venerdì 28 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. ALTRI DUE MAIGRET DA... ASCOLTARE

Da domani, la Emons Audiolibri, dopo le prime due uscite (Il porto delle nebbie e L’impiccato di Saint-Pholien), propone per il mese di marzo altri due titoli di Simenon della serie delle inchieste del commissario Maigret. Si tratta di Pietr il Lettone, non il primo pubblicato, ma in assoluto il primo scritto dal romanziere e quindi Il cane giallo. Anche queste due indagini del comissario simenoniano sono interpretate da Giuseppe Battiston, che sta diventando "la voce" dei Maigret. Altre due tappe di un programma che avevamo anticipato qualche tempo fa nel post Simenon Simenon. Sentirlo raccontato é un'altra cosa... Provare per credere


SIMENON SIMENON. MAIGRET SCRITTO PER DOVERE O PER DILETTO?


"...Non scriverò dei Maigret per far soldi subito e a tutti i costi. Continuerò tranquillamente secondo la mia ispirazione un'opera che ho iniziato 25 anni fa', con fede, e pur se ci sono dei 'bassi' momentanei, saranno compensati da 'alti', per me come per il mio editore. Non chiedo di partire a razzo. Io non produco né del sapone, né del dentifricio..." (lettera a Sven Nielsen -maggio 1948).
Così si esprimeva Simenon a proposito dei suoi Maigret, quando a quarantacinque anni, ormai stabilito negli Usa, era un romanziere maturo e di successo. E polemizzava anche con il suo editore di allora che in qualche modo avrebbe voluto una sorta di "assicurazione", cioè un certo di numero di Maigret... merce sicura che si vendeva senza problema, a fronte della pubblicazione dei romans-durs che comunque all'inizio non raggiungevano i livelli di diffusione dei Maigret.
Simenon, ovviamente non ci sta, nemmeno con quel Nielsen, proprietario di Presses de La Cité, che non solo è diventato il suo editore esclusivo, (per il quale aveva lasciato Gallimard), ma che considera ormai quasi un amico, oltre che un assiduo compagno di lavoro.
"...Non comprate una merce deperibile - spiega il romanziere all'editore - merce che deve essere smaltita in qualche settimana, ma diritti da sfruttare, un capitale intellettuale che vale almeno come uno economico...".
Già perchè qui entrano in ballo due questioni.
La prima riguarda Simenon. Pur difendendo a spada tratta i Maigret, in cuor suo non è poi così contento che, commercialmente, i romanzi del commissario che lui scrive, per così dire, con la mano sinistra, vendano di più dei romans-durs. Quei romanzi che invece gli richiedono una settimana dieci giorni di état-de-romans, lo obbligano ad entrare nella pelle del protagonista e gli costano ognuno sei/sette chilogrammi di dimagrimento (un esperimento fatto con Boule, pesando ogni giorni i suoi vestiti grondanti di sudore, prima e dopo la seduta di scrittura).
La seconda riguarda i suoi editori (da Fayard, a Gallimard) che hanno sempre visto Maigret come una gallina dalle uova d'oro e hanno sempre spinto perchè Simenon gliene assicurasse un certo numero di titoli. Questa spinta a scriverli, non perchè avessero un valore in sé, ma solo perché rendevano bene, era una cosa che mandava in bestia il romanziere.
E a nostro modesto avviso anche a ragione. Infatti, dalla metà degli anni quaranta, i romanzi di Maigret crescono letterariamente, approfondiscono le tematiche, i personaggi diventano più complessi e le implicazioni psicologiche acquisiscono maggiore rilevanza. Insomma pur rimanendo letteratura sostanzialmente di genere, pur essendo un seriale, e quindi dovendo rispondere a determinati requisiti, lo spessore delle inchieste di Maigret si avvicina sempre più a quello dei romans.
E se negli anni '30 Simenon vedeva Maigret solo come un mezzo intermedio (semi-letteratura) per raggiungere lo status di romanziere (i romans-durs), con il passare de tempo questo suo atteggiamente evidentemente cambia. E arriva forse a considerare il commissario quasi un compagno di vita, più che un alter-ego letterario.
Tanto che, in età avanzata, Simenon esprime dei rimpianti "... sento dei rimorsi per aver completamente lasciato perdere Maigret, dopo 'Maigret e M. Charles'. E' un po' come lasciare un amico senza stringergli la mano - scrive il romanziere in uno dei suoi Dictée nel 1973 - Tra un autore e i suoi personaggi si creano dei legami affettivi, a maggior ragione se la loro collaborazione si protrae per quarant'anni...".
Insomma dovere o diletto?.
Simenon per buona parte della vita è stato decisamente sensibile alle agiatezze di un'esistenza senza problemi. E sapeva bene che gran parte della sua ricchezza giungeva prima e di più dai Maigret che non dai romans. E il successo commerciale del commissario, da questo punto di vista, non pteva che fargli piacere. Ma probabilmente questa non poteva essere la sua posizione pubblica... soprattutto per uno che ambiva (e non a torto) al premio Nobel... insomma le velleità letterarie avrebbe dovuto essere prioritarie.
Ma non tutto era calcolo. Come Simenon dichiarò nel '75 a Francis Lacassin, riferendsi a Maigret "... E' uno dei rari, se non l'unico personaggio che ho creato, il quale ha dei tratti in comune con me stesso. Tutti gli altri, per lo più, sono del tutto differenti da me...".

giovedì 27 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. MACCHINA DA SCRIVERE E MOSCHETTO SOLDATO PERFETTO

5 dicembre 1921. Simenon è più di due anni che lavora come redattore a La Gazette de Liège, ha già conosciuto Régine Renchon, la Tigy che diventerà la sua prima moglie (fino al 1955) e ha già pubblicato i suoi primi due romanzi Au pontes des Arches e Jehan Pinaguet.
Ha solo diciotto anni e, nonstante sia lanciato sui binari che lo porteranno, una volta a Parigi nel mondo della letteratura, deve comunque assolvere al servizio miltare. Infatti il regio esercito belga, la cosiddetta Armée belge, lo richiama agli inizi di dicembre e lo assegna al campo di Contich (III compagnia Trasporti - IV Divisione d'armata). Poco dopo viene traferito Aix-la Chapelle, dove le truppe belghe sono attestate alla Rote Kaserne. Qui la vita è molto monotona, il giovane Georges non esce quasi mai e approffitta per scrivere. Già perchè anche con il berretto militare in testa, Simenon non rinuncia alla sua passione e compila circa qurantacinque lettere e diversi articoli per il suo giornale come collaborazioni esterne e sporadiche, ma che gli servono per tenere un filo di comunicazione. E infatti, quando nel gennaio del 1922 viene trasferito a Liegi (allo stato maggiore della III Divisione d'armata), può riprendere quasi appieno la sua attività per la Gazette de Liège.
Ma i suoi orizzonti sono sepre molto ampi e finito il periodo militare (a dicembre del '22) prova a chiedere di entrare a Le Peuple, un'altro quotidiano di Liegi.
La cosa è abbastanza strana, preché mentre La Gazzette è un giornale consiervatore, Le Peuple è socialista.
Ma torniamo alla vita miltare che non deve essere stata molto pesante. Infatti quando tornò a Liegi, la sua caserma, quella dei lancieri, era a soli trecento metri da casa sua. E la sua presenza in caserma doveva essere davvero sporadica. Passava molto del suo tempo in redazione. Si racconta a tale proposito che avesse avvertito il prorio sergente che... se ci fosse stato bisogno di lui, l'avrebbero potuto rintracciare alla redazione de La Gazette!...

mercoledì 26 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. IL MAIGRET FRANCESE RISPUNTA A MARZO SU LA7


Inizia una serie francese di Maigret, l'ultimo, quello di Bruno Crémer (prima c'era stato Jean Richard). L'attore ha vestito per Antenne 2 i panni del commissario per ben 54 volte tra il '91 e il 2005. Per l'Italia non si tratta di una prima, la serie è già passata prima sui Rai 3 e poi su Rete 4. Ora ci riprova LA7. Per di più il sabato sera e anche in prima serata.
Si dice sempre che gli italiani sono più che affezionati al Maigret di Gino Cervi, per apprezzare gli altri interpreti. Ma facciamo un po' di calcoli.
La famosa serie con la regia di Landi iniziò alla fine del '64 e chiuse dpo quaattro serie nel '72. Diciamo che i fans precoci che seguirono la prima serie, potevano avere quattordici/quindici anni. Il che vuol dire che oggi, 2014, ne hanno 64/65... una platea anziana ma ancora, televisivamente parlando, decisamente valida. Molti di questi quindi hanno conosciuto Maigret e poi magari anche Simenon proprio grazie a quegli sceneggiati. Ma chi è nato dopo il '72?... diciamo '75 -'80, oggi viaggia tra la quartantina e la cinquantina. Loro non hanno conosciuto il Maigret-Cervi, se non tramite la repliche che durante gli anni la Rai ha di tanto in tanto riproposto.
Diciamo che di questo pubblico una buona metà può aver incrociato le repliche notturne o su canali altri (quindi non Rai Uno, Rai Due, Rai Tre).
Questi calcoli per sottolineare come una larga platea non conosca il nostro vecchio Maigret e non possa fare confonti... Crémer é meglio di Cervi o il nostro è insuperabile? Personalmente, pur avendo una decina d'anni quando iniziarono gli sceneggiati Rai del commmissario simenoniano, ne ho un ricordo netto (anche perchè ho rivisto le repliche e via via le puntate ripropose in edicola in vhs, in dvd...) e posso fare dei confronti. Vediamo come i telespettatori reagiranno. Si dice che il sabato sera i più giovani escano e i più anziani rimangano a casa a vedere la televisione. Ma se così fosse, si tratterebbe del pubblico che dovrebbe conoscere meglio e di più il Maigret di Cervi... il confronto scatterebbe inevitabile. E' pur vero che dal '95 gli italiani hanno imparato a conoscere il Maigret di Crémer sui canali suddetti.
Comunque crediamo che alla fine ci saranno due partiti... "meglio il Maigret  di Crèmer che nessun Maigret" e "dopo il Maigret di Cervi, quello di Crémer non regge il confronto"...
Quale partito vincerà?

martedì 25 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. CORRIERE DELLA SERA: LA "TERZA PAGINA" DIVISA CON MAIGRET

Come avevamo ricordato in un post dei primi di quest'anno, nel 2014 ricorre il 25° dalla scomparsa di Simenon. Nel corso di quest'anno abbiamo iniziato a pubblicare una serie di post, contrassegnati dal logo qui a sinistra. Con questi interventi vogliamo ricordare e documentare soprattutto le reazioni, le testimonianze e gli avvenimenti che seguirono questa perdita: quello che scrissero i giornali, ciò che dissero letterati, critici, amici, quello che fu realizzato per ricordare la sua figura. L'abbiamo intitolata "25 anni senza Simenon, ma..." dove quel "ma" sta indicare come, comunque, lo scrittore, con i suoi romanzi, il suo Maigret e il ricordo della sua vita, ci sia stato sempre accanto e lo sarà ancora per lunghissimo tempo. E' un tributo che Simenon-Simenon realizzerà con una serie di interventi che dureranno tutto l'anno.






Corriere della Sera giovedì 7 settembre 1989. Siamo sull'ancora mitica terza pagina, quella letteraria, la vetrina culturale dei quotidiani che però di lì a poco sarebbe sparita.
Quel giorno il Corsera la dedica tutta alla scomparsa di Simenon. E come capita, soprattutto in Italia, il titolo a tutta pagina cita il romanziere e il suo commissario: "Simenon-Maigret" la coppia più famosa del mondo. Nei sottotitoli le parole chiave della narrativa simenoniana: l'atmosfera e la pelle dei personaggi. Il ritratto dello scrittore viene firmato da Giulio Nascimbeni che da poco aveva intervistato lo scrittore a Losanna nella sua piccola casa rosa di rue de Figuiers.
L'intervista si conclude con una immagine quasi fanciullesca dello scrittore ultraottantenne. "...poi l'uomo dal successo mondiale, il Casanova dalle mille e mille donne, il protervo, il cinico, volle che, prima di andarmene, vedessi gli animali di peluche con i quali aveva  giocato Marie-Jo". Qualche riga più sopra la figlia suicida dello scrittore era stata immancabilmente citata, in merito alle sue ceneri sparse sotto l'enorme cedro del libano che sovrastava il giardino, lo stesso dove la sua compagna Teresa avrebbe poi sparso le ceneri del suo amato Georges. Il pezzo sul commissario Maigret è scritto da Giuliano Gramigna. Dalla prima pagina continua, in un riquadro, l'intervento di Oreste del Buono. "Quell'angelo calato tra noi" : "...aveva voluto immettere nel mondo contemporaneo una specie di angelo. E' paradossale qualificare angelo il corpulento amico del buon mangiare e del buon bere, Maigret. Eppure, se ci riflettete, nella vita di tutti i giorni uomini come Jules Maigret non esistono ... Ma come vivere in un mondo in cui non s'incontra Maigret, in cui Maigret non potrebbe nemmeno esistere?..." . E ancora i volti televisivi e cinematografici del commissario, ma anche i film tratti dai romanzi simenoniani, raccontati da Ranieri Polese. A Silvio Betoldi il compito di fare i conti con i numeri di Simenon, soprattutto con quelli delle sue vendite, anche se con tutte quelle cifre si riesce anche a raccontare la vita e l'attività di uno scrittore assolutamente fuori della norma.

lunedì 24 febbraio 2014

SIMENON SIMENON. IL SECOLO "SIMENON" TUTTO IN UNA NOTTE

Stanotte un'occasione con i fiocchi quella sul canale franco-tedesco Arte, dedicato tutto alla cultura e appunto all'arte. Il programma per i simenoniani doc è stato una chicca da leccarsi i baffi. Dedicata a Georges Simenon, il suo cuore è stato un documentario realizzato da uno dei massimi studiosi simeoniani, Pierre Assouline, che ha messo su oltre 50 minuti di reperti sonori, visivi, fotografie inedite, spezzoni dei film tratti ai suoi romanzi... insomma un patchowork accattivante e composto in maniera orginale e sapiente come ormai ci ha abituato questo geniale giornalista-saggista-biografo-scrittore....
Uno dei punti forti del documentario, che ha ricostruito la vita del romanziere attraverso i suoi momenti cruciali, ha trovato un motivo di grande interesse nella presentazione di un inedito documento sonoro in cui Simenon stesso legge alcuni passi della famosa Lettre à ma mère sul suo difficile e complesso rapporto con la madre Henriette. Una lettura a tratti commossi, a tratti strillata che ha ripercorso, anche nei toni, i tormentati rapporti tra madre e figlio. E a tale proprosito, Assouline ha posto l'accento su una coincidenza assai poco rilevata, ma che potrebbe essere un'orginale e pressoché inedita chiave di lettura non solo della letteratura, ma anche della vita di Simenon: " Il a commencé à écrire quand il a quitté sa mère et a cessé d'écrire à sa mort". (Ha iniziato a scrivere quando ha lascito sua madre e ha smesso alla sua morte).
Non sono mancati i suoi esordi da giornalista, la pubblicazione del suo primo racconto su Le Matin, grazie a Colette, l'immancabile rapporto con le donne (diecimila?), il sensazionale lancio di Maigret, il suo cattivo rapporto con il mondo dei letterati.... Insomma una panoramica di grande suggestione anche per il modo in cui i vari tasselli di questo puzzle sono stati incastrati.
Un contributo prezioso è stato fornito da John Simenon, secondogenito dello scrittore, che gestisce molti dei reperti e dei materiali che si riferiscono alla vita e all'attivita letteraria del padre. Non a caso è proprio lui che ha ideato e realizzato il sito ufficiale di Georges Simenon "Simenon.co"
Come se non bastasse prima del documentario, alle 22.45, è stato messo in onda alle 20.45 un bellissimo film, L'horologer de Saint-Paul di Bertrand Tavernier (1974) interpretato da Philppe Noiret e Jean Rochefort, tratto dal romanzo L'horloger d'Everton (1954). Insomma una nottata memorabile.