lunedì 3 settembre 2012

SIMENON, MAIGRET E IL RIPARATORE DEI DESTINI


Riceviamo dalla nostra affezionata attachèe Paola Cerana, un appassionato saggio su Simenon, le sue donne, i suoi romanzi, il suo Maigret che è una dichiarazione d'amore nei confronti del romanziere.



Roma - dalla nostra attachèe Paola Cerana - Georges Simenon ha vissuto un’esistenza traboccante d’amore e di passione ma anche di inquietudine e dolore.
Aveva fame di tutto, sin da giovane. Aspirava la vita dalle narici, dalla bocca, da ogni poro, come un moribondo assetato d’eternità. Si nutriva dei barbagli di sole sulle case, del verdeggiare degli alberi, della frescura della pioggia, dei colori dei mercati, del sapore della frutta, delle luci e degli odori delle strade ma, soprattutto, era irresistibilmente attratto dalle persone. Ogni individuo era per lui un microcosmo in cui immergersi per viaggiare alla scoperta di nuovi imprevedibili orizzonti. I volti e i corpi delle donne rappresentavano per lo scrittore l’attrazione più irresistibile, l’accattivante accesso a una galassia seducente e inafferrabile: quella dell’animo femminile.
Gli bastava posare lo sguardo su “quei sederi ondeggianti per provare delle erezioni quasi dolorose. Quante volte ho placato quella fame in una strada buia, dentro un portone, con qualche ragazzina più grande di me…“.
Trascinato violentemente dall’eccitazione, Simenon non ha mai saputo rinunciare all’amore fisico ma nella sua audace esuberanza è sempre stato onesto e coerente, rispettando le pieghe più sensibili dell’animo umano cercando di non ferirne mai la dignità. Tutti i suoi romanzi attingono dalla vita reale, offrendo così uno specchio psicologicamente illuminante non solo dei piaceri della vita ma anche dei risvolti umani più oscuri e dolenti, spesso sepolti sotto cumuli di fugaci lussurie.
Nelle sue “Memorie intime” – il romanzo autobiografico pubblicato nell'81 iseguito da Le livre de Marie-Jo, scritto dalla figlia suicidatasi a venticinque anni con un colpo di rivoltella - Simenon confessa questa sua predisposizione ai piaceri dei sensi ma anche la sua condivisione con le infinite sofferenze delle persone conosciute durante la sua errabonda esistenza. E’ stato precoce testimone di così tante vite finite male, sprofondate in tragedia, che un giorno s’è chiesto come mai non ci fosse, per gli individui in difficoltà psicologiche, l’equivalente dei medici che si adoperano per sanare le malattie del corpo. Allora, lo scrittore era molto giovane e non conosceva Freud, che scopri solo più tardi, interessandosi in seguito molto di più a Jung e alle sue teorie. Tuttavia Simenon ha sempre tentato di superare la psicoanalisi, che a suo giudizio spesso non riusciva a spiegare la complessità della natura umana.
Così, Simenon ha cominciato a immaginare una figura sostitutiva dell’analista classico: un personaggio vago e contraddittorio, proprio come l’animo umano, che svolgesse nella società un ruolo particolare e ben preciso. Quello di “riparatore di destini”. Fermare in tempo una ragazza che si vuole gettare da un ponte, consolare un amante deluso che si annega nell’alcol, regalare semplicemente un sorriso a chi non ne ha più dentro di sé. Arrivare nel posto giusto al momento giusto, con passo delicato, prima che la sofferenza spinga definitivamente l’essere umano oltre il baratro del nulla.
Tutto piuttosto vago, riconosceva Simenon, tanto che non osava parlare pubblicamente di questa sua fantasia per non sembrare ridicolo. Così, per mascherare quest’idea tanto bizzarra quanto insistente sotto una veste accettabile, ha deciso di affibbiare al suo Maigret l’espressione di “riparatore di destini”, attribuendo al commissario la personificazione di soccorritore psicologico di anime alla deriva.
"Comprendere e non giudicare", questa è la frase emblematica che contraddistingue la personalità e la missione intima di Simenon - Maigret. Il commissario, infatti, di fronte alla frequente inconciliabilità tra legge e giustizia, sceglie quasi sempre di agire in maniera che le cose si aggiustino secondo la giustizia umana, cercando di entrare in empatia con gli equilibri invisibili delle persone, quelli più delicati, quelli più veri.
Probabilmente è stata una donna a ispirare questa dimensione psicologica di Simenon. Non una delle diecimila femmine – tante sono le leggendarie avventure attribuite al vorace scrittore – con cui ha condiviso transitorie passioni. Ma una donna conturbante, eccessiva, erotizzante, conosciuta durante il primo pallido matrimonio dello scrittore con Tigy, e destinata a sconvolgere la sua vita. Questa diva dalle trecce nere, dalla figura flessuosa e dalla voce da letto, è Denyse Ouimet, o semplicemente D., come Simenon ama chiamarla nei suoi scritti. Trasgressiva e contraddittoria sin dal loro primissimo incontro, D. diventerà la sua seconda moglie e la madre di tre dei quattro figli di Simenon, tra cui la piccola Marie-Jo, dopo un’appassionata quanto travagliata convivenza con Simenon e un rapporto altrettanto morboso con la sconsolata figlia.
Appena conosciuta “credevo di sentirla debole, disarmata, senza punti d’appoggio, lacerata da aspirazioni contraddittorie … Non volevo cambiarla. Ero persuaso che i miei sforzi mirassero a farle scoprire se stessa, la vera D. che si credeva obbligata, come se avesse paura, a indossare via via delle maschere. Avevo ragione? Avevo torto? Ad ogni modo ero sincero.” Inconsapevolmente, travolto da una passione tanto focosa quanto pericolosa, Simenon ha cercato d’essere il riparatore del destino di D., anche se alla fine i destini di entrambi sono stati travolti da un duplice, imprevedibile epilogo: lo squilibrio psichico di D. e il suicidio di Marie-Jo. Mentre il primo era forse intuibile dalle crescenti intemperanze della donna, il secondo ha straziato la mente e il cuore dello scrittore. Di fronte alla propria disperata impotenza nel riparare il destino della persona più amata, Simenon continuerà a far vivere la sua bambina attraverso i ricordi, le confessioni e le tenere parole contenute nelle sue memorie, esorcizzando così la sua sconfitta.
“Avevi un bisogno di un assoluto che il tuo Dad non poteva soddisfare. Ti voglio bene bambina mia e sono felice che tu abbia trovato finalmente la pace.” 
Sono pagine dolorose, queste, eppure in un certo senso salvifiche per lo scrittore. Forse, svuotare la propria vita nei romanzi è uno dei segreti in grado di scolpire i personaggi su carta in persone reali, capaci di sopravvivere alle pagine in cui sono racchiusi, diventando così, insieme ai propri autori, complici protagonisti di vita eterna.
“Gli uomini leggono, perché quasi come il pane, hanno bisogno di finzione” diceva Simenon. E lui che di romanzi ne scrisse a centinaia, di cosa aveva bisogno, che cosa cercava nella scrittura un uomo così famelico di vita vera? Non è forse diventato un inconsapevole riparatore di destini di tutti quei lettori che nei suoi libri si sono immersi, persi e ritrovati? Tutti noi, amanti della letteratura, vorremmo essere dei Simenon e scrivere meravigliosi romanzi, tuttavia anche accontentandoci d’essere modesti lettori riusciamo ad attingere alla stessa fonte emotiva e riflessiva da cui essi nascono. Leggendo, ci incontriamo idealmente a metà strada con l’autore delle storie raccontate, il quale ci porta per mano dentro il suo mondo, accogliendo in esso il nostro, comprendendolo e non giudicandolo, in una comune catarsi.
Probabilmente, in questo senso è superfluo distinguere tra lettura e scrittura, perché entrambe le dimensioni sgorgano da questa istintiva, insaziabile fame di emozioni condivise che stilla da ogni essere umano. E di conseguenza, è superfluo anche distinguere tra finzione e verità, tra personaggi inventati e reali, perché lo spasmodico bisogno di finzione di cui parla Simenon non galleggia in superficie, bensì affonda in una dimensione profonda e radicata: spesso, ci specchiamo nella finzione dei romanzi perché nella vita siamo incapaci di guardare direttamente la verità. Quante potenziali Marie-Jo, quanti padri sconfitti e quanti salvifici Maigret si annidano tra noi?
Forse, ognuno di noi, leggendo o scrivendo, può trovare conforto e dare un senso alla propria incompiutezza, diventando momentaneamente il riparatore del suo stesso destino, come sarebbe piaciuto a Simenon.

domenica 2 settembre 2012

SIMENON, UN SITO UFFICIALE, ORGANIZZATO DAL FIGLIO JOHN


Simenon ha un sito, o meglio un blog ufficiale. Si tratta di quello che da un paio di mesi sta mettendo su il figlio Simenon.co. E' evidente che oltre alla realizzione di un sito "ufficiale" che sia un po' il punto di riferimento per studiosi e appassionati, questa è un'operazione che si integra con le altre che John ha da tempo intrapreso per dare organicità e unità al patrionio letterario e non solo del padre. Infatti tra i progetti che sta portando avanti c'è quello di riunire in una unica società, con sede a Liegi, la proprietà e la gestione tutti i diritti, letterari, cinematografici, televisivi... etc (Simenon. Dove andranno a finire i suoi diritti) Inoltre sta perseguendo il progetto di creare a Liegi un museo permanente da dedicare specificamente a Georges Simenon (Simenon 2015. Un museo permanente a Liegi).
Insomma in tutto questo c'è la chiara volontà di John di riportare a Liegi il polo delle attività-Simenon, una sorta di ritorno a casa e di legare così il nome del grande romanziere a quello della sua città natale.  

sabato 1 settembre 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1985- 1989


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano


• 23 giugno 1985 – Francia
Nel’isola di Porquerolles, nei pressi della Costa Azzurra, dove hanno trascorso per anni lunghe vacanze estive, muore la sua prima moglie, la belga Règine Renchon, da Simenon soprannominata Tigy.

• 4 settembre 1989 - Svizzera
A Losanna nella sua piccola casa rosa, al 21 di avenue des Figuiérs, Georges Simenon muore a 86 anni tra le mani della sua compagna Teresa. Le sue ceneri saranno sparse nel giardino e si uniranno insieme a quelle di sua figlia Marie-Jo morta suicida, a venticinque anni, nel 1978.

venerdì 31 agosto 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1976 - 1977


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano

• 18 agosto 1976 – Svizzera
In una delle tante lettere della corrispondenza con il suo amico italiano, il regista Federico Fellini, Simenon si dichiara e scrive “”Probabilmente lei è l’unica persona al mondo cui mi senta legato sul piano creativo…Vorrei farle capire quanto mi senta vicino a lei non solo – per usare un temine che cerco di evitare – come artista, ma come uomo e come creatore…”

 • 15 agosto 1977 – Svizzera
Simenon ricorda, in uno dei suoi Dictèes, un altro 15 agosto, quello del 1931, che fu il primo contatto con il pubblico già affezionato ai suoi primi Maigret, a Deauville, a firmare le copie, la sua prima esperienza in merito, come ci ha ricordato Murielle Wenger che proprio quel brano ci ha proposto e che abbiamo pubblicato nello scorso 15 agosto.

giovedì 30 agosto 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1973


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano


• Estate 1973 - Francia
Pierre Granier-Deferre porta a termine la produzione del film Le train tratto dall’omonimo romanzo simenoniano del 1961. Protagonisti di calibro come Romy Schneider e Jean Louis Tritignant

 • 15 settembre 1973 - Svizzera
Esce Un homme comme un autre, il primo dei suoi famosi Dictées. Sono considerazioni, riflessioni, ricordi che Simenon incide sul registratore poi spedisce a Presses de La Cité dove sbobinano i nastri, fanno la revisione e pubblicano un libro. Tra il ’73 e il ’79 usciranno oltre venti Dictées.

mercoledì 29 agosto 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1969 -1972


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano

• Agosto 1969 – Belgio
Simenon è corso a Liegi, al capezzale della madre agonizzante. Henriette Brulls morirà dopo circa quattro mesi.

• 20 luglio 1972 – Svizzera
Maigret et Monsieur Charles, Simenon lo scrive ad  Epalinges, ma non sa ancora che sarà il suo ultimo Maigret, ma adirittura il suo ultimo romanzo in assoluto. 

• 20 settembre 1972 – Svizzera
Simenon entra nel suo studio della villa d’Epalinges, per scrivere il suo ennesimo romanzo che si dovrà intitolare Victor. Ma non cade in état de roman, non scatta il déclic e così decide di smettere di scrivere romanzi. Non sarà più un romanziere.

martedì 28 agosto 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1966 -1968


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano

 • 3 settembre  1966 – Olanda
A Delzfijl partecipa all’inaugurazione di una statua in onore di Maigret alla presenza di numerosi attori che ne interpretarono la parte nelle televisioni di tutto il mondo

• 5 giugno 1968 – Svizzera
Lunga intervista a Simenon, da parte di cinque tra medici, psicologi e psicoanalisti della redazione della rivista medica di Ginevra, Médecine et Hygiène. Simenon mette a nudo molto di sé

lunedì 27 agosto 2012

SIMENON, MAIGRET E L'ESTATE 1963


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano

• 25 gennaio 1963 – Svizzera
Simenon termina la stesura de La chambre bleu nella sua villa di Epalinges mentre la seconda moglie sta per abbandonare  definitivamente quella casa, i propri figli e il marito il quale invece ha trovato nella loro femme de chambre, Teresa Sburelin, una tranquilla, serena e amorevole compagna.

• 18 settembre 1963 – Francia
Esce sul grande schermo un altro Maigret interpretato da Gabin. Si tratta di Maigret voit rouge, diretto da Gilles Grangier, tra gli altri interpreti troviamo Francois Fabian e il nostro Vittorio Sanipoli. Il libro, da cui fu tratto, era uscito nel 1951 con il titolo Maigret, Lognon et les gangsters.

domenica 26 agosto 2012

SIMENON E MAIGRET, L'ESTATE 1960 - 1962


"Simenon Simenon" va in vacanza fino a fine agosto. Ma ogni giorno vi lascia una nota sulle "vicende estive" del mondo simenoniano


1-10 luglio 1960 – Italia
Trascorre la vacanza con la tutta la famiglia all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia

Giugno 1962 – Svizzera
Denyse, la seconda moglie il cui equilibrio mentale è peggiorato, decide di entrare nella clinica psichiatrica di Nyon. Sarà il primo passo dell’allontanamento definitivo da Simenon.

Giugno 1962 – Svizzera
Simenon scrive a giugno Maigret et le Fantôme che viene pubblicato a luglio dello stesso anno.

sabato 25 agosto 2012

SIMENON SIMENON, GLI AUGURI A HOLMES

Non potevamo noi di Simenon-Simenon
non fare gli auguri ad un altro colosso
della storia del giallo, per suoi 125 anni
dalla prima inchiesta scritta da Conan Doyle
A Study in Scarlet.
A tale proposito vi rinviamo a questo post.
Auguri Sherlock!