mercoledì 24 novembre 2010

SIMENON: CHANDLER? UNO SCRITTORE "TOUT COURT"


E' noto che Simenon non si dedicava molto alla lettura dei gialli, o polar, come dicono in Francia, o mystery, come la chiamano in America. Ma nei dieci anni che visse negli Stati Uniti non potè non cogliere alcune caratteristiche di questa letteratura, cosiddetta di genere. E così, nei confronti di uno dei padri dell'hard boiled school, Raymond Chandler, espresse un'opinione ben precisa, segno che qualcosa doveva aver letto.
"... Chandler è senza dubbio uno dei migliori scrittori polizieschi americani. Ma allo stesso tempo è molto più di un romanziere poliziesco - ricorda Simenon in uno dei suoi Dictéée (gennaio 1974) - E' un romanziere tout court". Ricordiamo che Chandler, rispetto ad altri capostipiti di quel genere, Hammett o Woolrich, è il più europeo per formazione culturale, per educazione scolastica e per aver vissuto i primi trent'anni della propria vita in Inghilterra. Quindi era naturale che Simenon lo apprezzasse particolarmente. Ma ci fu un'altro argomento che lì accomunò, L'autore de Il Grande Sonno non solo denunciò la scarsa considerazione in cui gli studios di Hollywood tenevano i romanzieri, soprattutto dopo averli spremuti, ma esprimeva il suo disprezzo nei confronti sia dei "professionisti" della critica letteraria chee degli agenti letterari. E lo fece in modo abbastanza lapidario scrivendo nel '52, sul periodico The Atlantic Monthly, un articolo che si intitolava Il dieci per cento della vostra vita. Riconosceva ovviamente, la necessità degli agenti letterari, anche per la sempre maggiore complessità dei contratti, ma era contrariato dal loro scarso livello etico, temendo che non reggesse l'impatto con le lusinghe del mondo degli affari editoriali. E peggio ancora per gli agenti cinematografici...
Simenon si trovava non solo d'accordo con Chandler, ma potremmo dire che le loro voci, a tal proposito erano all'unisono. Anche lui infatti protestò in Francia, per gli stessi argomenti, scrivendo nel 1956 sul settimanale culturale Arts, in occasione di un progetto di legge sulla proprietà letteraria.

martedì 23 novembre 2010

SIMENON: LE CASE DEGLI ULTIMI ANNI

Sappiamo che gli ultimi 30 anni della sua vita li passò in Svizzera. Ma i suoi tre ultimi domicili sembrano seguire passo passo il suo declino prima come scrittore e poi come uomo. Si inizia trionfanti. Alla fine del 1963 si trasferisce con tutta la famiglia. A Epalinges,  località a sette chilometri da Losanna, dove ha fatto construire una villa-monstre. Monstre, sia per quanto riguarda il suo aspetto estetico (sembra una sorta di bunker)  sia per la sua grandezza. "Ingresso grande come un hangar, muri bianchi, moquette rossa, bagni neri, finestre all'americana...  quadri da Matisse a Vlaminck - racconta Pierre Assouline che ha avuto modo di visitarla. E continua - Dalla terrazza si  vede il lago di Lemano, le Alpi francesi, quelle italiane e il Jura. Sul cancello campeggia il simbolo del dollaro "$"... Nel cortile la collezione di automobili Jaguar, Bentley, Facel-Vega, Chrysler, Mercedes...". E poi camere insonorizzate, collegate da interfono, la grande stanza attrezzata come una camera operatoria (l'ipocondria di Simenon) e un'enorme salone per far giocare i bambni, e ancora due uffici, tre cassaforti... Ma iniziano ad Epalineges i passi verso la fine. Neanche un anno dopo, la seconda moglie, Denyse, abbandona definitivamente la villa dopo essere stata a più riprese in strutture psichiatriche e di riabilitazione. I figli sono ormai andati via... Marc ha una sua famiglia, Marie-Jo vive a Parigi, Pierre Nicolas con la prima moglie e la Boule. Nella sua vita ormai è entrata come sua compagna di vita Teresa Sburelin, che Arnoldo Mondadori gli aveva raccomandato e che era arrivata a casa Simenon come femme de chambre. Nel 1972 Simenon ha per la prima volta il blocco dello scrittore... ma forse non é nemmeno quello. E' la vena che si é esaurita. Capisce che un ciclo si è chiuso e anche quella enorme villa, l'icona dell'apice della sua vita e della sua opera, ormai gli è estranea. Lascia tutto e si ritira con Teresa in un anonimo appartamento, all'ottavo piano di un palazzone di Losanna (al 155 di avenue de Cour). Poi nel '74 si trasferisce in una piccola casa con il giardino (al 12 de rue de Figuiers), una casa  dove non scriverà più, dove sarà vittima di una frattura al femore, dove (1978)  sarà raggiunto dalla tragica notizia del sucidio della figlia (e nel giardino spargerà le sue ceneri), dove il 4 settembre 1989 lascerà questo mondo. E anche Teresa spargerà le ceneri di Georges nel giardino, facendolo ricongiungere idealmente alla sua adorata Marie-Jo.

MA QUANTO LEGGEVA IL "PICCOLO SIMENON"

"Faresti meglio a fare quacos'altro invece di leggere i tuoi sporchi libri". Queste erano le parole di Henriette Brulls, madre di Georges, pronunciava mentre lui leggeva i grandi classici Dostoevskij, Dickens, Checov, Conrad... Siamo nel 1911, e a soli otto anni il piccolo inizia a leggere con un ritmo non consueto per quelli della sua età. E man mano che cresce, a dodici anni, inizierà a frequentare la Biblioteca des Chiroux diretta la poeta belga (vallone) Joseph Vrindts. Fu la sua prima guida letteraria. Da quella biblioteca prendeva un paio di libri a settmana. Questo d'altronde era il massimo concesso dal regolamento. Ma Vrindts si accorge presto che per il piccolo Georges due sono pochi, visto anche che lui premeva per averne di più. Allora escogitarono uno stratagemma. Fecero altre tre tessere una a nome della madre, una per il padre e una per il fratello. Insomma arrivava così circa ad una decina di libri alla settimana. Vrindts era comunque un po' scettico e della convinzione che alla fine non potesse leggerli tutti e così in fretta. Allora iniziò a intavolare con Simenon delle discussioni sui libri, quando lui li riportava: giudizi sui personaggi, gradimento della trama, commenti sui finali... insomma alla fine dovette arrendersi e credere che i libri li leggeva tutti e abituarsi che aveva a che fare con un bambino-fenomeno con delle capacità deciamente maggiori rispetto ai suoi coetanei. Ma quali autori leggeva? Tra gli otto e i tedici anni i suoi interessi andavano a Jules Verne, Dumas padre, Dickens, Conrad. Poi, dai quattordici in su, la sua passione fu per i russi di cui il suo preferito era Gogol, ma anche Tolstoj, Puskin, Cechov, Dostoevsky. E quindi anche i francesi, Balzac, Hugo, Stendhal. Verso i diciotto anni la sua attenzione era attirata da autori come Shakespeare o Auguste Comte (il precursore della sociologia). E poi, fino ai ventisette anni, di tutto da Descartes, a Pascal a Montaigne fino agli americani come Faulkner, Dos Passos e Mark Twain che ammirava particolarmente. E infine ancora Goethe e addirittura le lettere di Napoleone."Poi verso i ventisette anni ho deciso di non leggere più romanzi, salve qualche straniero e i classici - scrive lo stesso Simenon  (Quand j'eatis vieux - 1960) - Ho letto e riletto la Bibbia, i Vangeli, il Codice Civile e quello Penale e li rileggo ancora a piccoli brani. Ho cercato di leggere Gide, di cui sarei divenuto amico. Non ci sono riuscito. Ma non gliel'ho mai detto".

LE FAMOSE ATMOSFERE DEI ROMANZI DI SIMENON

Uno degli elementi che ricorrono più spesso quando si parla della letteratura simenoniana è l'abilità e l'originale capacità di creare un'atmosfera, tanto da divenire un po' un leit-motiv ricorrente. Indubbiamente è vero, il romanziere le attribuiva una notevole importanza, ma... "Innanzitutto sono gli altri che hanno usato quella parola, non io. Niente mi irrita di più di quella parola atmosfera. Il romanziere d'atmosfera! Ma, Cristo, se non ci fosse l' atmosfera, il romanzo sarebbe un fallimento - affermò lo scrittore in un'intervista del '55 alla radio francese -  E' un po' come se, parlandomi di un uomo, mi diceste: sapete, respira. Certo che respira, altrimenti sarebbe un morto, no? Un romanzo senza atmosfera sarebbe nato morto...". In effetti Simenon preferiva parlare di clima poetico. E lo spiegò in alcune interviste."Credo che quello che i critici definiscono la mia atmosfera non è nient'altro che l'impressionismo dei pittori applicato alla letteratura" (Carver Collins,1956).
"I miei personaggi reagiscono in funzione del loro ambiente, di quello che è stato definito atmosfera, la mia famosa atmosfera. Tutti i critici mi perseguitano con l'atmosfera Simenon, ma se non ci fosse l'atmosfera che cosa respireremmo?".(Piron e Sacré, 1982)

PALINSESTI TV: VECCHI SCENEGGIATI E FICTION, REMAKE MAIGRET ESEMPIO EMBLEMATICO

Su La Stampa (Fulvia Caprara) • Si fà un gran parlare dell'andazzo della televisione italiana che insiste nei rifacimenti di quelli che una volta si chiamavano riduzioni telelvisive o sceneggiati.  E non se ne parla bene. Uno dei quesiti che ci si pone è perché piuttosto che rifare peggio cose già fatte, non si lavori su idee e soggeti inediti. E invece non è così e l'esempio del Maigret è esemplare Si è tentato da parte di Mediaset la riproposizione della serie del commissario, interpretato in Rai negli anni '60 e '70 da Gino Cervi. E nonostante la scelta di un bravo atrore per interpretare Maigret (Sergio Castellitto) la cosa non ha funzionato. Share insoddisfacente e cancellazione di una eventuale seconda serie. Proprio su La Stampa queste considerazioni vengono oggi riproposte e parlando della riproposizione, si legge "... È successo perfino al povero Maigret, gioiello della tv in bianco e nero, con Gino Cervi e Andreina Pagnani. Nel 2004 su Canale 5 è andata in onda la nuova versione, nei ruoli chiave due tra i migliori interpreti della scena italiana, Sergio Castellitto e Margherita Buy. Presentazione in grande stile, attesa e curiosità da parte del pubblico. Si parlava già di un seguito, se il verdetto dell'audience fosse stato favorevole, la seconda serie sarebbe partita subito. E invece non se ne fece nulla. Il neo-Maigret affondò nel coro delle critiche, sembra che al pubblico, tra le altre cose, non fossero piaciuti i toni pastello della scenografia, l'esatto opposto di quel lucente grigio piovoso che aveva contribuito al fenomeno del vecchio ciclo..."Una disamina attenta e in profondità con cui non si può essere d'accordo. A Simenon, non molto abitutato certo ai flop, tutta questa storia non sarebbe piaciuta. A lui piceva il Maigret di Jean Gabin (quello cinematografico quindi), tanto da fargli affermare "Dopo aver visto Gabin nei panni di Maigret, ogni volta che mi metto alla macchina da scrivere per stendere una nuova inchiesta del commissario, è inevitabile. I tratti  del volto attribuisco a Maigret sono quelli dell'attore. Ho paura che, se continuerà così, prima o poi Gabin finirà per chiedermi... i diritti per lo sfruttamento della sua immagine!":

SMENON... "FUORI DEL POLLAIO"?

La confidenza con la scrittura per Simenon iniziò a nemmeno sedici anni, quando, dopo la morte del padre e la necessità di lavorare, arrivò a fare il giornalista, dopo aver fallito come aiutante in una pasticceria e come commesso in una libreria. Già perchè a seguito di una raccomandazione (forse del vescovo di Liegi, che sembra fosse suo cugino) a sedici anni ancora non compiuti, Georges Siemnon viene assunto da La Gazette de Liège, un importante  quotidiano della città, giornale di tendenza molto conservatrice e molto cattolico. A Joseph Demarteau, che era allora il direttore, non ci volle molto per capire che il giovane Georges aveva del talento. E così la carriera fu alquanto rapida. A sedici anni con la moto del giornale correva dai commissariati agli ospedali, dai congressi alle conferenze stampa, distinguendosi per la sua facilità e rapidità nella scrittura. Dopo un anno dalla sua entrata, il direttore gli affidò addirittura una rubrica quotidiana, una sorta di notazione di costume, talvolta pungente e satirica. "Hors du poullailer" questo il suo titolo, Monsieur le Coq la firma di Simenon.A soli sedici anni disponeva già di uno spazio che gli dava visibilità e con cui si toglieva qualche soddisfazione: Il titolo della rubrica si traduce letteralmente in fuori de pollaio, ma il suo significato era fuori dal coro, una specie di zona franca dove poteva andare anche contro corrente. Dopo quasi un anno la rubrica cambiò titolo diventando Causons  e la firma pure mutò in George Sim. Ma non c'era solo la rubrica, bensì anche inchieste, reportage, interviste... Questo fu il primo contatto di Simenon adolescente con il mondo della scrittura, sia pure giornalistica, ma anche la prima occasione per far emergere quel naturale talento per comunicare con la gente attraverso la parola scritta

lunedì 22 novembre 2010

GLI "EROTICI" DI SIMENON


Tra il 1925 e il 1929, nel periodo antecedente alla pubblicazione dei Maigret, Simenon si dedicò alla letteratura  cosiddetta popolare, di tutti i generi. Non solo avventura, polizieschi, storie d'intrigo, ma anche romanzi erotici... per quanto all'epoca di tale argomento si potesse scrivere. Da un punto di vista "tecnico" è sorpendente come passasse da un genere all'altro, per dei romanzi di un ottantina di pagine che il giovane Simenon riusciva anche a scrivere in un solo giorno, almeno secondo le sue affermazioni. Pubblicazioni vendute a due franchi e mezzo, trame semplici, personaggi stereotipati, ma anche con questi standard la sua produzione era sorpredente. Vediamo, ad esempio, come era organizzato per una giornata di lavoro.
La segretaria arrivava alle nove. Tenete conto che per mezzoggiorno doveva aver dettato due racconti leggeri, uno tragico e completato la scaletta di un romanzo popolare. E nel pomeriggio doveva andare a consegnare quello che aveva prodotto la mattina. La sera ancora a scrivere perchè aveva preso l'impegno di consegnare due romanzi di quindicimila righe.
Parlavamo prima dei romanzi "erotici" che subivano lo stesso trattamento. Li scriveva sotto pseudonimi diversi e i loro titoli erano decisamente esplicativi: Ninì violata di Luc Dorsan (1926) oppure Un uomo libidinoso di Georges Sim (1927), Orge borghesi di Gon Gut (1926). Si tratta di titoli non tradotti in italiano e che non sempre, anche nelle varie bibliografie più acreditate, hanno uno pseudonimo e un editore univoci.
Qui di seguito pubblichiamo un elenco con pseudonimo, titolo e anno di apparizione di alcuni romanzi erotici pubblicati con le Editions Prima, le Editions Illustrées e la Société Parisienne d'Edition. Alcuni sono romanzi, altri sono antologie di racconti.

Éditions Prima

Gom GUT, Au Grand  1925.    
Luc DORSAN, Nini violée, 1926.   
Georges SIM, Un Monsieur libidineux, 1927  
Georges SIM, Les Mémoires d'un prostitué par lui-même, 1929.

Collezione  Gauloise"

Gom GUT, Un viol aux Quat'z'Arts, 1925.   
Plick et PLOCK, Voluptueuses Étreintes (contes) 1925.   
Gom GUT, Perversités frivoles (contes), 1925.   
Gom GUT, Plaisirs charnels (contes), 1925.   
Gom GUT, Aux Vingt-huit Négresses, 1925.   
Gom GUT, La Noce à Montmartre, 1926.   
Luc DORSAN, Histoire d'un pantalon, 1926.   
Gom GUT, Liquettes au vent (contes), 1926.   
Luc DORSAN, Mémoires d'un vieux suiveur (contes), 1926.   
Gom GUT, Une petite très sensuelle, 1926.   
Luc DORSAN, Nuit de noces (contes), 1926.   
Gom GUT, Orgies bourgeoises, 1926.   
Gom GUT, L'Homme aux douze étreintes,1926.   
Luc DORSAN, La Pucelle de Bénouville, 1927.   
Gom GUT, Étreintes passionnées, 1927.   
Gom GUT, L'Amant fantôme, 1928.   
Luc DORSAN, Un drôle de coco, 1929.

Éditions Illustrées

Collection "Les Romans drôles"

Gom GUT, Madame veut un amant, 1928.       
POUM et ZETTE, Des gens qui exagèrent, 1928.       
Gom GUT, Les Distractions d'Hélène, 1928.       
KIM, Un petit poison, 1928.

Collection "Les Romans folâtres"

BOBETTE, Bobette et ses satyres, 1928.       
Gom GUT, L'Amour à Montparnasse, 1928.       
Luc DORSAN, Une petite dessalée, 1928.

Société Parisienne d'Édition

Luc DORSAN, Les Mannequins du docteur Cup,  1927.

I MAIGRET DI SIMENON PUBBLICATI CONTEMPORANEAMENTE DA MONDADORI E DA ADELPHI


Contrariamente a quanto credono molti e a quanto scritto da qualcuno, il passaggio della serie delle inchieste di Maigret tra gli editori Mondadori e Adelphi non fu netta e nemmeno ci fu un intervallo. Infatti l'ultimo Maigret apparso per i tipi della casa editrice di Segrate è almeno del giugno 1994 (Maigret e l'informatore - collana Oscar Mondadori Narrativa). Il primo Maigret publicato da Adelphi nel 1993 (Pietr il Lettone - Gli Adelphi - Le inchieste di Maigret). Questo singifica per circa un anno Georges Simenon appariva contemporaneamente nel catalogo di due importanti editori italiani, quello più grande in assoluto e quello allora rienuto il più sofisticato e ricercato. Va ricordato che però Adelphi già da qualche anno pubblicava i romanzi, ma non i Maigret.E comunque è assolutamente insolito che un autore così importante fosse con le inchieste di Maigret in vendita con le edizioni Mondadori e quelle di Adelphi. E' un'altra testimonianza della singolarità di uno scrittore che ha dimostrato spesso di saper andare al di là anche delle più consolidate consuetudini editoriali.
L'unico accorgimento che fu utilizzato fu che per l'ultima serie Mondadori i titoli pubblicati furono gli ultimi della produzione di Simenon, mentre Adelphi iniziò dal primo.

QUANDO SIMENON SCRIVEVA ROMANZI POPOLARI SOTTO PSEUDONIMO

Un romanzo della serie popolare, del 1932, firmato George Sim e pubblicato da Tallandier.
Gli inizi furono difficili. Per uno che a diciotto anni aveva lasciato in Belgio un lavoro da giornalista ben pagato, una casa, una fidanzata, trovarsi a Parigi a fare la fame, a dormire nei sottotetti più infimi e a vedersi rifiutare racconti e romanzi, non era certo un bel viviere. Ma Simenon sapeva che se voleva diventare uno scrittore, e poi anche un romanziere, aveva bisogno di un periodo di apprendimento. Ma nel frattempo aveva anche bisogno di sopravvivere e quindi moltiplicava gli sforzi per farsi pubblicare qualcosa. Dopo aver rotto il ghiaccio con i primi racconti sul quotidiano Le Matin, grazie a Colette, iniziò a pubblicarne altri su vari giornali scandalistici e poi passò ai romanzi popolari. Come abbiamo visto erano degli scritti che uscivano sotto pseudonimi (ne usò circa diciassette) e che Simenon definiva "letteratura alimentare". Già, perchè pur rendendosi conto di fare della letteratura di livello basso, constatava che sempre più gli consentiva di sopravvivere. E poi c'erano altri lati positivi, come lui stesso precisava."Chiunque abbia scritto dei romanzi popolari, per un certo numero di anni e per guadagnarsi il pane, è sicuro che non utilizzerà più quegli schemi convenzionali in ciò che scriverà dopo, perché si acquisisce un tale odio per le convenzioni, per i personaggi stereotipati, per i dialoghi convenzionali, per le descrizioni convenzionali, che automaticamente non esiste più il rischio di utilizzarli, mi capite? In realtà, scrivendo romanzi popolari, s'impara tutto quello che non bisogna fare per scrivere un buon romanzo".

LETTERA A MONSIEUR E MADAME MAIGRET

*Nota a fine post

Ecco una lettera, apparsa sul giornale "L'Illustré de Lausanne"  in occasione dei cinquant'anni dalla creazione del personaggio del commissario Jules Maigret. E' Simenon che scrive alla sua creatura e alla sua signora, con tutta la tenerezza che si prova per un personaggio con cui si è convissuto per più di quarant'anni. Visto con la lente del tempo che ammorbidisce i contorni e sfuma i colori, ma che rende vivido il ricordo e fa rivivere con un po' di nostalgia quei momenti.elle parole dello scrittore si avverte un atteggiamento quasi reverenziale forse dovuto al rimpianto dei bei tempi passati... ora sono tutti e due in pensione... al limite della loro intensa vita.


Losanna 26 settembre 1979

M. e Mme Maigret
Meung-sur-Loire

Mio caro Maigret,sarà probabilmente stupito di ricevere una lettera da me, visto che ci siamo lasciati circa sette anni fa'. Questo è il cinquantesimo anniversario del giorno in cui a Delfzijl ci siamo conosciuti. Voi avevate circa quarantacinque anni. Io venticinque. Ma voi avete avuto la fortuna, in seguito, di trascorrere un certo numero di anni senza invecchiare. Soltanto alla fine delle nostre avventure e dei nostri incontri avete raggiunto l'età di cinquantatre anni che all'epoca era il limite di età per i poliziotti, anche se per un commissario di divisione come voi era di cinquantacinque. Quindi quanti anni avrete oggi? Non lo so, visto il privilegio di cui avete goduto per parecchio tempo. Al contrario io sono invecchiato e molto più velocemente di voi, come un comune mortale e adesso ho già da un pezzo passato i sessantasei anni. Non so se voi abitiate ancora nella vostra piccola abitazione in campagna a Meung-sur-Loire e se voi peschiate ancora con la canna; se riparato da un largo cappello di paglia vi occupiate sempre del vostro giardino; se madame Maigret  vi prepapari sempre quei piccoli piatti che voi amate tanto e se vi capiti, come capita anche a me, alla vostra età di andare a giocare a carte al bistrot del villaggio.Eccoci tutti e due in pensione e, spero per voi, assaporando entrambe i più piccoli piaceri della vita fiutando l'aria del mattino, osservando con curiosità osservando con curiosità la natura e gli esseri intorno a noi.Ci tengo farvi gli auguri per questo anniversario, a voi e alla vostra signora. Ditele  che grazie ad un certo Courtine, cui possiamo meritatamente conferire il titolo di re dei cuochi, le sue ricette di cucina hanno fatto il giro del mondo e che, per esempio,  sia in Giappone che nell'America del Sud i gourmand non mancano mai di mettere qualche goccia di prunella d'Alsazia quando preparano il pollo al vino.Quanto ai vostri successori al Quai des Orfèvres  ce ne sono stati molti che hanno adottato il vostro metodo e le vostre procedure, e alcuni tra loro, anche dopo essere andati in pensione, hanno scritto le loro memorie facendo seguire il loro nome dall'espressione "alias commissario Maigret".L'avete davvero meritato. Vi abbraccio con commozione, voi e madame Maigret, che probabilmente non immagina che molte donne la invidiano, che molti uomini  vorrebbero aver sposato una donna come lei e che un'affascinante giapponese, tra le altre, interpreta il suo ruolo in televisione, mentre un giapponese rappresenta proprio voi.
Affettuosamente
Georges Simenon

*Nella foto in alto, alcune delle attrici mogli di Maigret. Dall'alto a sinistra in senso orario: Andreina Pagnani moglie di Gino Cervi (Tv Italia) - Sato Tomomi moglie di Kinya Aikawa (Tv Giappone) - Jeanne Boitel moglie di Jean Gabin (cinema Francia) - Micheline Francey moglie di Jean Richard (Tv Francia).