mercoledì 25 settembre 2013

SIMENON, LE INCOGNITE DEL NUOVO MONDO E LA SORPRESA DENYSE

Non si tratta solo della sua decisone di abbandonare la Francia e trasferirsi negli Stati Uniti, con l'intenzione di rimanervi. No, insieme a quella, nel '45, c'erano diversi elementi, a causa dei quali possiamo dire che il romanziere fu nella condizione di lasciarsi alle spalle tutto ciò che fino ad allora aveva costruito e iniziare daccapo, in un posto che non conosceva, e dove lui era quasi uno conosciuto, o certo molto meno famoso di quanto non fosse in Francia.
Possiamo paragonare questa fuga a quella di ventitre anni prima?


Allora lasciava Liegi, la sua città natale. Lasciava la famiglia, anche se i rapporti con la madre erano assai problematici, il padre era morto da un anno e il legame con il fratello non era così profondo. Lasciava, a diciannove anni, un lavoro gratificante e ben retribuito, quello di redattore de La Gazette de Liège dove per altro aveva buone prospettive di carriera. Lasciava la sua fidanzata, anche se c'era già un accordo per convolare a nozze. Comunque per il momento troncava tutto per tentare l'avventura letteraria a Parigi: un salto nel buio.
Adesso, che aveva nel mirino l'America, non si trovava in una situazione stabile. Pur continuando a convivere con Tigy (che insieme al figlio Marc l'avrebbe seguito in quell'avventura), il loro rapporto era definitivamente esaurito e la convivenza serviva solo per non turbare troppo Marc. Da un punto di vista editoriale aveva fatto un passo assai azzardato. Aveva lasciato la prestigiosa e ambita Gallimard per una piccola e allora sconosciuta casa editrice, Presses de La Citè. Non c'erano garanzie che la cosa potesse funzionare e lo stupore di molti che lo conoscevano certo non lo confortava in quella sua rischiosa scelta. A Parigi inoltre aveva dovuto lasciare Boule, sua femme de chambre da una ventina d'anni circa, alla quale lo legava non solo un quotidiano rapporto sessuale, ma anche una sincera tenerezza.
In più sbarcava in paese di cui non conosceva la lingua, o non sufficientemente, dove tutto gli era sconosciuto, dove non aveva amici, nè tanto meno quella rete di conoscenze che s'era lasciato alle spalle in Francia. Anche il suo ritmo di scrittura di quell'anno e di quello prima non è certo paragonabile alla sua media abituale
Simenon ha da poco passato i quarant'anni. Ha trascorso mesi terribili in Francia, sotto la spada di Damocle dell'accusa di collaborazionismo con i nazisti. E anche la partenza per gli Usa non è stata certo facile. Circa sei mesi di snervante attesa a Londra prima di trovare un passaggio qualsiasi per New York. Alla fine andrà bene anche un cargo.
Anche questa fuga in America è in un certo senso un salto nel buio, anche se ora Simenon possiede una serie di salvagenti costituiti da una certa traquillità economica, dall'affetto per un figlio, dalla sua reputazione di romanziere che, almeno in Europa, va crescendo e soprattutto dalle forze di un uomo maturo per affrontare queste difficoltà.
Probabilmente potremmo dire che comunque in quel momento era in uno stato di vulnerabilità, in una fase di incertezze e di incognite. Ed è in questo stato che incontra Denyse.
La segretaria-interprete lo travolge sentimentalmente e sessualmente e, come disse letteralmente Simenon, gli fece conoscere l'amore, quello travolgente, quello che suscita gelosia, quello che fa saltare tutti gli schemi.
Ci siamo chiesti più volte: ma come sarebbe andata se Simenon avesse incontrato Denyse in un altro contesto e in una situazione psicologica diversa?

martedì 24 settembre 2013

SIMENON, UN TE' PER IL PAPA' DI JAMES BOND


Siamo nel '64. Simenon si è appena stabilito nella nuova villa di Epalinges, che lui stesso ha progettato. E' il periodo svizzero dove riceve giornalIsti, troupe radiofoniche e televisive per quelle interviste che si devono ad un romanziere ormai celebre e arrivato. Ma arrivano anche uomini di cultura a volte suoi amici come Henry Miller, Charlie e Oona Chaplin, (pure loro vivevano in Svizzera), ma anche di scrittori come Ian Fleming.
Di lui abbiamo già parlato in occasione della notizia che l'Adelphi, avrebbe pubblicato in esclusiva per l'Italia i romanzi delle serie James Bond. I giornali dettero la notizia accostandola al fatto che la casa editrice stava esaurendo i titoli simenoniani di Maigret. Risultato, i titoli erano quasi sempre di questo tono: James Bond sostituisce il commissario Maigret. Il post di allora s'intitolava  Simenon-Fleming, Maigret-Bond, non c'è storia e dà chiaramente l'idea di come la pensiamo.
Ma oggi parliamo dell'incontro vero che i due ebbero appunto ad Epalinges.
Fleming, che giocava a golf, si trovava nei primi mesi del '64 nei pressi di Losanna, quando, saputolo, un giornalista si dette da fare per realizzare lo storico incontro: Maigret-James Bond.
Quando si videro, i due si tennero su un terreno neutro. Parlarono delle loro vite da scrittori, dei rapporti con i correttori di bozze, dell'ingraditudine dei critici, degli strumenti con cui costruivano le frasi, dei loro gusti letterari... Insomma una chiacchierata di cortesia. Se da un parte Fleming dichiarava di essere un lettore di Simenon da una ventina d'anni e di leggerlo addirittura in francese, dall'altra Simenon fu molto dilpomatico. Si tenne alla larga dall'esprimere gudizi sull'opera dello scrittore inglese, che pure  in quegli anni era al culmine della sua popolarità.
Discutendo delle rispettive ambizioni di scrittore, Fleming chiedeva a Simenon se non desiderasse scrivere un grande romanzo alla "Guerra e pace". E si sentì rispondere che gli bastava scrivere un "vero" romanzo, molto semplicemente.
Quanto a sè stesso Fleming si disse convinto che quando avrebbe finito di scrivere le avventure di James Bond, non avrebbe scritto più nulla.
Ma Simenon aveva scarsa simpatia per quell'agente segreto 007, poi definito "finto, schematico e artificiale".
Jean Fleming, che era nato nel 1908 quindi cinque anni dopo Simenon, doveva morire prorio in quell'anno, ad agosto, prematuramente stroncato da un'infarto.
Ora i due sono, almeno per l'Italia, sotto lo stesso tetto editoriale. Forse Fleming ne sarebbe contento. Chissà se per Simenon si protrebbe dire lo stesso...

lunedì 23 settembre 2013

SIMENON. ASPETTANDO GLI ULTIMI MAIGRET...

Nel post di ieri abbiamo accennato agli ultimi Maigret che dovranno uscire. E ci sono stati due interessanti commenti da parte diuno dei nostri attaché di punta al "Bureau Simenon-Simenon", Andrea Franco che ci ha suggerito interessanti puntualizzazioni e utili approfondimenti in merito ai Maigret che dovranno ancora uscire.
Proprio per questo motivo abbiamo deciso oggi di dare uno spazio adeguato a questi commenti e ripubblicarli quindi come un post, in modo da dar loro il rilievo che meritano e di consueguenza una maggiore visibilità (sappiamo che qualche volta la lettura dei commenti sfugge). Buona lettura.

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Penso che dopo l'uscita, prevista tra un mese esatto, di Assassinio all'Étoile du Nord ci sarà spazio ancora per due libri. Finora sono stati saltati i tre inediti in Italia (godranno di un battage pubblicitario e saranno lasciati per ultimi... quindi saranno editi solo a 2014 inoltrato?)
Mancano ancora tutti i racconti piu lunghi tipo Le client plus obstinè du monde, La pipe de Maigret, La temoignage de l'enfant de choeur, Maigret et l'inspecteur malgracieux, On ne tue pas les pauvres types e Un Noel de Maigret.
Il libro in uscita a ottobre presenterà probabilmente solo quattro racconti, riunendo casi in cui Maigret è ormai vicinissimo alla pensione (il racconto che dà il titolo alla raccolta era stato pubblicato nel nostro paese da Mondadori col titolo "Due giorni per Maigret") oppure già pensionato viene chiamato in causa (o non riesce lui stesso a resistere ad indagare).
Questo dovrebbe essere il contenuto di Assassinio all'Étoile du Nord e altri racconti:
Assassinio all’Étoile du Nord
• Il Notaio di Châteauneuf
• Tempesta sulla Manica
• La Signorina Berthe e il suo amante

Se saranno confermati solo questi quattro racconti avremo una prova del nove che l'Adelphi sta centelinando non solo le uscite (mi pare l'ultimo Maigret sia stato pubblicato già 5 mesi fa) ma anche il contenuto delle stesse.
I racconti scritti negli anni '40 e summenzionati sono piu lunghi,
alcuni addirittura inseriscono Un Natale di Maigret tra i romanzi anzichè tra i racconti. Cronologicamente è l'ultimo (scritto, o quantomeno pubblicato per la prima volta, nel 1951) - Andrea Franco

domenica 22 settembre 2013

SIMENON. L'ANGIOLETTO VOLTEGGIA TRA LE CLASSIFICHE IN ATTESA DEL PROSSIMO MAIGRET

Eccoci al consueto appuntamento domenicale per fare il punto sulle vendite dell'ultimo romanzo uscito di Simenon, L'angioletto, che stiamo monitorando da qualche settimana. Questa volta lo troviamo nella 5a posizione della sezione "Tascabili" dell'inserto TuttoLibri de La Stampa di ieri. Oggi invece l'allegato La Lettura del Corriere della Sera lo colloca al 14° posto della "Narrativa straniera".
Nessun riferimento invece nelle classifiche di R/Cult de La Repubblica di oggi.
Nelle piattaforme di vendita su internet, troviamo questo titolo su I.B.S. dove staziona nelle zone basse della Top 100, raggiungendo il 64° posto. Invece su Rizzoli.it L'angioletto conquista la 12a posizione.
Siamo intanto in attesa della prossima raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret, che avrà il titolo Assassinio all’Étoile du Nord che dovrebbe uscire tra la fine settembre e i primi di ottobre e che dovrebbe essere la penultima raccolta dei Maigret (dovrebbero rimanere ancora tre o quattro racconti da pubblicare. Vedremo se ci sarà la conferma del nostro Andrea Franco nei commenti).
Ma dopo l'ultima raccolta si ripartirà da capo... oppure... basta Maigret?

sabato 21 settembre 2013

SIMENON LASCIA LA PENNA E RACCONTA CON LA FOTOCAMERA


Oggi la parola... o meglio le immagini a Simenon. Già, una volta tanto, invece di fare tante parole sui suoi romanzi e sul suo Maigret, lasciamo spazio all'occhio di Simenon. O meglio a quello che il suo occhio vedeva e immortalava attraverso l'obiettivo di una macchina fotografica.
Le foto che qui di seguito presentiamo sono alcuni scatti della collezione di fotografie realizzate da Simenon e ora di proprietà esclusiva del Fonds Simenon. Grazie alla sua opera di conservazione, possiamo renderci conto di come lo scrittore vedeva la realtà che lo circondava, le persone. I luoghi e la sceltà dei soggetti e le inquadrature sono, secondo noi, un'anteprima di quello che leggeremo nei suoi romanzi. Il punto di vista ci pare lo stesso, qui colto nell'immediatezza dello scatto fotgrafico in bianco/nero, poi messo nero su bianco nelle pagine dei suoi romanzi. Non c'è molto da dire, queste foto donate al Fonds Simenon, parlano da sole. C'è la vita di tutti i giorni, c'è la gente comune, momenti quotidiani, le strade, i bistrot, le periferie, le zone industriali, i gesti semplici... le atmosfere e i personaggi della letteratura simenoniana. Queste foto sono del 1934, alcune apparse sul quotidiano Le Jour, scattate per lo più a Charleroi e dintorni.


La pasticceria del Palais de Peuple e la pasticcera... o solo la commessa? Questa sintetica galleria inizia con l'immagine "dolce" di questa giovane donna.









La lunga strada innevata a Couillet che va verso Châtelet. Una carrozza lascia la propria traccia sul terreno








Il fotografo Simenon questa volta si arrampica sui tetti per scattare una panoramica di Charleroi      
L'interno della brasserie del Palais du Peuple due avventori ad un tavolino, i bicchieri di liquore... Fumano. Fuori il freddo e la neve... dentro un ambiente caldo ed accogliente.
 
Ancora un angolo della brasserie del Palais du Peuple. Anche le donne bevono a Charleroi nel '34

venerdì 20 settembre 2013

SIMENON. MAIGRET COMINCIA CON UN ASSASSINIO O CON UN SUICIDIO?

IL DEFUNTO SIGNOR GALLET 
(Monsieur Gallet décedé) - anno 1931 - Edizioni Fayard

Si tratta di uno dei due titoli con cui venne lanciato il personaggio del commissario Maigret nella famosa notte alla Boule Blanche, durante la scatenata festa Le Bal Antropométrique, ideata e voluta da Simenon stesso.
E' il 20 febbraio del 1931 e inizia così l'epopea maigrettiana (l'altro titolo era "Le pendu de Saint-Pholien"). Nonostante le prove questa è l'uscita ufficiale del personaggio. Le prove consistevano in alcuni romanzi, non ancora firmati Georges Simenon, dove Maigret appare, ma non sempre come comissario, non sempre a Parigi e non a Quai des Orfèvres. E poi il primo ad essere stato scritto è Pietr-le-Letton nel settembre del '29 (uscirà poi nel maggio del '31). La stesura di M.Gallet décédé invece viene completata nell'estate del 1930.
La vicenda è insolitamente intricata. Diciamo insolitamente perchè, con il passare del tempo, l'intreccio giallo andrà semplificandosi, o meglio perderà un po' della sua importanza, rispetto all'indagine psicologica che Simenon affiderà al suo commissario. Ma, come abbiamo detto, siamo al debutto e un giallo deve essere un giallo. Così, alcuni dei tratti principali di Maigret vengono rimarcati più di quanto non venga fatto in seguito. Ed è comprensibile proprio perché si tratta di un protagonista che l'autore deve far conoscere al più vasto pubblico possibile. Certo quando scrive, nonostante la sua convinzione, ha ancora nelle orecchie la strenua opposizione di Fayard che gli ripeteva "Vedrà che non venderemo  quasi niente, questo non è un personaggio da romanzo poliziesco. La gente non capirà...".
La gente, come possiamo affermare con il senno del poi, invece capì e molto bene. Maigret fu la fortuna non solo di Simenon, ma anche di Fayard e degli altri suoi editori (Gallimard e Presses de La Cité).
Ma torniamo a questo singor Gallet che già nel titolo non viene definito assassinato, o suicida. E' semplicemnte morto. Non è morte naturale. Ma quello che prima appare un omicidio, sembra poi essere un suicidio mascherato da omicidio.... ma potrebbe anche essere un vero assassinio... La trama porta a diversi cambiamenti di fronte, con sorprese e colpi di scena che nell'opera maigrettiana troveremo poi molto di rado. Ma Simenon tratteggia già con sicurezza ed efficacia il personaggio, l'ambiente in cui si muove e il suo famoso metodo.
Insomma un Maigret a tutti gli effetti che riveste il fascino degli esordi di un personaggio poi diventato tanto famoso.






"Il primo contatto fra il commissario Maigret e il morto, con il quale avrebbe poi vissuto per settimane in una sconcertante intimità, avvenne il 27 giugno 1930 in circostanze banali, penose e indimenticabili al tempo stesso.
Indimenticabili perché da una settimana la Poizia giudiziaria non faceva che ricevere dispacci con cui si annunciava che il 27 sarebbe arrivato a Parigi il re di Spagna e si ricordavano le misure da adottare in casi del genere.
Per l'appunto il capo della Polizia giudiziaria era a Praga, dove partecipava ad un congresso di polizia scientifica, e il vicecapo era dovuto andare nella sua villa sulla costa della Normandia perchè uno dei figli si era ammalato.
Maigret era il comissario più anziano e doveva perciò occuparsi di tutto, con un caldo soffocante e l'organico ridotto ai minimi termini a causa delle ferie.
Sempre il 27 giugno, all'alba, in rue Picpus, viene trovata assassinata una merciaia...."

mercoledì 18 settembre 2013

SIMENON E I... "SUOI" SCRITTORI DEL PERIODO AMERICANO

"Sceglierei Maigret".
Questa è la risposta che lo scrittore americano Rex Stout dette ad un giornalista che gli chiedeva a quale investigatore avrebbe affidato l'inchiesta nell'eventualità che il suo pachidermico Nero Wolfe fosse fuori gioco.
Simenon e Stout si incontravano ogni tanto negli anni '50. Lo scrittore europeo ritrovava in quello americano un prolifico collega e all'inizio autore anche di romanzi raffinati, quasi sperimentali, come Due rampe per l'abisso (How Like A God - Viking Press - 1929), scritto tra l'altro durante un suo soggiono a Parigi.
Stout era "schiavo" del successo del suo detective-gourmet-floricoltore e, visto gli esordi, avrebbe voluto scrivere altro, e lo fece, ma senza successo. Chi meglio di lui avrebbe potuto capire le remore che talvolta assalivano Simenon quando si trovava ad essere più consciuto e famoso per i Maigret che per i suoi romans-durs?
Ma c'è un'altro scrittore americano di gialli, all'epoca, con cui c'è un certo legame. Si tratta di Erle Stanley Gardner, anche lui un romanziere veloce nella scrittura e quindi molto prolifico, padre del famosissimo avvocato Perry Mason. Gardner però non era uno scrittore di professione, almeno all'inizio, ma un avvocato. Quello che però interessava molto Simenon era che gran parte di ognuno dei romanzi dell'avvocato si svolge nelle aule dei tribunali. I luoghi dove si decidono anche i destini dei "clienti" di Maigret. E dove non sempre, secondo il commissario, legge faceva rima con giustizia. Proprio quei tribunali dove Simenon avrebbe messo degli psicologi o psicanalisti al posto dei giudici e dei magistrati... in nome di quel famoso "comprendere e non giudicare".
E ancora possiamo citare la frequentazione di Thornton Wilder e il loro carteggio in cui spesso il romanziere americano analizzava le opere simenoniane tessendone gli elogi..." ...come succede a tutti il tarlo di Simenon mi corrode... Sempre più credo che sia l'autore più richiesto dal mondo d'oggi...".
Tralasciamo di parlare di Henry  Miller sul cui legame con Simenon abbiamo già scritto (vedi Simenon, Henry Miller e l'incidente , Henry Miller su SimenonSimenon e Henry Miller, religione o sesso o religione del sesso? ), ma ci riproponiamo di tornare sulla produzione letteraria di Simenon in America, alla luce dei rapporti con gli scrittori statunitensi.

martedì 17 settembre 2013

SIMENON... "TOUT SIMENON" 20 ANNI FA' A LIEGI


Vent'anni fa'. Era il 1993 e si festeggiavano i 100 anni dalla nascita di Simenon. A Liegi venne inaugurata una "exposition" che aprì i battenti a fine giugno e li chiuse a fine ottobre. Quattro mesi per uno dei più importanti tributi dedicati allo scrittore belga. L'esposizione attirò 220.000 visitatori ed era stata organizzata in grande stile. Si sviluppava su quattro piani e ospitava oltre 300  teche espositive e alcune ricostruzioni di ambienti. C'era di tutto, manoscritti, libri di Simenon di tutti i paesi, epistolari, fotografie, giornali su cui Simenon aveva scritto, gallerie di Maigret al cinema, in televisione, documenti personali e le sue fotografie di viaggio... Tutto seguendo un percorso ordinato cronologicamente dalla sua nascita nel febbraio del 1903 a Liegi in Rue Léopold 26, alla sua morte nel settebre del 1989 a Losanna, in avenue des Figuiers 12.
L'ingresso alla mostra era costituito da uno di quei famosi bus con la piattaforma aperta in cui Maigret sostava così volentieri a fumare la sua pipa. Ma la maggior sorpresa per un italiano che come me andava a visitare la mostra, era il grande manifesto esposto sopra la biglietteria. Si trattava della locandina dell'unico film italiano sul commissario simenoniano: Maigret a Pigalle, del '67 che riproponeva sul grande schermo la coppia regista-attore che aveva spopolato alla televisione italiana: Mario Landi e Gino Cervi, con il bel faccione dell'attore bolognese in primo piano.
Attraversato il bus, si accedeva al primo piano dove tra l'altro c'era una replica della brasserie Dauphine. Altre ricostruzioni che ci colpirono furono quelle dell'ufficio di Maigret, del camerino di Josephine Baker, dello studio di Simenon... Insomma era un'esposizione organizzata con tutti i crismi con una serie di iniziative collaterali come la galleria delle locandine dei film tratti dai romanzi di Simenon, un concorso di lettura dei brani dello scrittore, programmi radiofonici su Radio Une RTBF, crociere sui canali che  riporcorrevano quelle del romanziere, giochi, proiezioni video, attività nelle biblioteche... e l'onnipresente  variopinto merchandising di gadget. All'inugurazione erano presenti i figli Marc e John e parteciparono all'esposizione la Fondazione Simenon, l'Università di Liegi, l'Associazione Amici di Simenon e le istituzioni di Liegi.

lunedì 16 settembre 2013

SIMENON REPORTER ON THE ROAD MADE IN USA

5 novembre 1946. Sul quotidiano France-Soir inizia la pubblicazione di un reportage di viaggio intitolato Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde. Il resoconto di una traversata in macchina, dal Maine alla Florida, dieci puntate per 5000 chilometri attraverso gli Stati Uniti. Autore Georges Simenon che, acquistata una Chevrolet usata al mercato nero, farà pubblicare i dieci articoli fino al 22 novembre. Si tratta di un reportage di viaggio come altri ne ha scritti nella sua carriera da quando navigava i canali francesi ed europei con il suo Ostrogoth, o viaggiava per lontani paesi tropicali (Au fil de l'eau, Europe 33, La Méditerranée en golette, Sixiéme Continent...). Lo spirito della scoperta, il suo voler conoscere sempre posti e abitudini lontani da quelli consueti, la ricerca del famoso homme nue... insomma tutte pulsioni che lo facevano muovere in tutte le direzioni. Erano per lui esperienze importanti, sia per il suo background di romanziere, sia perché gli consentivano di scrivere reportage di viaggio per i giornali, un tipo di scrittura che evidentemente prediligeva: dalla metropoli più moderna, New York, agli spazi ancora incontaminati, metteva a confronto le due facce opposte del grande paese.
Questo Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde fu poi raccolto in un volume edito nel 1947 da Presses de La Cité. Oggi quello spaccato dell'America, vista da un allora poco più che quarantenne Simenon, ormai scrittore affermato e da un anno trasferitosi negli Usa, viene riproposto all'inizio dell'estate in una versione economica, Le Livre de poche, rititolato Des phoques aux cocotiers et aux serpents à sonnette, nella collana La lettre et la plume.
Ancora una volta dobbiamo consigliare di leggere questo libro, per constatare, come, a distanza di ben oltre mezzo secolo, e nonostante tutti i cambiamenti intervenuti, lo spirito con cui Simenon coglie l'essenza dei luoghi, delle persone e del contesto geografico e sociale, è uno spirito ancora attuale e rende ancora interessante, anche agli occhi degli smaliziati viaggiatori d'oggi, un diario di quei 5000 chilometri on the road.
Chi volesse acquistare via internet questo gustoso reportage di viaggio può farlo su questa pagina.

domenica 15 settembre 2013

SIMENON TRA LE NUVOLE DELLE CLASSIFICHE CON L'ANGIOLETTO

E' iniziata "l'ascesa" nelle classifiche de L'angioletto, l'ultimo romanzo di Simenon (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Citè) edito da Adelphi. 
La sua posizione, dopo circa un paio di settimane dall'uscita si consolida e migliora. Ad esempio vola al 4° posto nella classifica di TuttoLibri de La Stampa di ieri, nella sezione "Tascabili". Altro piazzamento nella Top 20 della "Narrativa Straniera" de La Lettura del Corriere della Sera di oggi, dove il titolo occupa il 14° posto.
Per quanto riguarda invece le vendite su internet, il titolo simenoniano appare sulla Feltrinelli.it all'8° posto e si affaccia timidamente sia sulla piattaforma I.B.S. al 52° posto, che su quella di in-Mondadori dove lo troviamo all'89° posto.
Ma siamo solo all'inizio. L'appuntamento è quindi, come di consueto, per la prossima domenica per scoprire gli esiti delle vendite de L'angioletto nella settimana che verrà.