sabato 20 settembre 2014

SIMENON SIMENON. IL PRIMO GIORNO DA... NON PIU' SCRITTORE


20 settembre 1972. Una data fatidica nella vita di Simenon. Un paio di giorni prima, per la prima volta da quando aveva iniziato a scrivere, qualcosa si era inceppato. Erano quarant'anni che questa abitudine si perpetuava a cadenze regolari: prima di scrivere il romanzo appuntava qualcosa sulle famose buste gialle, qualche nome, alcune date, altre scarne indicazioni... Era una consuetudine consolidata, fino a diventare un coazione a ripetere, senza quelle note sulla busta non poteva iniziare a scrivere. Che fosse a casa, in viaggio, in qualsiasi continente si trovasse, quando scattava quel déclic, Simenon doveva scrivere. E invece in quel 18 settembre quando tutto faceva presagire che iniziasse a far partire il suo ennesimo romanzo, non successe niente. Decise quindi di lasciar perdere e rimandare tutto al giorno successivo.
Il giorno dopo, il 19, si sedette alla scrivania, la busta ebbe finalmente i suoi appunti ma il dèclic non scattava, l'état de roman era di là da venire e nemmeno il mestiere di tanti anni lo soccorreva. Rimase qualche ora davanti a quel foglio così bianco, quanto assente era la sua mente, tanto prosciugata la sua ispirazione... così vuoto anche il suo animo? Comunque nulla. La sua seduta di scrittura quella mattina si risolse senza che una lettera fosse stata messa sul foglio. E così decise che l'indomani non ci sarebbe stato un altro tentativo. Il 20 settembre per la prima volta non fece una seduta di scrittura. Lo confidò a Teresa, la sua compagna. E così, senza grandi drammi, concluse la sua attività di romanziere.
In realtà è una svolta nella sua vita. Lascia la pretenziosa villa di Epalinges, si trsferisce con Teresa in un appartamento di un grande condominio a Losanna... proprio come "uno come gli altri". Basta arredi di lusso, auto esclusive, quadri di famosi pittori, servitù, vita da ricco e famoso. Eccolo ora quasi nascosto in un'abitazione qualsiasi, confuso con altra gente "normale", a condurre un'esistenza ordinaria e tranquilla. Senza altra pretesa di quella serenità da dividere con Teresa, in una convivenza scandita dai pasti, dalle passeggiate e dal riposo notturno. Un Simenon irriconoscibile? Un altro Simenon, lo stesso che a febbraio dichiarerà alla stampa che non scriverà più... La lunga storia del romanziere è finita. Ora inizia quella dell'uomo Simenon.

venerdì 19 settembre 2014

SIMENON SIMENON. RACCONTARE SIMENON A ESQUELBECQ, QUATTORDICI ANNI DOPO MANOSQUE...

Simenon m'était conté. E' il titolo della manifestazione che si è tenuta a Esquelbecq una cittadina nei pressi di Dunquerke. L'evento si concluderà martedì 21 settembre alla Maison du Westhoek.
Parliamo di questo evento, intanto perchè come Simenon-Simenon non possiamo esimerci, poi perché si è svolta a Esquelbecq che è nominata "le village du livre". Poi perchè nel marzo del 2000, si svolse un'omonima manifestazione a Manosque, un'altra cittadina medioevale (nel sud della Francia, nell'Alta Provenza, a circa cinquanta chilometri a nord di Marsiglia) denominata anch'essa "la ville du livre" perchè la sua attività sulla letteratura (ma in senso più vasto sulla cultura) è la sua principale caratteristica: da una ventina d'anni ha adibito antiche costruzioni della città storica a spazi funzionali a convegni, esposizioni, festival e presentazioni che si susseguono durante tutto il corso dell'anno. In ultimo perchè ci ricorda che quattordici anni fa' vi ebbe luogo l'omonima manifestazione dove perteciparano nomi di primissimo piano tra studiosi ed esperti simenoniani come Claude Gauteur, , Bernard Alavoine, , Pierre Deligny, Michel Lemoine, Claude Menguy, Bernard Alavoine, Michel Carly, Michel Schepens tanto per citare i più famosi (gli ultimi due hanno partecipato anche a questa ultima rassegna)
Chi scrive ebbe la fortuna non solo di parteciparvi, ma soprattuto godette del gotha di simenoniani, la versione francese del suo romanzo-biografia "Maigret e il caso Simenon": Maigret et l'affaire Simenon, (Editions Valeriano - 2000)
privilegio di presentare, in mezzo a tanto
Lo stesso titolo che oggi, dopo vent'anni, l'editore Robin-Biblioteca del Vascello, in occasione del 25° anniversario della scomparsa di Simenon, ha deciso di ripresentare sia in versione cartacea che in ebook.
L'esperienza fu notevole, un vero tuffo nel cuore francese dell'universo simenoniano, dal momento che erano presenti anche il figlio dello scrittore John e l'attrice Mylène Demongeot vedova del primogenito di Georges, Marc, scomparso l'anno precedente.
Insomma questo nuovo Simenon m'était conté ci ha riportato indietro nel tempo a rivivere un'esperienza che difficilmente si può dimenticare.

giovedì 18 settembre 2014

SIMENON SIMENON. "GIALLO PISTOIA" RICORDA SIMENON NEL 25° ANNIVERSARIO DALLA SUA SCOMPARSA

Sabato 20 settembre, a Pistoia, tutta una giornata dedicata a celebrare il 25° dalla scomparsa di Georges Simenon. Una data che gli appassionati farebbero bene ad appuntare sul loro tacquino. E' infatti una delle poche occasioni che quest'anno le manifestazioni giallistiche hanno offerto per ricordare l'inventore di quel grande personaggio che è il commissario Maigret, ma anche lo straordinario romanziere, più d'una volta vicino al Nobel, non è stato granchè commemorato.
Il programma è serrato e, vi diciamo subito che Simenon-Simenon, sarà lì non solo tra gli spettatori, ma presente anche come uno dei temi della discussione.
La giornata, come abbiamo detto è densa di appuntamenti e inizia subito alle 10.00 con il tema della longevità e dell'attualità dell'opera dello scrittore.
Poi a seguire si parlerà della "penna di Simenon" con riferimenti allo stile e alle caratteristiche letterarie dei suoi romanzi.
Dopo sarà la volta della dimensione televisiva del suo famoso commissario in riferimento agli ultimi episodi dello sceneggiato francese andato in onda su LA7.
La mattinata si conclude con un'interessante analisi sui metodi e gli strumenti d'indagine di Maigret.
Dopo la pausa per il pranzo, sarà la volta del "caso Simenon-Simenon", cioé come l'esperimento di un blog quotidiano sul web, finisce per diventare una biografia resa possibile dalle tecnologie multimediali dell'ultima generazione.
La sessione pomeridiana si conclude con due riferimenti al cinema simenoniano: il primo all'ultimo film tratto da una romanzo di Simenon, "la Chambre bleue", il secondo ad un film  del '59 Il commissario Maigret, interpretato da Jean Gabin.
Come assicurano gli organizzatori, sarà dato ampio spazio al pubblico per discutere ogni tema con i relatori, tra cui citiamo Giuseppe Previti, Ilaria Minghetti, Oscar Montani, Maurizio Tuci e Maurizio Testa.

Per ogni informazione sulla manifestazione e per saperne di più del programma, si può visitare
http://www.sangiorgio.comune.pistoia.it/25-anni-senza-simenon-ma/#.VBqYa-eEDfY
 

mercoledì 17 settembre 2014

SIMENON SIMENON. LA COPPIA MAIGRET-BATTISTON: ANCORA DUE AUDIOLIBRI

"Maigret" e "Il crocevia delle tre vedove". Sono i titoli dei due audiolibri della Emons, usciti da qualche giorno e che confermano la voce dell'attore Giuseppe Battiston come quella ufficiale per leggere le inchieste del commmissario simenoniano.
"Maigret" romanzo uscito nel 1934, (Maigret - diciannovesimo ed ultimo del prima serie targata Fayard) è il quinto titolo audiolibro maigrettiano ed ha una durata di tre ore e tre quarti. Si tratta, come forse ricorderete, dell'inchiesta che Maigret, già in pensione a Meung-sur-Loire, svolge tornando a Parigi per aiutare il nipote Philppe, anche lui in polizia, accusato di omicidio.
Il sesto audiolibro (La nuit de carrefour - 1931) più o meno lungo quanto il precedente, ci racconta una delle primissime indagini di Maigret in uno sperduto incrocio nella nebbiosa campagna nei dintorni di Parigi, dove un caso molto intricato impegnerà non poco il commissario tra vedove, gangster e una donna sensuale che turberà anche il nostro Maigret.
Continua così questa collana maigrettiana in audiolibri, arrivata così alla sesta edizione, che dimostra come ci sia un pubblico che apprezza questa non diffussissima modalità di fruire dei romanzi, fenomeno che riscontriamo peraltro anche all'estero. Un Simenon letto, che si può godere anche durante un viaggio in auto mentre si guida o mentre si cucina, insomma quando si è affaccendati in operazioni che non ci consentono di tenere un libro in mano. Da provare.

martedì 16 settembre 2014

SIMENON SIMENON. QUANDO GEORGES SCRIVEVA GLI... SPIRITUALS !


"Duecentomila negri sono venuti per aprire il canale di Panama, centottantamila sono morti di di colera di peste e di altre malattie  tramesse dai bianchi. Restano ventimila negri sul canale di Panama...".
Questo è l'inizio di Panama Canal, uno spiritual scritto a quattro mani, musica di Gobert, parole di Simenon.
La canzone è inserita in Quartier Nègre, una delle tre opere teatrali del romanziere, e scritta in inglese. Quartièr Negre è una pièce in tre atti e diciassette quadri, tratta dall'autore dal suo omonimo romanzo (Gallimard - 1935). La piece debuttò nel dicembre del 1936 al Thèatre Royal des galeries Saint-Hubert.
Lo riporta un'intervista fatta da Maurice Pironi a fine settembre del 1982 in cui si parla di questa insolita veste del Simenon-paroliere il quale specifica:"... esiste anche un disco che dovrebbe essere custodito presso il Fondo Simenon...".
Ma la cosa non finisce qui perchè Simenon accenna ad altre parole di questo Panama Canal "... ora grandi navi passano sul canale di Panama, magnifiche, noi andiamo a mendicare e ci regalano qualche piccola moneta. Loro non sanno che siamo stati noi a costruire il canale di Panama...".
A questo punto Pironi chiede a Simenon se abbia scritto altre canzoni.
Ecco la risposta di Simenon
"Sì, sì. Il lungo spiritual negro, che è molto più importante, perchè ad un certo momento il mio protagonistra sposa una piccola negra e nasce un bambino e quindi c'è un battesimo negro (questo nella commedia)... e c'è un pastore che canta la canzone del battesimo che vi traduco approssimativamente: Il primo giorno Dio ha creato la terra, il sole e le stelle. Il secondo giorno ha creato gli animali, i pesci e tutti gli animali che ci sono sulla terra. Il terzo giorno ha creato il Negro e la canzone dei Negri ed è così che è nata la canzone dei Negri - e Simenon aggiunge - tutto il resto è su questo tema: Oggi noi abbiamo un nuovo piccolo Negro... Tutto è stato scritto nello stile degli spirituals negri, quello di New Orleans di cui allora ero appassionato".

lunedì 15 settembre 2014

SIMENON SIMENON. LE MISS CONTRO MAIGRET, OVVERO LA7 COLPEVOLE O INNOCENTE?

Abbiamo ricevuto e letto diverse indignate reazioni al fatto che l'emittente LA7 abbia sostituito sabato l'ormai consueto appuntamento con lo sceneggiato Maigret/Bruno Cremer, con una delle puntate di Miss Italia condotte da Simona Ventura.
Sappiamo che si trattava di un secondo appuntamento per l'emittente, visto che fino a due anni fa' la trasmissione era appannaggio della Rai. Ma forse lo scarso appeal dimostrato nelle ultime edizioni (che pure avevano registrato uno share intorno al 24%) aveva spinto viale Mazzini a cedere i diritti del format alla tv di Urbano Cairo. Se la nostra supposizione è giusta, quello che conquistava Miss Italia in Rai non era più nella media del suo share e quindi era diventata cedibile. Da parte sua LA7 aveva visto l'occasione di acquisire un programma che pure aveva un suo seguito e che magari, anche senza un gran successo, avrebbe assicurato uno share che per la media de LA7 non sarebbe stato malvagio (versione 2013 Miss Italia su LA7 al 5,5% dello share).
Veniamo infatti allo share. Tra le ultime puntate di Maigret, quella del 6 settembre é arrivata ad un 2,8%. La puntata di sabato di Miss Italia ha toccato  il 6,46%.
Come si vede si tratta di più del doppio.
La scelta della programmazione tiene conto dello share che è strettamente collegato con la pubblicità (sia per quantità che per il suo costo) che, per una televisione commerciale come LA7, è l'unico introito.
Insomma anche se si vocifera che Miss Italia 2014 sia stato un flop, in realtà è aumentata quasi di un punto percentuale rispetto all'altr'anno e ha raccolto mezzo milione di spettatori in più rispetto al Maigret/Cremer.
Mezzo milione di indignati e un milione che hanno seguito gambe, labbra, occhi, cappelli e altre cose della più bella tra le belle d'Italia.
Ai maigrettofili potrà non piacere, ma così va la vita... in tv.

sabato 13 settembre 2014

SIMENON SIMENON. INTERVISTA AL 12 DE AVENUE DES FIGUIERS

Siamo nel maggio del 1975. Georges Simenon  ha smesso di scrivere  da un paio di anni e il telegiornale di TF1 ha deciso di realizzare un'intervista con lo scrittore nella sua casa rosa a Losanna. L'inviato è Yves Mourousi che chiede allo scrittore di illustrare gli strumenti per la sua scrittura che si trovano ancora nel suo studio ma anche la presenza delle pipe, di due registratori, del perchè non vi siano quadri alle pareti e dell'assenza di una biblioteca. E' un Simenon molto invecchiato, che ha smesso di scrivere da tre anni, ma per il quale il terribile suicidio della figlia è ancora lontano.

venerdì 12 settembre 2014

SIMENON SIMENON... MANDATEMI SU UN ALTRA BIRRA/2

(segue da giovedì 11) - Maigret beve birra non solo per motivi legati al piacere del palato. Ad esempio, ordinare una birra può essere un segno di "protesta" del commissario, un modo per distinguersi, per imporre la sua "figura popolana", per marcare certe differenze di classe. 
Ad esempio, ne Le charretier de la Providence, Maigret, dopo che il giudice aveva interrogato Sir Lampson  " - un Clairfontaine Lagny, fiero della sue particelle-", come l'autore osserva con umorismo, citato in una discussione con sfumature snob così irritanti per Maigret che non può che affondare le mani nelle tasche con un gesto "più plebeo che naturale", poi va al caffè si lascia andare sul bancone e ordina un mezzo boccale, come per protestare contro i modi del giudice ... Ecco perché Maigret ama la birra che può consumare anche nei piccoli bar popolari, "...voleva un bicchiere di birra in un luogo dove potesse confondersi con persone comuni, che si prendono cura dei loro piccoli lavori quotidiani. "(Maigret chez le ministre); 
"... birra rinfrescante grazie alla quale riesce a poggiare di nuovo i piedi per terra. Quanto è piacevole ritrovare un vero bancone di zinco, la segatura sul pavimento, un ragazzo in un grembiule blu..." (Maigret et l'affaire Nahour).

E' anche un modo di imporre la sua presenza, il suo punto di vista, il non lasciar correre: per esempio, ne Le chien Jaune, quando arriva il sindaco per esprimere le sue rimostranze a Maigret: "Le ricordo che tutto è stato fatto in questo momento è di vostra responsabilità ...", cui Maigret semplicemente risponde: "...un demie, Emma..." ...  

O in Chez les Flamands: "...domenica, Maigret raggiunse al caffè l'ispettore Machere, che sedeva in compagnia delle autorità locali, a bere aperitivi all'anice - questa è l'occasione per un dialogo scoppiettante tra un solenne vicesindaco e un Maigret tutto intriso di ironia:
- Sa, che abbiamo parlato molto di lei in paese? 
- Sono entusiasta!  
- Voglio dire, abbiamo parlato negativamente. Il vostro atteggiamento è stato interpretato così  ...  
- Mezzo boccale, ragazzo! ben freddo! 
 - Beve birra a quest'ora? "

Ma "rifornimento di birra" è anche una sorta di "ammollo", come Maigret assorbe quello che lo circonda, immerso in un sogno, come una trance, che gli permette di scoprire la chiave l'enigma;
eccolo in Signé Picpus dopo la telefonata che ha passato al notaio di Saint Raphael: "..questa è la quinta, sesta birra e a poco a poco Maigret diventa gradualmente un altro uomo. Si direbbe che entri in azione, che tutte le sue facoltà diventino più acute e che proceda spedito con una forza tranquilla."

Una sola birra (o più d'una...), è poi l'elemento che scandisce la fine di un'indagine, quando "il dado è tratto" e non c'é altro da fare che il "ritorno nella vita di tutti i giorni... fino alla prossima indagine ...". Questo momento segna il finale di più di una pagina di romanzo:

"Voleva, in primo luogo, sedersi sulla terrazza della Brasserie Dauphine come la notte si era seduto, per un lungo periodo, ad un altro terrazzo.  

- Mezzo boccale... commissario?  
Come quando si rivolgeva con ironia, rispose, alzando lo sguardo:  
- Due "(Maigret tend un piège)

"Cinque minuti più tardi, al bancone del piccolo ristorante di famiglia, comandò:
- Birra ... Nel bicchiere più grande
che hai ... "(
L'ami d'enfance de Maigret))

" Lasciarono a piedi la questura e arrivarano in un piccolo bar familiare. [...]
- Che succederà, signor commissario? .
- Un grande demie. Il più grande che c'è ...
"(
Maigret et l'homme tout seul)

"Raggiunse Place Dauphine, dove due dei suoi colleghi stavano prendendo pastis. Fu tentato per un attimo, poi ordinò  

- Il più grande bicchiere di birra che avete ... "(Maigret et l'indicateur).

Murielle Wenger 

giovedì 11 settembre 2014

SIMENON SIMENON. ...MANDATEMI SU ANCORA UN'ALTRA BIRRA! /1


Maurizio si chiedeva l'altro giorno perché Maigret beve birra. Ha già dato qualche risposta, ma questo mi ha fatto venire voglia di andare ancora una volta a ripercorrere il corpus della opere per vedere non solo perché Maigret beve birra, ma anche in quali circostanze e per quali motivi. (m.w.)

Primo. La birra è la bevanda più frequentemente consumata da Maigret nel corpus (si vedano questi due studi 
http://www.trussel.com/maig/momseu.htm#bieres et http://www.trussel.com/maig/boisson-f.htm). Si potrebbe dire che è il suo  drink naturale. Naturalmente, beve anche altri alcolici, come il calvados, il brandy o il vino bianco al gusto dei terroir. Ma la birra è in qualche modo il suo consumo più consueto, è "le demie" ordinato al primo il primo bar che incontra. Ma è anche la bevanda che lo "marchia" che lo caratterizza come la sua pipa, così la birra... è  quindi un segno distintivo del commissario, conosciuto tanto come fumatore di pipa, quanto come amante della birra. Così sembra, ancora in incognito, all'inizio del romanzo  La danseuse du Gai-Moulin "... come un "grosso uomo, molto pesante. Il suo volto é placido e lui non ascolta il ragazzo che vorrebbe consigliargliene una. Si siede ad un tavolo qualunque - e ordina delal birra...".  
Lo ritroviamo seduto con suo nipote, davati ad una choucroute in  Mademoiselle Berthe et son amant : "... Maigret mangiava di gusto: ben sistemato, aveva un modo di trangugiare "le demie", così avidamente che avrebbe potuto fare pubblicità ad una marca di birra...". E infine, in questo mini ritratto disegnato dall'autore, la cui immagine potrebbe essere una copertina per un suo romanzo: "Maigret, stava semplicemente seduto sulla terrazza della Brasserie Dauphine, all'ombra della tenda a strisce rosse e gialle, davanti ad una birra ben spillata, fumava beatamente la pipa, attendendo l'ora del pranzo e di tanto in tanto aggrottando per un attimo la fronte rugosa..." (On ne tue pas les pauvres types).
 
La birra è di solito la prima bevanda cui pensa quando entra in un pub, gli viene spontaneo, lo fà "meccanicamente" come un abitudine, un tic che ripete  senza nemmeno accorgersene. Si può anche dire che si tratta di un "rituale" cui il commissario si adatta per esser in linea con il suo personaggio. Così, nella testa di un uomo, quando si trasferisce nell'hotel davanti al Citanguette, dove sorveglierà Heurtin, chiede al cameriere di farsì portare birra e tabacco grigio, due ingredienti senza i quali non può lavorare in modo efficace ...
La birra in confronto con altri alcolici, vanta una virtù particolare: ha il dono di essere rinfrescante, capace di placare la sete del commissario, molto meglio di altre bevande:
"- Che cosa posso servire, signor Maigret?
Birra, naturalmente! Aveva una sete di tracannare cinque o sei pinte d'un fiato ". (
Maigret et la Grande Perche )
La birra viene descritta da Maigret come la freschezza di un "mezzo boccale ancora tutto appannato" (
Monsieur Gallet, décédé ) oppure "dalla schiuma argentata" (Maigret et son mort). 

Ma la birra è  una bevanda fatta per accompagnare certi cibi, soprattutto la choucroute e in particolare è la bevanda che forma un duetto insuperabile con i sandwich. Quando Maigret non si sente attratto dal menù del ristorante, ordina una birra e dei sandwich. Ma quest'accoppiata è quella che privilegia soprattutto quando deve sbrigare del lavoro in ufficio e non ha il tempo per andare a mangiare fuori. 
E' in assoluto il primo menù che appare nella serie, quando, in Pietr le Letton il commissario tornato al Quai e divide con Torrence le informazioni sull'inchiesta mentre sei birre e quattro panini imbottiti vengono portati evidentemente dal garçon della Brasserie Dauphine... E' anche uno degli elementi immancabili durante gli interrogatori che si svolgono nel suo ufficio, al punto che quando invece deve condurne uno in un altro luogo, tende a ripetere gli stessi gesti, birra e sandwich compresi, per rendere la scena più simile possibile alla quella che succede in ufficio. Per esempio in Maigret à New York, prima di telefonare a Daumale in Francia ecco cosa fà : "... inizia bevendo un boccale di birra, non tanto pechè avesse sete,, ma per un sorta di superstizione, perchè aveva sempre bevuto della birra quando doveva iniziare un interrogatorio difficile o durante l'interrogatorio stesso..." (continua domani venerdì 12)
Murielle Wenger

SIMENON SIMENON. BEH... QUANDO E' TROPPO.... E' TROPPO...


martedì 9 settembre 2014

SIMENON SIMENON. SE IL PECCATO E' TARGATO B.B


Tra qualche giorno, meno di venti, un'icona dal cinema compirà ottant'anni parliamo di Brigitte Bardot, un'altra donna e attrice  che in qualche modo ha girato intorno a Simenon. B.B. infatti interpretò il ruolo di Yvette ne En cas de malheur (titolo italiano "La ragazza del peccato"), tratto dall'omonimo romanzo uscito nel '56 (Presses de La Cité). Il film fu diretto da Claude Autant-Lara, il quale proprio nell'agosto di 55 anni fa' stava lavorando alle fasi finali del film, che avrebbe debuttato nelle sale in Francia dopo la metà di settembre. Accanto a lei un altro mito Jean Gabin, anche lui un attore simenoniano per eccellenza con alle spalle una decina di film tratti dai romanzi di Simenon e per tre volte commissario Maigret su grande schermo.
Il romanzo di Simenon è un riuscito quadretto della storia di un grande avvocato, interpretato dall'altrettanto grande Jean Gabin, della piccola delinquente, cui dà corpo la Bardot, che fa della bellezza e della seduzione allo stesso tempo le sue armi e la sue monete di scambio, e poi di un sottobosco di figure ambigue da Mazzetti, la figura del fidanzato italiano, a Janine, l'equivoca femme de chambre.
L'avvocato Gobillot, sposato e rispettabile, amico di ministri, é l'amante di Yvette. La tiene in un bell'appartamento e a controllarla c'è una femme de chambre, Janine. Ma Janine fa parte di un triangolo insieme ai due? Non si sa chiaramente, ma c'é il ragionevole dubbio. Mazzetti, ignaro di questo probabile triangolo, non tollera il rapporto tra Yvette e Gobillot. Non mancano poi altri amanti occasionali che la conturbante Yvette attrae come il miele fà con le mosche. In questo intreccio di rapporti Simenon si destreggia bene nel romanzo, sullo schermo, come al solito si perde un po' dello spessore psicologico, ma a dar smalto alla vicenda ci pensa il formidabile Jean Gabin e la strepitosa (almeno fisicamente, all'epoca aveva 24 anni) Brigitte Bardot che a fronte di un mostro sacro, come l'attore francese non ne esce poi così male, essendo certo già molto famosa, ma forse non ancora del tutto matura come attrice.
Simenon portò a termine la stesura del romanzo poco dopo essere tornato dai dieci anni di soggiorno americano. Nel novembre del '55 si era installato al Golden Gate, un lussuoso residence al centro di Cannes, ad un centinaio di metri dal mare, dove visse quasi due anni. Oltre ad En cas de malheur, vi scrisse Un échec de Maigret, Le petit Homme d'Arkangelsk, Maigret s'amuse, Le fils, Le Nègre, Strip-tease. Era in un periodo d'intermezzo della sua vita, tornato dall'America, non ancora stabilito in Svizzera che sarà il suo paese per oltre trent'anni, fino alla sua morte. Eppure la sua creatività non ne risente, il suo ritmo è regolare e gli consentono così di regalarci una vicenda a tinte noir ed un amaro epilogo dove i "poveracci" finiscono sempre per pagare e gli "altolocati", vengono appena sfiorati dalle tragedie.

lunedì 8 settembre 2014

SIMENON SIMENON. UN PICCOLO SFOGO... UN PO' DI AMAREZZA...

Nei giorni passati abbiamo seguito con una certa attenzione sia le rassegne stampa sul web, che le manifestazioni sul giallo di questi ultimi tempi, che gli inserti culturali dei quotidiani.
Perchè? Ovviamente per il 25° anniversario dalla scomparsa di Simenon. Dobbiamo dire che abbiamo notato poco interesse, nessun articolo negli appuntamenti settimanali della cultura nei quotidiani, poche cose sul web, qualcosa sulla stampa francese e tedesca...
Sia ben chiaro, ognuno celebra gli annniversari che crede e si potrebbe obiettare che i 25 anni dalla morte di un personaggio non sia un anniversario così di rilievo. Sì insomma, noi qui a Simenon-Simenon tutti concentrati sul nostro romanziere, lo guarderemmo con un occhio molto più sensibile. I responsabili della cultura di giornali, tv, radio, internet invece relativizzerebbero molto più di noi sulla ricorrenza... ci sono altri anniversari, altri intellettuali da seguire e 25 anni non sono 50 e men che meno 100.
Come vedete cerchiamo di vedere aldilà della fitta nebbia della passione per Simenon che ci avviluppa costantemente.
Eppure... Eppure, visti certi argomenti trattati in questi giorni, ci saremmo aspettati, non certo paginate e paginate su questo 25°, ma qualche colonnino, dei box, una fotonews...
Eppure questa scarsa attenzione (motivata, poi?) fà un po' a pugni con lo spazio che le riedizioni delle opere di Simenon si prendono nelle classifiche dei libri più venduti. Già, la gente quando esce un Maigret o un romanzo simenoniano, corre a comprarlo. E la gente non è sempre la stessa. Pensiamo a titoli degli anni trenta o quaranta che ancora oggi si contendono il favore del pubblico con opere di oggi e con i loro odierni autori... Quelli che l'hanno letto allora, settanta/ottanta anni fa' oggi sono morti e sepolti. Come pure quelli della generazione successiva, e di quella dopo ancora. E le generazioni di oggi?  Continuano a comprare Simenon, anche se siamo nel 2000 inoltrato e lui è un romanziere del '900, il mondo è stato rivoluzionato dalla tecnica, dalla scienza, dal comabiamento dei costumi, dalla modo di intendere la cultura... eppure chi vive in questi nostri anni  trova ancora interessante e appassionanti i temi, i personaggi e lo stile di Simenon.
Forse questo sarebbe stato un motivo, o uno dei motivi, per cui ci saremmo aspettati un po' più di attenzione da parte dei media a questo benedetto 25°.
Beh, ci siamo sfogati... e un po' di amarezza ce la portiamo comunque dietro... ma domani, prenderemo in mano un libro di Simenon e ci scorderemo di tutto, così immersi in quel mondo che ci risucchia tra le sue pieghe ogni volta che apriamo le pagine di un volume del papà di Maigret.

domenica 7 settembre 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET E LA QUESTIONE DELLA... BIRRA!

Un bel boccale di birra fresca. Quante volte appare nelle inchieste del commissario Maigret? E' un segno distintivo del commissario, come la pipa, la stufa a carbone del suo ufficio, come il pesante cappotto dal bavero di velluto.
Ma perchè proprio la birra? Certo ci sono altre bevande tra le sue preferite: il calvados, il bicchiere di vin blanc, per non tacere della prunella che beve a casa (quella casalinga fatta dalla cognata). Insomma Maigret beve parecchio, per alcuni critici più... igienisti beve fin troppo... per non parlare del fumo.
Ma non divaghiamo e torniamo alla questione della birra. La troviamo presente in momenti cruciali, come gli interrogatori che il commissario conduce nel suo ufficio a Quai des Orfévres. Però accompagna anche i suoi momenti di relax. Ad esempio quando, finita una faticosa inchiesta, invita i suoi ispettori giù alla Brasserie Dauphine a bere una bella birra fresca.
E' un argomento che Simenon deve aver affrontato diverse volte nelle interviste, tanto che nel '53 sentì il bisogno di scrivere un breve testo "Pourquoi Maigret boit-il de la biére?" poi pubblicato in uno dei Cahiers Simenon nel '94.
In questo curioso articolo l'autore cerca di dare una risposta. Da una parte afferma una cosa ovvia. "...beve birra perché non può far a meno di berla. Voi perchè avete una naso lungo? E perchè durante i vostri pasti il più delle volte mangiate delle patate fritte?...".
Ma poi scavando nei ricordi e forse anche nel subconscio, affiorano ricordi, situazioni e sensazioni che forniscono una spiegazione più profonda e che hanno a che vedere con i trascorsi della sua giovinezza a Liegi. Tutte cose che vanno più a fuoco dopo un viaggio nella città natale. E sono legate a tre luoghi... tre posti ben precisi.
"... uno era il caffè nel basso di Haute-Sauveniére, un caffè tranquillo e pulito frequentato da habitués, direi quasi degli iniziati, la maggior parte dei quali aveva in un armadio a vetri un bicchiere personale... nel quale degustava con concentrazione della birra limpida...".
Dopo questo, racconta Simenon, c'era un altro locale poco distante dal primo "... il Café de la Bourse dove i clienti, sempre gli stessi, agli stessi tavoli di marmo... e dove il padrone, in maniche di camicia, tutte le mattine passava più di un'ora a tirare a lucido con amore il tubo della spina della birra... e un giorno mi spiegò l'importanza di questa operazione..."
Completa il trittico di questi locali in cui la birra è protagonista un piccolo locale, poco frequentato dove non c'erano mai più di due o tre clienti. E' sempre Simenon che ricorda. "...la birra era servita da una bionda formosa, uscita da un quadro di Rubens che si sedeva al tavolo con voi e beveva con voi e rideva con indulgenza ai vostri scherzi...".
C'è ancora qualcuno che vuole altri motivi per cui Maigret beve la birra?

sabato 6 settembre 2014

SIMENON SIMENON. CINQUE APPUNTAMENTI PER SCOPRIRE LO SCRITTORE ARTIGIANO

RTS, la radio televisione svizzera, ha dedicato uno speciale radiofonico in cinque puntate, di cui l'ultima ieri mattina, a Georges Simenon, in occasione del  venticinquesimo anno dalla sua scomparsa. "Simenon, profession artisan", professione artigiano. La definizione che piaceva molto al romanziere, quella che rispondeva di più alla sua concezione dello scrivere... gli piaceva pensare che la sua fosse un'attività che aveva a che fare (anche) con le mani da cui uscivano i fogli che tutti insieme componevano i suoi libri.
E questo è anche il modo in cui vedeva in prospettiva il lavoro fatto nel primo periodo, gli anni in cui iniziava a scrivere  su commissione, i racconti, i romanzi brevi, i feuilletton, quella letteratura popolare per la quale raccoglieva gli ordini, poi confezionava il prodotto secondo le indicazioni del committente e infine arrivava il momento della consegna... proprio la modalità di lavoro di un falegname, un fabbro, ma anche di un pittore, di uno scultore... E questa visione accompagnava e rafforzava la sua aspirazione ad essere "un comme les autres", uno come tanti che svolgeva con umiltà e competenza il proprio lavoro, concretamente, creando qualcosa solido e di tangibile.
"...Ero un fabbricante, un artigiano. Come un artigiano passavo ogni settimana a prendere le comande da quegli industriali che sono gli editori di romanzi popolari - ricorda Simenon nel 1945 ne Le Romancier, una sua conferenza a New York  - E come un vero artigiano arrivavo a calcolare il costo del mio guadagno secondo il rendimento orario...".
Certo, passati quei dieci anni e arrivato al lancio di Maigret, Simenon aveva concluso quella fase. Era entrato, come diceva lui stesso, nel periodo della semi-letteratura, quella che lo svincolava dagli ordini degli editori. La situazione era ormai capovolta. Era lui che imponeva agli editori le sue idee, i suoi romanzi, e lo faceva per la prima volta con il suo vero nome e cognome. Ma questa storia del faticare come un artigiano persisteva. Nel 1956 in un'intervista al giornalista americano Carvel Collins dichiarava "... sono un artigiano; ho bisogno di lavorare con le mie mani. Mi piacerebbe scolpire il mio romanzo in un ciocco di legno...".
Perché questo attaccamento a una tale concezione del proprio lavoro? In realtà il suo era un lavoro di testa, che veniva dal suo animo, dal suo subcoscente addirittura. Insomma niente di più immateriale. E invece, almeno in queste (ma anche in altre) dichiarazioni, sembra voler contrapporre a questa spiritualità una certa materialità... E poi se vogliamo quella sua predilezione per le "mot-matiére", che Simenon ripete più volte, ha un collegamento con la scrittura-artigiana. Una scrittura che vuole avere a che fare con delle parole concrete, che rappresentino degli oggetti, quasi fosse una scrittura che utilizzava elementi tridimensionali. O forse elementi veri, realistici, cose che la gente utilizzava tutti i giorni, di uso corrente, che tutti conoscevano... e così torniamo alla apparente semplicità della sua scrittura, della sua letteratura, così vicina alla gente qualunque, alla vita di tutti i giorni, ma comunque così sofisticata da portarlo un paio di volte nella rosa dei possibili premi Nobel.
Ma l'idea dell'artigiano non lo abbandona. Nemmeno a settant'anni, quando ha ormai smesso di scrivere da un anno, e registra per il suo Dictée Des traces de pas "...in fondo non sono stato altro che un bravo artigiano che si metteva a lavorare alla propria macchina da scrivere...".

venerdì 5 settembre 2014

SIMENON SIMENON. IL 25° ANNIVERSARIO SI FESTEGGIA A SERRAVALLE NOIR

Domani pomeriggio apre l'ottava edizione di Serravalle Noir, che quest'anno è dedicata a Georges Simenon e al suo celeberrimo commissario, in occasione del 25° anniversario dalla scomparsa dello scrittore.
“L’apertura della manifestazione è alle 16.45, nell’Oratorio della Vergine Assunta (via San Lodovico) – ci informa Stefano Fiori, giornalista e membro del Club del Giallo di Pistoia - Il giornalista Maurizio Testa, esperto conoscitore del commissario francese, e Giuseppe Prevìti, presidente del Club del Giallo di Pistoia, condurranno i colloqui dal titolo “Maigret a Serravalle: un “caso” da non perdere”.
“Con il Noir il borgo di Serravalle chiuderà un’estate ricca di manifestazioni che hanno richiamato tantissime persone – spiega l’Assessore alla Cultura e Vice Sindaco, Simona Querci – Tutti gli eventi sono sempre a ingresso libero perché la cultura deve favorire l’aggregazione e la socializzazione tra la gente”.
Il programma della manifestazione è arricchito anche dalla presentazione del libro di Antonio Fusco "Ogni giorno ha il suo male" (Giunti). Inoltre è prevista la consegna dei premi "Serravalle Noir 2014", dove, possiamo anticipare, ci saranno nomi di spicco tra i quali Maurizio de Giovanni ed Eraldo Baldini. La chiusura è affidata ad un forum sul tema “Orrori familiari, quando gli assassini sono in casa”.
Per qualsiasi informazione ci si può rivolgere a cultura@comune.serravalle-pistoiese.pt.it

giovedì 4 settembre 2014

SIMENON SIMENON. UN 25° IN BUONA COMPAGNIA... IL 40° DEL "MAIGRET ITALIEN"

Oggi sono i 25 anni dalla scomparsa dello scrittore, ma non va dimenticato che il 3 gennaio cadevano anche i 40 dalla morte di Gino Cervi. Simenon-Simenon ha intenzione di ricordare, oltre al romanziere, anche il Maigret d'Italie, l'attore che occupa un posto privilegiato nel cuore di moltissimi italiani di una certa generazione (ma forse non solo). Inoltre cinquant'anni fa', (ed ecco un'altro anniversario) il 27 dicembre 1964, partiva la serie italiana con l'episodio Un'ombra su Maigret (tratto da '"Cécile est morte" - 1942), e con un Cervi che si muoveva davvero a suo agio nei panni del commissario, grazie alla sua consumata esperienza di attore (allora aveva 63 anni ed erano quarant'ani che calcava palcoscenici, recitava sui set cinematografici e si esibiva in televisione). Insomma il 2014 come un anno da segnare per tutti gli appasionati di Simenon e di Maigret.

SIMENON SIMENON. LO SCRITTORE E IL COMMISSARIO: UNO STRANO DIALOGO

In occasione del 25°anniversario 
della scomparsa di Georges Simenon, 
il nostro collaboratore Paolo Secondini 
ci propone un fulmineo dialogo tra autore 
e personaggio, come suo singolare tributo 
a questa ricorrenza. 
Come suo stile, Paolo ci presenta 
un Maigret e un Simenon davvero 
particolari  ed intriganti. Buona lettura.


Georges Simenon ride irrefrenabilmente, sprofondato in una poltrona di pelle scura.

Il commissario Maigret, seduto alla sua scrivania al Quai des Orfèvres, lo guarda allibito, un boccale di birra nella mano.



Maigret: Ma… perché ride? Ho detto qualcosa…

Simenon: No, no! Stavo pensando… (Si interrompe. Ride ancora.)

Maigret: A che cosa pensava? Su, avanti, me lo dica!

Simenon: Ecco… se invece di fare di lei un commissario di polizia, io l’avessi creata come il più grande fuorilegge di tutta Parigi o, addirittura, della Francia intera… Oh, ragazzi, c’è da morire dal ridere!

Maigret: (Crolla le spalle) Giuro che non la capisco. Cosa c’è di così divertente?

Simenon: Ma come, non riesce a immaginarlo?

Maigret: (Scuote la testa) Le confesso di no!... Lei crede, forse, che nei panni del malvivente sarei apparso troppo ridicolo?

Simenon: Non lei, commissario, non lei… ma sua moglie, la signora Maigret…

Maigret: Mia moglie?

Simenon: Ma certo!... Avrei dovuto fare anche di lei una temuta fuorilegge, per essere compagna del criminale più ricercato di Parigi… Invece che prepararle squisiti manicaretti, si sarebbe occupata, con l’abituale solerzia e dedizione, di oliare e pulire le sue armi: mitra e pistole, perché fossero sempre perfettamente funzionanti. Riesce a capirmi, ora? (Ride di nuovo.)

Maigret: Manicaretti… Armi… Oh!... È questa, dunque, la cosa che la diverte?

Simenon: Già, proprio questa! Non la trova alquanto bizzarra?

Maigret: (Beve un sorso di birra) Be’, in effetti…  La signora Maigret nei panni di una fuorilegge!... (Batte la mano sul piano della scrivania) A pensarci, è una cosa davvero grottesca, stravagante… Dalle padelle alle armi… Già! Una cosa assai buffa.

Simenon: Appunto. Che le dicevo?

Ridono tutti e due.  
Paolo Secondini

SIMENON SIMENON. COME AFFASCINA MAIGRET... IERI... OGGI...

Maigret e l’affare Picpus è il primo romanzo che ho letto di Georges Simenon. Ricordo che mi piacque moltissimo, tanto da ricercarne altri incentrati sulle inchieste del famoso commissario del Quai des Orfèvres.
Ma più leggevo, più l’indagine poliziesca assumeva per me un aspetto secondario, essendo attratto, peculiarmente, da altre caratteristiche della vicenda narrata: quelle umane, psicologiche, ambientali e perfino climatiche, che insieme davano idea di certe atmosfere parigine (come anche della provincia francese); della vita concreta, laboriosa dei frequentatori di bistrot nei momenti di sosta dal lavoro; della semplicità delle massaie recanti sporte piene di cibarie; della tristezza o solitudine delle portinaie all’interno delle loro anguste guardiole. 
 A mio avviso, i romanzi polizieschi di Simenon appartengono, prima ancora che a un preciso genere letterario, quello giallo, a una vera e seria letteratura che, con sobrietà e scioltezza stilistica, è volta a indagare l’animo umano, a rappresentarne gli aspetti più semplici o complessi, più sinceri o contraddittori e, comunque, più veri e reconditi.

Paolo Secondini

SIMENON SIMENON. UN ROMANZIERE CHE HA LASCIATO IL SEGNO, MA CHE NON... CI LASCIA


Georges Simenon attraversa il 1900 quasi nella sua interezza essendo nato nel 1903 e morto esattamente 25 anni fa. Una produzione letteraria, la sua, vasta e variegata tanto da far quasi "impazzire" i suoi piu assidui biografi, appassionati e/o collezionisti.
Certamente il suo nome è legato in modo indelebile al commissario Maigret, ma questa abbinamento ha per troppo tempo fatto torto allo scrittore belga, offuscando i numerosi altri romanzi da lui scritti senza il commissario parigino. E come non ricordare gli inizi della carriera in cui, barcamenandosi (o quasi nascondendosi) sotto decine di pseudonimi, Simenon ci ha lasciato numerosissimi romanzi popolari, di genere avventuroso, semi-poliziesco e sentimentale, senza contare i racconti da lui scritti. Già, perchè Simenon era anche un grande autore di novelle, sapendo creare un'atmosfera, un'ambientazione anche in poche pagine. Troppi sono, nel loro complesso (per nostra fortuna), i capolavori che ci ha lasciato: bisognerebbe nominare metà della sua sterminata produzione col rischio ancora di fare torto a qualche opera non nominandola. Ancora oggi Simenon è uno degli scrittori piu letti e tradotti al mondo, il piu' apprezzato tra i non contemporanei tanto da non temere paragone alcuno con altri autori. I suoi scritti sono ancora costantemente adattati sia per fare film, sia per la tv, sia per le pellicola sul grande schermo: tutto ciò fa di lui e delle sue opere un immortale, tanto è vero che nel 25° anniversario della sua scomparsa, pur essendoci un grande vuoto, lo sentiamo  vivo e vicino a noi
Andrea Franco

SIMENON SIMENON. IL COMMISSARIO SCRIVE... IN PARADISO...

Meung-sur-Loire - 4 settembre 2014
M. Georges Simenon
Romancier
Paradise de la Litterature

Mio caro Simenon,
sarete probabilmente stupito di ricevere una lettera da me, visto che da quando ci siamo lasciati è passato molto tempo. Oggi è il venticinquesimo anniversario del giorno in cui avete lasciato questa terra per entrare nell'Eternità. Se voi godete del privilegio di essere sempre vivo nel cuore dei vostri lettori, io ho quello di dividere con voi un po' della vostra gloria, e forse pure di avervi contribuito, anche se voi siete qualche volta un po' geloso della fama del personaggio che avete creato. Allora, caro Georges, perdonatemi di essere stato qualche volta più famoso del mio autore, però, ammettetelo, avete anche tratto un certo profitto dalle conseguenze di questa popolarità. Da parte mia, approfitto di questo momento per perdonarvi di aver utilizzato il mio nome, i miei tic, le mie abitudini e di aver creato, a partire dalla mia persona, un personaggio più vero di uno reale... Nelle mie "Mémoires" ho regolato i miei conti con voi e non c'è più nulla da reclamare. Da questo momento basta gelosie, basta risentimenti tra noi, ci unirà invece una buona e franca amicizia
Sono venticinque anni che non ci siete più, ma siete più presente che mai e, rendetemene atto, anche un po' grazie a me. E, da parte mia, debbo riconoscere che grazie al vostro talento il mio personaggio continua ad affascinare tanti lettori e a suscitare tanto interesse in tutto il mondo...
Vi abbraccio e M.me Maigret, che sta leggendo questa lettera proprio qui alle mie spalle, fà lo stesso.
Via auguro di continuare ad essere letto con passione da tutti quelli che apprezzano la buona letteratura e che amano condividere questa passione.

                                                                                    Affettuosamente
                                                                                      Jules Maigret

Questa lettera del personaggio al suo autore è dovuta alla fantasia e alla creatività di Murielle Wenger, che i nostri lettori ben conoscono, e che ha voluto celebrare così questo anniversario.