Un'intreccio praticamente indissolubile. Stiamo parlando delle tematiche dell'opera di Simenon legate al destino, soprattutto dei romans durs, e della sua vena creativa.
Sappiamo che quella che lui chiamava état de roman era una specie di trance che s'impossessava di lui e lo portava allo sviluppo della vicenda e al percorso del protagonista che lo scrittore ha sempre sostenuto di ignorare al momento in cui si metteva seduto ad iniziare un nuovo romanzo.
"... non ho mai saputo, quando iniziavo un romanzo, come sarebbe andato a finire, mai, mai mai..."
L'affermazione così categorica è ovviamente di Simenon e rilasciata, tra le altre, in un'intervista concessa al professor Piron e al giornalista Sacré nell'82 a Losanna.
La preparazione di Simenon, si limitava agli appunti sulle foamose buste gialle. qualche cognome, qualche data, alcuni legami tra certi personaggi, il nome di qualche via... Ma la fase centrale era quella di "entrare nella pelle del protagonista". Proprio la parte che Simenon avrebbe vissuto durante gli otto/dieci giorni che gli ci volevano per terminare il suo romanzo.
"...una volta che ho il mio personaggio bene in testa, la questione che si pone è: Cosa può capitare improvvisamente a quest'uomo da obbligarlo a seguire il suo destino fino alle più estreme conseguenze? In realtà noi siamo tutti personaggi da tragedia - spiegava Simenon ai due - Noi siamo tutti dei santi e dei criminali. sono solo le circostanze che fanno sì che qualcuno diventi criminale e altri dei santi...".
Siamo nel dominio assoluto del caso. Dove un avvenimento insignificante può rovesciare la vita di un essere umano e a quel punto è il suo destino, al quale non può opporsi, e che guiderà tutte le vicende del protagonista.
E qui Simenon chiama in causa la tragedia come genere letterario facendo delle affermazioni singolari...
"...io penso che il romanzo oggi dovrebbe essere... (non dico che lo sia, ma io ho tentato di farlo, anche se credo di essere lontano dall'esserci riuscito) l'equivalente della tragedia, di quello che era la tragedia ...".
Siamo in piena tragedia greca dove c'è un universo ordinato rigorosamente e dominato da una necesità assoluta, all'interno della quale l'uomo sembre muoversi secondo schemi prestabiliti, senz'alcuna possibilità di modificare il corso degli eventi, insomma l'uomo, come la materia, soggiace alla ferrea legge naturale che regola il divenire cosmico.
Allo stesso modo Simenon s'infila nel suo protagonista che "passa la linea" suo malgrado e si ritrova trascinato in una spirale che lo porterà dalla parte peggiore della società, respinto e rifiutato da chi prima era un suo simile. Ma un maledetto declic l'ha spinto fuori dagli ordinati binari della sua vita per gettarlo nella terra di nessuno dove il suo destino è già segnato e mai in un senso positivo.
sabato 25 ottobre 2014
venerdì 24 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. ANCHE I ROMANS-DURS DA LEGGERE A FUMETTI
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Immagine di Les Introuvalbles, versione strip di Andréas Rosemberg |
La prima è tratta dal romanzo Cour d'assises pubblicato la prima volta nel 1941 e apparso in Italia con titolo Corte d'Assise, tradotto solo nel 2010. Pubblicato nella "Biblioteca Adelphi" (n° 559). La versione a fumetti fu invece realizzata dall'agenzia Opera Mundi (molto conosciuta all'epoca e che distribuiva in giro per l'Europa
parecchie strips famose americane - fu pubblicato solo sul quotidiano Le Parisien, nel 1951, per un totale di 72 strips). Disegni di Francis Josse mentre, come al solito - secondo la pessima abitudine francese dell'epoca - gli sceneggiatori sono ignorati.
La
seconda scoperta è ancora più interessante in quanto si tratta di una
produzione molto più corposa ricavata dalla serie di romazi Les Introuvables.
Come i lettori di questo blog sanno Les Introuvables è una serie di romanzi di Georges Simenon indipendenti l'uno dagli altri rieditati in volume da Presses de la Cité, Parigi, 1980.
La
versione a fumetti per i quotidiani è stata fatta meno di un anno dopo
l'uscita della raccolta. I vari episodi furono pubblicati sui
quotidiani, Le Parisien, l'Union, l'Est Républicain nel periodo 1981/86. Adattato in strisce da Odile Reynaud e disegnato da Andréas Rosemberg.
Questi i titoli:
• Chair de Beaute (228 strips)
• L'inconnue (210 strips)
• Dolorosa(294 strips),
• Le roi du Pacifique (210 strips)
• Nez d'argent (240 strips)
• Les pirates du Tex as (138 strips)
• La panthere borgne (210 strips).
Di altre versioni a fumetti - semi sconosciute - tratte dalle opere di Georges Simenon parleremo in un prossimo post.
Giancarlo Malagutti
Giancarlo Malagutti
mercoledì 22 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. E' ARRIVATA UNA PIPA DA FUMARE... MOLTO LENTAMENTE

Siamo al penultimo Maigret, più precisamente alla penultima raccolta dei racconti di Maigret, e, come abbiamo detto già più volte, tra i racconti rimasti c'è anche Un Natale di Maigret che essendo lungo, quasi un romanzo breve, potrebbe essere pubblicato da solo.
Per quanto riguarda i tre titoli, vi ricordiamo che sono : La pipa di Maigret, Maigret e la testimonianza del chierichetto e Maigret e l'ispettore scontroso.
Per la loro trama vi rimandiamo al post di una settimana fa' Si iniziano a vedere i segnali di fumo della pipa di Maigret.
Chiunque volesse acquistarlo on-line, potrà trovarlo qui.
Finalmente possiamo augurare: buona lettura a tutti.
martedì 21 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. LE SUE... MEMORIE INFINITE
I ricordi e la memoria. Uno come Simenon che ha avuto una vita intensa, che ha vissuto in due continenti, in cinque paesi, in trentatre case, che ha viaggiato in lungo e in largo per tutto il mondo, con tre mogli e compagne, quattro figli, che ha conosciuto molti uomini e moltissime donne, che ha immaginato trame, personaggi e situazioni per centinaia di romanzi, quale rapporto ha avuto con i propri ricordi e quale funzione ha avuto la memoria nella sua vita e nella sua creatività letteraria?
E' una domanda che ci siamo fatti spesso, visto il rimando non episodico che si riscontra tra la sua vita, le sue esperienze e le vicende, i protagonisti e le ambientazioni delle sue opere.
Si è spesso detto che la memoria di Simenon, funzionava come un archivio a cassetti e che, quando si metteva a scrivere, apriva i cassetti che gli servivano e tirava fuori un paesaggio, il modo di parlare di un uomo, lo sguardo di una donna, certe piogge o certi tramonti...
Ma ovviamente nessuno più del romanziere stesso ci può spiegare come funzionava questa memoria e come utilizzava i suoi ricordi. In una delle sue più famose interviste, quella televisiva con Bernard Pivot (Apostrophes - Antenne 2 - 27 novembre 1981) proprio a ridosso dell'uscita di Mémoires intimes, lo scrittore parla di questo argomento sollecitato dall'intervistatore
"...in tutti i miei romanzi non c'e n'è uno solo in cui non parlo di personaggi che non abbia conosciuto, ma tuttavia non è sempre lo stesso personaggio, qualche volta sono tre o quattro personaggi di un certo tipo, che ho riunito, ma che comunque conosco molto bene...".
Quindi non solo memoria, ma anche capacità di elaborazione nella creazione di certi suoi protagonisti, come risultato dell'integrazione di ricordi diversi, di persone differenti che non a caso danno vita a personaggi estremamente realistici, complessi, sfaccettati, ricchi di chiaro-scuri e con un notevole spessore psicologico. Capacità quindi di ricordare e rielaborare di altissimo livello
"... l'ambiente, le atmosfere, come dicono i critici, queste famose atmosfere... no, tutto questo è dovuto alla memoria- spiega Simenon - Ho tutte queste immagini nella mia testa...". Come dire che niente nasce dal nulla, ma le sue costruzioni si sono sempre poggiate sui suoi ricordi, gelosamente e tenacemente custoditi nella sua memoria.
Certo questo significava anche una disposizione, o meglio una predisposizione all'osservazione... non fine a sè stessa ma finalizzata a creare quell'archivio mentale cui facevamo riferimento più sopra. E queste immagini non servivano solo per la creazione dei romanzi, ma erano poi delle rappresentazioni per lui stesso "... quando vado a coricarmi la sera, dico a Teresa: 'Vado a fare il mio piccolo cinema'. Ed è sufficiente che io chiuda gli occhi affinchè arrivino delle immagini che girano, girano, girano e che diventano sempre più evanescenti, finchè mi addormento...".
E' una domanda che ci siamo fatti spesso, visto il rimando non episodico che si riscontra tra la sua vita, le sue esperienze e le vicende, i protagonisti e le ambientazioni delle sue opere.
Si è spesso detto che la memoria di Simenon, funzionava come un archivio a cassetti e che, quando si metteva a scrivere, apriva i cassetti che gli servivano e tirava fuori un paesaggio, il modo di parlare di un uomo, lo sguardo di una donna, certe piogge o certi tramonti...
Ma ovviamente nessuno più del romanziere stesso ci può spiegare come funzionava questa memoria e come utilizzava i suoi ricordi. In una delle sue più famose interviste, quella televisiva con Bernard Pivot (Apostrophes - Antenne 2 - 27 novembre 1981) proprio a ridosso dell'uscita di Mémoires intimes, lo scrittore parla di questo argomento sollecitato dall'intervistatore
"...in tutti i miei romanzi non c'e n'è uno solo in cui non parlo di personaggi che non abbia conosciuto, ma tuttavia non è sempre lo stesso personaggio, qualche volta sono tre o quattro personaggi di un certo tipo, che ho riunito, ma che comunque conosco molto bene...".
Quindi non solo memoria, ma anche capacità di elaborazione nella creazione di certi suoi protagonisti, come risultato dell'integrazione di ricordi diversi, di persone differenti che non a caso danno vita a personaggi estremamente realistici, complessi, sfaccettati, ricchi di chiaro-scuri e con un notevole spessore psicologico. Capacità quindi di ricordare e rielaborare di altissimo livello
"... l'ambiente, le atmosfere, come dicono i critici, queste famose atmosfere... no, tutto questo è dovuto alla memoria- spiega Simenon - Ho tutte queste immagini nella mia testa...". Come dire che niente nasce dal nulla, ma le sue costruzioni si sono sempre poggiate sui suoi ricordi, gelosamente e tenacemente custoditi nella sua memoria.
Certo questo significava anche una disposizione, o meglio una predisposizione all'osservazione... non fine a sè stessa ma finalizzata a creare quell'archivio mentale cui facevamo riferimento più sopra. E queste immagini non servivano solo per la creazione dei romanzi, ma erano poi delle rappresentazioni per lui stesso "... quando vado a coricarmi la sera, dico a Teresa: 'Vado a fare il mio piccolo cinema'. Ed è sufficiente che io chiuda gli occhi affinchè arrivino delle immagini che girano, girano, girano e che diventano sempre più evanescenti, finchè mi addormento...".
lunedì 20 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. DOMANI NOTTE NON PERDETE... LE LUCI NELLA NOTTE
Domani una chicca sul Laeffe, il canale della Feltrinelli. Si tratta di Luci nella notte, il film realizzato da Cédric Kahn basato su romanzo di Simenon Feux rouges, scritto nel '53 in America a Shadow Rock Farm. Film con Carol Bouquet che interpreta Helen, una donna sposata con Antoine, interpretato da Jean-Pierre Daroussin. La coppia è partita da Parigi per le vacanze, ma il viaggio che compiono presenta delle difficoltà che diventano ben presto il simbolo dei problemi che i due attraversano da tempo e che danno luogo ad una separazione. Nel viaggio come nella vita, Helen sembrerà prendere una sua via, sparendo dalla vita di Antoine che darà un passaggio ad uno strano individuo che si porta dietro un passato poco rassicurante. Ma Helen sembra essere davvero sparita nel nulla e Antoine inizia a sospettare che il misterioso autostoppista, con cui in un primo tempo ha familarizzato, non si affatto estraneo alla scomparsa della donna...
Il film, sarà trasmesso da Laeffe (che trasmette sul canale 50 del digitale terrestre o su Sky canale 139) martedì 21 ottobre, alle ore 21.00
Chi volesse poi leggere il romanzo di Simenon potrà farlo con le edizioni Adelphi, sia in volume cartaceo che in ebook. Vedi qui
SIMENON SIMENON. IL "POLAR" A "L'ESACALIER DE FER"
Si è concluso ieri a Cognac (Charente) l'edizione 2014 del Festival du Polar che tra venderdì, sabato e domenica ha proposto ai visitatori una serie di opere cinematografiche, televisive e letterarie, fumettistiche di genere poliziesco. Questa 19a edizione ha dato vita, come di tradizione, ad un concorso diviso in vari generi. Il premio Polar per il miglior telefilm è stato assegnato a L'Escalier de Fer, diretto da Denis Malleval. E' una produzione televisiva dell'anno scorso, tratta dall'omonimo romanzo di Georges Simenon e trasmessa nel novembre del 2013 su France 3.
Il romanzo, scritto negli States (a Shadow Rock Farm - Conneticut), nel 1953, nella trasposizione cinematografica è stato ambientato invece nei primi anni '60. Narra di una coppia, Etienne e Louise, amanti prima e poi, dopo la morte del marito di lei, coniugati. Etienne, che è succube di una moglie dominante, da qualche tempo accusa dei dolori allo stomaco. Proprio questo gli suscita dei dubbi su come sia morto il precedente marito della sua attuale consorte. Le voci che gli giungono all'orecchio non lo confortano. Sembra che il poveretto fosse deperito a vista d'occhio, per poi morire. Etienne comincia a temere che la moglie lo stia avvelendando a poco a poco... La sua tesi viene avvalorata da una serie di analisi cui Etienne di sottopone, ma c'è di più. Dal momento che è certo che Luoise vuole avvelenarlo, inizia a spiarla. Ed è così che scopre che la moglie ha una relazione con un giovanotto... La reazione di Etienne, che vorrebbe tenersi la moglie, ma ovviamente anche non morire avvelenato, stupisce il lettore del romanzo o lo spettatore del film.
venerdì 17 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. INCREDIBILE: SIMENON VIAGGIA AD OLTRE 900 ALL'ORA!
A oltre quarant'anni dal giorno che smise di scrivere, e a venticinque anni dalla sua scomparsa, Georges Simenon continua a vendere libri come fosse, vivo, vegeto e impegnato nelle sue sedute di scrittura in état de roman.
Le ultime cifre, fatte in relazione alle sue opere vendute in tutto il mondo, ruotano attorno ai 700 milioni di copie da quando iniziò la sua carriera di scrittore fino ad oggi.
Se nel 1989, anno della sua morte, il venduto totale era stimato intorno a 500 milioni di copie, vuol dire che negli ultimi venticinque anni il mercato editoriale ha assorbito 200 milioni di copie dei suoi romanzi.
Tanto per giocare, questo significa 8 milioni di copie all'anno, 650.000 o poco più al mese, oltre 22.000 al giorno, quindi 916 ogni ora e una quindicina di copie al minuto... in ogni parte del mondo!
Già detta così sembra uno scherzo, ma sembra diventare addirittura inverosimile detta in quest'altro modo: nel mondo si vende un libro di Simenon circa ogni 5 secondi!
Lo ripetiamo.
Georges Simenon, nei venticinque anni dalla sua scomparsa, ha venduto un libro ogni cinque secondi scarsi!
Il calcolo è semplice, ma noi lo abbiamo rifatto più di una volta. Sono numeri da capogiro. Non dire che Simenon, a tutt'oggi, è un fenomeno editoriale, non è proprio possibile. Lo sappiamo che la definizione non gli faceva affatto piacere, ma con questi numeri a quali altre definizioni possiamo approdare? .
Perchè un conto è dire che Simenon è ormai un classico, ma anche un long-seller, un caso rarissimo... Un conto è mettersi a fare le quattro operazioni con queste centinaia di milioni di copie e vedere le cifre che compaiono sul display della calcolatrice.
E ha smesso di scrivere diciassette anni prima di morire (con l'eccezione di "Mémoires intimes")! Insomma il ritmo che aveva impresso alla sua produzione letteraria sembra essersi trasferito alla vendita dei suoi libri, una spinta che sembra non esaurirsi. E, almeno a nostro avviso, non si avvertono motivi per cui debba attenuarsi, almeno nei prossimi dieci/quindici anni. Scommettiamo?
giovedì 16 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. ROMANZI, COLLANE, EDITORI... DEL GEORGES "POPOLARE"...
Ritorniamo anche oggi a parlare del primo periodo di Simenon degli anni '20 in cui era uno scrittore di letteratura popolare. Qualche giorno fa' abbiamo parlato di certi suoi racconti, oggi invece ci occupiamo dei romanzi, quelli scritti sotto pseudonimo. Si tratta di un periodo e di opere di cui si parla molto più rarament francese non è affatto facile da trovare. Questa volta ce ne parla il nostro Andrea Franco che è si è dedicato a compiere un'analisi dei romanzi divisi per editore e lì dove c'era anche per collana, per fare una conta dei titoli. Si tratta di quasi dieci anni, un periodo che ci può svelare molto del Simenon dei Maigret e dell'autore dei romans-durs e sul quale torneremo più di una volta.
Questa divisione per editore e per collane dei romanzi di Simenon scritti sotto
pseudonimo prevede anche raccolte di racconti. A fianco del nome
della collana è indicato il numero dei titoli pubblicati.
• Romanzi sentimentali-brevi
Editore Ferenczi
Collane:
- Le petit livre - 21
- Mon livre favori - 14
- Le Livre épatant -7
- Le Roman policier - 1
- Le Petit Roman - 38
- Mon livre favori - 14
- Le Livre épatant -7
- Le Roman policier - 1
- Le Petit Roman - 38
• Romanzi d'avventura brevi:
Editore Ferenczi
Romanzi brevi:
- Le Petit Roman d'aventures - 2
Romanzi lunghi:
Romanzi lunghi:
- Les Romans d'aventures - 4
- Le Livre de l'Aventure - 5
- Le Livre de l'Aventure - 5
• Romanzi sentimental-avventurosi lunghi
Editore Fayard
- Les Maîtres du roman populaire - 14
- Le Livre populaire - 12
- Les Maîtres du roman populaire - 14
- Le Livre populaire - 12
- L'Aventure - 5
- A puntate sulle riviste - 5
- A puntate sulle riviste - 5
• Romanzi sentimentali brevi
Éditions F. Rouff - 2
Éditions F. Rouff - 2
Edizioni Tallandier, tutti lunghi, tranne se diversamente segnalato,
- Romanzi d'avventura e popolari con punte di poliziesco:
- Romanzi d'avventura e popolari con punte di poliziesco:
- Collection "Grandes Aventures et voyages excentriques" (Collection Bleue) -13
- Collection "Romans Populaires" (Collection Rouge) - 3
- Collection "Romans célèbres de drame et d'amour" - 2
- Le Livre de poche - 2 (brevi)
- Criminels et policiers - 5
• Romanzi e racconti umoristico-erotici
- Collection "Romans Populaires" (Collection Rouge) - 3
- Collection "Romans célèbres de drame et d'amour" - 2
- Le Livre de poche - 2 (brevi)
- Criminels et policiers - 5
• Romanzi e racconti umoristico-erotici
- Paris-plaisirs (giornale) - 1
- Editions Prima - 4 (lunghi)
- Editions Prima - 4 (lunghi)
- Collection "Gauloise" - 17
• Romanzi brevi
Ferenczi Collection:
- Les Romans drôles - 4
- Collection "Les Romans folâtres" - 3
Société Parisienne d'Édition - 1 (a puntate su riviste - pseudonimo Luc DORSAN, Les Mannequins du docteur Cup, in "Le Pêle-Mêle)
- Collection "Les Romans folâtres" - 3
Société Parisienne d'Édition - 1 (a puntate su riviste - pseudonimo Luc DORSAN, Les Mannequins du docteur Cup, in "Le Pêle-Mêle)
Andrea Franco
mercoledì 15 ottobre 2014
SIMENON SIMENON. SI INIZIANO A VEDERE I SEGNALI DI FUMO DELLA PIPA DI MAIGRET...
Siamo alle prime avvisaglie. La sospirata pipa di Maigret, intesa come la raccolta di racconti che porterà questo nome, dovrebbe uscire tra poco più di una decina di giorni (qualcuno azzarda al data di fine mese).
Una pipa surriscldata da tanta attesa. La immaginiamo tra i denti di Maigret che scalpita da aprile. Sette mesi dopo l'ultima raccolta. Questo significa che la prossima (che potrebbe essere anche l'ultima) dobbiamo aspettarcela per aprile/maggio 2015? Oppure, visto che tra i racconti c'è anche Un Natale di Maigret, che è quasi un romanzo breve, questo potremmo vedercelo proporre come strenna natalizia?
Abbiamo visto che a fare previsioni si sbaglia sempre. Gustiamoci quindi questi tre racconti.
La pipe de Maigret che dà il titolo alla raccolta, è un racconto scritto nel '45 a Parigi, prima della partenza per l'America, ma pubblicato poi nel 1947.
L'inchiesta inizia con una denuncia che una vedova, M.me Leroy, va a fare nell'ufficio del commissario al Quai des Orfèvres. La donna che ha un'aria triste e sconsolata, si è portata dietro il figlio adolescente, Joseph. Racconta a Maigret di un intrusione in casa sua, avvenuta o in sua assenza o durante la notte, mentre lei e il figlio dormivano. Ma nessun furto o altro reato è stato commesso. Chi ha interesse a introdursi nella casa di quella vedova e per fare cosa? Maigret avrà il suo bel da fare per risolvere l'enigma.
Altro racconto è la testimonianza del chierichetto ("Le Témoignage de l'enfant de chœur "scritto nel '46 e pubblicato anch'esso nel '47), dove tutto comincia con la testimonianza di un bambino che dice di aver assistito ad un crimine, la mattina presto mentre andava a servire messa. Il commissario si indentifica con lui, perchè si ricorda di sè stesso, alla stessa età del ragazzo, quando pure lui si svegliava presto per andare a fare il chierichetto. Ma riscontri a quello che il ragazzo racconta non ce ne sono. Sta mentendo o qualcuno riesce a nascondere molto bene il reato? Insomma il ragazzo è credibile oppure no? O forse dice la verità, ma non fino in fondo...
L'ultimo racconto s'intitola Maigret e l'ispettore scontroso ("Maigret et l'Inspecteur malgracieux" sempre pubblicato nel 1947), dove s'indaga sulla morte di un commerciante di gioielli: omicidio o suicidio? Il caso ricorda un'altro di qualche tempo prima. Maigret affida il caso all'ispettore Lognon, soprannominato dai colleghi "il lamentoso" o "lo scontroso". Un uomo sempre pieno di problemi, con la moglie spesso malata... insomma uno di quelli di cui si dice che i guai se li tiri dietro, ma tutto sommato un buon poliziotto. Le analogie con il caso precendente non sono poche nè casuali, e Maigret, senza darlo a vedere a Lognon, sarà quello che terrà le briglia dell'inchiesta fino alla soluzione.
Una pipa surriscldata da tanta attesa. La immaginiamo tra i denti di Maigret che scalpita da aprile. Sette mesi dopo l'ultima raccolta. Questo significa che la prossima (che potrebbe essere anche l'ultima) dobbiamo aspettarcela per aprile/maggio 2015? Oppure, visto che tra i racconti c'è anche Un Natale di Maigret, che è quasi un romanzo breve, questo potremmo vedercelo proporre come strenna natalizia?
Abbiamo visto che a fare previsioni si sbaglia sempre. Gustiamoci quindi questi tre racconti.
La pipe de Maigret che dà il titolo alla raccolta, è un racconto scritto nel '45 a Parigi, prima della partenza per l'America, ma pubblicato poi nel 1947.
L'inchiesta inizia con una denuncia che una vedova, M.me Leroy, va a fare nell'ufficio del commissario al Quai des Orfèvres. La donna che ha un'aria triste e sconsolata, si è portata dietro il figlio adolescente, Joseph. Racconta a Maigret di un intrusione in casa sua, avvenuta o in sua assenza o durante la notte, mentre lei e il figlio dormivano. Ma nessun furto o altro reato è stato commesso. Chi ha interesse a introdursi nella casa di quella vedova e per fare cosa? Maigret avrà il suo bel da fare per risolvere l'enigma.
Altro racconto è la testimonianza del chierichetto ("Le Témoignage de l'enfant de chœur "scritto nel '46 e pubblicato anch'esso nel '47), dove tutto comincia con la testimonianza di un bambino che dice di aver assistito ad un crimine, la mattina presto mentre andava a servire messa. Il commissario si indentifica con lui, perchè si ricorda di sè stesso, alla stessa età del ragazzo, quando pure lui si svegliava presto per andare a fare il chierichetto. Ma riscontri a quello che il ragazzo racconta non ce ne sono. Sta mentendo o qualcuno riesce a nascondere molto bene il reato? Insomma il ragazzo è credibile oppure no? O forse dice la verità, ma non fino in fondo...
L'ultimo racconto s'intitola Maigret e l'ispettore scontroso ("Maigret et l'Inspecteur malgracieux" sempre pubblicato nel 1947), dove s'indaga sulla morte di un commerciante di gioielli: omicidio o suicidio? Il caso ricorda un'altro di qualche tempo prima. Maigret affida il caso all'ispettore Lognon, soprannominato dai colleghi "il lamentoso" o "lo scontroso". Un uomo sempre pieno di problemi, con la moglie spesso malata... insomma uno di quelli di cui si dice che i guai se li tiri dietro, ma tutto sommato un buon poliziotto. Le analogie con il caso precendente non sono poche nè casuali, e Maigret, senza darlo a vedere a Lognon, sarà quello che terrà le briglia dell'inchiesta fino alla soluzione.
martedì 14 ottobre 2014
SIMENON SIMENON, 1923-1931 GLI ANNI DELLA SCRITTURA... AD OGNI COSTO...
Sappiamo che nel cosiddetto periodo della "letteratura alimentare", il giovane Simenon, scriveva su commissione. Sosteneva lui stesso "come un artigiano, come mi ordinassero un tavolo... una sedia... un comodino...". Aggiungeremmo noi: quanto grande? Quanto lungo? Di che colore? Con quale legno?...
Ed era esattamente così. Gli editori gli indicavano il genere, quali protagonisti e personaggi dovevano esserci, il tipo di finale a seconda del genere, la lunghezza... insomma tutto in modo che rispondessero il più possibile ai gusti in voga tra il pubblico di questa letteratura popolare. E ovviamente fissavano il tempo entro cui il racconto, o il romanzo breve (più raramente un romanzo lungo) doveva essere consegnato. Periodo che, per quanto breve fosse, non riusciva mai a mettere in crisi Simenon.
Come abbiamo già detto, tra questi generi, i più richiesti erano quelli scollacciati, umoristici, licenziosi, satirici, erotici... scegliete voi il termine che vi piace di più. Danielle Bajomée (autrice della biografia "Simenon une myhtologie di XX siècle" - 2003, e presidente del "Centro Studi Simenon", presso l'Università di Liegi) ne elenca addirittura un quindicina nel suo saggio "Flirt, abbracci e sospiri", apparso sul Chaier de L'Erne: Simenon (2013). In questo studio piuttosto approfondito sugli exploit letterari del primo Simenon quello che ci ha colpito è stata una tabella in cui fà un sorta di censimento di questi racconti, divisi per anno e per le testate che li pubblicarono: Frou-Frou, Le Sourire, Sans Gêne, Paris-Flirt, Le Rire, Mon Flirt, L'Humour, Gens qui rient, Paris Soir, Miousic, Le Merle blanc, Paris-Plasir e le Merle Rose.
Tra il'23 e il '31 quello che pubblicò il maggior numero di tali racconti fu Frou-Frou: 589, di cui l'anno record fu il 1926 con ben 153 titoli.
Paris-Soir, un quotidiano serio, ne conta invece solo quattro, nel 1924.
L'anno più prolifico per questo genere di racconti risulta essere il '26, con 278 titoli, ma anche l'anno precedente non era andato molto lontano con 270 racconti.
Il Simenon tra i 20 e i 28 anni non si faceva scrupoli di pubblicare qualsiasi cosa? Beh, sappiamo che era consapevole che in quel periodo di apprendistato avrebbe dovuto adattarsi a soddifare ogni tipo di richiesta, ma non doveva essere granché gratificato se affermava, come riporta al stessa Bajomée, "... avevo bisogno, per tenere la testa alta, di ripetermi che Balzac e qualche altro avevano iniziato nello stesso modo...".
Ed era esattamente così. Gli editori gli indicavano il genere, quali protagonisti e personaggi dovevano esserci, il tipo di finale a seconda del genere, la lunghezza... insomma tutto in modo che rispondessero il più possibile ai gusti in voga tra il pubblico di questa letteratura popolare. E ovviamente fissavano il tempo entro cui il racconto, o il romanzo breve (più raramente un romanzo lungo) doveva essere consegnato. Periodo che, per quanto breve fosse, non riusciva mai a mettere in crisi Simenon.
Come abbiamo già detto, tra questi generi, i più richiesti erano quelli scollacciati, umoristici, licenziosi, satirici, erotici... scegliete voi il termine che vi piace di più. Danielle Bajomée (autrice della biografia "Simenon une myhtologie di XX siècle" - 2003, e presidente del "Centro Studi Simenon", presso l'Università di Liegi) ne elenca addirittura un quindicina nel suo saggio "Flirt, abbracci e sospiri", apparso sul Chaier de L'Erne: Simenon (2013). In questo studio piuttosto approfondito sugli exploit letterari del primo Simenon quello che ci ha colpito è stata una tabella in cui fà un sorta di censimento di questi racconti, divisi per anno e per le testate che li pubblicarono: Frou-Frou, Le Sourire, Sans Gêne, Paris-Flirt, Le Rire, Mon Flirt, L'Humour, Gens qui rient, Paris Soir, Miousic, Le Merle blanc, Paris-Plasir e le Merle Rose.
Tra il'23 e il '31 quello che pubblicò il maggior numero di tali racconti fu Frou-Frou: 589, di cui l'anno record fu il 1926 con ben 153 titoli.
Paris-Soir, un quotidiano serio, ne conta invece solo quattro, nel 1924.
L'anno più prolifico per questo genere di racconti risulta essere il '26, con 278 titoli, ma anche l'anno precedente non era andato molto lontano con 270 racconti.
Il Simenon tra i 20 e i 28 anni non si faceva scrupoli di pubblicare qualsiasi cosa? Beh, sappiamo che era consapevole che in quel periodo di apprendistato avrebbe dovuto adattarsi a soddifare ogni tipo di richiesta, ma non doveva essere granché gratificato se affermava, come riporta al stessa Bajomée, "... avevo bisogno, per tenere la testa alta, di ripetermi che Balzac e qualche altro avevano iniziato nello stesso modo...".
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