martedì 7 ottobre 2014

SIMENON SIMENON. SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI... IL COMMISSARIO "GRASSET"!

Il commissario Grasset
Esiste un metodo, una formula, una prova del nove per quantificare il successo? Sì, come ben sanno i politici, ai quali si può imputare ogni nefandezza ma non l'incapacità di fiutare ciò che da popolarità: un'imitazione e/o parodia è il segno tangibile del successo. Quando nel 1965 la Rai iniziò a trasmettere i telefilm, o gli sceneggiati come venivano chiamati, del commissario Maigret - interpretati da Gino Cervi - poteva un settimanale popolare, talmente popolare da vendere centinaia di migliaia di copie ogni settimana, sottrarsi a farne l'imitazione-parodia? No! Il successo della serie tv era tale - oggi nemmeno le partite della nazionale ai mondiali eguagliano i milioni di telespettatori del Maigret/Cervi - che avrebbe assicurato un sicuro riscontro di pubblico. Questo settimanale era Il Monello (chiamato "Monello Jet" in quel periodo) iniziò  a pubblicare - con il numero 19 del 18 maggio 1965 - una parodia comico-avventurosa del commissario Maigret qui chiamato, certo non con un gran sforzo di fantasia, "Commissario Grasset". Nelle sue avventure - 9 tavole, autoconclusive - il nostro commissario, pacioso e bon vivant, con l'immancabile pipa in bocca risolveva piccoli casi dal taglio umoristico. Grasset, sia nel testo, ad aopera di vari scrittori quali, Saccarello, Mancuso e Grecchi, che nel disegno è tratteggiato su una fisionomia riconducibile al Maigret interpretato da Cervi, indice di una lettura non superficiale anche dei romanzi. Il fumetto si concede una disgressione sulla figura della moglie la "Signora Grasset" qui è molto più attiva, dinamica e loquace di M.me Maigret e con una silhouette più "robusta".  Forse pagando pegno allo stereotipo della donna nel fumetto, almeno all'epoca, che voleva  fidanzate e amanti belle e longilinee e le mogli robuste e in più prevaricanti. Nei casi polizieschi disegnati venivano - di volta in volta - coinvolti personaggi dello sport e dello spettacolo, allora popolari, quali i Beatles, Brigitte Bardot - protagonista dell'avventura che pubblichiamo - e anche molti italiani, cantanti e attori, come ad esempio Ciccio e Franco. Pregevole realizzazione dovuta nei disegni al quel talento che era Ferdinado Corbella, capace di passare per tutti i generi. In Grasset mescolava, con notevole anticipo su tempi, vignette al tratto e vignette a colori a tempera nelle sequenze con i protagonisti reali donando un taglio più realistico alle tavole, capaci così di catturare anche il lettore meno avvezzo al liguaggio del fumetto. Oggi il personaggio è un po' dimenticato ma all'epoca godette sicuramente un buon seguito visto che venne pubblicato, a settimane alterne, per un totale di 30 avventure fino al numero 24 del 14 giugno 1966. Ebbe anche l'onore di parecchie copertine.  Cosa simpatica sarebbe farne un albo raccolta e/o riprenderlo in nuove e attualizzate avventure.

Giancarlo Malagutti

lunedì 6 ottobre 2014

SIMENON SIMENON...MA ALFRED E GEORGES CI RACCONTANO LA STESSA STORIA?


Ieri su uno dei blog de La Repubblica, viene riportata la famosa e ormai po' trita storiella di Alfred Hitchcock che avrebbe telefonato a Simenon, dal momento che aveva in mente di trarre un film da un suo romanzo. Al telefono la segretaria gli risponde che non sarà possibile passarglielo perchè il romanziere sta scrivendo e non può essere disturbato. Imperturbabile Hitchcock risponde che aspetterà al telefono dal momento che già sa che l'attesa sarà breve.
Ancora una storiella che ha trovato il suo successo nel fatto che mette a nudo particolari caratteristiche di due uomini eccezionali: la rapidità di scrittura di Simenon e l'imperturbabilità di Hitchcock anche nei confronti delle cose più terrificanti o noiose.
Ma se andiamo ad esaminare la vita e l'opera dei due, i punti di contatto non sono poi così rari, anzi... Facciamo allora una rapida e sommaria carrellata.
Intanto stiamo parlando di due contemporanei, Simenon nasce quattro anni dopo Hitchcock, il regista muore sei anni prima dello scrittore. Come il belga di Liegi, Simenon, avrà successo in Francia, sir Alfred nasce ed inizia a lavorare a Londra, ma poi si trasferirà negli Stati Uniti dove esploderà la sua carriera e la sua popolarità. Entrambe persero il padre molto presto, Hitchcock a 15 anni, Simenon a 17. Ma aldilà delle coincidenze biografiche, un aspetto importante che li contraddistingue entrambe è la capacità di realizzare delle opere che sono stimate dalla critica (anche se con un certo ritardo per entrambe), ma che godono di un notevole successo presso il grande pubblico. E mentre nel '29 Hitchcock (a trent'anni) arrivava alla piena popolarità con Blackmail, nel '31 Simenon (a ventott'anni anni) otteneva il suo primo grande successo con la serie dei Maigret.
Un'altra costante importante nei film e nei romanzi dei due è il caso. E' comune ai due la narrazione di storie dove una vita tranquilla viene sconvolta da un elemento accidentale, elemento che possiamo chiamare caso implacabile oppure destino ineluttabile, ma che indefinitiva sono la stessa cosa.
Ed nfatti entrambe scrivevano storie non certo consolatorie, ed entrambe si rivolgevano all'uomo comune, spettatore o lettore che fosse, e il personaggio della vicenda era anche lui un uomo comune. Analogo processo di identificazione, quindi, sia nei film di Hitchcock che nei romanzi di Simenon.
E ancora, il sottilissimo confine che separa in Hitchcock il bene dal male, la normalità dalla follia, è in qualche modo l'altra faccia della medaglia della convinzione simenoniana per cui "occorre comprendere piuttosto che giudicare". Insomma per tutti e due quello che appare non è quasi mai la verità e dietro agli individui si nascondono storie e avvenimenti che vanno conosciuti e soprattutto compresi.
Di conseguenza anche l'analisi psicologica dell'uomo (e quindi anche dei personaggi delle loro opere) è un'altro interesse forte che lega i due. Patologica o normale, la psiche umana è quindi uno degli elementi primari sia del regista sia del romanziere, attorno alla quale si sviluppa una parte fondamentale delle rispettive opere.
In ultimo, sia pur nella loro differenza, la capacità e del regista e dello scrittore di creare un'atmosfera assolutamente originale, che non è solo uno sfondo della vicenda, ma un elemento sinergico con la storia. Stiamo parlando di quelle atmosfere che rendono immediatamente ricoconoscibile un film di Hichcock e un romanzo di Simenon, due pilastri della narrazione del '900, che ancora oggi sono punti di riferimento imprescindibili.

sabato 4 ottobre 2014

SIMENON SIMENON. PERCHE' FINI' L'ISPIRAZIONE? LA VERSIONE DI MURIELLE


Siamo particolarmente contenti di poter offrire ai nostri lettori questa analisi sugli ultimi anni della vita di Simenon e sul motivo della sua decisione di smettere di scrivere. E' un periodo cruciale della vita del romanziere che getta una luce sulla sua vita e sulla sua opera. E l'analisi di Murielle Wenger è particolarmente interessante, documentata e profonda. Un'analisi che non s'improvvisa e che dimostra lo spessore di Murielle, come conoscitrice e studiosa di Maigret e di Simenon... di lungo corso. (m.t.)


Qualsiasi lettore pratico della saga maigrettiana  non può provare un certo stupore, direi un certo malessere, quando s'immerge nella lettura di Maigret et l'homme tout seul (1971). In effetti questo romanzo è costruito in modo singolare e diverso dagli altri della serie, al punto che il lettore vi ritrova con difficoltà i punti di riferimento abituali: innanzitutto questo utilizzo che l'autore fà delle date, con una specifica citazione del fatto che l'indagine si svolga nel 1965; estremamente rari sono i romanzi di Maigret in cui Simenon cita le date: si possono fare gli esempi di Monsieur Gallet, décédé (ambientato nel 1930) e La première enquête de Maigret (ambientato nel 1913). Si noterà che questo riferimento cronologico in questo caso fà risalire l'indagine al 1945 e permette all'autore di tornare su una vicenda che, fino a quel momento, non era stata chiarita nella serie (siamo al terzultimo titolo della serie Maigret - n.d.t). Stiamo parlando dell'allontamento di Maigret a Luçon (vedi La maison du juge), e quasi si può ravvisare una sorta di parallelo tra l'allontamento del commissario dal suo abituale luogo di lavoro e "l'esilio" vissuto dall'autore nel brutto periodo dopo la guerra...
Ma quello che è più strano in questo romanzo è il numero dei piccoli dettagli, dei "difetti di costruzione",  si potrebbe dire anche le incongruenze e la poca verosimiglianza che sono state rilevate da Andé Vanoncini nel suo libro Simenon et l'affaire Maigret. Si possono citare due elementi che permettono di risolvere l'intrigo  e far avanzare l'inchiesta, ma che sembrano un po' "tirati per i capelli": il primo lo troviamo nel terzo capitolo quando Maigret si reca al Cyrano per interrogare un garzone del caffé a proposito di Nina e Vivien; l'autore allora fà spuntare un personaggio, che ci dice " ha sentito la conversazione" e come per caso si ricorda della coppia che ha incontrato vent'anni prima; Il secondo si trova alla fine del quarto capitolo: fino a quel momento l'indagine sembra impantanata, Maigret pare non saper più da che parte dirigere le sue ricerche e in quel momento riceve una misteriosa telefonata anonima di cui non ci verrà mai svelata la provenienza. In nessuna parte del romanzo si fa riferimento al suo contenuto e al lettore rimane la curiosità... (va notato, ad esempio, che nell'adattamento televisivo di questo romanzo  della serie con Jean Richard, lo sceneggiatore sceglie di far vedere che la telefonata è fatta da M.me Vivien stessa)... Ed ecco Maigret che, sulla base di una semplice telefonata, si lancia sulla pista di Mahossier, decidendo anche, in spregio a qualsiasi verosimiglianza, di prendere subito l'aereo per La Baule per poter interrogare l'uomo, che si rivelerà davvero il colpevole...
Si ha l'impressione che l'autore diverse volte sia rimasto in panne con l'ispirazione, che gli non abbia saputo condurre la trama  in modo realistico, come abitualmente faceva negli altri Maigret, dove i coups de théâtre sono in verità piuttosto rari e l'inchiesta sembra sempre filare liscia, e invece abbia dovuto ricorrere a trucchi grossolani, tirando fuori dal cappello da illusionista sia un testimone che una telefonata anonima, entrambe provvidenziali...
Più che l'intrigo, il lettore rivolge alora la propria attenzione alla data di scrittura, pensando di trovarvi qualche indizio che gli permetta di capire cosa è successo.  E così si scopre che questo Maigret è stato scritto nel febbraio del 1971, cioè due mesi dopo la morte di Henriette Simenon, la madre di Georges. E ci torna in mente quello che ha scritto Pierre Assouline a proposito della relazione tra romanziere e la madre, la sua continua domanda di riconoscenza. Assouline spiega in sostanza che è come se Simenon abbia cercato tutta la vita di provare a sua madre che lui era qualcuno e il biografo sottolinea questa strana coincidenza, Simenon smette di scrivere dopo poco la morte della madre, come se d'allora in poi non fosse più necessario provarlo a chicchessìa...
E si può dire che sia (quasi) vero: Henriette muore nel dicembre del 1970; Simenon scriverà ancora tre Maigret e due romans dur (La cage de Verre et Les innocents) che raccontano entrambe una storia di solitudine , quella di un uomo isolato dagli altri, la cui solitudine gli impedisce di allacciare rapporti con coloro che lo circondano, anche con i più vicini... Due storie di uomini soli, in qualche modo... E si capisce meglio allora questo Maigret et L'homme tout seul, dal titolo chiaramente evocatoroio, il primo testo redatto dallo scrittore dopo la morte della madre...
E  si  ha l'impressione che l'autore abbia perso i suoi riferimenti, che non sappia più come costruire un intrigo verosimile, come fare per dimostrare come sia un buon romanziere, che esercita il suo mestiere con arte e talento... Certamente ci riprova, scrive ancora tra i due romans durs suddetti Maigret et l'indicateur un buon romanzo della serie; ma è l'ultima debole fiammata del fuoco d'artificio: il suo utlimo romanzo sarà Maigret et Monsieur Charles nel quale si percepiscono, sottotraccia, alcuni indizi che fanno sospettare come l'autore, sia pur ancora del tutto inconscio, sia arrivato alla fine della sua serie. E quando Simenon tenta di attaccare un nuovo roman dur arriva la panne definitiva: appunta sulla busta gialla, dei nomi, alcune informazioni, ma l'ispirazione non c'è più: perché scrivere ancora se non c'è più nulla da provare? 
Ma siccome sente lo stesso il bisogno di esprimersi, si mette a dettare pensier su tutto e su niente, su di lui e sugli altri e occorrerrà il tragico suicidio della figlia perchè riprenda la penna  e tenti, in Mèmoires intimes di capirsi e di comprendere quello che è successo. E comunque...  si può non notare che in Mèmoires intimes la morte della madre non è mai citata? Certo questoa biografia è stata scritta in funzione degli avvenimenti legati ai figli del romanziere, ma nonostante ciò l'anno 1970 non è ricordato con tutto quello che lo concerne e si passa direttamente dall'allusione alla redazione de La disparition d'Odile (conclusa il 4 ottobre) al ricordo del Natale. Nel frattempo ci sarebbe stato, in novembre, l'entrata della madre in ospedale e la sua morte all'inizio di dicembre. Ma nessuna traccia dell'avvenimento nelle Mémoires... Forse, dopo tutto, Georges credeva di aver regolato i conti, sei anni prima, dettando la toccante Lettre à ma mère...

Murielle Wenger

venerdì 3 ottobre 2014

SIMENON SIMENON. ECCO DOVE TROVARE "GEORGES SIMENON, LE PATRON"

Grazie ad una segnalazione della nostra collaboratrice, sempre informatissima,  Murielle Wenger, oggi siamo in grado di indicarvi dove poter acquistare "Georges Simenon - Le Patron" il libro scritto da Pierre Assouline, che è stato recentemente messo in edicola in Francia dal quotidiano Le Monde (collana Hors-Série) di cui abbiamo vi abbiamo riferito qui su proprio su Simenon-Simenon qualche giorno fa'.
Quindi tutti coloro che non si spaventano a leggere in francese possono andare ad acquistarlo su questa pagina:
http://boutique.lemonde.fr/le-monde-hors-serie-georges-simenon.html

SIMENON SIMENON. MAIGRET E LA VISITA INASPETTATA

Questa volta Paolo Secondini ci presenta una delle sue short-stories, che sono quasi un quadro, un'istantanea che replica tante scene che abbiamo nella nostra memoria collettiva e che ci tornano vivide e chiare quando pensiamo al commissario simenoniano.
Oggi si tratta di un incontro. 
Maigret pensionato fa' la siesta. Location: il giardino della casa di Meung-sur-Loire. La signora Maigret introduce un ospite inaspettato...
• Ricordiamo a tutti i nostri appassionati lettori che ognuno può inviare una breve racconto che riguardi Maigret o alla Simenon (auguri!), all'indirizzo simenon.simenon@temateam.com
Buona Lettura.


 Oh, ispettore Lucas!» esclamò la signora Maigret aprendo la porta della piccola casa di Meung-sur-Loire. «Che piacere rivederla dopo tanto tempo. Ma prego, si accomodi
«Grazie! Spero di non disturbare. Passavo da queste parti e ho pensato di fare una visita al capo.»

La signora Maigret sorrise cordialmente.

«Al suo ex capo, vorrà dire… Da quando è in pensione non fa che poltrire tutto il giorno, come in questo momento. È in giardino, sicuramente sulla sedia a sdraio, il cappello di paglia sugli occhi… Credo che la sua visita lo scuoterà dal torpore nel quale è caduto. Ma venga, Lucas, andiamo a svegliarlo.»

Attraversarono il corridoio, poi l’ampia cucina, accogliente più di un salotto, e furono infine sul retro della casa.

«Eccolo là,» esclamò la signora Maigret. «Che le dicevo?»

E indicò suo marito il quale, in effetti, dormiva sulla sedia a sdraio, all’ombra di un ciliegio, le mani intrecciate sull’addome, il cappello sul viso.

Si avvicinarono.

«Maigret?... Indovina chi è venuto a trovarti?... Mi senti?... C’è una visita per te… Su, sveglia, dormiglione!»

«Chiunque esso sia, ti autorizzo a dirgli che non ci sono,» borbottò Maigret da sotto il cappello.

«Prova almeno a vedere di chi si tratta. Poi mi dirai se è il caso di riceverlo o no. È qui con me.»

Lentamente l’ex commissario si tolse il cappello dal viso. Guardò, gli occhi assonnati, il nuovo arrivato.

«Lucas!... Lucas!... Sei proprio tu?» esclamò raggiante di gioia. «Caro, vecchio Lucas!... Ti trovo bene, sai?»

«Anche voi, capo, state magnificamente. Si vede che l’aria di Meung-sur-Loire vi giova moltissimo.»

Maigret si rivolse a sua moglie:

«Louise, ti prego, porta qualcosa di fresco da bere… Quel vinello bianco della nostra vigna.»

«Ma certo, subito!»

«Caro, vecchio Lucas!» disse ancora Maigret, per il quale la visita dell’ispettore era senz’altro una bella sorpresa. «Che si dice a Parigi?... E i miei ragazzi?... Lapointe, Janvier, Torrence… Che fanno?... Eh, sempre impegnati, immagino! Sempre attivi, in gamba… Sempre dietro a qualche furfante da pedinare o da arrestare. Non è così?»

Lucas si schiarì leggermente la voce.

«Sentono molto la vostra mancanza, capo, come del resto la sento io. E parecchio, anche! Il Quai des Orfèvres non è più lo stesso da quando siete in pensione. È decisamente cambiato. Diversa atmosfera, altre facce, altri rapporti col nuovo commissario. Un pignolo che non vi dico!… Tutto sembra avere un aspetto insolito, strano, al quale, credetemi, è difficile abituarsi.» Emise un sospiro. «Eh, capo! Quando eravate in servizio voi, il Quai era quasi una casa per noialtri, perfino accogliente. E tutti, si può dire, formavamo una sola, grande famiglia. Le cose sono profondamente cambiate, sì. Non è più come un tempo,» ribadì crollando la testa. «No davvero!... Ci mancate, capo; ci mancate molto, anzi moltissimo. Specialmente quando…»

S’interruppe, come se un nodo alla gola gli precludesse di continuare.

Maigret reclinò la testa sul petto, strinse le mascelle, e a stento riuscì a trattenere una lacrima. Non aveva mai pianto al cospetto di un suo ispettore ma, in quel momento… sentiva una gran voglia di farlo.



Paolo Secondini

mercoledì 1 ottobre 2014

SIMENON SIMENON... LE ULTIME "PIPATE" DI MAIGRET ?


Dovrebbe mancare una settimana, massimo dieci giorni. L'uscità è infatti attesa da mesi, come ben sanno tutti i maigrettofili. Stiamo parlando de La pipa di Maigret (120 pp.) che, a dar retta alle voci sui programmi delle uscite Adelphi, dovrebbe essere in libreria nella prima decina di ottobre al prezzo di dieci euro circa. E', ancora una volta, una raccolta in cui si troveranno tre racconti: 
• La pipa di Maigret 
• La testimonianza del chierichetto 
• Maigret e l'ispettore Malgracieux.
Si tratterà con ogni probabilità della penultima raccolta di inediti, pubblicata da Adelphi (chissà quanto dovremo penare per l'ultima...) che chiuderà così tutto il ciclo del commissario simenoniano sia per i romanzi che per i racconti.
Per ora il titolo non è stato ancora inserito tra le anteprime Adelphi, nè sulle piattaforme di vendita on-line più diffuse (noi l'abbiamo trovato solo su Alphalibri), ma sarà questione di giorni.
Il primo racconto tratta di un'idagine che  inizia male. Dopo aver ascoltato M.me Leroy e suo figlio, su una strana storia di un'effrazione della loro casa, che però non ha comportato nessun furto, il commissario si accorge che gli è stata rubata una pipa tra quelle che erano lì sulla sua scrivania... Da chi?... Perché?
Nel secondo racconto un chierichetto di una cittadina di provincia rivela alla polizia un omicidio che però di primo acchitto sembra non essere avvenuto... 
A Maigret  tutto ciò ricorda quando lui stesso era piccolo e serviva messa, ma questo non lo distoglie certo dal cercare di capire se il ragazzo menta o dica la verità...
Nel terzo, Maigret, che è a Parigi a trovare il nipote poliziotto, assiste ad un allarme sul tabellone luminoso di Paris-Secours. Qualcuno ha infranto il vetro di una colonnina di soccorso, dato l'allarme all'incrocio tra rue Caulaincourt e rue Lamack... Poi si sente una sparo e un'imprecazione, proprio come era successo sei mesi prima. Maigret si precipita sul posto....

martedì 30 settembre 2014

SIMENON SIMENON. LE PATRON... DE "LE MONDE"

Georges Simenon, le Patron. Sottotitolo Le romancier de l'implicite. Esce oggi. 124 pagine, 7,80 euro, edizioni Le Monde, collana Hors Série, autore Pierre Assouline.
Verrebbe da dire: beati i francesi, giacché non c'è nessuna indicazione che la pubblicazione sia acquistabile anche on-line. Ameno per ora.
Dalla presentazione che ne viene fatta dall'autore stesso sull'autorevole quotidiano parigino, si capisce che si tratta non di una introspezione dell'uomo, ma dello scrittore, anzi...
"...Il segreto di Simenon? aver saputo quali erano i suoi limiti e poi aver avuto la folle saggezza di sapere fin dove poterli superare, non come scrittore, e ancor meno come uomo di lettere, ma esclusivamente come romanziere...".
L'attacco dell'articolo di Assouline è chiarificatore e le oltre cento pagine che ci propone sono il condensato di anni di studi passati su Simenon, che hanno fruttato tra l'altro, due opere monumentali, e ci verrebbe da dire quasi esaustive, sulla vita e sulle opere di Simenon. Si tratta di Simenon, biographie (754 pp.), Julliard 1992 e l'Autodictionaire Simenon (810 pp.), Omnibus 2009.
L'inziativa odierna de Le Monde arriva evidentemente a celebrare i 25 anni dalla scomparsa dello scrittore, e non è di poco conto visto che la distribuzione interessa le edicole e quindi si tratta di un'operazione a grande diffusione.
Conclude Assouline la sua presentazione "...Le Monde ha messo insieme tutti gli elementi di un dossier, dove una vita, al di fuori di ogni norma, si incanala in  un'opera che somiglia ad un continente di carta...".
Già, e come definire meglio le decine di migliaia di pagine che compongono tutta la sua opera? Assouline ci viaggia ormai a suo agio in questo continente e in una tale occasione usa tutta la sua maestrìa per raccontarcelo in poco più di cento pagine, ma che, ci scommettiamo, davvero non andrebbero perse.
Ovviamente terremo informati i lettori di Simenon-Simenon appena ci fosse la possibilità di acquistarlo on-line.

lunedì 29 settembre 2014

SIMENON SIMENON. AIUTIAMO LA PROSSIMA RICERCA DI MURIELLE WENGER?


Cari amici che seguite assiduamente Simenon-Simenon, Se siete degli appassionati collezionisti o avete la fortuna di avere in casa le vecchie serie di Mondadori, potreste aiutare la nostra Murielle Wenger nel suo prossimo lavoro di ricerca. 
A chi fare appello se non agli appassionati che ci seguono quotidianamente su questo blog? 
Questo è il bello dell'interattività dei media multimediali, tra cui anche la possibilità di pertecipare ad un ricerca realizzata in Svizzera e poi tramite internet diffusa ovunque. Bene e adesso sarà Murielle stessa che vi spiegherà specificatamente di cosa ha bisogno. (Maurizio Testa)


Sto per iniziare un nuovo studio a proposito dei romanzi di Maigret. Questa volta si tratta d'analizzare le traduzioni dei titoli dei capitoli. Ho già fatto una ricerca sui titoli dei titoli dei romanzi, ma adesso mi piacerebbe approfondire l'analisi e scoprire come i traduttori si siano regolati con i titoli dei capitoli e come ne abbiano reso il senso e lo spirito, il titolo che ci dà un 'indicazione, credo, sul loro modo di affrontare la traduzione  dei testi. Ho intenzione di studiare diverse ligue e in particolare l'italiano. Mi piacerebba anche fare un confronto all'interno della stessa lingua, come ad esempio tra i diversi traduttori italiani che hanno lavorato sui Maigret. <ho già trovati dei titoli italiani per l'edizioni di Adelphi (mi mancano Les mémoires de Maigret, Un échec de Maigret et Maigret voyage). Ma mi picerebbe studiare le traduzioni apparse in italiano (I libri Neri e i Gialli economici), e quelli della collezione Oscar Gialli.
Ed è qui che  ho bisogni di voi, amici maigrettofili, se qualcuno di voi possiede un libro di una o l'altra collana e se  è d'accordo, potrebbe compilare per il mio studio una lista dei titoli dei capitoli tradotti... mi farebbe davvero piacere poter contare sul vostro aiuto.
Potrete inviare i risultati delle vostre ricerche direttamente al mio sito  webmaster@enquetes-de-maigret.com
Un grande grazie fin d'ora a tutti che vorranno e potranno aiutarmi nella mia prossima ricerca.

Murielle Wenger 

domenica 28 settembre 2014

SIMENON SIMENON. OMAGGIO A BRIGITTE BARDOT


L'età di una signora non si dovrebbe mai dire. Ma in questo caso non si tratta più di una signora, ma di un'icona della femminilità, del sesso, del candore di tanta bellezza da essere in qualche modo sfrontata. Il fatto è che questa icona ha un nome e un cognome e oggi compie ottant'anni. E Simenon Simenon ha voluto renderle omaggio in queste foto a Brigitte Bardot, foto che la ritraggono nel film En cas de malheur, del 1958, che l'attrice interpretò con Jean Gabin, in una riduzione cinematografica dell'omonimo romanzo di Georges Simenon pubblicato nel 1956. Buon compleanno Brigitte.

SIMENON SIMENON. MAIGRET: FUMO DI PIPA A... FUMETTI

Fumetti all'italiana, strips all'americana o bande dessineé alla francese, siamo nel pieno degli eroi di carta, che spesso venivano pubblicati in strisce giornaliere dai quotidiani. Il nostro illustratore Giancarlo Malagutti, collezionista e appassionato di Maigret, ha fatto un'interessante analisi sul più famoso "Maigret di carta" francese, quello dovuto alla mano del disegnatore Jacques Blondeau. Ma leggiamo quello che ha scoperto su questa ennesima versione del commissario simenoniano.


Il commissario Maigret, titolato il solo con il nome "Maigretè stato pubblicato in Francia a strisce giornaliere, dal lunedì al sabato, dal 1950 al 1953, per un totale di 1273 strisce 
La prima inchiesta, "le Chien Jaune" che si sviluppava a Concarneau fu pubblicata sul quotidiano Le Télégramme de Brest, poi, comprese le successive, anche su Samedi Soir, Paris Journal, La Dépeche du Midi, Le Courrier Picard, Nord Matin, La Montagne, Le Nouveau Méridional e  addirittura sull'Echo-Soir di Algeri.
Non è citato l'autore dei testi, potrebbe essere Paul Winkler titolare dell'agenzia Opera Mundi e autore di moltissime sceneggiature originali e riduzioni per i fumetti venduti dall'Opera Mundi. Il disegnatore è invece certamente Jacques Blondeau, uno dei più prolifici disegnatori della suddetta agenzia. Ecco l'elenco:

Le quattordici storie sono presentate con il titolo del romanzo dal quale è stata ricavata la riduzione e la cifra che le segue indica il numero di strisce giornaliere pubblicate
Le chien jaune, 114
• Le port des brumes, 150
• La pipe de Maigret, 48
• L'amie de Mme Maigret 76
• Maigret au Picratt's 90
• Maigret en vacances 104
• Maigret en meublé, 95
• Maigret et les gangsters 102
• Maigret et la vieille dame 60
• Maigret se trompe 68
• Maigret et la guinguette 104
• Le révolver de Maigret 120
• Maigret et la jeune morte, 64
• Maigret tend un piège, 78
Sembra inoltre che ne esista una quindicesima, di ben 120 striscie, di cui però non si conosce il titolo e forse nemmeno mai pubblicata. 
 
Giancarlo Malagutti

sabato 27 settembre 2014

SIMENON SIMENON. IO SONO UN... APOLITICO


La frase è la riposta data nel 1959 ad una domanda posta nel corso di una corrispondenza con il professor Francesco Siccardo, francesista all'Università di Genova. Sappiamo dell'avversione di Simenon per i politici (ad esempio non tollerava Charles De Gaulle) e il suo disinteresse per le cronache politiche.
Le sue esperienze con la politica erano state in effetti tanto rare quanto sgradevoli. Basti pensare alla accusa di filo-nazismo che gli fu rivolta nel dopo guerra per la cessione dei diritti dei suoi romanzi alla Continental, casa di produzione franco-tedesca (Simenon lo sapeva o lo ignorava?) che faceva capo  a Goebbels. Di qui la sua fuga in America, per mettere l'oceano tra lui e le beghe politiche francesi.
Non che negli States alla fin fine fosse andata meglio. Il paese delle libertà, che lui stesso aveva tanto decantato, finì per deluderlo, politicamente parlando, con il vergognoso periodo del maccartismo di cui Simenon fu esterrefatto spettatore in prima linea.
Probabilmente la sua apolicità deriva anche dal suo interesse primario per la persona, per l'uomo, anzi per "l'uomo nudo" come diceva lui, l'individuo liberato dalle sovrastrutture culturali, dai condizionamenti sociali, l'uomo universale con le sue pulsioni, i suoi bisogni, le sue aspirazioni.
E anche l'interesse per la psicologia, l'analisi psicoanalitica, strumenti che poi utilizzava nei suoi romanzi, lo allontanavano dalla dimensione sociale e politica.
Eppure la sua predilezione letteraria per i protagonisti del popolo, per la gente qualsiasi, per i piccoli drammi quotidiani, lo portava a toccare condizioni sociali che non erano immuni da una serie di problematiche anche politiche. Di contro la sua vita reale si svolgeva su uno standard molto più elevato della gran parte dei protagonisti dei suoi romanzi. E, quando doveva ritrarre personaggi ricchi o del mondo della politica, non riusciva a nascondere una certa avversione, come se quel mondo non gli fosse congeniale. Eppure era quello della sua vita di tutti i giorni...
Ma siamo partiti dalla sua posizione apolitica e ci sono diverse affermazioni di Simenon che dimostrano la sua avversione "... spero sempre che i politici finiscano per mangiare la polvere, che il popolo finalmente ci veda chiaro  che li rovesci.  Per  rimpiazzarli con chi? Con degli altri, evidentemente. E allora?... - e conitua parlando a sé stesso -... Contentati quindi di fare il tuo mestiere e di raccontare delle storie ed occuparti dell'uomo e non degli uomini..." (Quand j'étais vieux - 1961)     
Ed ecco la chiave del suo essere apolitico: interessarsi all'uomo e non agli uomini...

venerdì 26 settembre 2014

SIMENON SIMENON. CARO JULES TI SCRIVO... COSI' MI RICORDO UN PO'...

Una lettera. Il post di oggi è una lettera immaginaria, ma per questo non meno "vera" scritta da Simenon al suo commissario, e alla sua signora, parecchi anni dopo l'ultima indagine Maigret e M.Charles. 
Lo scrittore lo fa in occasione del cinquantesimo anno dal loro primo incontro, cioè da quando, sempre secondo il romanziere, a Delfzjil, fu creato il personaggio di Maigret. E' una lettera piena di tenerezza indirizzata a qualcuno che lo accompagnato per quasi tutta la vita, e che anche se ora è lontano, è però rimasto ben ancorato nell'animo e nella mente di Simenon. Lui e la sua signora.
 

Lausanne, le 26 septembre 1979
M.et M.me Maigret
Retraités
F- Meung-sur-Loire
 

Mio caro Maigret,

sarete probabilmente sorpreso di ricevere una lettera da me dopo circa sette anni che ci siamo lasciati. Quest'anno è il cinquentesimo anniversario del giorno in cui a Delfzjil ci siamo conosciuti. Voi avevate circa quaranticinque anni. Io ne avevo venticinque. Ma in seguito voi avete avuto la fortuna di passare parecchi anni senza invecchiare. E' soltanto alla fine delle vostre avventure che avete raggiunto l'età di 53 anni, perchè il limite d'età per la pensione era, per i poliziotti, ma anche per i commissari divisionari come eravate voi, di 55 anni.
Che età avete quindi oggi? Non lo so, dato il privilegio di cui abbiamo parlato prima. Al contrario io sono invecchiato molto più in fretta di voi, come tutti i comuni mortali, e adesso ho abbondantemente passato i miei 76 anni. Non so nemmeno se voi abitiate ancora nella vostra casa di Meung-sur-Loire e se vi dedichiate alla pesca alla lenza, se con un largo cappello di paglia vi occupiate sempre del vostro giardino; se M.me Maigret vi cucina sempre quei piatti che voi amate, e se vi capita, come capita a me, alla vostra stessa età, di andare a giocare a carte al bistrot del villaggio.
Eccoci tutti e due in pensione e, spero per voi, assaporando, sia io che voi, fin le più piccole gioie della vita, respirando l'aria del mattino, osservando con curiosità la natura e le persone intorno a noi.
Ci tengo ad augurare un buon anniversario a voi e a M.me Maigret. Ditele che grazie ad un certo M. Courtine, che meriterebbe il titolo di re degli chef, le sue ricette di cucina hanno fatto il giro del mondo  e che, per esempio, sia in Giappone come in America Latina dei gourmand non mancano di aggiungere qualche goccia di prunella d'Alsazia nel loro pollo al vino.
Quanto ai vostri successori al Quai des Orfèvres, ce ne sono parecchi che hanno adottato il vostro stile, le vostre abitudini, e alcuni, dopo il loro pensionamento, hanno scritto le loro Mémoires facendo seguire il loro nome dalla dicitura "alias commissaire Maigret" .
Voi l'avete davvero meritato. Vi abbraccio emozionato voi e la vostra signora, che non sa probabilmente quante donne la invidiano e quanti uomini vorrebbero aver sposato una donna come lei e che una deliziosa giapponese, tra le altre, interpreta il suo ruolo in televisione, mentre un giapponese si mette nei vostri panni.

Affettuosamente
Georges Simenon

martedì 23 settembre 2014

SIMENON SIMENON. DENYSE, LA PASSIONE, L'ABISSO, LA VENDETTA


Nel 1995 muore Denyse. Sei anni dopo la scomparsa di Simenon. La seconda moglie da cui lo scrittore non volle mai divorziare (...per via degli alimenti? No, lui le riconobbe un'assegno mensile di 15.000 franchi...), e che era in realtà uscita dalla sua vita nel 1962, quando lasciò la villa di Epalinges per entrare e uscire da una serie di cliniche per curare i suoi disturbi psichici. Ventitre anni di convivenza (e dodici di matrimonio, celebrato a giugno del 1950 negli States a Reno in Nevada), di cui gli ultimi piuttosto burrascosi. Simenon era davvero molto innamorato, se non solo all'inizio della loro relazione, e questo sentimento era sopravvissuto agli alti e bassi della loro non sempre facile convivenza fino agli anni '60, quando l'equilibrio psicologico di Denyse cominciò a essere un vero ostacolo alla vita di coppia, ma anche a quella familiare. Lo psichiatra consigliò infatti l'allontanamento di Denyse dal suo contesto, pena possibili danni anche ai figli.
Tutto questo, lasciò un'impronta in questa canadese, che nel '45 ebbe la fortuna (?) d'incontrare Georges Simenon A New York. Lei stessa in un'intervista escluse un'odio nei confronti dell'ancora marito "...vendicarmi e di cosa? Di essere stata felice? Appassionatamente innamorata? Per aver vuto una vita favolosa? La sofferenza, lo sapete bene, fà parte integralmente di un individuo...".
Ma in realtà la sua vendetta fu la pubblicazione di due volumi, prima Un oiseau pour le chat (1978) e poi Le phallus d'Or (1981), che le servivano per mettere in piazza vizi nascosti e nefandezze del famoso marito (quello che secondo lei nessuno conosceva), sfidandolo sul suo stesso terreno, quello della scrittura.
Simenon non rispose mai all'eco mediatica che i due volumi suscitarono. Non lo fece con un libro, né lo fece, per quanto glielo chiedessero, nelle interviste.
In quei libri c'erano delle falsità, a volte anche infamanti, ma l'atteggiamento di Simenon forse fu proprio quello di "comprendere e non giudicare". Conosceva bene l'instabile situazione psichica di Denyse e nessuno meglio di lui avrebbe potuto capire la confusione mentale che si agitava nella moglie e di cosa fossero realmente frutto le accuse pubblicate in quei volumi.
Georges e Denyse avevano vissuto la passione, erano giunti al margine di quell'abisso che aveva infine innescato il meccanismo della vendetta. 

lunedì 22 settembre 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET E LA PICCOLA ADÈLE

Simenon-Simenon torna oggi con un altro racconto maigrettiano, nella rubrica "...magari come Simenon!". L'autore è Paolo Secondini un nostro appassionato lettore, di cui forse avrete già letto altri brevi racconti. Anche questo è breve, addirittura una sorta di flash, una specie di istantanea che fotografa un momento clou di un'indagine di Maigret. Il suo merito è che nella sua brevità riesce a mettere insieme tutte caratteristiche essenziali di un Maigret... Certo chiunque di noi si metta a scrivere un apocrifo rimane sempre ben lontano dall'effetto-Simenon. Ma ne siamo ben consci e ne fa fede il titolo di questa rubrica che ristabilisce distanze e relazioni tra lui e gli altri... Buona lettura. 



«Lei afferma, signora Rouen, che sua figlia le ha preso denaro e gioielli.»
«È così, signor commissario. Sei giorni fa, tornando a casa dal mercato di rue Mouffettard, ho trovato, sul tavolo della cucina, un biglietto di Adèle...»
«Adèle? Chi sarebbe?»
«Mia figlia… Vi era scritto che se ne andava con Albert, e pertanto portava con sé…»
«E Albert?» la interruppe di nuovo Maigret.
«Un perditempo, un poco di buono. È inoltre più vecchio di Adèle di circa vent’anni.»
«Quanti ne ha sua figlia?»
«Diciannove… Praticamente è ancora una bambina. Proprio non so cos’abbia trovato in quel mascalzone.»
«Lei, signora, lo conosce molto bene?»
«Chi, Albert?»
Maigret annuì.
«Quasi ogni sera veniva a casa nostra,» disse la donna, «invitato da mio figlio Gérard, che Dio lo perdoni.»
«Perché?»
«È morto!... Ucciso durante una rapina in una gioielleria di rue Lepic.» Emise un lungo sospiro. «Anche mio figlio, purtroppo, era un poco di buono, signor commissario… Oh, guardi, glielo dico con tutta franchezza… Quante volte gli avevo raccomandato di cambiar vita, di trovarsi un lavoro pulito, di essere onesto, rispettoso della legge, come tantissimi giovani della sua età. Niente! Non ha mai voluto ascoltarmi. Nessuno dei miei figli mi ha dato mai retta.»
«Da quanto tempo è morto Gérard?»
La signora Rouen si soffiò il naso, quindi rispose:
«Da circa tre mesi… Come le stavo dicendo, era lui che portava Albert in casa nostra. Credo che fosse il capo di una piccola banda di ladri, tra cui mio figlio.»
«Albert come?» domandò Maigret. «Ne conosce il cognome? Sa dove abita?»
La donna scosse la testa.
«No, commissario. So soltanto che è un tipo pericoloso, aggressivo. Non riesco ancora a capire come la piccola Adèle se ne sia innamorata.»
«Sua figlia era sempre presente quando Albert veniva a casa vostra?»
«Sì, certo!… Pendeva dalle sue labbra appena  narrava le sue spacconate. Sembrava che lo divorasse con gli occhi. Non so proprio cosa passasse per la testa di Adèle. Sta di fatto che era profondamente attratta da quel furfante il quale, dopo aver rovinato Gérard, rovinerà anche lei. Ne sono certa, signor commissario.»
«Perché dice questo? Non crede che i due si amino davvero?»
La signora Rouen fece una smorfia eloquente con la bocca.
«Non penso che Albert sia capace di amare un’altra persona. Troppo egoista, troppo legato ai propri interessi. Io temo, signor commissario…»
S’interruppe. Era troppo agitata. Con le esili dita si tormentava sul petto un lembo della camicia color lilla.
«Che cosa?» la esortò Maigret. «Cosa teme, signora Rouen? Dica pure.»
«Che la costringa a battere il marciapiede. Adèle è una ragazza graziosa, ben fatta; una ragazza…» Rimase in silenzio e si nascose, per un momento, il volto tra le mani. Poi, in tono convulso: «La prego… faccia il possibile per ritrovarla… Le ho portato una sua foto… Spero che possa servirle… La scongiuro, mi aiuti. Ciò che chiedo è poter riabbracciare mia figlia. Spero non faccia la fine di Gérard.»
Bussarono alla porta. L’ispettore Lucas sporse la testa.
«Capo, c’è di là una ragazza che chiede di parlarle. Dice di chiamarsi Adèle Rouen. La faccio passare?»
Nel sentire quel nome, la donna ebbe un sussulto.
«Adèle! La mia piccola Adèle!»
«Falla entrare, Lucas,» disse calmo il commissario.
«Agli ordini, capo!»
Dopo alcuni secondi una ragazza slanciata, dalle forme armoniose, dai lunghi capelli corvini, entrò nell’ufficio di Maigret.
«Adèle!» gridò, alzandosi dalla poltrona, la signora Rouen.
«Mamma! Oh, mamma!» esclamò la ragazza scoppiando in lacrime.
Si abbracciarono.

* * *

Adèle sedeva, accanto a sua madre, dinanzi alla grossa scrivania del commissario. Aveva la testa china sul petto, le mani strette sulle ginocchia.
La signora Rouen piangeva sommessamente. Di quando in quando con il fazzoletto si asciugava le lacrime.
«Ha fatto bene a venire da me, soprattutto a confessare il suo delitto, signorina Adèle,» disse Maigret con lentezza.
«Crede, signor commissario,» disse la signora Rouen alzando la testa, «che per quel che ha commesso…»
«C’è di mezzo un omicidio, purtroppo!» la interruppe Maigret crollando la testa. «Sua figlia si è resa subito conto di esser finita nelle grinfie di una canaglia. Si è ribellata con forza, vedendo infrangersi all’improvviso ciò che provava per quello che aveva creduto l’uomo della sua vita. In nessun modo è voluta stare al suo gioco.» Fece una pausa, poi continuò:  «Contrariamente al fratello Gérard, ha saputo reagire con determinazione, non esitando a uccidere Albert con un coltello da cucina, dopo che lui aveva cominciato a insultarla, a picchiarla, a umiliarla, per piegarne ogni resistenza e indurla a prostituirsi… Credo che quell’uomo fosse davvero un individuo spregevole, come lei, signora Rouen, ha sempre considerato; un individuo abietto, violento, senza scrupoli. Sono sicuro che già da un pezzo, da quando cioè frequentava la vostra casa, aveva deciso il futuro di Adèle… quello della prostituta. Come suo protettore ne avrebbe ricavato un proficuo guadagno.»
«Lei pensa,» disse la signora Rouen, «che la condanna di mia figlia, per l’omicidio di Albert,  sarà…»
«Be’, signora,» la interruppe di nuovo Maigret, «molto dipenderà dal giudice, dai giurati… Ma credo che Adèle, con un buon avvocato, potrà anche sperare in un atto di clemenza.»
Trasse un lungo sospiro, poi, sorridendo appena, appoggiò la schiena alla spalliera della sedia.

Paolo Secondini

domenica 21 settembre 2014

SIMENON SIMENON. PER IL 25° FESTEGGIAMENTI FIRMATI LOUSTAL

Il celebre illustratore francese, Loustal, e la casa editrice Omnibus, festeggiano il 25° anniversario della scomparsa di Georges Simenon, raccogliendo sei libri di strips tratte dai romanzi di Simenon. E' un volume di ben 630 pagine, una vera chicca per gli appassionati collezionisti simenoniani. Si tratta di sei inchieste del commissario Maigret che Loustal, ammiratore di Simenon, ha realizzato nel corso degli anni. Ecco i titoli di queste opere di Loustal ormai esaurite e introvabili: On ne tue pas les pauvres types - Le client le plus obstiné du monde - Menaces de mort - Ceux du grand café - Maigret et l'inspecteur malgracieux - Le témoignage de l'enfant de chœur. Oggi il libro è disponibile quindi ad un prezzo di 26 euro (e in formato ebook a 17,99) e per gli italiani è possibile ordinarlo on-line sul sito della FNAC: http://livre.fnac.com/a7264311/Georges-Simenon-Six-enquetes-de-Maigret.