Si tratta di un piccolo flashback che il famoso regista Bertrand Tavernier ha fatto balenare durante la sua apparizione al Festival del Cinema Europeo di Les Arcs, edizione 2014, che chiuderà i battenti domani. Il primo lungometraggio di Bertrand Tavernier è stato, guarda caso, "L'orologiaio di St. Paul", tratto dal romanzo di Georges Simenon L'Horloger d'Everton (pubblicato nel 1954 - Presses de La Cité) di cui Tavernier ha girato la riduzione cinematografica, ambientandola a Lione e avvalendosi di interpreti come Philippe Noiret e Jean Rochefort, uscito nelle sale nel 1974. Sono quindi sessant'anni che il romanzo è stato scritto e quaranta che è stato portato sullo schermo. Tavernier aveva reclutato per l'adattamento di questa pellicola quattro vecchie mani della sceneggiatura, Aurenche e Pierre Bost: "...conosciuti negli anni '40 e '50, quando avevo lavorato con Claude Autant-Lara....".
L'Horloger d'Everton è uno degli ultimi grandi romanzi del periodo americano di Simenon (che lascerà gli Stati Uniti nel '55), scritto a Shadow Rock Farm. Racconta le vicende di un americano che vive in un paesino dell'Indiana, e poi traferitosi ad Everton dove ha messo su un piccolo commercio di orologi. L'uomo è stato lasciato dalla moglie con un figlio di sei mesi. Il bambino, divenuto ragazzo e quindi adolescente scappa di casa, con la sua giovane fidanzata. I due per raggiungere un'altro Stato, e potersi sposare, diventano un coppia maledetta che lascia dietro di sè rapine e morti. Il romanzo si avvia sul binario di un difficile rapporto tra padre e figlio, con sullo sfondo un processo e una condanna all'ergastolo. Una storia tragica che vede riproporre la tematica del rapporto tra padre e figlio "...uno dei temi che ho trattato volentieri nei miei romanzi - dice Simenon nella famosa intervista televisiva a Bernard Pivot - L'ho trattato almeno cinque o sei volte, ma con dieci o vent'anni d'intervallo...".
E torna in ballo il suo idilliaco rapporto con Desiré, il padre che lo lasciò orfano troppo giovane, ma che lui amò moltissimo anche se nel famoso libro "Lettre à ma mère" ammetteva che "... mio padre era un tenero, ma come tutti i Simenon non si è mai mostrato espansivo...".
Ed ecco spiegati tutti i tentativi del padre protagonista de L'Horloger d'Everton per avere almeno qualche segno di affetto o di complicità da un figlio ormai perso...
il film trasferisce l ambientazione dagli stati uniti alla francia(lione)
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