lunedì 22 agosto 2011

SIMENON. 1/QUIZ SIMENON MAIGRET

Iniziamo il primo giorno con delle domade facili. Ogni domanda ha un punteggio in base alla sua difficoltà.

Domande Lunedì 22

a/1 - Punteggio 20
- Simenon divorziò dalla sua prima moglie Tigy, prima o dopo il 1951?

b/1 - Punteggio 37
- Maigret fuma nella sua pipa il tabacco Scaferlati o il Latakia?

c/1 - Punteggio 28
- Simenon definì la serie dei suoi Maigret letteratura alimentare. Vero o falso?

d/1 - Punteggio 18
- Boule è la cave dove furono lanciati i Maigret o la sua femme de chambre?

e/1 - Punteggio 17
- L'ultimo libro scritto da Simenon fu Mémoires intimes o Quand j'étais vieux?




venerdì 19 agosto 2011

SIMENON. DA LUNEDI' 22 NON PERDETE LO SPECIALE "QUIZ SIMENON MAIGRET"

Da lunedì prossimo Simenon Simenon riapre i battenti. E lo fà con un'iniziativa forse un po' leggera, ma crediamo adeguata al clima di fine estate. Eh, sì....anche questo blog non poteva sfuggire al quiz. Quanto conoscete Simenon e Maigret? La loro vita, le opere dello scrittore, le inchieste del commissario? Un piccolo test vi accompagnerà tutta la settimana con alcune domande ogni giorno. E il giorno dopo, oltre a nuove domande, scoprirete le risposte esatte. Così potrete confrontarle con le vostre risposte. Questi risultati potrete scriverle per conto vostro, oppure inviarle come un messaggio (simenon.simenon@temateam.com) o per chi vuole esporsi e... rischiare in pubblico come un commento a post. (e se cercate le risposte, magari le troverete sui post di Simenon Simenon)
Ogni domanda avrà un punteggio a secondo della sua difficoltà. Il quiz durerà un settimana fino a domenica 28. Il punteggio massimo che si potrà raggiungere se si risponderà esattamente a tutte le domande della settimana è 1000 punti. A quel punto potrete affermare un esperto "speciale" di Simenon e del suo mondo letterario e non.
A lundì, quindi e repondez s'il vous plait e... se lo sapete!

venerdì 12 agosto 2011

"SIMENON SIMENON" OGGI VA IN VACANZA E TORNA LUNEDI' 22 AGOSTO

Simenon Simenon va in vacanza. Da oggi venerdì 12 fino a domenica 21 si prende una decina di giorni di pausa. Abbiamo iniziato ad ottobre 2010 questo particolare blog che fonde il contenuto di un tema molto ristretto e quasi specialistico e la formula che invece è quella dell'informazione con aggiornamenti quotidiani, dove non solo le parole hanno un senso, ma spesso anche le foto possono raccontare ed emozionare molto di più.
Sono stati quasi dieci mesi ininterrotti in cui ogni giorno abbiamo pubblicato un post nuovo, mesi in cui abbiamo visto centuplicare i contatti con Simenon Simenon, mesi che ci hanno visto salire nell'indicizzazione "Simenon" di Google da una remota diciassettesima pagina ad un ormai stabile 5° posto in prima pagina.
Questo per chi cura questo blog è un motivo di soddisfazione, ma altre importanti gratificazioni sono arrivate dai frequentatori di questo blog, dai loro commenti, dai loro messaggi, dalla loro assiduità. Insomma siamo contenti di aver intrapreso questa sfida che, non abbiamo ancora vinto, ma che mi sembra sia partita decisamente bene.
Adesso tiriamo un po' il fiato, riordiniamo le idee, facciamo un pensierino a qualche modifica e progettiamo qualche novità. Vorremmo essere sempre più interessanti, senza scadere nella pedanteria, vorremmo riprendere ed ampliare temi e argomenti che magari non abbiamo trattato con il dovuto approfondimento, vorremmo che per voi la lettura di questi post quotidiani fosse un divertimento prima di essere un semplice e puro interesse. Ecco perchè dicevo che la sfida è iniziata bene, ma non è ancora vinta. Simenon Simenon deve diventare il punto di riferimento di chi ha diversi interessi nei confronti del romanziere, della sua vita, delle sue opere, ma ha anche differenti livelli di coinvolgimento da quello più amatoriale  a quello quasi professionale.
Per fortuna in tutto questo sforzo abbiamo un gran alleato. E' prorpio Simenon che con la sua incredibile vita e con la sua poderosa e diversificata produzione letteraria ci permette di essere ogni giorno qui con voi a goderci quei cinque minuti con il nostro amato Georges.
Buone vacanze a chi é già partito, a chi é in partenza e a chi partirà. Quest'anno purtroppo molti non partiranno. Beh, anche a loro chiediamo di pazientare per questa pausa di una decina di giorni. Poi ritorneremo insieme, nella speranza che l'appuntamento con Simenon Simenon possa, almeno per qualche momento, far dimenticare gli enormi problemi che purtroppo si stanno addensando sulle nostre teste.

giovedì 11 agosto 2011

SIMENON. COME LO VEDEVANO NEGLI ANNI '60

Tra le rare biografie in italiano (non italiane) vogliamo oggi ricordare quella che in quegli anni venne pubblicata in un piccolo volumetto rosso, nella collana La Biblioteca Ideale realizzata da Feltrinelli in collaborazione con Gallimard. Il numero due, Simenon (1962), di questa collana curata da Bernard de Fallois è dedicato al romanziere, che allora, vale la pena di sottolinearlo, era ancora vivo e vegeto, non aveva ancora sessant'anni e doveva pubblicare ancora una qundicina di Maigret e, tra gli altri, romanzi come Les Anneux de Bicetre (1963), La chambre bleu (1964), Le Petit Saint (1965), Le Chat (1966), La disparition d'Odile (1970), e gli scritti autobiografici come Quand j'étais vieux (1970) o Lettre à ma mére (1974), per non parlare di tutti i Dictées e del mitico Mémoires intimes.
Il volume è diviso in tre parti: l'Uomo, l'Opera e Pagine scelte.
Il tutto però è preceduto da una raccolta di giudizi, commenti, affermazioni di famosi uomini di cultura di quegli anni che in modo o in un altro si riferiscono al personaggio dello scrittore ancora in vita.
Ed è interessante cogliere dalle loro parole l'idea che negli anni '60 si aveva di Simenon.
Ad esempio nel '43 il pittore de Vlaminck durante un pranzo da Simenon nella sua casa a Saint Mesmine-le Viuex in Vandea, apprezzava il lusso di cui lo scrittore si circondava. Lui lo conosceva bene:
"...durante i suoi frequenti viaggi scende sempre negli hotel più suntuosi, pranza nei ristoranti più famosi. Bene, le storie che scrive si svolgono in alberghi equivoci, pieni di cimici,  in bar loschi, e in catapecchie. i suoi protaginisti sono poveri disgraziati che trascinano la propria misera, diventando assassini o si suicidano...".
Lo scrittore, Paul Morand nel '61 raccontava che una notte, per un guasto alla vettura, aveva dovuto lasciare un signora in un sordido albergo, mentre quella protestava "Non voglio dormire in una camera di Simenon!" E lo scritttore rilfetté  "...allora esiste dunque uno stile Simenon, come c'è lo stile Impero. C'è un  impero Simenon molto più vasto di quello di Napoleone.... Il nostro inferno degli anni '60 comincia a somigliare al ritratto profetico che Simenon ne fece più di trent'anni fa'...".
Come suo dichiarato amico e ammiratore, Henry Miller spiegava sempre nel '61 "...Direi che in realtà è molto difficile scrivere nel suo stile, semplice, spontaneo, succoso. Lo confessa lui stesso. Uno scrittore capisce meglio di chiunque altro quanto costa quella 'semplicità'. Forse io lo capisco meglio della gran parte degli scrittori. Il grande fascino della sua opera è certo quella apparente semplicità... ma lì è concentrato un lungo travaglio...".
E ancora Jean Cocteau:"...non riesco ad immagiare persona più lontana di me da Simenon, di Simenon da me. Il nostro punto di contatto è il fatto di essere entrambe membri dell'Accademia Reale del Belgio...Da dove viene, allora, l'amicizia fraterna che ci lega? Ve lo dirò. ques'amicizia é monda da ogni segreta intesa perché nasce da un organo anti-intellettuale, un organo che non pensa o perlomeno attraverso il quale pensano solo alcune rarissime persone: il cuore. 
ci vogliamo bene con la pelle dell'anima, cuore a cuore...".
Jean Renoir, il regista, a proposito dei personaggi dei romanzi di Simenon: "...questi personaggi continuano a popolare il mondo. Ci raggiungono e ci ammaliano. Li amiamo. Non possiamo fare a meno di loro E quando l'ultimo si cancella dal nostro spirito, Simenon ce ne manda un altro, se possibile più patetico, più inquietante, più attraente...".
Altri dichiarazioni su Simenon le abbiamo raccolte e pubblicate nel post del 21 novembre 2010: Hanno detto di Simenon

mercoledì 10 agosto 2011

SIMENON, MAIGRET E... LA CHANSONNETTE



Come abbiamo avuto modo di vedere alcune volte, i casi per Maigret sono particolarmente difficili. Quando, ad esempio, c'é di mezzo un criminale professionista: uno che non canta, non cade nei tranelli, che non ha lasciato tracce, che può contare sull'omertà e la collaborazione della malavita. In alcuni di questi casi, quando non c'è una prova risolutiva, una testimonianza decisiva, una scoperta, magari inaspettata, che si rivela la chiave della soluzione del caso, allora l'ultima speranza è che un interrogatorio possa piegare la resistenza del sospettato e che sia proprio la sua confessione a chiudere il caso.
Allora si mette in scena la cosiddetta "chansonnette". Una procedura usata a Quai des Orfévres e che Simenon ha voluto inserire come una caratteristica delle inchieste del commissario Maigret, quando ha costruito il personaggio (vedi il post del 20 marzo Simenon. Come ti costruisco un personaggio).
Prima si convoca il sospettato e poi lo si lascia per delle ore a "marinare" in quella famosa sala d'aspetto con una parete tutta vetri, che viene soprannominata l'Acquario.
Il tipo, per quanto malvivente duro e incallito possa essere, viene inevitabilmente fiaccato da quell'attesa... non sa cosa lo aspetta...
Poi Maigret per caso passa lì davanti e fà finta di stupirsi.
- Ma come, tu sei qui e nessuno me l'ha detto! Ma che idiozia... E io che avevo bisogno di te! D'altronde si tratta solo di una banale formalità, pochi minuti... ma mi potevano avvertire!...
Dopodichè lo porta nel suo ufficio lo fa accomodare sulla sedia proprio davanti a lui. Loro due faccia a faccia.
- Vuoi una sigaretta? ... tuo fratello sta bene? Lo ha incontrato l'altro giorno un mio collega a Marsiglia...
Chiacchiere, convenevoli, atmosfera tranquilla, il commissario sembra non dare peso a quell'incontro. Anzi a volte addirittura si scusa per essere stato impegnato con il suo capo e non essersi accorto che lui era lì da tutto quel tempo.
Il culmine della "chansonnette" si raggiunge con la finta amnesia.
-  Ma scusami, perchè ti ho fatto chiamare..? Oddio, cosa volevo chiederti..?
A quel punto sembra quasi una cosa senza nessuna importanza, o comunque un'inezia.
Questo rende il sospettato relativamente tranquillo, a quel punto non si aspetta certo che quella "formalità" si trasformerà in un interrogatorio che magari durerà tutta la notte, che vedrà alternarsi toni bruschi, a momenti più concilianti, a urla e minacce. E' il commissario si darà il cambio con i suoi ispettori. Gli faranno sempre le stesse domande, facendolo ricominciare sempre dall'inizio. Uno stress cui pochi resistono. I più duri reggono fino alle prime luci dell'alba, c'è chi crolla molto prima, ma certo qualche volta nemmeno la "chansonnette" funziona.
Ma nella maggioranza dei casi è un metodo che, se il sospettato è quello giusto, riesce a chiudere il caso. Anche questa "chansonnette" è entrata a far parte del famoso metodo d'indagine Maigret di cui abbiamo già parlato (vedi il post del 12 giugno Simenon. Maigret e i criminali).



martedì 9 agosto 2011

SIMENON. "LES PROMENADES DE MAIGRET" A "PARIS NOIR"

Un occhio alle vacanze e uno a quello che verrà. Infatti già si pensa a quanto succederà a settembre e ottobre. Agosto, appena iniziato, è come un'anguilla che sguscia tra le mani e scivola dritta a capofitto tra le iniziative che ripendono ad animare anche la scena del giallo e non solo in Italia.
Oggi infatti anticipiano (e non di poco) una manifestazione che si terrà nella capitale francese ad ottobre prossimo. Si tratta di Paris Noir. Alla sua seconda edizione, la manifestazione (di cui vi forniremo più in là delle informazioni più dettagliate) si svolgerà in un weekend, il 21, 22, 23 ottobre, e avrà come nazione ospite d'onore l'Italia.
Per quanto riguarda gli appassionati di Simenon, possiamo anticipare un appuntamento interessante, "Les promenades de Maigret, un'occasione da non perdere, secondo gli organizzatori dell'iniziativa. Si tratterà della visita dei luoghi del commissario Maigret nell'XI arrondissment, accompagnati da un ex-commissario della brigata della buoncostume. Per il resto film (italiani, quest'anno), libri, tavole rotonde, in un concentrato di prelibatezze per il palato dei giallisti e una sorpresa, gelosamente custodita.

lunedì 8 agosto 2011

SIMENON. NON CERCATE I COLPEVOLI

Lo scrittore, quasi subito, dopo aver creato Maigret gli affibbiò la convinzione che "non bisogna giudicare, ma comprendere". E così travasava nel personaggio del commissario le proprie convinzioni. Nel '69 in un'incontro con Fracis Lacassin ebbe modo di esplicitare bene questa sua idea:
"...Non credo che esistano dei colpevoli. L'uomo è un essere così male attrezzato per affrontare la vita che parlare della sua colpevolezza sarebbe come considerarlo una specie di superuomo. Come può essere colpevole? Non ce l'ho con il capo di Stato, qualsiasi esso sia, perché é tanto orgoglioso, perché sacrifica 'tutto' alla sua piccola gloria per poter rassicurarsi, di quanto non ce l'abbia con un clochard, sotto i ponti, pronto a rubare alla prima occasione un portafoglio, ciò è del tutto naturale....Tutta questa gente non ha scelta, conduce la vita che la società gli ha imposto fin dall'inizio. La deliquenza in loro è naturale, ci sono nati dentro... - spiega Siemenon - Se il figlio di un presidente-direttore generale diventa un criminale allora qualche volta può essere per protesta contro la mentalità gretta del padre, della famiglia, dell'ambiente..."
Insomma Simenon è convinto che i condizionamenti sociali, ambientali e familiari, siano più forti della volontà dell'uomo singolo e quindi sono poi questi a determinare il destino di tale o tal'altro individuo. E quindi ci sarebbe una sorta di "responsabilità limitata" nell'uomo che delinque. Come si fà quindi a giudicare senza comprendere? (vedi il post del 30 aprile scorso Comprendere e non giudicare).
E Simenon ce l'ha anche su come viene fatta scontare la pena:
"... al giorno d'oggi si fanno campagne contro gli animali in gabbia. E gli uomini in carcere allora?  Perchè mettiamo ancora oggi (notare che si parla di oltre quarant'anni fa') degli uomini in gabbie poco più grandi di quella di un leone?...
L'idea che si possa far questo a degli esseri umani è rivoltante... mi fà ribollire il sangue...".
E lo scrittore prosegue facendo un'ipotesi su sé stesso.
"...non so come sarei diventato, se fossi nato in uno dei quartieri malfamati nei dintorni di Parigi. Ma sono sicuro che non sarei di certo l'anarchico cerebrale, quale io mi considero, nemmeno un anarchico istintivo, ma un anarchico lanciatore di bombe e forse un assassino..."

domenica 7 agosto 2011

SIMENON. BELGIO, OLANDA E FRANCIA: VIE, PIAZZE, MUSEI, & C. ... A SUO NOME



Simenon a Delfzijl nel '66 all'inaugurazione di una statua di Maigret
A poco più di vent'anni dalla sua scomparsa, Simenon si ritrova intitolati a suo nome vie, musei, piazze e via dicendo. Qui di seguito vi proponiamo alcune tra le più popolari di queste in un succinto e incompleto elenco che però vuole dimostrare i diversi tributi dedicati al romanziere.
Iniziamo da Liegi. sua citta natale, e dalla rue Georges Simenon, che prima si chiamava rue Pasteur, nel quartiere d'Outremeuse, proprio dove lui abitava con la sua famiglia. Poi c'è n'è una ad Oupey, una cittadina sempre in provincia di Liegi. Sempre a Liegi esistono vicino alla Piazza del Congresso un "Auberge De Jeunesse" intitolato a Georges Simenon, e proprio sulla piazza si trova un monumento, un busto in bronzo dello scrittore. 
Se invece passiamo in Olanda, non possimo non citare un 'altro monumento, forse il più famoso, questa volta però dedicato a Maigret. Si trova in Damsterdiep Tuikwerderrak, a Delfzijl, la cittadina nord-olandese dove Simenon avrebbe inventato il suo celebre commissario. Lasciando l'Olanda per la Francia andiamo a Hyères, nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, dove troviamo un'altra rue Georegs Simenon, come pure a Digione, dove è situata non lontano dal parco di Chateau De Pouilly, in Place d'Amerique. Altra "rue" dedicata allo scrittore la troviamo a Nantes. Invece a La Rochelle, nella zona sul mare, esiste un Quai Georges Simenon. Inoltre c'è un Théâtre Georges Simenon a Rosny-sous-Bois, nell regione dell'Ile-de-France. A Montpellier infine troviamo una scuola elementare pubblica intitolata a Georges Simenon.

sabato 6 agosto 2011

SIMENON. ULTIMI SGUARDI ALLE CLASSIFICHE DI AGOSTO

Sta per concludersi anche questa prima settimana di agosto e la stagione è ormai periodo di vacanze (quest'anno di meno e per meno persone) diamo un'ultima occhiata alla classifica dei titoli di Simenon oramai usciti da un bel po'. Partiamo con quella riportata dal settimanale Panorama che vede il romanzo L'assassino al 10° posto (30 luglio). Invece il quotidiano Il Corriere della Sera fa un rapida disamina dei libri più acquistati e tra i gialli colloca al 4° posto l'inchiesta Maigret e l'uomo solitario (1 agosto). Per concludere le classifiche sul carataceo, prendiamo in considerazione quella de La Stampa/TuttoLibri di oggi dove L'assassino è uscito dalla Top Ten, ma conserva nella sezione della Narrativa straniera la 6° posizione. Mentre tra i Tascabili Maigret e l'uomo solitario é 8°.
Passando alle vendite on-line registriamo quelle di IBS che vedono Maigret al 19° posto (risalito dal 21°) e il romanzo L'assassino al 5° (lunedì 1). Chiudiamo con il colosso delle vendite sul web, Amazon, dove nell'ultima rilevazione (5 agosto) L'assassino è all'8° posto.
Con questo post terminano i monitoraggi delle vendite di questi due ultimi libri di Simenon. Ma, ovviamente, li riprenderemo non appena si verificheranno le prossime uscite.


 

venerdì 5 agosto 2011

SIMENON... NON VUO' FA' L'AMERICANO...

Perché Simenon, pur trovandosi bene, rifiutò di diventare cittadino americano? Intanto in materia c'era un consisente precedente. Infatti per oltre vent'anni aveva rifiutato la nazionalità francese, rinunciando anche a entrare all'Accademia di Francia (anche se sappiamo che far parte di queste istituzioni letterarie, frequentare altri scrittori e prendere parte a manifestazioni o cerimonie era una cosa che Siemenon rifiutava). E così aveva rinunciato alla nazionalità francese, anche senza nemmeno immaginare che dopo poco più di vent'anni avrebbe  precipitosamente abbandonare quel Paese. Se le cose fossero andate diversamente avrebbe forse potuto restarci per altri dieci anni o anche più, Certo Simenon era uno spirito irrequieto e fare illazioni su come sarebbe potute essere la sua vita è assulutamente rischioso. Simenon era, come lo definisce Pierre Assouline, un instabile cronico (vedi in proposito il post del 21 novembre 2010 Simenon, una vita da immmigrato).
Quando nel suo girovagare nelgi Usa, riuscì a trovare nel Connecticut una sistemazione che gli piaceva, la famosa Shadow Rock Farm nei pressi di Lakeville, fu raggiunto da un funzionario federale che lo invitava a prendere la cittadinanza americana. Era il 1950 e Simenon ormai era negli Usa da cinque anni.
Questo signore cercò di spiegargli come non potesse rimanere "residente permanente" così a lungo, perché tutto sommato rimaneva sempre un cittadino straniero ospite. A questo Siemenon oppose il fatto che però lui pagava le tasse come un americano.
Ma il problema, almeno per il funzionario, era prorpio questo. Simenon era "come un americano", ma "non era americano". Rimaneva pur sempre un ospite e il tempo per un ospite non può essere molto lungo. 
Certo questa volta Simenon era fortemente tentato, in fondo aveva con Johnny un figlio del tutto americano e un'altro, Marc ormai americano a metà, la sistemazione nel Connecticut poi era particolarmente piacevole, però... Però c'è qualcosa che non lo convinceva del tutto o forse più di una cosa. Ad esempio l'antisemitismo.
"...E' la prima osservazione che ho fatto arrivando negli Stati Uniti. Gli ebrei sono numerosi. Qualcuno ha conservato i caratteri esteriori della loro cultura. Ma molti fanno parte della seconda o terza generazione e ad esempio sono più alti di una decina di centimentri o anche più...". Ma aveva visto ben altro. Ad esempio impedire agli ebrei di frequentare gli aberghi e le spiagge di Miami. A New York un suo amico drammaturgo francese si era registrato nel suo stesso albergo con un'altro nome, per non far vedere che era ebreo. Ma quando fu scoperto, il direttore spiegò a Simenon che lì non potevano accettare certi tipi di ospiti. E lo stesso, anzi peggio, capitava ai neri. E su questo la sua ex-amante Josephine Baker gli testimoniò diverse sgradevoli esperienze di emarginazione, quando non di vero e proprio razzismo. Come se non bastasse, dopo poco sarebbe iniziato il periodo del maccartismo, con la persecuzione di tutti coloro che erano o solo sembravano comunisti oppure che manifestavano pure solo delle simpatie per le idee di sinistra. Questa caccia alle streghe disgustava lo scrittore che commentava lapidario "... accuso il senatore McCarthy e ai sui seguaci di aver 'sporcato' la mia America..."
Era l'ultima disillusione sulla democrazia americana che invece anni prima aveva tanto idealizzato e fu la goccia che fece traboccare il vso. Simenon decise di non prendere assolutamente la nazionalità americana.
Altro motivo certo non di second'ordine per uno come Simenon. Non poteva sopportare il puritanesimo, anche solo di facciata, proprio quello tipico degli americani.
E' vero che la fama che lo precedeva e lo seguiva non era, per gli statunitensi, delle migliori. Intanto si muoveva con uno strano gruppo familiare Oltre a lui e sua moglie Denyse, c'erano nei suoi spostamenti, i suoi due figli (poi diventati tre  con la nascita di Marie-Jo). Lo seguiva Tigy la sua ex-moglie che, per gli obblighi del loro contratto di divorzio, aveva ricevuto l'affido del figlio Marc, ma che in compenso aveva accettato di seguire e abitare sempre vicino a Simenon. Poi c'era Boule la sua storica femme de chambre e non di rado l'istitutrice dei loro figli. Questa promiscuità anche nelle loro abitazioni, questo scambiarsi continuo, questo unico uomo con tre/quattro donne al seguito non passava inosservato, Come pure i costumi sessuali di Simenon, le sue frequentazioni dei bordelli, dove gli capitava adirittura di arrivare accompagnato da Denyse, non erano visti di buon'occhio.
Insomma anche se tutto sommato l'esperienza americana era stata positiva (non sarebbe altrimenti durata dieci anni) e anche se, soprattutto negli ultimi cinque anni, lo scrittore sembrava aver trovato la pace a Shadow Rock Farm, in lui c'erano delle perplessità che man mano crescevano e che gli ponevano la questione: non sarà giunto il momento di tornare in Europa? La domanda era seria tanto da prospettare questa eventualità anche alla moglie. E poi c'erano altri problemi. Simenon nei dieci anni americani ebbe modo di farsi conoscere dai critici, dai lettori, ma non sfondò mai come scrittore. Era molto stimato per la qualità dei suoi romanzi, ma considerato troppo europeo per il palato dei lettori americani. Quindi buona critica (anche se non proprio tutta), ma tiepida accoglienza nelle librerie. Questo si traduceva in vendite non all'altezza delle sue aspettative. Insomma non era riuscito a conquistare gli Stati Uniti, come aveva fatto con l'Europa. Quindi le sue entrate maggiori venivano ancora dalla Francia (vendita dei romanzi, dei Maigret, dei diritti...). Francia che però in quegli anni aveva svalutato in modo consistente il franco e quindi la capacità d'acquistodi Simenon in America si era sensisbilimente ridotta. 
Alla fine l'intrecciarsi di tutti questi elementi, la sua proverbiale irrequietezza, forse anche un minimo di nostalgia del vecchio continente, lo spinsero alla decisione di abbandonare l'America che pure in esperienze e arricchimento personale gli aveva dato molto.
Era il 19 marzo 1955, quando lasciò Lakeville e s'imbarcò per la Francia e abbandonò definitivamente gli Stati Uniti.