"Faresti meglio a fare quacos'altro invece di leggere i tuoi sporchi libri". Queste erano le parole di Henriette Brulls, madre di Georges, pronunciava mentre lui leggeva i grandi classici Dostoevskij, Dickens, Checov, Conrad... Siamo nel 1911, e a soli otto anni il piccolo inizia a leggere con un ritmo non consueto per quelli della sua età. E man mano che cresce, a dodici anni, inizierà a frequentare la Biblioteca des Chiroux diretta la poeta belga (vallone) Joseph Vrindts. Fu la sua prima guida letteraria. Da quella biblioteca prendeva un paio di libri a settmana. Questo d'altronde era il massimo concesso dal regolamento. Ma Vrindts si accorge presto che per il piccolo Georges due sono pochi, visto anche che lui premeva per averne di più. Allora escogitarono uno stratagemma. Fecero altre tre tessere una a nome della madre, una per il padre e una per il fratello. Insomma arrivava così circa ad una decina di libri alla settimana. Vrindts era comunque un po' scettico e della convinzione che alla fine non potesse leggerli tutti e così in fretta. Allora iniziò a intavolare con Simenon delle discussioni sui libri, quando lui li riportava: giudizi sui personaggi, gradimento della trama, commenti sui finali... insomma alla fine dovette arrendersi e credere che i libri li leggeva tutti e abituarsi che aveva a che fare con un bambino-fenomeno con delle capacità deciamente maggiori rispetto ai suoi coetanei. Ma quali autori leggeva? Tra gli otto e i tedici anni i suoi interessi andavano a Jules Verne, Dumas padre, Dickens, Conrad. Poi, dai quattordici in su, la sua passione fu per i russi di cui il suo preferito era Gogol, ma anche Tolstoj, Puskin, Cechov, Dostoevsky. E quindi anche i francesi, Balzac, Hugo, Stendhal. Verso i diciotto anni la sua attenzione era attirata da autori come Shakespeare o Auguste Comte (il precursore della sociologia). E poi, fino ai ventisette anni, di tutto da Descartes, a Pascal a Montaigne fino agli americani come Faulkner, Dos Passos e Mark Twain che ammirava particolarmente. E infine ancora Goethe e addirittura le lettere di Napoleone."Poi verso i ventisette anni ho deciso di non leggere più romanzi, salve qualche straniero e i classici - scrive lo stesso Simenon (Quand j'eatis vieux - 1960) - Ho letto e riletto la Bibbia, i Vangeli, il Codice Civile e quello Penale e li rileggo ancora a piccoli brani. Ho cercato di leggere Gide, di cui sarei divenuto amico. Non ci sono riuscito. Ma non gliel'ho mai detto".
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