lunedì 28 aprile 2014

SIMENON SIMENON. LE MINACCE DI MAIGRET E LA PIPA TELEVISIVA DI CREMER

Siamo alla terza settimana della presenza in classifica della raccolta di racconti di Maigret che l'Adelphi ha editato con il titolo di Minacce di morte. Per quanto riguarda le posizioni nellle varie Top Ten o Top 100, troviamo che secondo le stime realizate da Nielesen Bookscan (13/19 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato, l'ultimo volume d'inchieste di Maigret tiene saldamente il 2° posto come nella precedente settimana per la sezione dei "Tascabili". Per GFK l'ultima classifica (14/20 aprile) elaborata per il supplemento La Lettura del Corriere della Sera di ieri, vede Minacce di morte fare un discreto passo indietro dalla 9a posizione della rilevazione precendente alla 15a di quella attuale nei libri di "Narrativa straniera". Anche per Eurisko l'ultima rilevazione (14/20 aprile) effetuata per RCult de La Repubbica di ieri, dà la raccolta simenoniana in leggera discesa dal 2° al 5° posto dei "Tascabili".
Per quanto riguarda le classifiche dei libri venduti sul web troviamo Minacce di morte alla 23a piazza della Top 100 di Internet Book Shop. Sulla piattaforma di Feltrinelli.it occupa invece una buona 5a posizione sui primi 100 più venduti. Per un pelo invece rientra nella Top 100 di inMondadori... attaccandosi al 96 posto. Per quanto riguarda la versione ebook di Minacce di morte, lo troviamo al 2° posto della classifica della Rizzoli.it.
Concludiamo, come di consueto, andando a monitorare le due puntate della fiction francese su Maigret con Bruno Crémer. Sabato scorso su LA7 la prima delle due puntate trasmesse ha totalizzato 443.000 telespettatori, raggiungendo uno share dell’1,81%. La seconda puntata, trasmessa di seguito, ha realizzato un ascolto di 269.000 telespettatori, toccando uno share del 2,03%. Per il commissario con la pipa una piccola battuta d'arresto in tv, su un livello di spettatori/share già non altissimo nei sabati precedenti.

domenica 27 aprile 2014

SIMENON SIMENON. E GEORGES ENTRA ANCHE NELLA PELLE DEL... LETTORE


"Ho sempre avuto voglia di scrivere un romanzo, come per moltissimi... Vale a dire, quello che io chiamo la ricerca dell'uomo per me era quasi una ricerca di me stesso, poiché io non sono che un uomo come gli altri...".
Così diceva Simenon nel 1974, in un'intervista a Fracis Lacassin, proprio, dopo l'incidente di Victor, il romanzo mancato che lo aveva indotto a rinunciare alla sua attività di romanziere. Simenon guarda in quel momento con un minimo di distacco la sua opera e la sua vita passata a scrivere. Questa dichiarazione d'introspezione attraverso la scrittura ci dice molto sulla famosa "impellenza di scrivere" più volte dichiarata e più volte ripresa da studiosi e critici. Il non poter far a meno di mettersi nelle storie, nei personaggi, nelle ambientazioni è dato da una forza interna che si traduce in quel famoso entrare nella pelle del personaggio, come se diventare qualcun'altro per qualche giorno, oltre che a scrivere il romanzo, gli permettesse di guardarsi meglio dentro.
"... e uno si mette nella pelle di un altro e non si sa dove questo ti porterà, lo si segue giorno per giorno ed è soltanto all'ultimo capitolo che si viene a sapere qual'é la soluzone del dramma...".
E qui si capisce come, oltre a cadere nell'ormai conosciutissimo état de roman,  Simenon non solo riuscisse a mettersi nella pelle del personaggio di turno, ma entrasse anche un quella del lettore... proprio quello che poi seguirà la vicenda del romanzo... scoprendo personaggi, situazoni e ovviamente senza sapere come andrà a finire.
Forse potrebbe essere proprio questo uno dei motivi del grande successo della sua opera. Questo metodo gli permette infatti di mettersi dalla parte di chi legge, cosa che spiegherebbe la curiosità, diremmo quasi lo stupore, che traspare tra le righe che Simenon mette sulla carta. Ed é un metodo che finisce per coinvolgere il lettore che scopre i personaggi, che si sente all'interno delle sue ambientazioni, che finisce per immedesimarsi nelle situazioni che vengono raccontate. Insomma mentre scrive Simenon entra nella pelle dei suoi personaggi proprio come faranno poi i lettori con il suo libro in mano.
"...Qualsiasi uomo è il protagonista di un romanzo - precisa lo scrittore - perché la vita di ciascun uomo è un romanzo...".
E così Simenon entra nella pelle del lettore, inconsciamente, come inconsciamente si identifica con suoi personaggi. E l'inconscio è centrale nella letteratura simenoniana "...parlo del romanzo del subconscente. Perché io divido i romanzi in due tipologie: ci sono dei romanzi scritti con l'intelligenza, la sensibilità, la poesia... e ci sono dei romanzi letteralmente scritti dal subcosciente...".

sabato 26 aprile 2014

SIMENON SIMENON. "LA CHAMBRE BLEUE"... I PRIMI FRAME

Queste sono le prime immagini che circolano sulla realizzazione cinematografica di Matieu Amalric, La chambre bleue, che come abbiamo già riportato (vedi "La chambre bleu" arriva in concorso a Cannes), sarà presente al prossimo Festival Internazionale del Cinema di Cannes, concorrendo nella sezione Un certain regard. Con l'occasione, ricordiamo ancora che il film è tratto dall'omonimo romanzo di Simenon, scritto nel 1963.



venerdì 25 aprile 2014

SIMENON SIMENON. LETTERA A MIA MADRE...DAL PALCOSCENICO

Stavolta è uno dei più toccanti romanzi di Simenon ad essere sotto i riflettori. Si tratta del famoso Lettre à ma mère (scritto a Epalinges nel 1974), dove lo scrittore mette a nudo i rapporti drammatici, per altro già conosciuti, con la propria genitrice. Il romanzo sarà infatti presentato sotto forma di pièce teatrale al prossimo Festival du Polar de Cognac edizione 2014... (una location che non sarebbe dispiaciuta al commissario Maigret). Il festival debutterà il 17 ottobre prossimo e, tra le varie sezioni, ce ne sarà una teatrale, dove appunto sarà rappresentata Lettre à me mére, un omaggio in occasione del 25° dalla scomparsa del romanziere. Il lavoro teatrale sarà curato da Jean-Baptiste Baronian, con l'interpretazione di Robert Benôit (che nel 2009 aveva presentato proprio a Cognac un'altro calssico simenoniano  "Lettre à mon juge").
Il festival darà spazio alla letteratura, al cinema, alla television e alla graphic novel, ma del programma definitivo ve ne parleremo un po più in là, dopo l'estate.

giovedì 24 aprile 2014

SIMENON SIMENON, ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO/2



Claudio Binotto - Tre anni fa, alla veneranda età di 56 anni, e dopo una vita di sterminate letture, ho incontrato Simenon, non so perché così tardi, ma è successo questo. Da allora, dopo avere letto ed acquistato i 75 Maigret di Adelphi, più i 4 volumi di racconti, ho letto altri 90 roman-durs, di cui sono riuscito ad acquistarne ben 80, finora, essendo gli altri di più ardua reperibilità. Da allora, praticamente, non leggo altro!! Se Adelphi si sbrigasse a pubblicare tutti i romanzi che ancora oggi mancano di una traduzione italiana - il che a tutt'oggi è a dir poco vergognoso - saremmo tutti più felici. Nell'attesa faccio ricorso a ebay per leggere ciò che ancora mi manca dell'antico lavoro di traduzione fatta decenni addietro da Mondadori. Questo incontro letterario è stato uno dei più ricchi della mia vita. Un saluto a tutti i simenoniani! 

*Jean-Claude-Pirotte - Ho letto Simenon quando avevo dieci anni, l'ho riletto a venti, Lo rileggo ancora. Alcuni dei suoi eroi - che non lo sono affatto - mi accompagnano ancora. E sempre di fronte a migliaia di pagine  mi chiedo: "è così che bisognerebbe scrivere. Ma chiuso il libro me lo dimentico. Potrei riaprirlo, ma sarebbe come aprirlo per la prima volta... 
*Scrittore e poeta belga

Claudio - Georges Simenon ha bussato alla mia porta non molto tempo fa grazie a mio padre, fidatissimo consigliere personale in fatto di libri e non solo, che porgendomi La Camera Azzurra con uno sguardo inebriato probabilmente dal ricordo delle atmosfere plumbee, di quell'umidità che lenta s'annida nell'animo dei personaggi depredandoli solo in apparenza del calore vitale delle passioni, mi disse:"Leggilo, scorre che manco te ne accorgi". Non esitai - con il senno di poi dico fortunatamente - a seguire il suo consiglio, e in men che non si dica una nube grigiastra e opaca m'avvolse irrimediabilmente catapultandomi in un mondo dove regnava una tranquillità apparente, dove le rispettive vite di due amanti erano scandite dal ritmo lento di una quotidianità fredda e vuota, riempita solamente in quella squallida camera azzurra da una calda carnalità destinata ad esplodere in un condensato di ossessioni e criminalità. Finito il libro pensai tra me e me:"Felice di averti conosciuto Georges e grazie papà".Da allora in poi non ho più smesso di frequentare i suoi personaggi, sembra un ricordo vivido e concreto quella reazione esplosiva di Kees Popinga, una persona così tranquilla e perbene che devitalizzata da una cocente scoperta, sbatte violentemente sulle contraddizioni di una realtà che non ha nulla da offrirgli,se non la coscienza di un'esistenza di per se stessa finita ancor prima di essere iniziata. Detto questo, vorrei raccogliere a mio modo l'invito al dibattito e alla discussione che il signor Maurizio ha fatto nell'intestazione al post di Anonimo (personaggio interessante quanto il suo bel commento). Premetto che sono uno studente di Filosofia, per dire che in questo periodo oltre a Lettera Al mio giudice di Simenon sto leggendo un libro di Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Entrambe le scelte non sono state casuali, ho deciso di accoppiare due mondi così diversi per un motivo molto semplice:da sempre si obietta alla filosofia di costruire ragionamenti astrusi e puramente concettuali a discapito del contatto con la realtà,quella fisica,quella umana di tutti i giorni che vede noi uomini gettarci a capofitto in cose delle quali non comprendiamo neanche il senso profondo, né sentiamo il bisogno di indagarlo. In modo diverso, con mezzi e forme diverse, sia Nietzsche che Simenon hanno posto al centro della loro scrittura l'uomo e la sua condizione. Non voglio assolutamente forzare paragoni o instaurare parallelismi che non si reggano, ma le profondità umane ricercate e trovate da Georges mi stanno aiutando a nuotare meglio nell'oceano tempestoso di Zarathustra, dove c'è sentimento,dolore nel racconto di un agire dell' uomo che ha tradito le sue stesse attese degenerando in qualcosa che deve essere necessariamente superato. Da un lato Simenon mi dà l'idea d'essere uno speleologo che non esaurisce mai la sua voglia di andare sempre più giù, sempre più in profondità nelle ambiguità e nelle complessità di un animo umano che non sembra aver mai un fondo;dall'altro lato c'è Nietzsche, il suo manifesto malessere nei confronti dello schifo che l'uomo è stato capace di generare e nel quale naviga fiero e presuntuoso, senza dubitare mai della rotta intrapresa.

Cristina De Rossi - Un regalo di quando compii sedici anni. Un mio zio professore, appassionato di letteratura francese, mi regalò Maigret e il ladro  pigro. Me lo ricordo a distanza di anni perchè mi sembrava un titolo buffo, buono per un romanzo umoristico. E mio zio mi disse "Auguri Cri... e vedrai che questo libro sarà la porta che ti farà entrare nel mondo della letteratura francese".
Zio Roberto aveva ragione, però entrai prima nella stanza di Maigret (di cui lessi decine e decine di libri) poi, nella grandissima casa di Simenon e poi effettivamente nel mondo della letteratura francese. Ma da allora, tra gli altri, sul mio comodino troverete sempre o un Maigret o un romanzo di Simenon.

martedì 22 aprile 2014

SIMENON SIMENON. CLASSIFICHE E SHARE: "MINACCE" SMORZATE DALL'UOVO DI PASQUA

La settimana prima di Pasqua ha visto l'ultima raccolta di racconti di Maigret, scendere di qualche posto dopo l'exploit della settimana precedente.
Iniziamo subito dalla classifica stilata da Nielsesn Bookscan (6-12 aprile) per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso dove Minacce di morte ha perso la prima posizine per occupare la seconda nella sezione "Tascabili". Per quanto riguarda RCult de La Repubblica di Pasqua, secondo Eurisko (7-13 aprile), invece staziona nella stessa sezione, la seconda posizione della settimana prima. Meno buone le stime fatte GFK per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera di domenica: dal 6° al 9° posto della sezione "Narrativa straniera".
Se dalle librerie passiamo allepiattaforme che vendono i libri on-line, vediamo che nella Top 100 di Internet Book Shop la raccolta simenoniana perde un posto, dal 16° al 17° e nona è la posizione dove invece lo ritroviamo su Feltrinelli.it. Per gli ebook segnaliamo che l'ultimo Maigret in versione digitale occupa il 2° posto nella classifica della Rizzoli.it
Sempre numeri, ma dai libri alla televisione. Ecco telespettatori e share delle puntate del Maigret con Bruno Crémer trasmesso alla viglia di Pasqua da LA7:
511.000 spettatori (share 2.13%) e 302.000 (share 2.11%) rispettivamente per il primo e il secondo episodio che l'emittente manda in onda uno dopo l'altro. I dati consolidano i livelli delle settimane precedenti.

sabato 19 aprile 2014

SIMENON SIMENON. BUONA PASQUA E BUONE FESTE

Cosa faceva a Pasqua Simenon?
Non lo sappiamo. Certo con i bambini
uova e ciocolato non saranno mai macate.
Se poi il romanziere sentisse la festività...
beh questo non lo sappiamo: convinzione religiosa,
convenzione sociale...
Simenon-Simenon non mancherà
di rispetto a chi è convinto
e non criticherà chi rispetta
anche solo la tradizione.
Quest'anno Pasqua cade il 21 aprile,
e, almeno per quello che riguarda
questo giorno del 1969, sappiamo che
Simenon completava la stesura di  
Maigret et le tueur (ma quell'anno 
il 21 aprile non era Pasqua... 
era già stata il 6 dello stesso mese).
Buone feste quindi a tutti quelli
che ci seguono, perché è merito loro se,
mese per mese, Simenon-Simenon
cresce un po' di più...
Noi ci prendiamo un paio di giorni di vacanza,
arrivederci a martedi 22 aprile e auguri!


venerdì 18 aprile 2014

SIMENON SIMENON. LA CHAMBRE BLEUE ARRIVA IN CONCORSO A CANNES

Durante la conferenza stampa di ieri, sono stati resi noti i titoli dei film che parteciperanno all'edizione 2014 del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, che si svolgerà dal 14 al 24 maggio.
L'adattamento per il grande schermo del romanzo simenoniano La chambre bleue, diretto e interpretato da Mathieu Amalric, è rientrato in Un certain regard, una delle due sezioni di cui sono divise le pellicole in concorso.
Un buon risultato per un film che era stato definito dallo stesso Amalric una realizzazione a basso costo. Lavorazione iniziata con le riprese a luglio scorso e uscita prevista per aprile 2014. Un film realizzato molto velocemente, tanto che lo stesso regista, scherzando ma non troppo, affermava di volersi attenere anche al ritmo lavorativo del romanziere che, come è a tutti noto, terminava i suoi libri in poco più di una settimana.
Vale la pena ricorda che La chambre bleue fu scritto da Simenon nel '63, nel periodo svizzero, alla vigilia del trasferimento dal castello di Echandens alla grande villa da lui fatta costruire ad Epalinges. Uscì poi nel gennaio del 1964 per i tipi di Presses de La Cité.
Il romanzo racconta la torbida passione di due amanti, Tony e Andrée, travolti dalla loro storia sensuale che inizia appunto nella camera blu dell'Hotel dei Viaggiatori. I coniugi dei due muoiono entrambe, prima il marito di lei in condizioni misteriose e poi la moglie di lui, avvelenata. La coppia di amanti terribili viene messa sotto accusa...
Un romanzo a tinite forti dove l'autore mette in mostra la sua capacità di creare personaggi di spessore, la sua abilità nella costruzione psicologica dei protagonisti e la sua bravura nel rendere realisticamente quelle atmosfere cupe e tragiche che qualcuno definirebbe noir.
Sullo schermo Tony è interpretato dallo stesso Amalric e Andrée da Lèa Drucker.
Questo, se non andiamo errati,  dovrebbe essere il sessantunesimo adattamento per il grande schermo dei romanzi di Simenon. Chi ne volesse un elenco può leggersi un nostro vecchio post: Film tratti dai romanzi di Georges Simenon

giovedì 17 aprile 2014

SIMENON SIMENON. INCONTRARE SIMENON

Pubblichiamo oggi un post tratto da un commento di ieri. Lo abbiamo ritenuto molto interessante e ben scritto tale da evidenziarlo in questo spazio. Si tratta di un punto di vista e di una visione personale di Simenon, delle sue opere e del suo mondo e di una voce che rende "Simenon-Simenon" più ricco, più vario e sempre più in sintonia con i propri lettori.
Questo come altri che, speriamo, andremo a pubblicare, riporteranno magari opinione molto diverse e, ci auguriamo provocheranno altri commenti e susciteranno dibattiti.  E' per questo che ringraziamo L'Anonimo (ma non sarebbe meglio un bel "nom de plume"?... se non altro per non confondersi poi con altri che scrivono firmandosi: "anonimi"), lo ringraziamo quindi e vi invitiamo a leggere il suo intervento. 
 

Forse sono un paio d'anni che ho scoperto o mi sono imbattuto, come accade a Cappuccetto Rosso nel bosco, in George Simenon. Ricordo Maigret in bianco e nero. Ma non badavo troppo chi fosse lo scrittore che aveva creato il commissario. Questa disattenzione era di certo data dall'età e della poca importanza che quelle indagini avevano a che fare con il presente che si vive. E poi la mia città piena di contraddizioni, canzoni in dialetto, l'idea romantica dell'amore e quella del sesso delle prostitute dei Quartieri Spagnoli e giù alla Ferrovia e lungo la Marina verso la zona industriale dei quartieri operai la disoccupazione e la delinquenza grande e piccola o la camorra che si spartiva e si spartisce i quartieri del centro come della periferia e intorno al porto e a l'aeroporto. Le brave famiglie che attraverso la crescita dei propri figli venivano al contatto con la droga di ogni genere e la devastazione individuale e la morte collettiva di molte generazioni. E i ragazzi che lottavano e cercavano di lottare per una società e un mondo migliore o comunque vicino alle esigenze e bisogni e sofferenze materiali di intere popolazioni. E comunque ognuno, maschi e femmine, a fare i conti con la propria esistenza individuale specie quando non ci si aggrega e il disfacimento del tessuto sociale va in frantumi e cade a pezzi. E qualche pratica di scrittura e lettura per cercare di capire e riflettere, attraverso, i romanzi, la propria vita e quelle altrui. E in quali letture tuffarsi, ognuno con i propri tempi, per afferrare attraverso le storie la realtà tangibile di personaggi inesistenti ma in cui potersi riflettere e guardare gli altri da sè? Chiaramente i classici proposti da tutte le scuole, gli insegnanti e gli amanti della letteratura. Certo. In tutto questo si adagia e si insinuano i primi romanzi di uno scrittore fotografato sempre in compagnia della sua pipa. Un immagine più classica dei contenuti stessi dei romanzi dello stesso scrittore di origine belga e francese di adozione. Come è stato e chi a farmi avvicinare a Georges Simenon. Più che delle persone in carne ed ossa, credo delle recensioni o sui giornali, inserti e settimanali e riviste. Dopo quattro cinque romanzi, (le inchieste di Maigret non ne ho letto nemmeno una) mi sono sentito lentamente avviluppato ... in fondo in quale ragnatela? E' notorio che leggere seduti in poltrona accanto a un lume o stesi a letto nel silenzio delle notte le disgrazie degli inferni altrui ci fa sentire esclusi e nello stesso tempo(inclusi)nella tragedia nella soppressione di uno o più esseri umani. Insomma viaggiamo nella mente e nei gesti di un assassino o un'assassina ma ne siamo distanti e questo ci rassicura. Mi sono chiesto perché i romanzi di Georges Simenon mi prendono e mi affascinano così tanto e piano piano e poi in maniera totale come il veleno di un serpente. E sapere o scoprire da me che Georges Simenon era un conservatore, un reazionario o addirittura un fascista e nazista alla Celine, a detta di molti il grande Celine, m'inquieta ancor più. Eppure non m'interessa ora disputare se Simenon fosse un fascista o un comunista, ma mi disturba di certo la capacità di scendere nell'animo umano e poterne vedere il percorso nello specchio della scrittura, anzi di una storia. E non m'interessa nemmeno capire la psicologia dei personaggi di Simenon. Penso a Simenon come a uno che sa raccontarci una storia. 
redo che sia fondamentale saper raccontare una storia. Al momento non so dire se tutti i romanzi di Simenon abbiano una sorta di canovaccio scaletta, il successo della forma, che lui userà in tutte le altre storie. Forse siamo accanto a un camino, una stufa o in un appartamento riscaldato e Simenon ci fa vedere ed entrare in una una stanza(corpi e anime e per anime intendo le sensibilità o le sensibilità che con una improvvisa o meditata capriola diventano efferatezza, in nome delle corde allo stato brado dell'amore, della passione o del sesso. Forse Simenon attraverso le storie dei personaggi dei suoi romanzi, personaggi che sembrano nascere e crescere in carne e ossa mentre si prosegue nella lettura, vuol dire o suggerirci che gli uomini per quanto aspirino e lottino per la piena e consapevole libertà, praticamente sono incatenati e prigionieri delle propri passioni umane che inevitabilmente quando vivono o sono punte dalla lava della vita, portano al disastro e alla distruzione di sè e degli altri. Gli esseri umani perduti, sempre e comunque. Eppure i personaggi dei romanzi di Simenon sono mossi dall'amore. L'assassino pare sia proprio l'amore. Forse è questo che ci affascina in Simenon, cioè tenere nascosti i nostri "tradimenti". Il tradimento come legge sottostante e suprema dell'attuale (e futura...) società. Simenon così lontano così vicino dalla realtà in cui siamo immersi. (Anonimo)

martedì 15 aprile 2014

SIMENON SIMENON. ALLORA... ECCO COME L'ABBIAMO CONOSCIUTO...

Abbiamo scelto una decina di testimonianze di come lettori, amici e collboratori, sono venuti in contatto con i romanzi di Simenon o con le inchieste del commissario Maigret.
Se volete raccontare il "vostro incontro", scrivete o nei commenti di questo post oppure inviando una mail a simenon.simenon@temateam.com


Enrico - Anche se farà sorridere gli assidui frequentatori del sito, voglio ugualmente raccontare la mia scoperta, letteralmente folgorante, di Simenon.
La mia passione simenoniana è arrivata nel corso della mia maturità (che fortuna!). Da un’amica ho sentito parlare in maniera entusiastica de La camera azzurra. Simenon era da tempo un autore che avevo in mente di “aggredire” e poi ero impaziente di leggere un bel libro, mi fidavo del giudizio, che avrebbe riacceso in me quella curiosità di bambino quando, insieme a tutta la famiglia, si guardava il grande Gino Cervi interpretare quel burbero commissario francese.
Vengo subito preso dal racconto e aspetto con impazienza che il commissario si faccia vivo; vado avanti e, con l’aumentare del piacere della lettura, comincia a farsi strada un piacevolissimo dubbio … Altre poche pagine e al dubbio si sostituisce una certezza: ho scoperto un tesoro! I libri di questo signore belga mi faranno una grande compagnia e non solo con Maigret. Termino La camera azzurra e corro nella mia libreria a comprare un'Adelphi dove questa volta il nome del commissario è ben chiaro in copertina.
Il tempo di divorarlo, ma finiscono tutti così presto? e subito devo prendere la terribile decisione: e ora? Romanzo o Maigret? Sono ormai più di dieci anni che adoro crogiolarmi nel dubbio e ancora non ho trovato una risposta.
L’unica certezza è che dei libri di Simenon, e di pochissimi altri, non si può fare a meno.
Sapere che ci sono mi da una sensazione molto simile alla felicità.


Paolo Bernardini - Avevo 16 anni, per la morte dell'autore nel 1989. Comprai i miei primi 4 oscar Maigret alla Standa, con lo sconto. Subito dopo conobbi le repliche notturne su Raitre di Maigret Cervi Poi arrivarono i romanzi.

Andrea Franco - Era il luglio 1998, andavo per i 16 anni, eravamo attorno al 20 luglio ed ero in vacanza con i miei genitori in un agruturismo della Liguria.
Mi annoiavo e mi misi a guardare gli scaffali di una polverosa libreria... ad un tratto mi salta all'occhio un titolo: Maigret in Olanda. Ero fissato con l'Olanda in quel periodo. La copertina colorata poi mi piacque subito ed anche il fatto che c'era un bel riassunto dei contenuti in ultima pagina. Il libro che lessi in due giorni mi conquistò, avevo letto pochissimi libri fino a quell età (a parte Jack London). Tornato a casa cercai tra una libreria di libri usati altri Maigret,ne avevo una marea tra cui scegliere...poi scoprii che l'Adelphi pubblicava i romanzi di Simenon in cui non c'era Maigret e comprai Gli sconosciuti in casa, un po' per volta sceglievo tra i volumi gia pubblicati i titoli che piu mi ispiravano e cosi,
col passare degli anni, divenni un simenoniano di ferro.

Claudia Vignolo I got my first book in a train station. It was "Maigret se amuse".

Anna Rita Romano - L'ho conosciuto nell'estate del 1993... i suoi Maigret erano abbinati a un quotidiano, la Repubblica se non sbaglio... non l'ho più lasciato...

Cinzia Ciampolini - I miei nonni materni, mia madre, mio zio, tutti simenonisti... Ho dei suoi romanzi in edizione italiana dei primi anni '30, una raccolta Mondadori del 1934, un Tre camere a Manhattan del 1951 , i romanzi pubblicati nella Medusa anni '60 , più qualche altro in lingua originale . Tra l'altro ascoltavo tempo fa su Radio Rai 3 la lettura de Il grande Bob. Il commentatore diceva che non si trova in edizione italiana, ma io l'ho trovato tra i miei: fa parte di volumi-raccolta (romanzi di confessione morale, autobiografici, esotici, parigini, ecc..) del 1967. Quando andai ad abitare a Parigi , passavo le giornate, calepino alla mano, sulle tracce dei luoghi maigrettiani e degli altri ancora. Credo proprio di poter dire che il mio amore, quasi maniacale, per la letteratura francese tutta abbia proprio origine da Simenon.
 
Nicoletta della Corte - Folgorata da Lettera al mio giudice! E da allora è diventato una mia magnifica ossessione

Alma De Donato - figlia di libraria, prima libreria, ho quindi tutto Simenon e....l'adoro, Aspetto con ansia sempre le nuove ristampe

Giulio Masera - Ho visto Maigret alla televisione, ma non nel '64, ma in una delle varie repliche che la Rai ha poi trasmesso. Quella che ho visto io era, mi pare, a metà degli anni '80. Mi sono ricordata che mio cugino, più rande di me, leggeva Simenon, e mi sono fatto prestare una raccolta di cinque-sei romanzi I romanzi della provincia francese, che non erano dei Maigret. Letti quelli, ho alternato, e alterno tutt'ora le inchieste del Commissario ai romanzi.

Murielle Wenger - Dividevo il mio tempo libero tra le letture e la televisione... Un giorno trasmisero un telefilm poliziesco e il segugio si chiamava Maigret. Non ricordo più dopo tanti anni (forse il '75 o il '76 poteva essere "La pazza di Maigret")...A contrario ricordo benissimo che quel commissario aveva uno strano modo di parlare, con la pipa tra i denti, e il suo sorriso gentile... Il mio Maigret si chiamava Jean Richard la cui rotondità bonaria si integrava bene con le mie fantasie di bambina di dieci, dodici anni... Maigret sarebbe rimasto alla stregua di tanti miei eroi televisivi, se non avessi scoperto nella biblioteca di famiglia un piccolo romanzo in edizione tascabile, copertina sobria, con una pipa disegnata, e che raccontava - indovinate un po' - un'inchiesta del commissario... di colpo il piacere della scoperta fu decuplicato ... In effetti le trasmissioni sporadiche della serie, mi impedivano di vedere il mio eroe tanto quanto avrei voluto... Pensate  ritrovarlo a volontà nei libri, quale felicità... Il primo, mi ricordo, fu Maigret et l'indicateur... Poi ho letto il mio primo roman-dur di Simenon...non ma non rcordo esattamente quale...
(La versione completa e integrale del post di Murielle la trovate qui).