martedì 11 marzo 2014

SIMENON SIMENON. L'UOMO CHE NON ERA MAIGRET

Ecco un video particolare che vogliamo proporre oggi. Si tratta di un documentario realizzato nel 2003 in cui Georges Simenon  parla di sè, delle sue opere, del suo metodo creativo, inframmezzto di brani cinematografici e televisivi tratti dalle sue opere.

 


 

 


lunedì 10 marzo 2014

SIMENON SIMENON. QUANDO SI SPENSE LA PIPA DI GEORGES

Torniamo con la nostra celebrazione 
dei 25 anni dalla scomparsa di Simenon. 
Questa volta ci occupiamo di quello che
il 7 settembre 1989 il quotidiano "La Repubblica" 
dedicò allo scrittore.
Fà parte di quelle testimonianze 
che ogni tanto abbiamo dato e che 
continueremo a dare nel corso dell'anno 
per ricordare e capire come in quel momento 
fu accolta la morte di Simenon dai quotidiani italiani e stranieri.


E' il paginone centrale de La Repubblica, quello dedicato alla cultura, che titola le due pagine affiancate: "Si è spenta la pipa di Simenon". Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, di cui era allora direttore, affida il pezzo di apertura a Corrado Augias, il cui titolo recita "Un Maigret con i miliardi", dove afferma "...ha dato al nostro secolo 225 o forse 246 romanzi (sulla cifra esatta esistono contrastanti opinioni) quasi tutti di eccellente qualità. Alcuni addirittura dei capolavori... Con la gente comune non si fanno grandi romanzi; neanche grandi romanzi polizieschi. E infatti la sua abilità di costruttore di plot sta nel far trovare questa gente comune proiettata di colpo in una vicenda che la supera, scagliandola al di là del destino che si credeva stabilito per lei. E nel fargli toccare il fondo di questa condizione inattesa...".
Augias, dopo aver ripercoro le tappe più significative della vita del romanziere, chiude accennando al suo essere, in fin dei conti, un borghese proprio come Maigret, ma purtroppo, secondo lui, rovinato, come uomo, dai troppi miliardi che il suo successo di scrittore gli aveva procurato. Sulla pagina di destra, Irene Bignardi ci parla de "L'uomo dai cento volti", riferendosi ai tanti attori che hanno interpretato il celebre commissario in televisione e al cinema, ma trattando anche delle numerose pellicole tratte dai romanzi di Simenon. In un riquadro centrale in basso  senza titolo, vengno passati in rassegna i titoli più famosi e popolari dei romanzi e dei Maigret.

domenica 9 marzo 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET, CERVI E I GIORNALI DI ALLORA...

Piccolissimo passo avanti per la serie televisiva di Maigret/Crèmer di cui ieri è andata in onda, sempre in prima serata su LA7 il secondo episodio.
Riusultato: 49.000 spettatori in più ed un + 0,43% di share. Non è molto, ma, come si dice, è una tenuta, che non fa rischiare, almeno per ora, la chiusura della serie.
Nel post di qualche giorno fa' si parlava del gradimento di questa serie, con commenti di lettori, scrittori, critici, simenonologi...  e del condizionamento che certo pubblico (quanto?) ancora subisce per l'ottimo ricordo del Maigret di Gino Cervi e del consegunziale confronto con altri "commissari", Bruno Crémer in questo caso.
Oggi vogliamo andare a ripescare quello che ne pensavano, nella metà degli anni '60, i critici televisivi dei quotidiani (che non conoscevano ancora i Maigret di Crémer, forse nemmeno il nome di Crèmer e nemmeno le serie precedenti di Jean Richard).
"... sembra che Gino Cervi, abbia identificato soddisfacentemente sia sul piano fisico, che su quello psicologico, il personaggio del Commissario..." Queste giudizio lo si trovava sul Corriere della Sera del 28 dicembre, all'indomani del debutto della serie, con la prima parte (di tre) dell'episodio Un'ombra su Maigret.
Dopo la terza e conclusiva parte, lo stesso quotidiano alzava il tiro "... pensiamo che il miglior elogio all'attore lo possano fare i lettori di Simenon, riconoscendo che il suo (di Cervi) Maigret combacia quasi perfettamente con l'immagine uscita dalle pagine dei lbri...". 
Partenza in grande stile quindi, anche se non si immaginava il successo che portò la quarta serie nel '74 a sforare il 18 milioni di telespettatori.
La quarta serie sancì trionfo e l'ingresso del Maigret-Cervi nell'immaginario collettivo degli italiani.
Il Resto del Carlino di Bologna magnificava la fedeltà al personaggio impersonata da Cervi e tirava in ballo addirittura il grande Gabin: "... le sue indagni contrapuntate di quiete chiacchierate con le portinaie, di spuntini in trattoria, e di bevute al caffé non avevano il ritmo concitato e drammatico di certe realizzazioni affidate al duro Gabin, ma un timbro di verità...".
A La Stampa di Torino, dove erano dell'avviso che l'attore italinao avesse invece interpretato una versione diversa da quella del commissario letterario, scrivevano: "... quel Maigret così riveduto e corretto, da essere ammirato, per la dolcezza del sangue, dallo stesso Simenon, piacque in Francia come in Italia...".
Il Messaggero di Roma sottolineava invece l'italianizzazione compiuta da Cervi:"...la giusta interpretazione che serviva, cioè, per agganciare con più immediatezza l'interesse e la simpatia del nostro pubblico...".
Insomma quale che che fosse il taglio del giudizio, la stampa era concorde con il pubblico: grande successo per la serie, ma forse ancor più, grande successo personale di Gino Cervi.
E non è un mistero che l'attore amasse quel personaggio, aldilà del successo che gli portò. Ad un giornalista romano un giorno scrisse: ... il fatto è che nella mia lunga carriera non mi sono innamorato mai di un personaggio come di questo. Io a Maigret voglio un bene dell'anima. Mi piace tutto di lui, anche quello che mangia e quello che beve. Forse Maigret è un oriundo emiliano...".
  
Simenon-Simenon - Per saperne di più
HANNO DETTO SUL MAIGRET TELEVISIVO: CERVI O CRÉMER
SIMENON SIMENON. MAIGRET SU LA7: PICCOLA NOTAZIONE DEI... GIORNI DOPO
SIMENON SIMENON. Il MAIGRET DI CERVI CELEBRA I 50 ANNI
SIMENON SIMENON. IL MAIGRET FRANCESE RISPUNTA A MARZO SU LA7

sabato 8 marzo 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET... SEDUTTORE INASPETTATO?


Forse seduttore è un po' esagerato. Ma il rapporto con le donne del commissario non è così marginale e scontato. A volte più che delle "inchieste del commissario Maigret" potremmo parlare delle "inquietudini del commissario Maigret". Già perchè le sue indagini lo portano spesso a contatto con donne di tutti i tipi e non di rado in situazioni in cui lui e lei sono vicini e soli.
Ma questo non basta. Quando Maigret conosce una donna, utilizza parole ed espressioni che sarebbero più consone al suo creatore.
Insomma è come se Simenon avesse creato un personaggio, almeno a prima vista, impermeabile al fascino femminile e sordo alle tentazioni dell'altro sesso, ma poi se ne fosse pentito... Ma quel punto era costretto a limitarsi al non detto, al non scritto... anche se in qualche modo riesce a rendere percepibili certe tensioni, non solo, per il linguaggio cui abbiamo prima accennato, ma anche per situazioni limite in cui mette il suo commissario, ma che poi regolarmente deve "normalizzare"...
Ma Maigret piace?
Certo Simenon non ne ha fatto un bellone seducente, ma su certe donne possiamo dire che il commissario, nel suo insieme, esercita il suo fascino. Anche qui nessuna passione travolgente o nemmeno manifesta, ma qualcosa che pure è reso ben tangibile, sia pure nell'aria e che coinvolge ad alcune delle donne delle sue inchieste.
Come abbiamo accennato, sono donne di tutti i tipi e non è detto che le più sensuali siano quelle che lo turbano di più. Potremo citare la fascinosa prostituta Else che ne La nuit de carrefour, cerca di sedurlo, certo lo turba, ma in realtà non lo attrae davvero. Il tipo femminile  che piace al commissario é la donna, possibilmente giovane, bionda e ben dotata... insomma una femmina con tutte le sue forme e lontana dalla tipologia della dark-lady di quei romanzi hard-boiled che di là dell'Atlantico dettavano i canoni di una nuova narrativa gialla (o meglio noir). Insomma una come la protagonista di Félicie est là, che certo indirizza il suo amore verso un altro giovane protagonista, ma che a Maigret non dispiace, lei gli è simpatica... e forse qualcosa in più...
E poi quante donne ha sedotto Maigret tra le lettrici delle sue inchieste?

venerdì 7 marzo 2014

SIMENON SIMENON. QUANDO LE CANTAVA CHIARE A GASTON GALLIMARD


Simenon è sempre stato la bestia nera dei suoi editori. Questo è uno degli stereotipi che si sono diffusi sul conto del romanziere. Certo era un tipo esigente, preciso, che non aveva molta voglia di socializzare con gli altri scrittori, figuriamoci con gli editori...! Certo aveva una non comune abilità nel trattare gli affari... i suoi affari e non aveva timori reverenziale nemmeno per un Gaston Gallimard la cui casa editrice rappresentava allora un traguardo per ogni scrittore che ambiva ad essere riconosciuto come "uno che conta".
Ma Simenon era diverso, la sua forza era nel suo innato impuso di scrivere e nella sua determinazione nel perseguire il suo obbiettivo.
A questo proposito è estremamente illuminante quello che nel '38 scriveva in una lettera all'editore degli editori. La prima opera di Simenon per Gallimard era uscita nel '34 e il contratto era stato firmato qualche mese prima. Quindi da quattro anni era un autore della raffinata scuderia editoriale. In quel periodo aveva scritto una ventina di romans-durs e nemmeno un Maigret.
Tornando alla lettera vediamo come apostrofa il suo editore "...vi rispondo in un modo, forse un po' scontroso,  ma sono nel pieno del periodo più difficile di un romanzo, che, qualsiasi cosa ne pensiate, non ha come scopo un qualsiasi versamento di denaro per un lavoro finito, ma è il prodotto di sforzi lunghi e dolorosi - nella speranza non di un guadagno, ma di una piccola perfezione...".
Simenon va giù duro sulla monetarizzazione dell'opera letteraria, calacando la mano sulle motivazioni intrinseche che spingono uno come lui a scrivere e, più avanti nella lettera, chairisce meglio il concetto.
"...  io non ho mai scritto in fretta un testo per riceverne l'equivalente in denaro e trovo la vostra frase ingiuriosa. Se inondo il pubblico, forsè è perché mi è necessario scrivere, visto che il mio mestiere è quello di scrivere, e perchè ne sento il bisogno - e conclude con un'affermazione un po' paradossale -  Se un solo editore o un tale editore non basta, è facile guardare altrove...".
Un moto di ribellione nei confronti di Gallimard? Simenon continuerà a scrivere per lui per altri otto anni prima di passare a Presses de La Cité. Ma l'insofferenza è evidente... anche perché la convivenza con altri autori blasonati, e più inseriti di lui nel mondo letterario, non lo mette affatto a suo agio. E continua:
"... io non posso occuparmi di quello (si trattava dei diritti cinematografici per le sue opere), perchè sono nel bel mezzo di un romanzo che ha tutt'altra importanza, non finanziaria, ma morale...." .
Una presa di distanza dagli "affari", che pure Simenon sapeva gestire benissimo, ma che gli serviva per mantenere le distanze tra le esigenze editoriali di Gallimard e quelle creative del Simenon romanziere.
In un 'intervsta del novembre dell'81 a Le Monde ricorderà a tale proposito il momento in cui firmò il contratto. "... tutti lo chiamavano per nome, Gastone. Lui pranzava con i suoi scrittori e li portava al bordello... Io gli dissi: Non vi chiamerò mai Gaston, e non pranzerò mai con voi. Chiudiamoci nel vostro ufficio con il mio avvocato e la vostra segretaria. - Il contratto fu firmato e io non ho mai avuto problemi con lui...".

giovedì 6 marzo 2014

SIMENON SIMENON. EVENTO IN TURCHIA: LO SCRITTORE IN MOSTRA CON LE SUE... FOTO !

Il manifesto della mostra realizzato con una foto di Simenon
Simenon in Turchia. Esattamente tra una settimana verrà inaugurata a Notre Dame de Sion, a Istanbul, una esposizione con un centinaio di foto scattate da Simenon durante i suoi viaggi nei quali realizzava dei reortages per vari quotidiani parigini. Si tratta di fotografie del periodo 1931-1935, quando Simenon, una volta lanciato Maigret, si dedicò a numerosi viaggi: in Africa (estate del '32), in Europa e in Medio-Oriente (estate del '33), realizzando una circumnavigazione del Mediterraneo (estate del '34), in giro per il mondo, dall'America all'Australia all'India (1935). In Europa era iniziata la crisi economica (1929), ma per Simenon le cose andavano alla grande, dopo il successo del suo Maigret, per lui si aprirono le porte della più prestigiosa casa editrice francese, Gallimard. E iniziò la sua escalation di romanziere.
Ma torniamo alle foto che confermano la tendenza dello scrittore a interessarsi particolarmente all'uomo. E infatti, tra le sue inquadrature, più che quelle degli ambienti prevalgono quelle di visi, delle persone, della gente di tutti i paesi attraversati. Si dice che il patrimonio fotografico di Simenon ammonti a circa 3000 foto, e non deve stupire. E' ormai noto che lo scrittore nei suoi viaggi immagazzinava ricordi, sensazioni, suoni, colori che poi utilizzava nei suoi romanzi. La fotografia è evidentemente uno strumento che contribuisce a rendere più tangibile e vivo il ricordo, anche se crediamo che Simenon si affidasse più alla sua memoria e al filtro del tempo, che alle più precise e obiettive testimonianze fotografiche.
L'esposizione dunque aprirà i battenti il 13 marzo e resterà disponibile ai visitatori fino al 3 maggio. La mostra si avvarà anche di un catalogo dove si ritroveranno le firme di illutri studiosi simenoniani, da Laurent Demoulin a Michel Lemoine a Benoît Denis. Chi volesse maggiori informazioni potrà rivolgersi all'indirizzo mail: mireille.sadege@nds.k12.tr