Il pranzo è servito. Piatto, pipa e forchetta. Una strana tavola apparecchiata appositamente per Maigret. Una tavola ideale per un pranzo fantastico... ma significativo. Un pranzo che il commissario però si ritrova a consumare tutti i giorni.
Una forchetta per infilzare le ghiottonerie che gusta a casa propria, alla brasserie Dauphine, o in qualsi altro bistrot... Una posata che simboleggia il suo rapporto con il cibo, che non è solo un modo di dimostrarsi un mangione, ma nasconde un modo di essere, una concezione della vita, delle origini di un certo tipo.
Un piatto bianco, semplice, un po' rustico che riassume in sé le preferenze di Maigret per le cose essenziali, senza fronzoli, un po' grossier, ma davvero funzionali al loro utilizzo, una filosofia che vale per i suoi vestiti, le sue pipe, i mobili del suo ufficio (in casa, a boulevard Richard Lenoir, è diverso, lì c'è il tocco di M.me Maigret). E poi la pipa. Un elemento fuori contesto tra piatto, forchetta, ma un'icona del personaggio creato da Simenon. E sarebbe sbrigativo argomentare che il commissario fuma la pipa perché anche il suo autore era un gran fumatore. Invece, la pipa si integra nel personaggio in modo totale. Ma, ad esempio, in modo molto diverso da come succede ad un altro celebre investigatore fumatore di pipa, Sherlock Holmes. Lui fuma solo in certi momenti, magari quando è assorto nelle sue elecubrazioni seguendo le sue oscure vie della mente che lo portano a scoprire cose che altri non troveranno mai... Maigret no. Se ci si passa il termine, è un fumatore seriale, che accende la sua pipa di mattina, dopo pranzo, addirittura alla sera quando va a letto. Fuma la pipa quando interroga i sospettati e quando è in giro per farsi un'idea sul caso in corso. Fuma quando beve un birra fresca per dissetarsi o un vigoroso calvados per scaldarsi.
Dicevamo che é connaturata alla sua persona. Anche spenta la tiene tra i denti, in mano, sulla scrivania sotto il suo sguardo, la stringe con il pugno quando ce l'ha in tasca.
La pipa è forse la pistola di Maigret? In certi film d'azione americani l'eroe di turno ha sempre una pistola in mano, o nella fondina sotto l'ascella, con un'altra legata alla caviglia, oppure infilata nella cinta... Maigret ha sempre con sè la sua pipa. La pipa è un catalizzatore, che gli fa scattare un déclic, quando è nel bel mezzo di un caso irrisolvibile, che gli dà la forza di portare avanti interrogatori lunghissimi che sfiniscono il sospettato (che spesso finisce per confessare). La pipa invece lo distende quando passeggia sul lungo Senna inseguendo con la mente i suoi pensieri e con gli occhi le volute del fumo in aria.
Piatto, forchetta e pipa, quasi un quadro... fedele quanto strampalata rappresentazione di Maigret.
martedì 23 dicembre 2014
lunedì 22 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. L'ADDIO DEFINITIVO ALLA "CASA" DI MAIGRET
Ne avevamo già parlato in un post dei fine luglio dell'anno scorso Adieu Quai des Orfévres...la stampa ricorda, in cui riportavamo l'annuncio ufficiale della chiusura di quella che per cento anni é stata la sede storica della Polizia Giudiziaria parigina. Da circa un anno è in corso il trasloco, per trasferire uomini, dati, strumenti in un grande grattecielo a Batignolles che sarà la "sede delle sedi", dove nel 2017 troveranno posto tutti i corpi di polizia della capitale.
Adesso a fine 2014 siamo al redde rationem.
Adesso a fine 2014 siamo al redde rationem.
Con l'anno nuovo si chiuderanno i battenti dell'imponente costruzione sull'Ile de France e con lei cento anni di storia di crimini, ma anche di casi umani, di drammi, di tragedie, di trionfi e smacchi per la polizia... e di tutta questa storia fà parte anche Maigret che è "vissuto" letterariamente per ben quarant'anni in questa "casa" che possiamo considerare quasi la sua prima casa e gli ispettori Janvier, Lucas, Torrence, e Lapointe anche loro quasi un'altra sua famiglia. Chiude quindi Quai des Orfévres, come chiusero nel 1971 (anche qui dopo circa cento anni) Les Halles, il celeberrimo mercato alimentare nel centro di Parigi.
Pezzi di storia che se ne vanno. Les Halles chiusero praticamente quando finirono le inchieste di Maigret (l'ultimo titolo scritto da Simenon risale al 1972), adesso, quarant'anni dopo, cede il passo anche Quai des Orfévres.
A questo punto, dobbiamo sottolineare come il corpus delle opere maigrettiane, assolva anche ad un compito forse poco evidenziato: quello di archiviare la memoria.
Pezzi di storia che se ne vanno. Les Halles chiusero praticamente quando finirono le inchieste di Maigret (l'ultimo titolo scritto da Simenon risale al 1972), adesso, quarant'anni dopo, cede il passo anche Quai des Orfévres.
A questo punto, dobbiamo sottolineare come il corpus delle opere maigrettiane, assolva anche ad un compito forse poco evidenziato: quello di archiviare la memoria.
La Parigi del '900 la ritroviamo tutta lì, nelle pagine degli oltre cento titoli tra romanzi e racconti (certo, non tutti si svolgono a Parigi ovviamente) in cui si testimonia la vita di tutti i giorni, della gente comune e dei quartieri più popolari, che rischiano più facilmente di sparire, ma nei confronti dei quali fortunatamente Simenon nutriva un notevole interesse. E proprio grazie a questo, ma anche al suo spirito di osservazione e alla sua sorprendente memoria, che gli sfondi cittadini delle varie incheste del commissario, creano, alla fine, un puzzle che nell'insieme ci restituisce un ritratto di una città, in buona parte sparita, con le sue brasserie, i suoi bistrot, i suoi piccoli café, i banconi di zinco... ma anche le portinerie, le piccole botteghe degli artigiani, le chiatte sulla Senna...
Ma quella che ci restituiscono le pagine delle inchieste di Maigret é anche una Parigi che cambia dagli anni trenta al settanta. Con l'arrivo della televisione, dell traffico, dei nuovi locali, dei grandi supermercati, del rito del weekend fuoriporta, con sempre più spazio alle innovazione: dagli elettrodomestici, alle tecniche d'indagine della polizia.
Ma quella che ci restituiscono le pagine delle inchieste di Maigret é anche una Parigi che cambia dagli anni trenta al settanta. Con l'arrivo della televisione, dell traffico, dei nuovi locali, dei grandi supermercati, del rito del weekend fuoriporta, con sempre più spazio alle innovazione: dagli elettrodomestici, alle tecniche d'indagine della polizia.
Ma Maigret rimane lì, anche se le regole per entare in polizia sono state rinnovate, i metodi di indagine rivoluzionati, la scienza e la tecnologia sono oramai parte della vita quotidiana della macchina poliziesca e giudiziaria. Rimane lì come un simbolo, come un'icona che simboleggia un periodo di grande appeal della Francia e di Parigi in particolare.
domenica 21 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET, LA DOMENICA SULLA CHIUSA
venerdì 19 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. I SESSANT'ANNI DELL'OROLOGIAIO
Si tratta di un piccolo flashback che il famoso regista Bertrand Tavernier ha fatto balenare durante la sua apparizione al Festival del Cinema Europeo di Les Arcs, edizione 2014, che chiuderà i battenti domani. Il primo lungometraggio di Bertrand Tavernier è stato, guarda caso, "L'orologiaio di St. Paul", tratto dal romanzo di Georges Simenon L'Horloger d'Everton (pubblicato nel 1954 - Presses de La Cité) di cui Tavernier ha girato la riduzione cinematografica, ambientandola a Lione e avvalendosi di interpreti come Philippe Noiret e Jean Rochefort, uscito nelle sale nel 1974. Sono quindi sessant'anni che il romanzo è stato scritto e quaranta che è stato portato sullo schermo. Tavernier aveva reclutato per l'adattamento di questa pellicola quattro vecchie mani della sceneggiatura, Aurenche e Pierre Bost: "...conosciuti negli anni '40 e '50, quando avevo lavorato con Claude Autant-Lara....".
L'Horloger d'Everton è uno degli ultimi grandi romanzi del periodo americano di Simenon (che lascerà gli Stati Uniti nel '55), scritto a Shadow Rock Farm. Racconta le vicende di un americano che vive in un paesino dell'Indiana, e poi traferitosi ad Everton dove ha messo su un piccolo commercio di orologi. L'uomo è stato lasciato dalla moglie con un figlio di sei mesi. Il bambino, divenuto ragazzo e quindi adolescente scappa di casa, con la sua giovane fidanzata. I due per raggiungere un'altro Stato, e potersi sposare, diventano un coppia maledetta che lascia dietro di sè rapine e morti. Il romanzo si avvia sul binario di un difficile rapporto tra padre e figlio, con sullo sfondo un processo e una condanna all'ergastolo. Una storia tragica che vede riproporre la tematica del rapporto tra padre e figlio "...uno dei temi che ho trattato volentieri nei miei romanzi - dice Simenon nella famosa intervista televisiva a Bernard Pivot - L'ho trattato almeno cinque o sei volte, ma con dieci o vent'anni d'intervallo...".
E torna in ballo il suo idilliaco rapporto con Desiré, il padre che lo lasciò orfano troppo giovane, ma che lui amò moltissimo anche se nel famoso libro "Lettre à ma mère" ammetteva che "... mio padre era un tenero, ma come tutti i Simenon non si è mai mostrato espansivo...".
Ed ecco spiegati tutti i tentativi del padre protagonista de L'Horloger d'Everton per avere almeno qualche segno di affetto o di complicità da un figlio ormai perso...
L'Horloger d'Everton è uno degli ultimi grandi romanzi del periodo americano di Simenon (che lascerà gli Stati Uniti nel '55), scritto a Shadow Rock Farm. Racconta le vicende di un americano che vive in un paesino dell'Indiana, e poi traferitosi ad Everton dove ha messo su un piccolo commercio di orologi. L'uomo è stato lasciato dalla moglie con un figlio di sei mesi. Il bambino, divenuto ragazzo e quindi adolescente scappa di casa, con la sua giovane fidanzata. I due per raggiungere un'altro Stato, e potersi sposare, diventano un coppia maledetta che lascia dietro di sè rapine e morti. Il romanzo si avvia sul binario di un difficile rapporto tra padre e figlio, con sullo sfondo un processo e una condanna all'ergastolo. Una storia tragica che vede riproporre la tematica del rapporto tra padre e figlio "...uno dei temi che ho trattato volentieri nei miei romanzi - dice Simenon nella famosa intervista televisiva a Bernard Pivot - L'ho trattato almeno cinque o sei volte, ma con dieci o vent'anni d'intervallo...".
E torna in ballo il suo idilliaco rapporto con Desiré, il padre che lo lasciò orfano troppo giovane, ma che lui amò moltissimo anche se nel famoso libro "Lettre à ma mère" ammetteva che "... mio padre era un tenero, ma come tutti i Simenon non si è mai mostrato espansivo...".
Ed ecco spiegati tutti i tentativi del padre protagonista de L'Horloger d'Everton per avere almeno qualche segno di affetto o di complicità da un figlio ormai perso...
giovedì 18 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. ANCHE PER MAIGRET ARRIVA DICEMBRE E... NATALE (II)

Sept petites croix dans un carnet, si svolge nella notte di Natale. L'agente Lecoeur, un solitario passa la vigilia al servizio telefonico dellla Prefettura di Polizia. Dall'altra parte della strada, negli uffici della Polizia Giuduziaria, un altro ispettore è di guardia: è il giovane Janvier, della brigata omicidi. Annoiandosi, tutto solo, raggiunge i suoi colleghi e racconta che il suo capo, il commissario Saillard, è convinto che in quella notte un omicida seriale colpirà ancora, spinto dall'agitazione della notte di festa. Sulla gigantesca pianta di Parigi dipinta sul muro, una piccola luce rossa si accende: è stato rotto il vetro di una colonnina di police-secours. Qualche minuto più tardi è il turno di una seconda luce rossa, poi di una terza e così via fino alla settima. Ed è in questo modo che il piccolo Bib, quasi come un Pollicino, seminerà degli indizi che permetteranno alla polizia di rintracciare l'omicida...
Questo sarebbe potuto essere benissmo uno dei racconti di Maigret, perché, il commissario Saillard, la sua andatura e il suo modo di fare, non è poi così lontano dal commissario con la pipa...
Ne Le petit restaurant des Ternes, che l'autore ha sottotitolato Racconto di Natale per gli adulti, si ritrova un'altro personaggio ben conosciuto dai maigrettiani, cioè l'ispettore Lognon. La vicenda si svolge in una sera di veglia, in un ristorante in cui si attardano quei solitari che non hanno nessuno con cui festeggiare il Natale. La grande Jeanne, una "figlia della notte", porta la sua depressione su e giù in una Parigi quasi deserta e, attirata dall'andamento di una giovane ragazza che crede di riconoscere, cerca di impedirle di imboccare una cattiva strada nella vita... Una bella storia che può essere riassunta in poche frasi che compaiono alla fine del racconto: "... Supponiamo che ognuno faccia per una volta Babbo Natale... Solamente un volta... Con tutti gli abitanti della terra..."
Murielle Wenger
mercoledì 17 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. ARRIVA ANCHE IL DICEMBRE DI MAIGRET (I)
Non si sa se sia dovuto al "rallentamento delle attività" prima delle feste di fine d'anno, ma è un fatto che le inchieste del commissario Maigret raccontate da Simenon raramente si svolgono a dicembre. Magari, forse, il romanziere ha voluto concedere un periodo di riposo al suo personaggio durante questi periodo particolare...
Le sole due inchieste espressamente datate dicembre sono Maigret
et le marchand de vin e Un Noël de
Maigret (resta un dubbio per "Maigret
au Picratt's" che non è esplicitamente datato, ma che si capisce come si svolga in inverno, anche se potrebbe essersi svolta più a dicembre che a gennaio, ma non ci sono indicazioni abbastanza chiare nel testo per poter essere più precisi).
Maigret
et le marchand de vin viene pubblicato il 15 dicembre. Le strade di Parigi sentono già il Natale: ci sono "... delle ghirlande luminose da un marciapiede all'altro, dei festoni dorati o argentati, gli alberi Natale nelle finistre. Il commissario si domanda cosa regalare a M.me Maigret, ma non ha idee (beh, diciamo a suo discarico che non riesce a riflettere bene perchè ha un forte raffreddore, come vedremo più avanti).
Fà freddo, il vento fischia e nevica "a minuscoli fiochhi di neve che scivolano sul pavé come polvere." Questa atmosfera obbliga il commissario ad indossare il suo pesante cappotto nero e una sciarpa di lana blu marino, lavorata da Louise. Ma siccome la sua inchiesta lo fà andare senza sosta tra strade ghiacciate e case surriscaldate, si prende ovviamente un grande raffreddore, che M.me Maigret combatte a colpi di grog e d'aspirina. L'essere raffreddato non impedisce a Maigret di gustarsi a mezzogiorno un pietanza alla Brasserie Dauphine, unta e immersa in una "salsa di un giallo dorato, molto aromatica", e, la sera stessa, una choucroute preparata dalla moglie.
E' forse un po' troppo, tanto che la notte stessa la temperatura aumenta e la febbre lo assale. Cosa che non gli impedisce il giorno dopo di voler uscire lo stesso - l'indagine oblige - di passare in un bistrot di bere qualche bicchiere di rum, poi di rientrare a casa e pranzare per gustarsi un fegato à la bourgeoise, accompagnato da un vino bordeaux; dopo un bella siesta, eccolo che riparte a caccia, forte di un'altra aspirina, che gli permette di gustare un piccolo bicchiere di prunella d'Alsazia. A fine giornata, nel suo ufficio, manda giù anche un po' di cognac, di quello che ha sempre conservato in un vano del suo ufficio, poi rientra a casa, "la pipa tra i denti, la schiena piegata, le gambe un po' molli (lo si può capire...). Il giorno successivo il tempo è cambiato fà meno freddo e la neve si è tramutata in pioggia, "una pioggia lunga e monotona che rigava i vetri". E tutto ad un tratto Maigret si sente meglio, non ha più la febbre e il raffreddore è sparito. Mangiare molto e bere parecchio è un buon modo per lottare contro l'insorgere dell'influenza?
Ecco una convinzione simenoniana di cui dubito che sia gradita dalla Facoltà di Medicina... La prova è che l'indomani Maigret ha di nuovo la febbre, non molta, ma quel tanto che basta a renderlo "pigro e debole", si trascina per l'appartamento (è domenica...), si concede un bicchierino di prunella e il lunedì, la sua inchiesta, avendo avuto il tempo di procedere, accelera: scopre la pista di Pigou, e ora non gli manca altro che seguire il filo della vicenda fino alla sua conclusione... Ma questo non è tutto: la febbre riprende, e Maigret inizia a soffrire di mal di gola, cosa che non gli impedisce di bere birra e di mangiare a cena una porzione di manzo al burro nero, ma senza molto appetito. L'inizio dell'infuenza gli dà il pretesto per brontolare "come fà ogni volta che sta male o che un'inchiesta va per le lunghe". Finisce per mettersi a letto dopo che M.me Maigret gli ha spennellato la gola con un lenimenti al blu di mitilene. Il commissario sarà svegliato dall'arrivo di Pigou che avrà spazio in ben due capitoli per fare la sua confessione patetica, bevendo insieme a Maigret diversi grog, e nell'intimità dell'appartamento, con un grog a portata di mano, la sua pipa tra i denti ha tutta l'aria di un fratello maggiore benevolo... (segue)
Murielle Wenger
martedì 16 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. UN NATALE DI 25 ANNI FA': MAIGRET-JEAN RICHARD...A JEUMONT
Uno dei Maigret televisivi più importanti è stato interpretato dall'attore francese Jean Richard, di cui, almeno qui in Italia, si parla poco. Un po' perchè la sua serie televisiva uscì in Francia nell'ottobre del 1967, da noi offuscata da quella con Gino Cervi iniziata tre anni prima (dicembre del 1964) e poi perchè, a quanto ci risulta, non ci sono stati passaggi televisivi sulle emittenti nostrane (erano disponibili solo episodi su cassette VHS, la cui versione italiana era tra l'altro curata in Svizzera).
Jean Richard, è bene ricordarlo, è stato l'unico attore a portare sul piccolo schermo tutti i romanzi della serie Maigret (circa 90 episodi, dal 1967 al 1990 per France 2) e in relazione a lui oggi vorremmo ricordare un episodio del suo Maigret televisivo. Si tratta di una emissione andata in onda proprio il giorno di Natale di 50 anni fa': Jeumont, 51 minutes d'ârret!
Era tratta da uno dei racconti delle inchieste maigrettiane che Simenon scrisse nel 1936, dopo una pausa dalla serie per Fayard, e fà parte dei Maigret di Gallimard. Uscì infatti solo nel 1944 nella raccolta di racconti Les Nouvelles Enquêtes de Maigret che riunisce racconti pubblicati su Police-Roman, su Police-Film e sull'inserto domenicale di Paris-Soir.
Ma torniamo alla puntata natalizia del Maigret/Richard. Il caso non è scoperto da Maigret, ma da suo nipote Vinchon, ispettore alle dogane che in un controllo su un treno internazionale, scopre un uomo morto in seguito ad una misteriosa puntura che era arrivata al cuore del poveretto...
"... è sempre con il treno 106 che succedono delle storie, un treno che lascia Berlino alle 11.00 di mattina, con uno o due vagoni provenienti da Varsavia, che passa per Liegi alle 23.44, ora in cui la stazione è deserta (dove aspettano che il treno parte per chiuderla) e che infine arriva ad Erquelines alle 1.57... Alle 2.14 il treno si apprestava a varcare la frontiere e raggiungere Jeaumont alle 2.17.
- Jeumont, 51 minuti di sosta! - urlava un impegato che portava una lanterna, correndo sulla banchina...". E' così che Simenon ci presenta la scena della scoperta del delitto.
Ma torniamo all'interpretazione di Jean Richard della riduzione televisiva di questo romanzo che l'attore recitava insieme ad Annick Tanguy, M.me Maigret sullo schermo, ma anche M.me Richard nella vita di tutti i giorni.
Il 25 dicembre di venticinque anni fà i francesi, smaltendo le libagioni del pranzo di Natale, la sera sonnecchiando sul divano, guardavano un Jean Richard, con i suoi basettoni e la sua pipa tra i denti aggirarsi in una gelida notte tra vagoni, scompartimenti e banchine di Jeumont, un paesino al confine dal Belgio.
Per chi non lo sapesse Jean Richard era anche un uomo di circo, appassionato e titolare di vari circhi, e il circo è uno degli spettacoli che i bambini (almeno quelli di una volta) andavano a vedere durante le feste e quindi anche durante il Natale. Ma quel Natale Jean Richard si muoveva con i panni Maigret in un circo in cui le belve erano uomini, così feroci da ammazzare.
lunedì 15 dicembre 2014
SIMENON SIMENON: RACCONTI POLIZIESCHI DAL 1929 AL 1953, ECCO LA STRENNA SIMENONIANA!
Per quanto riguarda il secondo voulme sono ragruppate varie raccolte di racconti quali Les Petits Cochons sans queue, La Rue aux trois poussins, Un Noël de Maigret, Nouvelles introuvables, Nouvelles inattendues, Les Dossier de l’Agence O et Le Bateau d’Émile.
Insomma un regalo interessante, soprattutto per quanto riguarda i racconti del primo periodo, di cui parecchi sono inediti in Italia.
Ecco l'elenco completo proprio dei racconti di Nouvelles secrètes et policières 1 (1929-1938)
domenica 14 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. LA DOMENICA... PICPUS DI MAIGRET
sabato 13 dicembre 2014
SIMENON SIMENON. I MAIGRET (MA ANCHE I "ROMANS") TITOLI CON IL... BINOCOLO?
Il nostro collaboratore Andrea Franco ha commentato il nostro post di ieri sui tempi di pubblicazione del prossimo Maigret.
"...Ho letto anche io sul sito di John Simenon che "Un Natale di Maigret e altri racconti" (On ne tue pas les pauvres types e Le client plus obstinè du monde) dovrebbe uscire il primo aprile - scrive il nostro informato collaboratore - Ormai come strenna natalizia Maigret non uscirà piu, quindi pare piu probabile che "Un Natale di Maigret" esca, appunto, a Pasqua. La casa editrice ha cercato di prolungare e ancora sta cercando di farlo le uscite delle inchieste del commissario, ma questo titolo sarà proprio l'ultimo e così facendo comunque saremo arrivati nel 2015 (naturalmente non ho considerato i volumi di raccolte che continuano regolarmente ad uscire)...".
Nei programmi dell'Adelphi quindi in questo scorcio di fine 2014 niente Maigret e niente Simenon. Già perchè per Natale non avremo neanche un strenna simenoniana, nemmeno un roman-dur, eppure tra questi i titoli da pubblicare ce ne sarebbero...
D'altronde, visto la politica dell'Adelphi, quella di far durare il più possibile i libri di Simenon da pubblicare, dovremo abituarci... forse anche al ritmo di un romanzo l'anno. Sono finiti i tempi in cui uscivano due Maigret e talvolta addirittura due romanzi ogni anno. Festività natalizie e ferie estive, Pasqua e Capodanno... si partiva con un Simenon o un Maigret nuovo di zecca sottobraccio e, durante il meritato riposo, ogni appassionato divorava la strenna simenoniana di turno.
"...In effetti pare proprio che l'Adelphi stia centellinando queste ultimissime uscite.. - scriveva già ai primi di ottobre Andrea Franco - "Una pipa di Maigret e altri racconti" è sparito da tutti i siti e, per ora, non risulta disponibile da nessuna parte. Sarà questione di giorni o ci vorrà piu tempo?...".
Oggi sappiamo che poi in realtà si attese quasi un mese.
La domanda a questo punto è: ci saranno delle ristampe? Oppure delle riedizioni. O magari, visto che di romanzi di Simenon ce ne sono ancora, ci si potrebbe aspettare anche una riedizione di tutti i titoli di Maigret? All'Adelphi sono come sempre abbottonatissimi, ma...
Ma per oggi basta sognare.
"...Ho letto anche io sul sito di John Simenon che "Un Natale di Maigret e altri racconti" (On ne tue pas les pauvres types e Le client plus obstinè du monde) dovrebbe uscire il primo aprile - scrive il nostro informato collaboratore - Ormai come strenna natalizia Maigret non uscirà piu, quindi pare piu probabile che "Un Natale di Maigret" esca, appunto, a Pasqua. La casa editrice ha cercato di prolungare e ancora sta cercando di farlo le uscite delle inchieste del commissario, ma questo titolo sarà proprio l'ultimo e così facendo comunque saremo arrivati nel 2015 (naturalmente non ho considerato i volumi di raccolte che continuano regolarmente ad uscire)...".
Nei programmi dell'Adelphi quindi in questo scorcio di fine 2014 niente Maigret e niente Simenon. Già perchè per Natale non avremo neanche un strenna simenoniana, nemmeno un roman-dur, eppure tra questi i titoli da pubblicare ce ne sarebbero...
D'altronde, visto la politica dell'Adelphi, quella di far durare il più possibile i libri di Simenon da pubblicare, dovremo abituarci... forse anche al ritmo di un romanzo l'anno. Sono finiti i tempi in cui uscivano due Maigret e talvolta addirittura due romanzi ogni anno. Festività natalizie e ferie estive, Pasqua e Capodanno... si partiva con un Simenon o un Maigret nuovo di zecca sottobraccio e, durante il meritato riposo, ogni appassionato divorava la strenna simenoniana di turno.
"...In effetti pare proprio che l'Adelphi stia centellinando queste ultimissime uscite.. - scriveva già ai primi di ottobre Andrea Franco - "Una pipa di Maigret e altri racconti" è sparito da tutti i siti e, per ora, non risulta disponibile da nessuna parte. Sarà questione di giorni o ci vorrà piu tempo?...".
Oggi sappiamo che poi in realtà si attese quasi un mese.
La domanda a questo punto è: ci saranno delle ristampe? Oppure delle riedizioni. O magari, visto che di romanzi di Simenon ce ne sono ancora, ci si potrebbe aspettare anche una riedizione di tutti i titoli di Maigret? All'Adelphi sono come sempre abbottonatissimi, ma...
Ma per oggi basta sognare.
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