Ingenuo o calcolatore? Uno dei quesiti che ricorrono negli scritti di
chi ha cercato di capire a fondo Simenon e nelle domande poste da mille
intervistatori. E non è un interrogativo da poco.
Certo, chiederlo all'interessato non é un po' da sprovveduti? Lo
scrittore, l'abbiamo detto più volte, aveva una speciale sensibilità per
la comunicazione, exploit, confessioni, il mettersi a nudo o il non
chiarire ai a fondo certi lati oscuri della sua vita... far crescere il
"mistero Simenon". Ma niente di nuovo, come d'altronde per moltissimi
personaggi pubblici.
"...quando si è trattato di concordare questa trasmissione (Portrait Souvenir - Roger Stephane per RTF - novembre 1963) volevo
domandarvi di iniziare con una prefazione. Avrei voluto dirle: mi
chiedo perché mi vengono poste tutte queste domande, perché non c'è
motivo che io sia qui a scoprirmi, mentre lei non si scopre e gli
spettatori nemmeno si scoprono. Perché devo raccontare in modo sincero
la mia giovinezza, quello che penso, etc... quando gli altri non lo
fanno? Questo potrebbe sembrare una specie d'istrionismo, cosa che non
fa certo parte del mio carattere...".
Simenon gioca con l'intervistatore? Ormai è uno scrittore navigato, è
uno che, avendolo fatto di mestiere, sa come lavorano i giornalisti, sa
quello che dire, come e quando dirlo e invece ad un certo punto
dell'intervista tira fuori un elemento che non ci si aspetterebbe.
"... dal momento che uno ha accettato un lavoro in qualche modo
pubblico... essere scrittori non è per caso un lavoro pubblico?...
occorre accettare le conseguenze. Ma nonostante tutto, ho il pudore, il
pudore dei Simenon. Che cos'è il pudore dei Simenon? Ecco un esempio:
dopo vent'anni di matrimonio ho sentito mia madre dire a mio padre:
"Ascolta Desiré sono vent'anni che siamo sposati e tu non mi hai mai
detto: "Mia cara ti amo". Mio padre l'ha guardata, molto teneramente, e
le ha risposto con la più grande semplicità "Ma tu sei qui!". Fu tutto.
E' il modo di manifestare le nostre emozioni ...".
I Simenon, schivi, introversi, poco espansivi, pudici? Almeno Desiré, ma Georges?
Come sa chi ha seguito questo blog, non solo lo scrittore è stato
prodigo di interviste, ma si è impegnato in diverse opere
autobiografiche, alcune molto aperte, senza l'apparente intento di
nascondere nulla. Pensiamo a Mémoires intimes con le parti
dedicate alla moglie Denyse e alla figlia Marie-Jo. Pagine a volte
crude, abbacinanti, come un 'istantanea di cronaca dove il flash
illumina impietoso ogni paricolare. Qui di pudore non ne avvertiamo.
Quindi il quesito si fa importante per conoscere meglio lo scrittore. La
risposta in tasca crediamo non l'abbia avuta nemmeno il più profondo
consocitore di Simenon. Potremmo cavarcela con il semplice escamotage
della doppia faccia di ogni individuo, il Simenon aperto e indifeso
intervistato dai psicoanalisti di Mèdicine et Hygiène (1968) oppure quello che non spiegò mai fino in fondo la sua ansia di se deplacer,
di cambiare, abitazione, paese, continente, una sindrome della fuga di
cui abbiamo fin troppe versioni e troppe interpretazioni per districarci
e trovare quella o quelle vere.
Questa intervista andò in onda sulla televisiomne francese in quattro parti tra il 30 novembre e il 21 dicembre 1963,ne usci un libro(Simenon portrait souvenir) con molte fotografie di cui spesso Maurizio ci regala spezzoni
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