Arbitrariamente. L'abbiamo voluto chiamare così. Parliamo di Simenon, ma non di Georges, bensì di Marie-Jo.
La sucida dicono tutti. La figlia suicida del grande Simenon e della... squilibrata madre Denyse... così almeno si ripete sempre.
Marie-Jo così delicata, così fragile, anche lei (come la madre) in cerca del suo equilibrio, della sua stabilità, quella che da piccola le sapeva dare solo un uomo come suo padre.
Marie-Jo perdutamente innamorata del padre anche a più di vent'anni.
Un 'innamorata che pretendeva che nelle telefonate Parigi-Losanna lui le dicesse letteralmente "Marie-Jo, ti amo". Non si accontentava di un "Ti voglio bene", o di un "Sei la mia bambina, la mia preferita" oppure di un "Solo tu sei il mio tesoro". No. Lei voleva l'amore di quell'uomo, l'amore che in quel momento lui divideva con Teresa.
Il blues lo sanno tutti, è il seducente canto dei neri d'America, parola letteralmente presa dalla frase "avere i diavoli blu", che vuol dire essere tristi. Tristi perchè si è soli e infelici per l'amato che non c'è.
E Marie-Jo era triste. Molto triste. E componeva poesie/canzoni/ballate come questa, senza titolo (scritta a 21 anni), e che noi, arbitrariamente, abbiamo battezzato:
Sweet Marie-Jo Blues.
Che solitudine stasera
Nel riprendere la strada
Nella notte profonda e nera
Della strada che ben conosco
Nessuno che mi aspetti
E nessuna da aspettare
Solo musica da ascoltare
Musica per farmi cullare
E un dio da ritrovare
Il solo a cui parlare
Dovrei sapermi abituare
A questa pelle che mi porto dietro
Adattarmici almeno
dimenticare che dentro ci sto male
Che solitudine stasera
E se cambiassi strada
Se sfuggissi a questa notte nera
Se trovassi un "altrove" mio?
Con qualcuno che mi aspetti
O qualcuno da aspettare
Qualcuno da ascoltare
Qualcuno per farmi cullare
Un amore da ritrovare
Con il quale potermi mescolare
Ma come buttarla via
Questa pelle che mi porto dietro?
E se non posso cambiarla
Me al porterò in valigia!
Che solitudine stasera
Che solitudine anche domani
Volevo conservare la speranza
L'ho persa, va bene anche cosi.
Marie-Jo Simenon
Montparnasse - 1° marzo 1972
giovedì 31 maggio 2012
mercoledì 30 maggio 2012
SIMENON, ANCORA UN FESTIVAL IN SUO NOME
Si chiama semplicemente Festival Simenon e aprirà i battenti il prossimo sabato 2 giugno con un'anteprima a Fontenay-le-Comte, ad un cinquantina di chilometri a nord de La Rochelle, nell'entroterra della Vandea. La manifestazione ha la caratteritica di essere itinerante, ed é ormai giunta alla sua quattordicesima edizione. L'organizzazione è a cura dell'Associazione di Sables d'Olonne per la promozione della cultura. Infatti l'inaugurazione vera e propria è prevista proprio a Sable d'Olonne il 16 giungo dove rimarrà fino al 24 giugno ed infine si sposterà a Saint-Gilles-Croix-de-Vie dal 26 giugno al 1° luglio.
La Vandea dedica diverse mostre al romanziere che tra un periodo e l'altro ha vissuto più di dieci anni in questa regione, pur spostandosi in paesi e comuni differenti e creando con la zona un solido legame.
Ci saranno, come al solito, dibattiti, retrospettive fotografiche, incontri con studiosi ed estimatori di Simenon, tra cui una conferenza tenuta il 3 giugno al Chateau de Terre-Neuve, da Didier Gallot (magistrato e autore di "Simenon ou la comédie humaine"- 2003, che ha fondato il festival nel 1999) che avrà come tema il perido americano di Simenon.
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Didier Gallot fondatore del Festival |
Poi è prevista anche una rassegna cinematografica di alcuni dei sessanta film tratti dalle opere dello scrittore. Tra gli altri vogliamo ricordare la proiezione di
Maigret tend un piège di Jean Delannoy, con Jean Gabin, Annie Girardot et Jean Desailly e Le train
di Pierre Granier-Deferre, con Jean-Louis Trintignant (fresco di Palmares al Festival del Cinema di Cannes 2012), Romy Schneider e
Nike Arrighi.
Qui potrete trovare il programma del festival e il suo sito ufficiale.
lunedì 28 maggio 2012
SIMENON. LE PERFORMANCE DELL'ULTIMO MAIGRET
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FOTOMONTAGGIO - COPERTINA "SACRILEGA" |
di Ferénc Pinter vecchia edizione Mondadori!
Si arrabbieranno tutti e due gli editori
e magari di lassù anche...il grande Pinter
Occhio alle classifiche questa settimana. Il protagonista è sempre Maigret e il signor Charles, l'ultimo libro che Simenon scrisse nel 1972, prima del blocco con il romanzo Victor, che, come ormai saprete, non fu nemmeno iniziato.
Ma torniamo alle nostre classifiche settimanali che vedono l'ultima inchiesta di Maigret piazzarsi al 7° posto, guadagnando due posti nella "Top Ten" pubblicata sabato da TuttoLibri de La Stampa, su rilevazione Nielsen Bookscan. Lo stesso titolo tiene ancora il 1° posto nella classifica dei "Tascabili" sempre del quotidiano torinese. La stessa società di rilevazioni, ma nel suo rapporto per il supplemento La Lettura del Corriere della Sera di ieri, gli assegna lo stesso posto (il settimo) nella "Top 10" (facendogli fare il salto di un livello dalla settimana scorsa) e lo rileva al 2° posto della sezione "Narrativa straniera" confermando così il piazzamento di sette giorni fa'. Analoghe, anzi identiche, posizioni rileva anche l'Eurisko per R2 Cult de La Repubblica di domenica, dove lo troviamo anche qui al 7° posto della "Top Ten" (+ uno rispetto alla settimana scorsa) e anche qui, come per TuttoLibri, al 1° posto per i "Tascabili" (confermando la posizione già acquisita).
Invece per la vendita di libri su internet su IBS, Maigret e il signor Charles lo troviamo al 9° posto. Per gli ebook, sempre da IBS vediamo scivolare dal 22° al 24° posto il romanzo Il Gatto, e poi infine troviamo L'orologiaio di Everton che dal 46° scende al 50° posto.
domenica 27 maggio 2012
SIMENON, MAIGRET E CERVI, COINCIDENZE E ANALOGIE
Intervento della nostra "attachéa" al Bureau Simenon Simenon, Cristina De Rossi. Se anche voi volete partecipare, editare post o illustrazioni a vostra firma, scrivete a simenon.simenon@temateam.com
Roma - dalla nostra attachée Cristina de Rossi - Ricostruendo un po' asistematicamente le biografie di Simenon, del suo personaggio più celebre, il commissario Jules Maigret, e di Gino Cervi, l'attore che in Italia è indiscutilmente la sua faccia, proverò a individuare qualche coincidenza e alcune date (e/o alcuni anni) in cui qualcosa di più o meno importante sucedeva a tutti e tre o almeno a due di loro.
• 1901-1903 - Sono i due anni in cui nascono Cervi e poi Simenon, secondo le notizie che si ricavano dagli scritti del romanziere a quell'epoca Maigret non era più piccolo, doveva aver all'incirca 14 anni.
• 1907 - E' l'anno in cui sarebbe morto il padre di Jules che ormai a 20 anni aveva iniziato la facoltà di Agricoltura. Anche Cervi perde il papà a 22 anni. Simenon aveva invece 18 anni.
• 1919 - Simenon inizia a lavorare alla Gazette de Liége mentre Cervi è agli esordi con la "piéce" Il Marchese di Priolà di H. Lavedan.
• 1924 - Maigret rientra al Quai des Orfévres dopo un periodo di punzione in un commissariato di provincia. Siemenon pubblic il suo primo romanzo popolare di genere rosa con Ferenczi Le roman d'une dactylo. Cervi ottiene la sua prima scrittura nella compagnia di Alda Borelli a 15 lire al giorno.
• 1931 - Simenon con lo stupefacente Bal Anthropométrique lancia la serie dei Maigret. Cervi esordisce come doppiatore di film guadagnando l'allora ragguardevle cifra di 200 lire. Maigret è all'apice della carriera, viene romosso commissario divisionario.
• 1939 - Simenon diventa pare per la prima volta con la nascita di Marc. Gino Cervi diventa direttore del Teatro Eliseo di Roma. L'anno dopo Maigret va in pensione, tre anni prima del previsto.
• 1945 - Cervi vince la Coppa Volpi e il Nastro d'Argento al Festival del Cinema di Venezia con il film Le miserie di Monsù Travet (regia di Mario Soldati). Simenon si trasfrisce in America dove rimarrà per dieci anni.
• 1952 - Simenon viaggia per l'Italia (Milano, Roma, etc...) . Cervi e in Francia per girare il film La signora delle camelie (regia di Raymond Bérnard).
• 1972 - Quando Cervi si appresta a lavorare all'utima serie televisiva Rai del commissario Maigret, Simenon termina Maigret et monsieur Charles che sarà l'ultimo romanzo che scriverà.
Roma - dalla nostra attachée Cristina de Rossi - Ricostruendo un po' asistematicamente le biografie di Simenon, del suo personaggio più celebre, il commissario Jules Maigret, e di Gino Cervi, l'attore che in Italia è indiscutilmente la sua faccia, proverò a individuare qualche coincidenza e alcune date (e/o alcuni anni) in cui qualcosa di più o meno importante sucedeva a tutti e tre o almeno a due di loro.
• 1901-1903 - Sono i due anni in cui nascono Cervi e poi Simenon, secondo le notizie che si ricavano dagli scritti del romanziere a quell'epoca Maigret non era più piccolo, doveva aver all'incirca 14 anni.
• 1907 - E' l'anno in cui sarebbe morto il padre di Jules che ormai a 20 anni aveva iniziato la facoltà di Agricoltura. Anche Cervi perde il papà a 22 anni. Simenon aveva invece 18 anni.
• 1919 - Simenon inizia a lavorare alla Gazette de Liége mentre Cervi è agli esordi con la "piéce" Il Marchese di Priolà di H. Lavedan.
• 1924 - Maigret rientra al Quai des Orfévres dopo un periodo di punzione in un commissariato di provincia. Siemenon pubblic il suo primo romanzo popolare di genere rosa con Ferenczi Le roman d'une dactylo. Cervi ottiene la sua prima scrittura nella compagnia di Alda Borelli a 15 lire al giorno.
• 1931 - Simenon con lo stupefacente Bal Anthropométrique lancia la serie dei Maigret. Cervi esordisce come doppiatore di film guadagnando l'allora ragguardevle cifra di 200 lire. Maigret è all'apice della carriera, viene romosso commissario divisionario.
• 1939 - Simenon diventa pare per la prima volta con la nascita di Marc. Gino Cervi diventa direttore del Teatro Eliseo di Roma. L'anno dopo Maigret va in pensione, tre anni prima del previsto.
• 1945 - Cervi vince la Coppa Volpi e il Nastro d'Argento al Festival del Cinema di Venezia con il film Le miserie di Monsù Travet (regia di Mario Soldati). Simenon si trasfrisce in America dove rimarrà per dieci anni.
• 1952 - Simenon viaggia per l'Italia (Milano, Roma, etc...) . Cervi e in Francia per girare il film La signora delle camelie (regia di Raymond Bérnard).
• 1972 - Quando Cervi si appresta a lavorare all'utima serie televisiva Rai del commissario Maigret, Simenon termina Maigret et monsieur Charles che sarà l'ultimo romanzo che scriverà.
sabato 26 maggio 2012
SIMENON. IL CASO MAIGRET: RAI 5 RISPONDE
Abbiamo un paio di giorni fa' pubblicato un post che si riferiva alle proteste per l'interruzione improvvisa, non motivata (e nemmeno comunicata) da parte del canale Rai 5 sul digitale terreste, delle repliche degli sceneggiati dei Maigret con Gino Cervi. Qualche giorno prima avevamo inviato sia a Rai 5 che all'Ufficio Stampa della Rai una richiesta di chiarimento sull'intera vicenda.
Ieri sul tardo pomeriggio è arrivata a Simenon-Simenon una mail da parte di Rai 5 che qui riportiamo integralmente.
Ieri sul tardo pomeriggio è arrivata a Simenon-Simenon una mail da parte di Rai 5 che qui riportiamo integralmente.
"Anche noi rispondiamo ai nostri telespettatori infuriati giustamente, questa è la motivazione: abbiamo
dovuto sospendere la messa in onda del programma. Ci scusiamo ma i
nostri uffici ci hanno informato che devono verificare alcuni dettagli
relativi ai diritti con gli eredi Simenon per poter proseguire la serie
di Maigret. Speriamo di poterlo mettere in onda il prima possibile. Saluti. Rai 5".
Quindi la questione sarebbero i diritti, o più precisamente alcuni non meglio precisati dettagli sul fronte dei diritti. Ci sembra strano che la Rai, la quale dispone di un corposo ufficio legale, che si occupa in gran parte delle questioni inerenti i diritti (sia quelli acquisiti, sia quelli ceduti), non abbia, prima di inziare le repliche, vagliato tutte le questioni inerenti ai diritti (che, tradotto in parole semplici, vuol dire a una parte dei costi del programma). Allora per chiarire questi nostri (e vostri dubbi) abbiamo consultato un'esperto, cioè uno dei rappresentati degli autori televisivi presso la SIAE (Societa Italiana Autori Editori).
Le ipotesi, ci ha spiegato, potrebbero essere più d'una. Ma quella più probabile è che nel contratto iniziale di cessione dei diritti da Simenon alla Rai per la serie interpretata da Cervi, come succede di consueto, ci fosse un clausola che escludeva i diritti per tutti i nuovi mezzi tecnologici, al momento della stipula del contratto non ancora esistenti e non immaginabili. Supponiamo che il contratto sia stato firmato almeno agli inizi del '64 o anche nel '63 (visto che la prima puntata della serie fu trasmessa a dicembre del '64). Certo allora non si prevedevano quelli che oggi vengono tecnicamente definiti "canali digitali tematici". Questi sono infatti, ai fini dei contratti e del costo dei diritti, considerati diversi dai canali chiamiamoli canonici (Rai Uno, Rai Due e Rai Tre, tanto per intenderci).
Allora è possibile che per questi utlimi l'emittente di Stato abbia un contratto che le permette di usufruire del diritto di replicare gli sceneggiati di Maigret senza limiti di tempo (oppure per un tempo lunghissimo, magari ad oggi non ancora esaurito)). Ma per gli altri canali (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, etc...), essendo considerati nuovi mezzi tecnologici, quei diritti non valgono. Se invece l'avessero trasmesso ad esempio su Rai Tre, qualora questa ipotesi dovesse essere valida, non ci sarebbero stati problemi.
Quindi, se così fosse, si sarebbe trattato di una svista o di una leggerezza da parte dell'ufficio legale (o di quello delegato ai diritti).
D'altra parte sappiamo, e chi ci segue lo ha letto nel post del 14 aprile Simenon. Dove andranno a finire i suoi diritti?, che un figlio di Simenon, John, ha messo in cantiere un progetto con la finanziaria ING Invest di Liegi che mira ad acquisire tutti i diritti cinematografici delle opere simenoniane. Forse l'operazione, di cui non si conoscono ancora tutti i dettagli, potrebbe interessare anche i diritti televisivi e forse in questo caso potrebbe aver creato dei problemi al contratto in essere. Ma questa la consideriamo un'ipotesi da preendere in considerazione, anche se, a nostro avviso, meno probabile.
Insomma, vedremo come si svilupperà la situazione e, state certi, che continueremo a cercare di capire meglio quello che è successo e di darvene tempestivamente notizia. Ringraziamo Rai 5 di averci dato comunque una risposta, anche se sarebbe stato corretto avvertire per tempo i telespettatori che la serie di repliche sarebbe stata sospesa, magari anche utilizando la pagina del sito che Rai 5 ha dedicato a questa programmazione. Altrimenti a cosa serve avere a disposizione un mezzo capace di comunicare in tempo reale come internet?
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John Simenon, figlio secondogentio di Georges |
Insomma, vedremo come si svilupperà la situazione e, state certi, che continueremo a cercare di capire meglio quello che è successo e di darvene tempestivamente notizia. Ringraziamo Rai 5 di averci dato comunque una risposta, anche se sarebbe stato corretto avvertire per tempo i telespettatori che la serie di repliche sarebbe stata sospesa, magari anche utilizando la pagina del sito che Rai 5 ha dedicato a questa programmazione. Altrimenti a cosa serve avere a disposizione un mezzo capace di comunicare in tempo reale come internet?
venerdì 25 maggio 2012
SIMENON, DONNE, SESSO, LUSSURIA E... COGNIZIONE DI CAUSA
Non tutti sanno che nel 1956 in un programma radiofonico francese venne letto un brano, tratto da uno dei Dictées di Simenon (Quand j'étais vieux - Presses de La Cité 1972), intitolato Elogio della lussuria.
Ovviamente riguardava la sessualità, uno dei temi che, quando si parlava dello scrittore o lo si intervistava, era, per così dire, uno dei più gettonati, perchè sicuramente, come diciamo oggi, faceva più audience che non ragionare sulla sua forma letteraria o sulla linguistica dei suoi romanzi o dei confronti strutturali tra la costruzione dei suoi romanzi e quella delle inchieste del commissario Maigret. Ci diceva un vecchio e incallito editore di settimanali a proposito delle copertine "... una coscia? Tra le 2000 e le 5000 copie in più. Un bel seno? Quasi diecimila in più. Due belle discinte, magari anche famose? Anche 20.000 copie in più...". Ovviamente si riferiva alle donne, o meglio a belle donne, magari anche dive.
Questa era la mentalità allora e avveniva ben più di qualche decennio fa'. Oggi siamo tutti mlto meno sensibili a questi stimoli, conseguenza delle overdosi di immagini, su carta e in video, di donne più o meno nude, più o meno sexy, più o meno conturbanti. Ma poi va considerata anche la liberazione sessuale, le mingonne, il monokini, il nude-look, i calendari erotici, le ballerine seminude alla tv, il gionali, i film erotici (e/o pornagrafici) .... insomma una marea di elementi quasi sempre in mano a maschi-maschilisti e con obbiettivo sempre la "donna oggetto". Tutto ciò ha comunque modificato i comportamenti e le reazioni dei anche dei maschietti più sensibili a certi richiami sessuali. Ma questa è un'altra storia e da trattare in altri contesti e con altro respiro.
Torniamo invece al nostro Simenon, figlio di un'altra epoca, e al suo atteggiamento nei confronti del sesso. Anzi in questo caso della lussuria. Già, di questo infatti trattano quelle pagine del Dictée.
"... io dico che la lussuria, la sessualità pura, è per l'uomo il modo di ritrovarsi nel mondo delle proprie origini... - scriveva Simenon - Nella società complessa come la nostra, dove noi non siamo che delle pedine, è il sollievo di essere nudi di fare certi gesti senza complicazioni, senza spiegazioni, senza sentimentalità...".
E' il consueto concetto della costrizione delle convenzioni sociali, che per il resto Simenon accettava, ma non per quanto riguardava il sesso. Queste, in campo sessuale, erano un peso che non si sentiva di portare e quindi lo rifiutava, dando libero sfogo alle sue pulsioni più istintive (non a caso scrive di un ritorno alle condizioni primordiali).
E inoltre aggiunge: "... ho bisogno, per non sentirmi prigioniero della società, di accarezzare una coscia al volo, di fare l'amore senza bisogno di dichiarazioni, di praticare il sesso, da un momento all'altro, nel mio ufficio come si trattasse della foresta equatoriale o di Tahiti. E parlo con cognizione di causa...".
Già, a quasi settant'anni e con la storia delle diecimila donne con cui avrebbe avuto rapporti che si tirava dietro, non è certo difficile credere a questa "cognizione di causa".
giovedì 24 maggio 2012
SIMENON. RAI 5 E IL MISTERO DEL MAIGRET SPARITO
La Rai annunciò ai primi di marzo, con una certa risonanza, che dal 16 marzo al 23 giugno avrebbe rimesso in onda, sul suo canale Rai 5 sul digitale terrestre (quindi in chiaro) diverse puntate delle famose inchieste del commissario Maigret, il sabato in seconda serata. Una vera pacchia per tutti gli appassionati che aspettarono con ansia quel'appuntamento così particolare. Le repliche iniziarono, finchè sabato 12 maggio quei telespettatori videro apparire sullo schermo non la faccia amata di Gino Cervi, ma quella, meno conosciuta (e sicuramente meno amata) di David Letterman, un personaggio televisivo famosissimo negli States che dall''82 conduce dei talk-show. Nessun comunicato della Rai, nessun avvertimento ai telespettatori e nessun cambiamento sulla pagina del sito web di Rai 5, quella dedicata alle repliche dei Maigret (alla faccia del real-time che dovrebbe regnare sul web...sono passati dodici giorni!). Noi di Simenon-Simenon abbiamo ricevuto, tramite i commenti, con i messaggi e via mail, decine e decine di proteste di telespettatori che ne dicevano di tutti colori. Siccome non si è trattato di un'interruzione di un solo sabato, ma Maigret non è più comparso sugli schermi anche nei sabati successivi, le proteste si sono protratte al punto che abbiamo chiesto chiarimenti. Abbiamo infatti contattato Rai 5, tramite il suo sito (cosa che consigliamo di fare a tutti coloro che hanno qualcosa da dire in proposito scrivendo qui) e abbiamo scritto all'ufficio stampa Rai, per chiedere se qualcuno sapesse perchè le repliche fossero state interrotte e soprattutto perchè non ci fosse stata alcuna comunicazione.
A tutt'oggi l'azienda tace. Possiamo immaginare che se dovessero rispondere, affermerebbero magari che gli ascolti non erano all'altezza delle aspettative, ma non immaginiamo perchè l'azienda di Stato, cui i telespettatori pagano per altro un canone, non si degni nemmeno di avvertire del un cambio di un palinsesto.
Noi abbiamo fatto la nostra parte. Aspettiamo che la Rai, sia pure in ritardo, faccia la sua.
A tutt'oggi l'azienda tace. Possiamo immaginare che se dovessero rispondere, affermerebbero magari che gli ascolti non erano all'altezza delle aspettative, ma non immaginiamo perchè l'azienda di Stato, cui i telespettatori pagano per altro un canone, non si degni nemmeno di avvertire del un cambio di un palinsesto.
Noi abbiamo fatto la nostra parte. Aspettiamo che la Rai, sia pure in ritardo, faccia la sua.
mercoledì 23 maggio 2012
SIMENON, MAIGRET E IL CLOCHARD
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Altro titolo nella vecchia edizione Mondadori |
In realtà questo dovrebbe essere un personaggio tipico dei romans-durs di Simenon, eppure lo ritroviamo in un Maigret, a dimostrazione che anche nei personaggi e nei temi, soprattutto nella tarda produzione delle inchieste del commissario, le distanze dai romanzi si accorciano sempre di più. E poi il suggestivo mondo dei clochard, in cui avvengono le indagini riflettono il rapporto di attrazione e repulsione del romanziere nei confronti di questi individui.
"... ho sempre avuto una sorta di vertigine nei confronti della categoria dei clochard - spiega Simenon nell'intervista del '68 con Médcine et Hygiène - Non sono stato lontano dal considerare lo stato del clochard come uno stato ideale. E' evidente che un clochard è un uomo più completo di noi..."
Per Simenon non c'era forse molta differenza tra un barbone che aveva perso tutto e non era soggetto alle convenzioni sociali e quell'ideale di "uomo nudo" che diceva di voler scoprire.
E infatti affermava che "...il clochard è l'uomo che vive senza costrizioni e può vivere la sua realtà come lui la desidera. Ho frequentato a lungo i clochard di Parigi e ho anche studiato i loro dossier alla polizia...".
Insomma conosceva bene l'ambito in cui si muoveva l'ex-medico François Keller, ripescato al'inizio dell'indagine più morto che vivo dalla Senna. E ci racconta a meraviglia quel mondo, le sue particolarità, con lo sfondo delle brume del fiume e delle sue banchine, atmosfere parigine ormai impresse nell'immaginario collettivo degli appassionati di Simenon e non solo.
martedì 22 maggio 2012
SIMENON. CLASSIFICHE: L'ULTIMA ZAMPATA DI MAIGRET?
Già, sembra che quello che viene come annuciato come l'ultimo Maigret, quello che chiuderebbe la serie Adelphi, quello che Simenon scrisse come ultimo nel 1992, Maigret e il signor Charles, abbia dato una zampata nelle classifiche come se volesse lasciare un segno. Subito, nelle classifche scaturite dalle indagini di Nielsen Bookscan e apparse sabato su TuttoLibri del quotidiano torinese La Stampa, si assegnava a questo titolo il 9° posto nella "Top Ten" e addirittura il 1° nella sezione dei "Tascabili". Sempre la stessa società, elaborando le graduatorie di vendita per La Lettura del Corriere della Sera, diffuse domenica, segnalava Maigret e il signor Charles all'8° posto della "Top Ten" e al 2° nella sezione di "Narrativa Straniera". Anche l'Eurisko indicava, sempre domenica, sull'R2 Cult de La Repubblica, come new entry, l'inchiesta di Maigret all'8° posto della "Top Ten" e al 1° posto del settore "Tascabili". Peri i libri cartacei venduti su internet l'ultimo Maigret si piazza subito, nella classifica dei 100 più venduti dell'IBS, al 5° posto (al 34° troviamo 'Maigret e l'informatore').
Invece per gli ebook, sempre su IBS, troviamo Il Gatto al 23° posto quindi Luci nella notte al 24° e poi al 37° un'inchiesta del commissario, Il crocevia delle tre vedove, al 39°posto il romanzo La camera azzurra e al 41° L'orologiaio di Everton e al 45° La pazza d'Itteville. Ben sei ebook nei primi cinquanta. Chapeau, monsieur Georges!
Invece per gli ebook, sempre su IBS, troviamo Il Gatto al 23° posto quindi Luci nella notte al 24° e poi al 37° un'inchiesta del commissario, Il crocevia delle tre vedove, al 39°posto il romanzo La camera azzurra e al 41° L'orologiaio di Everton e al 45° La pazza d'Itteville. Ben sei ebook nei primi cinquanta. Chapeau, monsieur Georges!
lunedì 21 maggio 2012
SIMENON E MAIGRET IN MEZZO ALLA POLEMICA BOLTANSKY-ASSOULINE
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Il saggio origine della polemica |
Ora, per capire davvero qualcosa di questa polemica occorre spiegare chi è Boltansky, che tipo di sociologia rappresenta, che cosa voleva sostenere in generale, e perchè ha chiamato in causa Simenon e Maigret nel suo poderoso e articolato libro (oltre 450 pagine). E in seguito, cosa argomenta di contro Assouline nella sua torrenziale e documentata replica.
Riassumere tutto questo non è facile e non lo si può fare in poco spazio (ecco un'altra ragione che potrebbe rendere poco gradito questo post). Ci ha provato Giovanna Zucconi nella sua rubrica su TuttoLibri de La Stampa di sabato "Che libro fa....in Francia" in appena 2500 battute. Leggetelo. Noi intanto qui, su Simenon-Simenon cercheremo di dare conto (per che abbia voglia di seguirla in modo più approfondito) di questa polemica.
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Il sociologo francese Luc Boltansky |
L'enigma, il complotto e l'inchiesta, Boltansky ne parla perché a suo avviso sono collegati ad una crisi dello Stato, sempre più grave e che rischia di far perdere leggittimità e ogni potere a questa istituzione. E ciò lo porta a farsi la madre di tutte le domande sullo Stato, sul potere e sui complotti: ma alla fine chi detiene realmente il "vero" potere? I politici, la finanza, i massoni, il Vaticano, il Cremilino...?
E, secondo il sociologo, il romanzo poliziesco, in sinergia con la nozione psichiatrica di "paranoia" e con l'inchiesta sociologica come metodo scientifico, hanno tutte insieme la capacità di mettere in dubbio la realtà sociale dell'evidenza, quella più superficiale, e di far emergere le contraddizioni, svelando una verità più profonda e più nascosta. Ecco quindi l'inchiesta come strumento per scoprire il complotto che si celerebbe dietro allo Stato, che dovrebbe rivelare chi muove i fili di tutto e chi detiene il "vero" potere.
E per dimostrare le possibilità dirompenti e disvelatrici di un'indagine dedica buona parte del libro a scrittori e opere letterarie, a partire da Kafka per arrivare ai protagonisti della letteratura poliziesca e ai loro autori (da Conan Doyle a John Bucan, da John Le Carré a Graham Greene da Simenon ad Eric Ambler).
Ma in questa teoria che ipotizza il potere dissacrante e rivelatorio della letteratura poliziesca (teoria che per altro andrebbe spiegata e motivata con ben altro spazio e approfondimento), in che modo ha suscitato la polemica su Simenon e il suo commissario?

A nostro avviso questo ha poco o nulla a che vedere con le storiche accuse di collaborazionismo che furono rivolte a Simenon per i suoi affari, durante l'occupazione, con la casa di produzione cinematografica Continental (quella legata a doppio filo con le altissime gerarchie naziste). Qui sembra esserci qualcosa di più profondo che viene imputato a Simenon e allo spirito delle sue creazioni. Il sociologo sembra tacciare lo scrittore (pur rivolgendosi al personaggio) di essere esponente di una sorta di strisciante concezione vetero-statalista, di essere un conservatore che si nasconde dietro una patina cosmopolita, un cittadino del mondo che invece rimane legato a una visione del realtà arcaica, venata addirittura di diffidenza razziale e impregnata di cultura reazionaria. Insomma sembra che venga fuori l'immagine un collaborazionista che nella "realtà apparente" sembrava tenersi fuori dai giochi, ma che, nella "realtà vera" quando poteva o gli conveniva farlo, dava la sua mano e non solo, al governo d'occupazione. E da qui la definizione del commissario Maigret vichysta, ma modesto, in linea, secondo Boltannsky, con il suo profilo umile e senza ambizioni di uomo comune e bravo borghese, in definitiva funzionale al sistema.
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Il famoso simenonologo Pierre Assouline |
"... Piccolo borghese apolitico, Maigret è un uomo ordinario che sarebbe rientrato perfettamente in quella che Durkheim (sociologo francese, considerato uno dei padri della moderna sociologia e citato da Boltansky nel suo studio n.d.r.) definiva la sua "teoria dello Stato" identificato in una classe di funzionari 'sui generis' il cui ruolo era quello comporre la"totalità". Insomma l'incarnazione dell'essenza del neutro. Ma Boltansky prende un abbaglio nella sua interpretazione che isola un romanzo da tutti gli altri: 'Maigret et son mort'. Qui si assiste a una retata nel quartiere di Marais, con una serie di arresti di criminali che hanno tutti le mani sporche, l'andazzo di stranieri clandestini, dei cognomi ebrei o di assonanza balcanica.. Il romanzo, essendo stato scritto nel 1947 spinge il sociologo a questa affermazione: 'non può che evocare le retate reali di cui quel quartiere stesso fu testimone'.
Bolansky, che taccia a più riprese il commissario di un 'sadismo discreto e pantofolaio', si lascia andare ad un'antropologia di Maigret e a un analisi del suo 'habitus' citando appena il nome di Simenon, nonostante il capitolo in questione sia di una cinquantina di pagine. Come se l'autore fosse evaporato. Se avesse avuto una qualche confidenza con la sua biografia, si sarebbe accorto che, contrariamente a quello che s'impegna a sostenere in una lunga nota, l'antisemitismo non è un problema per biografi di Simenon, anche se lo è stato per lungo tempo. Non ci sono tabù. Sono tutte cose esplorate da tempo: i suoi articoli giovanili sono stati dissezionati, gli stereotipi ebrei individuati e analizzati. Boltansky si domanda perché analizzando 'Maigret et son mort' io mi sia interessato al suo risentimento nei confronti dei produttori cinematografici, come risuta da queste pagine, ma non al fatto che essi abbiano tutti un congnome di assonanza straniera. Semplicemente perchè in quell'epoca era un fenomeno frequente e che questo risulta anche in altri romanzi di cui ho fatto un elenco dove questo si verifica e in modo ancor più significativo. Simenon lasciava che la realtà penetrasse in lui e dopo anni di decantazione la faceva risorgere di nuovo dalla sua penna. Ha scritto 'Maigret et son mort' a Tucson (Arizona) dopo aver vissuto tutto il periodo dell'occupazione in Vandea, I suoi ricordi e il suo "assimilato" del quartiere Marais risalgono agli anni 1924-1929, quando viveva al 21 di place des Vosges, dove creò Maigret, quartiere allora dei più poveri, dei più diseredati e abitato da molti emigrati dell'Europa dell'Est... Sotto l'Occupazione non esiste nessun documento che attesti che (Simenon) fosse un antisemita e un vichyste, ordinariamente, o anche solo passivamente come suggerisce Boltansky. Bisognerebbe sapere perchè il sociologo ha deciso di isolare proprio quell'inchiesta tra la settantina del commissario Maigret...
Occorre rileggerlo. Ed è quello che ho fatto. Il romanzo si svolge nello stesso anno in cui è scritto (1947) nel quartiere Marais (rue du Roi-de-Sicile) ma anche in quelli di Bercy, di Saint-Antoine e di Passy, facendo i nomi di Bronsky, Poliensky, Madok, Lipschitz, cioè "gli assassini de la Picardie", una banda di Cechi e di Slovacchi esclusivamente identificati come tali, che massacravano a cuor leggero gli abitanti delle fattorie dopo averi derubati. E allora perché 'Maigret et son mort' e non un altra sua inchiesta, se non per dimostrare una tesi prestabilta, e arrivare a questa conclusione: le origini modeste di Maigret sarebbero funzionali a emozionare il lettore con una sensibilità di sinistra (!?), cosa che sarebbe falsa perchè si tratterebbe in effetti della componente anti-liberale della sinistra...".
In definitiva pensiamo che alcune scelte di Boltansky, siano state dettate dalla necessità di essere iscritte nel quadro più generale di una teoria sugli strumenti della ricerca sociologica. Come abbiamo accennato, il libro è lungo e approfondito, mentre la parte che riguarda l'interpretazione e l'analisi del binomio Simenon-Maigret é una relativamente breve sezione del tutto. Forse, in questo ambito, una lacunosa ricerca sul campo (che pure non dovrebbe mai verificarsi per qualsiasi sociologo e in qualsiasi situazione) può aver determinato un'insufficienza dei dati necessari per elaborare la teoria. E, ad esempio come afferma Assouline, un difetto di confidenza con la biografia del romanziere e l'aver circoscritto l'analisi ad un solo titolo del protagonista (di una letteratura, che va ricordato, è di tipo serale, caratteristica che imporrebbe altri tipi di approccio) possono costituire tutti elementi che hanno portato fuoristrada il sociologo. Quello che siamo propensi a credere è che sembra trattarsi più un'intuizione di Boltansky, forse indotta da alcune impressioni tratte da quella specifica inchiesta di Maigret e da una superficiale conoscenza, non tanto della vita di Simenon, ma degli studi e delle analisi biografiche. Queste negli utimi anni si sono concentrate anche su certe accuse: l'antisemitismo giovanile (quello degli articoli de 'La Gazette de Liége'), sulla collaborazione con la Continental, sul salvataggio del fratello filo-nazista e pluriomicida, facendolo arruolare nella legione straniera. La reticenza non ha avuto spazio e anche i lati personali più oscuri dello scrittore sono stati scandagliati senza riguardi particolari dalla più recente critica biografica.
In attesa di altre eventuali puntate di questa polemiche (e che noi si riesca a leggere e digerire il libro di Boltansky) vi rimandiamo alla lettura del materiale che c'è on line e vale a dire alla rubrica di Giovanna Zucconi su TuttoLibri, il post completo di Pierre Assouline su La République des Livres, che trovate entrambe citati e linkati nella rassegna stampa qui, nella colonna di destra, e poi magari date un 'occhiata anche alla pagina di Wikipedia dedicata al sociologo Luc Boltansky. Buona fortuna.
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