932)
The Nine Tailors
Dorothy L Sayers (1934)
Rebecca
Daphne du Maurier (1938)
Miss Smilla’s Feeling for Snow
Peter Høeg (1992)
In Cold Blood
Truman Capote (1966)
The Name of the Rose
Umberto Eco (1980)
The New York Trilogy
Paul Auster (1985-86)
Misery
Stephen King (1987)
The Big Sleep
Raymond Chandler (1939)
LA Confidential
James Ellroy (1990)
Fatherland
Robert Harris (1992)
True History of the Kelly Gang
Peter Carey (2000)
Fingersmith
Sarah Waters (2002)
The Suspicions of Mr Whicher
Kate Summerscale (2009)
Get Shorty
Elmore Leonard (1990)
I CONTENDENTI
Tales of Mystery and Imagination
Edgar Allan Poe (1852)
The Innocence of Father Brown
G K Chesterton (1911)
The Thin Man
Dashiell Hammett (1934)
True Grit
Charles Portis (1968)
The Hollow Man
John Dickson Carr (1935)
1974
David Peace (1999)
The Godfather
Mario Puzo (1969)
Watchmen
Alan Moore and Dave Gibbons (1987)
A Dark-Adapted Eye
Barbara Vine (1986)
Devices and Desires
P D James (1989)
The Fifth Woman
Henning Mankell (1996)
My Name is Red
Orhan Pamuk (1998)
The Remorseful Day
Colin Dexter (1999)
The Girl Who Played with Fire
Stieg Larsson (2006)
The Journalist and the Murderer
Janet Malcolm (1990)
Patricia Highsmith (1950)
The Daughter of Time
Josephine Tey (1951)
The Complete Sherlock Holmes
Arthur Conan Doyle (1892-1927)
The Murder of Roger Ackroyd
Agatha Christie (1926)
The Madman of Bergerac
Georges Simenon (1932)
The Nine Tailors
Dorothy L Sayers (1934)
Rebecca
Daphne du Maurier (1938)
Miss Smilla’s Feeling for Snow
Peter Høeg (1992)
In Cold Blood
Truman Capote (1966)
The Name of the Rose
Umberto Eco (1980)
The New York Trilogy
Paul Auster (1985-86)
Misery
Stephen King (1987)
The Big Sleep
Raymond Chandler (1939)
LA Confidential
James Ellroy (1990)
Fatherland
Robert Harris (1992)
True History of the Kelly Gang
Peter Carey (2000)
Fingersmith
Sarah Waters (2002)
The Suspicions of Mr Whicher
Kate Summerscale (2009)
Get Shorty
Elmore Leonard (1990)
I CONTENDENTI
Tales of Mystery and Imagination
Edgar Allan Poe (1852)
The Innocence of Father Brown
G K Chesterton (1911)
The Thin Man
Dashiell Hammett (1934)
True Grit
Charles Portis (1968)
The Hollow Man
John Dickson Carr (1935)
1974
David Peace (1999)
The Godfather
Mario Puzo (1969)
Watchmen
Alan Moore and Dave Gibbons (1987)
A Dark-Adapted Eye
Barbara Vine (1986)
Devices and Desires
P D James (1989)
The Fifth Woman
Henning Mankell (1996)
My Name is Red
Orhan Pamuk (1998)
The Remorseful Day
Colin Dexter (1999)
The Girl Who Played with Fire
Stieg Larsson (2006)
The Journalist and the Murderer
Janet Malcolm (1990)
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un certo punto, succede quacosa e di conseguenza scivola sempre più giù, in un vortice, vittima del destino e incapace di reagire. Siamo precisamente nel mondo simenoniano.
Conclude paradassalmente Delmas dicendo che "... per la prima volta, davvero possiamo dire che Simenon ha visto il film prima di scrivere il suo romanzo, per parafrasare Borges, secondo il quale è del tutto evidente che Omero abbia letto Proust... Il festival non è ancora iniziato, ma "La chambre bleue", anche fuori concorso, sfoggia il meglio del cinema..."