venerdì 4 ottobre 2013

SIMENON, NESSUNA CONCESSIONE ALL'HAPPY END

- Nei suoi romanzi non commerciali, non prova nessun bisogno di fare concessioni?
- Non faccio mai questo, mai, mai, mai. Altrimenti non scriverei...
Chi domanda è Carvel Colllins, giornalista americano, chi risponde è Georges Simenon. Argomento, la linea di demarcazione tra letteratura commerciale e non. Anno 1956.
Sappiamo bene che Simenon, soprattutto grazie alla decina di anni passati a scrivere su commissione, ha le idee ben chiare su cosa considerava commerciale. Per lui era ogni opera che fosse scritta ad uso e consumo di uno specifico pubblico e che di conseguenza dovesse seguire certe regole e rispettare determinati schemi. Ma, lui che conosceva bene la materia, non condanna tutto. "...naturalmente ci possono essere vari gradi nella letteratura commerciale. Vi si possono trovare cose di pessima qualità e altre buonissime. I-libri-del-mese, ad esempio, sono letteratura commerciale, ma alcuni di essi sono quasi perfetti, quasi opere d'arte. Non del tutto, ma quasi...".
Sembra quindi che in qualche modo cerchi di sfumare quelle teoriche divisioni, troppo nette e troppo astratte per rispecchiare fedelmente la realtà.
Ma comunque il Simenon ultracinquantenne sa bene quello che vuole come romanziere e quali sono i suoi punti inderogabili.
Tornando all'intervista di Collins, questi insiste per sapere, secondo Simenon, come, non l'autore, ma il lettore possa capire se si tratti di un'opera commerciale o no.
"...La grande differenze sta nelle concessioni. Scrivendo a scopo commerciale si devono sempre fare delle concessioni - spiega Simenon, ribandendo poi come abbiamo citato all'inizio che - Non faccio mai questo, mai, mai, mai...".
D'altronde il romanziere non solo ha avuto esperienza diretta della letteratura commerciale. Nei dieci anni negli Stati Uniti ha avuto modo di conoscere bene il mondo cinematografico dove il coté commerciale finisce per prevalere anche su prodotti di qualità, in ossequio all'happy end, con delle conclusioni che non cozzino con la morale e i valori di riferimento della cultura americana.
"... si ha l'imperessione di vedere qualcosa di interamente nuovo e potente, poi alla fine arriva la concessione. Non sempre un finale felice, ma qualcosa per sistemare tutto secondo la morale o la filosofia. Tutti i personaggi che erano meravigliosamente delineati, cambiano completamente negli ultimi dieci minuti...".

giovedì 3 ottobre 2013

SIMENON. FANTASTICO PINTER TRA FANTASTICHE MATITE


Sabato, dopodomani, alle 17.00 tutti a via Cavour 26, Seregno (Mi). Vicini o lontani che siate, proporzionalmente alla vostra passione per i disegni di Ferenc Pinter, correte per ammirare settanta tra le tavole realizzate per le celeberrime copertine dei Maigret Mondadori. Ma il protagonista non sarà solo il Maigret con la faccia di Cervi, ma anche il Nero Wolfe di Rex Stout e molti altri soggetti meno famosi, ma altrettanto affascinanti.
L'esposizione “Fantastiche matite”, alla sua terza edizione, allestita nella galleria "Ezio Mariani" è stata organizzata dalla biblioteca civica Ettore Pozzoli. Parte sabato 5 ottobre e continuerà fino al 27, tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle 16.00 alle 19.00 (il giovedì fino alle 22.00 e sabato e domenica  10.30/12.30 e 15.00/19.00)
Ovviamente, chi ci segue, conosce il nostro debole per il grande disegnatore italiano di origini ungheresi, nato proprio nel 1931, quando Simenon lanciava i Maigret....un destino? Scherzi a parte, Pinter fu un artista versatile, che si cimentò non solo le copertine di libri, ma fece l'illustratore per quotidiani, firmò manifesti pubblicitari (quando i manifesti avevano ancora una loro importanza nella comunicazione pubblicitaria), ma anche illustrazioni e manifesti per cause sociali e umanitarie, che testimoniano il suo impegno civile, in favore ad esempio dei diritti civili e del disarmo.
Un'esposizione di Pinter é sempre un avvenimento, anche perchè la visione diretta delle tavole (e non delle copertine stampate) è tutt'altra esperienza. Chi avesse perso quella di Torino nel marzo 2012, quella di Padova dell'aprile 2012 o quella di Milano del maggio/giugno 2013, farà bene a non farsi scappare questa di Seregno. Inanto chi volesse un'anteprima dei disegni di Pinter potrebbe andare a vedere la nostra Galleria delle copertine di Maigret che abbiamo già pubbicato qui su Simenon-Simenon.

• Ricordiamo il volume Tutti gli Oscar di Pintér, che completa la triologia della Little Nemo sul grande illustratore, aggiungendosi a Tutti i Maigret di Pintér e a Tutti gli Omnibus Gialli di Pintér formando, con i contributi di Ferenc Pintér, Antonio Pintér, Stefano Salis, Vittore Armanni e Massimo Romano, il confanetto Ferenc Pintér

Per acquistare on-line
• Il volume  TUTTI GLI OSCAR DI PINTER
- Edizioni LITTLE NEMO
- Brossura con alette (cm 17x24)
- Illustrazioni di 800 copertine degli Oscar Mondadori
- 272 pagine a colori
- Costo 35 euro
- Spese postali 3 euro
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Per acquistare on-line
• Il cofanetto  FERENC PINTER
- Edizioni LITTLE NEMO
- Tre volumi in brossura con alette (cm 17x24)
- Oltre 1560 illustrazioni
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- Costo scontato 99 euro (fino al 3/03/2012) - Costo intero 130 euro
- Spese postali 6 euro
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martedì 1 ottobre 2013

SIMENON-SIMENON, DA BLOG A "BIOGRAFIA-IN-PROGRESS" IN 1000 POST

Beh...ci sono arrivato. Mille post. Un traguardo... non male. Qualcuno  dirà... già, ma in quasi tre anni non sono poi così tanti. In senso assoluto avrebbe anche ragione, ma poi va considerato che questo blog (per ora chiamiamolo ancora così) è estremamente verticale, cioè restringe talmente i temi fino a trattarne uno solo e, in questo caso, si dedica ad uno ed un solo personaggio: lo scrittore Georges Simenon.
La sua cadenza quotidiana per altro impone un ritmo e una creatività del tutto particolari. Già perchè per quanto abbia cercato, girato e navigato nel web dall'America al Giappone all'Europa, dai paesi asiatici a quelli africani, dai siti arabi a quelli cinesi, dall'Australia, al sud-America, non ho trovato nulla di simile. Un sito o un blog dedicato ad un solo personaggio e che ogni giorno (sabato e domenica compresi) pubblichi un post, non l'ho visto. E, men che meno, su Simenon (certo, ci sono dei signori siti su Simenon, ma non hanno una cadenza quotidiana).
Questa precisazione mi serve per introdurre una considerazione sulla natura di questo lavoro (dopo quasi tre anni diventa un vero e proprio lavoro, non è più solo un hobby). Quando nel novembre del 2010 sono partito, volevo lanciare una sfida a me stesso. Vedere se fossi stato in grado di produrre una comunicazione culturale, che però avesse le caratteristiche di un media informativo, non solo nella cadenza quotidiana, ma anche nell'impostazione. Vedi la rassegna stampa con i link ai giornali e siti di tutto il mondo, i post dedicati all'attualità che riguarda Simenon, l'attenzione alla presenza delle sue opere nel mercato editoriale d'oggi e le relative posizioni nelle classifiche dei libri più venduti. Però volevo che il tutto non fosse indirizzato ad un piccola nicchia di specialisti e di appassionati monomaniacali, ma che potesse interessare anche un pubblico più vasto, sia con la trattazione di argomenti più leggeri e intriganti, sia con una grafica che rendesse piacevole la schermata, ma anche con un'attenzione particolare a quel commissario Maigret (che varrebbe da solo un altro sito) il quale gode di una popolarità tale da interessare quasi più un target generalista che uno specializzato.
Queste erano le intenzioni di partenza. Poi man mano che il blog cresceva ho avuto sempre più netta la sensazione che il mezzo mi avesse preso un po' la mano e mi avesse portato su una strada diversa.
Mi spiego. E' come se mi fossi progressivamente accorto che la mia intenzione, grazie anche alle possibilità che il mezzo mi metteva lì sotto il naso, era in realtà quella di realizzare una biografia di Simenon. Ma una biografia non come quella, pur atipica, che scrissi vent'anni fa' (Maigret e il caso Simenon - Biblioteca del Vascello). Qui si trattava di coniugare i contenuti classici di una biografia, con la possibilità di trattare un argomento ogni giorno, di inserirci quella attualità che dopo qualche anno sarebbe stata storia, ma a sua volta sostituita da altre novità di cronaca. Quindi sempre aggiornato, sempre consultabile, grazie al motore di ricerca... una biografia-work-in-progress. Una biografia rivolta verso il futuro (invece di guardare solo al passato) come le nuove tecnologie consentono oggi di fare (testi, foto, video, link...). Al punto che mi chiedo, e vi chiedo: ma ha ancora un senso essere legati esclusivamente al cartaceo di un libro, quando si vuole raccontare la storia di un personaggio che susciti ancor oggi qualche interesse e attorno al quale ferva un'attività culturale?
Ecco perchè all'inizio mi chiedevo se la definizione di "blog" fosse ancora adeguata per Simenon-Simenon.
Comunque la risposta dei visitatori c'è stata. E, come ho avuto più volte modo di affermare, é quella che mi ha dato la motivazione e le energie per andare avanti, giorno per giorno. Devo dire che ci sono alcuni selezionati collaboratori che mi hanno dato, e mi danno, una mano, anche sul livello qualitativo. Tra loro vorrei citare Murielle Wenger che con i suoi studi e le sue analisi ha sicuramente contribuito all'autorevolezza di Simenon-Simenon. Poi Andrea Franco che è una sorta di enciclopedia simenoniana-maigrettiana vivente e che ha integrato e arricchito la nostra informazione. E poi potremmo citare Giorgio Muvi, David P. Simmons, Paola Cerana, Giovanna Ferraris... Insomma un piccolo staff che mi ha supportato in questi 1000 post e che voglio ringraziare per il loro contributo.
Ovviamente il grazie più grande va a chi ci ha seguito e ci ha consentito di crescere e di comunicare ad una platea più vasta. 
Simenon-Simenon, come vi sarete accorti, non ha pubblicità, non ha finanziatori palesi né occulti, é nell'invidiabile posizione di essere svincolata da qualsiasi condizionamento. Ma questo è anche il suo limite. Lo si potrebbe far crescere, aumentare le informazioni arricchirlo con altri servizi, realizzare versioni in altre lingue... ma questo richederebbe strutture, collaboratori e quindi budget che oggi non sarebbero sostenibili.
Dicevamo che da 1 a 1000 post Simenon-Simenon è cambiato e da un blog è diventato una biografia on-line e in-progress. Chissà da 1000 a 2000 quali altri cambiamenti avverranno?
Vi aspetto tutti qui, anche quelli che oggi ancora non ci sono, a festeggiare i 2000 post. E da domani... al lavoro!





Maurizio Testa

lunedì 30 settembre 2013

SIMENON-SIMENON ANTEPRIMA: DOMANI IL 1000° POST

Domani non perdetevi l'aggiornamento di Simenon-Simenon. Sarà un giorno diverso dagli altri perché festeggeremo il 1000° post pubblicato. E sarà anche l'occasione per fare un po' il punto di questo blog che da quasi tre anni tiene compagnia a chi è appassionato dello scrittore, dei suoi romanzi e del  commissario Jules Maigret.
Un piccolo traguardo, ma per noi ha la sua importanza e lo ha per questa avventura che abbiamo intrapreso nel novembre 2010 e che, lo immaginerete, ci costa "quotidianamente" una qualche fatica, ma abbondantemente ricompensata dal vostro seguito sempre più numeroso.
A domani quindi, vi aspettiamo tutti su questa pagina.

SIMENON. L'AVVENTURA AMERICANA INZIA ON THE ROAD

Ieri il quotidiano La Repubblica ha dedicato un ampio spazio a Simenon e più precisamente a quel libro, De phoques aux cocotiers, aux serpent a sonnette, rieditato in Francia in edizione economica per Le livre de poche. Titolo della pagina d'apertura del supplmento La Domenica "Simenon on the road". Si tratta del libro che avevamo presentato anche qui a Simenon-Simenon un paio di settimane fa' con il titolo Simenon reporter on the road made in Usa. Come dicevamo, grande apertura della copertina de La Domenica, poi a seguire altre due pagine, con una decina di foto del periodo americano, poi un testo della giornalista Anais Ginori e un brano di questo diario di viaggio firmato Georges Simenon.
Molto interesse, quindi per Simenon da aprte del maggior quotidiano italiano (molti diranno che no, il maggior quotidiano italiano é il "Corriere della Sera", ma è una querelle vecchia che non ci interessa sviscerare in questa sede). Ma tanto spazio perché? Non perchè sia uscito un libro, o meglio per ora è edito solo in Francia e disponibile quindi in francese. Perciò non un interesse letterario, ma più sul personaggio e sulla sua esperienza americana.
Il famoso viaggio di circa 5000 chilometri, inizia a metà settembre 1946. Questo vuol dire, nemmeno un anno dal suo sbarco a New York, a metà ottobre del 1945. Nel novembre del '45 va a vivere a Saint-Marguerite-du-Lac nel Quebec (Canada francese), nell'estate del '46 trasloca a Saint-Andrews, sempre in Canada. A settembre parte per questo tour on the road su una vecchia Chevrolet.
Abbiamo fatto questa scrupolosa cronologia, per dimostrare che questo viaggio era la prima vera esperienza di vita di Simenon negli Stati Uniti, non da turista. E il resoconto venne scritto di getto, quasi come un diario di viaggio, pubblicato quasi giornalmente su France-Soir (per la precisione il 5, 6, 7, 8, 10, 14, 15, 17, 20 e 22 novembre 1946), quindi a viaggio appena concluso.
Per questo motivo, invitiamo a prendere con le molle le osservazioni e i giudizi espressi dal romanziere e che la Ginori mette in evidenza, come l'individualismo, la tolleranza, la diffidenza verso lo stato, gli americani come uomini senza incubi, una società dove ognuno ha il diritto di pensare altrimenti...
Si tratta di giudizi di un uomo che è letteralmente "scappato" dalla Francia, e
che vede l'America come una chimera, come libertà, con un profilo tutto in positivo e dove regna un'illimitata fiducia verso il futuro. Non scordiamo del periodio di paura da cui proveniva che l'aveva visto tribolare in Francia con un'accusa di collabrazionisamo tra capo e collo e di contro il senso di liberazione e l'impressione di rinascere quando riuscì a mettere un oceano tra il Vecchio e il Nuovo Mondo.
Sarebbe interessante confrontare le dichiarazioni che troviamo in questo reportage e il giudizio sull'America e gli americani che Simenon darà invece nel 1954 alla vigilia della sua (nuova) fuga in Europa (temi come il puritanesimo, il razzismo, il maccartismo...). Sono, questi ultimi, giudizi vissuti e meditati dopo dieci anni di vita statunitense e non quelli di un viaggiatore alle prime scoperte.
Potrebbe essere un buon argomento per un prossimo post...

domenica 29 settembre 2013

SIMENON. ANCORA IN VOLO L'ANGIOLETTO

1964, anno de "Le Petit Saint", Ian Fleming visita Simenon ad Epalinges. Lo scrittore guarda incuriosito il modello dell'americana Studebaker del suo collega inglese

Anche per questa settimana registriamo le posizioni dell'ultimo romanzo di Simenon edito in Italia. L'angioletto (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Cité), questo il titolo, guadagna un paio di posti piazzandosi 4° nella classifica dei "Tascabili" di TuttoLibri pubblicata su La Stampa di ieri. Oggi invece sul supplemento La Lettura del Corriere della Sera, perde qualche posizione nella sezione "Narrativa straniera", sistemandosi al 16° posto. Su RCult  de La Repubblica non ce n'è traccia né tra la "Narrativa straniera", né tra quella dei "Tascabili" invasa, come al solito, dai 99centesimi della Newton Compton.
Per quanto riguarda i libri venduti su internet, registriamo L'angioletto al 47° posto dell'aggiornatissima classifica "Top 100" di Internet Book Shop, mentre sulla piattaforma di Feltrinelli.it occupa la 18a posizione.
Una notazione particolare. Su inMondadori, l'unico Simenon che si trova è la raccolta dei racconti di Maigret L'Etoile du Nord e altri racconti ed occupa il 73° posto. Ma L'Adelphi non lo dà per già uscito, per la casa editrice si tratta ancora di un'anteprima non ancora giunta in libreria. Ma si sa su internet le cose corrono veloci... più che nella realtà!

sabato 28 settembre 2013

SIMENON SIMENON. BANANE A... THAITI

Turista da banane 
(Touriste de bananes o Les dimanches à Thaiti ) - anno 1938 - Edizioni Gallimard


"E' una nostra espressione  per identificare certi turisti che partgono per le isole (quelle tropicali n.d.r.) con l'idea di vivere una via naturale, lontani dal mondo, senza preoccupazione di denaro, nutrendosi di banane e di noci di cocco...".
Insomma è presto detto. Per i thaitiani sono quegli illusi che scappano dall'occidente per fallimenti, delusioni, brutte storie e pensano di trovare in quei lidi equatoriali il paradiso in terra. In realtà finiscono, alcolizzati, o ridotti alla fame, destinati nella loro beatà stupidità a fare una brutta fine. Ed è quello che succede al giovane Oscar Donandieu che scappa dalla sua realtà di ultimo esponente di una famiglia di armatori fugge a  Papeete, nella convinzione di iniziare una vita a contatto con la natura. Ma la realtà è ben diversa e anche una relazione con una donna del posto Tamantea, non incide su quella che sarà un epilogo tragico. Sullo sfondo i fallimenti e i sogi impossibili di tanti turisti di banane, che soprattutto a quel tempo, pensavano che cambiando luogo, i loro probelmi sarebbero scomparsi per incanto.
Un Simenon tragico, cui fa da contrasto una natura splendida che si capisce che abbia incantato anche il romanziere.






"Erano ormai trentasette giorni  che l'Ile-de-Ré aveva lasciato il porto di Marsiglia.Alla partenza si gelava e tutti i passeggeri, tranne due, si erano sentiti male.Ma poi dopo essersi sorbiti per sttimane i cavalloni dell'Atlantico, si erano dimenati fino a perdere il fiato nei locali da ballo della Guuadalupa e, perfino il missionario della seconda classe, si era vestito in borghese pr accompagnare a terra la famiglia Nicou. A Panama le singore avevano acquistato profumi, che lì costano meno,e durante la traversata del canale il pranzo era stato servito sul ponte, come vuole la tradizione. La nave si stava avvicinando agli antipodi e in lontananza si erano intraviste le Galapagos...".

Edizione: Biblioteca Adelphi 322- 1966 - "Turista da banane" - Traduzione: Laura Frausin Guarino

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venerdì 27 settembre 2013

SIMENON. COSI' PARLO' FAYARD...

Arthème Fayard. Editore di Georges Sim e di altri autori che altro non erano che gli altri pseudonimi di Simenon. Romanzi rosa, d'avventura, esotici, polizieschi... Quel Sim, o Simenon che fosse, per lui era un bell'affare. Preciso nelle consegne, veloce nella stesura, anche quando i tempi erano ridottissimi, di uno stile semplice e alla portata di tutti. Proprio quello che ci voleva per la sua letteratura popolare, venduta a pochi centesimi. Ma...
Ma un giorno del 1931 ecco che gli si presenta il giovane Sim con un'idea strampalata. Un poliziesco molto particolare e con una cadenza davvero incredible.
Vediamo cosa disse Fayard, ma anche Simenon, secondo quanto poi riportò lo scrittore nel suo L'age du roman, del 1943.
S. - Voglio scrivere dei romanzi polizieschi a cadenza mensile.
F. - Perché uno al mese?
S. - Perché ho calcolato che ciò corrisponde al mio bilancio.
F. - Cosa mi garantisce che lei sarà capace di reggere il ritmo?
S. - Eccone sei che sono stati scritti in tre mesi.
Fayard li lesse e dopo otto giorni mi diceva:
F. - Li pubblico!
Poi aggiunse.
F. - Solo che stiamo andando alla catastrofe.
S. - Perché
F. - Primo perché i suoi romanzi polizieschi non sono veri romanzi polizieschi. Non sono scientifici. Non rispettano le regole del gioco.
S. - E poi?
F. - Secondo, non c'è amore, perlomeno amore come lo si concepisce in un romanzo poliziesco.
S. - E ancora?
F. - Terzo, non ci sono i personaggi antipatici. I suoi romanzi non finiscono né bene né male. E' disastroso.
Questo avveniva nel '31. Simenon però l'ebbe vinta. Maigret debuttò per di più con il Bal Anthropométrique  che Fayard definiva "Un inutile sperpero di soldi". E invece con quel can-can notturno, fece parlare tutti i giornali di Parigi per una settimana e lanciò alla grande il personaggio di Maigret che ebbe un successo editoriale notevole. Dopo i diciotto mesi previsti dal contratto e dopo diciannove Maigret pubblicati, Simenon si ripresenta da Fayard. E' il 1933 e le parti sono invertite.

S. - Abbandono il romanzo poliziesco. Ne ho abbastanza del personaggio di Maigret.
Simenon era ormai partito per la via del romanzo, i romans-durs, come li chiamava lui. Fayard si disperò, lo implorò affinché continuasse la serie, ma non ci fu nulla da fare. Nell'ottobre del '33 poi Simenon passò a Gallimard... ma questa è tutta un'altra storia.

giovedì 26 settembre 2013

SIMENON... E SE FOSSE VISSUTO AI TEMPI DI FACEBOOK?


Simenon rubava. Lo ametteva lui stesso. Quando girava per le strade, si fermava in un bristrot o mangiava in una brasserie, le sue orecchie erano ben tese a cogliere i discorsi della gente. Una coppia che litigava alla fermata del metrò, padre e figlio che discutevano mentre mangiavano, due donne che ridevano sommessamente davanti ad una vetrina o due anziani che bisbigliavano mentre giocavano a carte in un bistrot.
Tutta quella gente per cosa litigava, discuteva, rideva o bisbigliava? Simenon si appostava e cercava di rubare le loro parole per comprendere i motivi dei loro comportamenti, tentando di capire quali vite si nascondessero dietro quell'attimo fuggente. E ovviamente carpiva i gesti, le espressioni, osservava il modo di vestire e, per le donne, di acconciarsi.
Insomma provava ad intrufolarsi nelle loro vite, attraverso quello che coglieva in quei brevi momenti. Era gente comune, che parlava di problemi quotidiani, che litigava per vecchie ruggini, per denaro o per gelosia... E intanto accumulava dati per i suoi romanzi.
Quasta sua insopprimibile esigenza di scavare nelle vite altrui, ci porta a pensare a come il romanziere si sarebbe comportato se, per assurdo, avesse avuto a disposizione uno strumento come Facebook.
Ormai è fin troppo acclarato che tra le persone presenti su questo social-network per i motivi più diversi, molte sono quelle che usano questo strumento per raccontare di sé, quello che fanno, chi sono i loro amici, dove vivono, quali viaggi hanno fatto, se hanno un rapporto sentmentale o no, qual'è il loro umore della giornata. Condividono (con amici talvolta veri e nella gran parte solo acquisiti e mai incontrati nemmeno una volta) le loro gioie le loro delusioni... Insomma è una grande esposizione di persone, le più varie, che a volte postano solo degli enigmatici "non posso più andare avanti", oppure "una giornata meravigliosa" o anche "da oggi ho deciso, basta!".... Messaggi in codice? Avvertimentimenti per qualcuno che sa? Sfoghi impulsivi?
Insomma su Facebook si trova una ricchezza di sfaccettature della vita umana che riteniamo che sarebbe stato uno strumento di grandissimo interesse per Simenon, e secondo noi l'avrebbe incuriosito non poco. Certo non può essere un sostituto dell'osservazione della vita reale, ma c'è una tale miniera di persone che letteralmente si mettono in vetrina, anche fotograficamente, con le loro manie, le loro aspirazioni, le loro debolezze, le loro convinzioni e le loro inclinazioni, che non crediamo avrebbe potuto lasciare indifferente il romanziere.
Forse si sarebbe spinto a chattare con qualcuno, per entrare di più nella vita di quello che spesso è solo un nome un cognome e una o più foto.
Certo si tratta di un marchingegno nato un secolo dopo la nascita di Simenon,
ma, se ci pensate, "solo"  quindici anni dopo la sua morte.
E crediamo che per la curiosità che lo scrittore ha sempre dimostrato per le innovazioni e le sperimentazioni non si sarebbe fatto scappare una novità coe Facebook. Voi che ne dite?

mercoledì 25 settembre 2013

SIMENON, LE INCOGNITE DEL NUOVO MONDO E LA SORPRESA DENYSE

Non si tratta solo della sua decisone di abbandonare la Francia e trasferirsi negli Stati Uniti, con l'intenzione di rimanervi. No, insieme a quella, nel '45, c'erano diversi elementi, a causa dei quali possiamo dire che il romanziere fu nella condizione di lasciarsi alle spalle tutto ciò che fino ad allora aveva costruito e iniziare daccapo, in un posto che non conosceva, e dove lui era quasi uno conosciuto, o certo molto meno famoso di quanto non fosse in Francia.
Possiamo paragonare questa fuga a quella di ventitre anni prima?


Allora lasciava Liegi, la sua città natale. Lasciava la famiglia, anche se i rapporti con la madre erano assai problematici, il padre era morto da un anno e il legame con il fratello non era così profondo. Lasciava, a diciannove anni, un lavoro gratificante e ben retribuito, quello di redattore de La Gazette de Liège dove per altro aveva buone prospettive di carriera. Lasciava la sua fidanzata, anche se c'era già un accordo per convolare a nozze. Comunque per il momento troncava tutto per tentare l'avventura letteraria a Parigi: un salto nel buio.
Adesso, che aveva nel mirino l'America, non si trovava in una situazione stabile. Pur continuando a convivere con Tigy (che insieme al figlio Marc l'avrebbe seguito in quell'avventura), il loro rapporto era definitivamente esaurito e la convivenza serviva solo per non turbare troppo Marc. Da un punto di vista editoriale aveva fatto un passo assai azzardato. Aveva lasciato la prestigiosa e ambita Gallimard per una piccola e allora sconosciuta casa editrice, Presses de La Citè. Non c'erano garanzie che la cosa potesse funzionare e lo stupore di molti che lo conoscevano certo non lo confortava in quella sua rischiosa scelta. A Parigi inoltre aveva dovuto lasciare Boule, sua femme de chambre da una ventina d'anni circa, alla quale lo legava non solo un quotidiano rapporto sessuale, ma anche una sincera tenerezza.
In più sbarcava in paese di cui non conosceva la lingua, o non sufficientemente, dove tutto gli era sconosciuto, dove non aveva amici, nè tanto meno quella rete di conoscenze che s'era lasciato alle spalle in Francia. Anche il suo ritmo di scrittura di quell'anno e di quello prima non è certo paragonabile alla sua media abituale
Simenon ha da poco passato i quarant'anni. Ha trascorso mesi terribili in Francia, sotto la spada di Damocle dell'accusa di collaborazionismo con i nazisti. E anche la partenza per gli Usa non è stata certo facile. Circa sei mesi di snervante attesa a Londra prima di trovare un passaggio qualsiasi per New York. Alla fine andrà bene anche un cargo.
Anche questa fuga in America è in un certo senso un salto nel buio, anche se ora Simenon possiede una serie di salvagenti costituiti da una certa traquillità economica, dall'affetto per un figlio, dalla sua reputazione di romanziere che, almeno in Europa, va crescendo e soprattutto dalle forze di un uomo maturo per affrontare queste difficoltà.
Probabilmente potremmo dire che comunque in quel momento era in uno stato di vulnerabilità, in una fase di incertezze e di incognite. Ed è in questo stato che incontra Denyse.
La segretaria-interprete lo travolge sentimentalmente e sessualmente e, come disse letteralmente Simenon, gli fece conoscere l'amore, quello travolgente, quello che suscita gelosia, quello che fa saltare tutti gli schemi.
Ci siamo chiesti più volte: ma come sarebbe andata se Simenon avesse incontrato Denyse in un altro contesto e in una situazione psicologica diversa?

martedì 24 settembre 2013

SIMENON, UN TE' PER IL PAPA' DI JAMES BOND


Siamo nel '64. Simenon si è appena stabilito nella nuova villa di Epalinges, che lui stesso ha progettato. E' il periodo svizzero dove riceve giornalIsti, troupe radiofoniche e televisive per quelle interviste che si devono ad un romanziere ormai celebre e arrivato. Ma arrivano anche uomini di cultura a volte suoi amici come Henry Miller, Charlie e Oona Chaplin, (pure loro vivevano in Svizzera), ma anche di scrittori come Ian Fleming.
Di lui abbiamo già parlato in occasione della notizia che l'Adelphi, avrebbe pubblicato in esclusiva per l'Italia i romanzi delle serie James Bond. I giornali dettero la notizia accostandola al fatto che la casa editrice stava esaurendo i titoli simenoniani di Maigret. Risultato, i titoli erano quasi sempre di questo tono: James Bond sostituisce il commissario Maigret. Il post di allora s'intitolava  Simenon-Fleming, Maigret-Bond, non c'è storia e dà chiaramente l'idea di come la pensiamo.
Ma oggi parliamo dell'incontro vero che i due ebbero appunto ad Epalinges.
Fleming, che giocava a golf, si trovava nei primi mesi del '64 nei pressi di Losanna, quando, saputolo, un giornalista si dette da fare per realizzare lo storico incontro: Maigret-James Bond.
Quando si videro, i due si tennero su un terreno neutro. Parlarono delle loro vite da scrittori, dei rapporti con i correttori di bozze, dell'ingraditudine dei critici, degli strumenti con cui costruivano le frasi, dei loro gusti letterari... Insomma una chiacchierata di cortesia. Se da un parte Fleming dichiarava di essere un lettore di Simenon da una ventina d'anni e di leggerlo addirittura in francese, dall'altra Simenon fu molto dilpomatico. Si tenne alla larga dall'esprimere gudizi sull'opera dello scrittore inglese, che pure  in quegli anni era al culmine della sua popolarità.
Discutendo delle rispettive ambizioni di scrittore, Fleming chiedeva a Simenon se non desiderasse scrivere un grande romanzo alla "Guerra e pace". E si sentì rispondere che gli bastava scrivere un "vero" romanzo, molto semplicemente.
Quanto a sè stesso Fleming si disse convinto che quando avrebbe finito di scrivere le avventure di James Bond, non avrebbe scritto più nulla.
Ma Simenon aveva scarsa simpatia per quell'agente segreto 007, poi definito "finto, schematico e artificiale".
Jean Fleming, che era nato nel 1908 quindi cinque anni dopo Simenon, doveva morire prorio in quell'anno, ad agosto, prematuramente stroncato da un'infarto.
Ora i due sono, almeno per l'Italia, sotto lo stesso tetto editoriale. Forse Fleming ne sarebbe contento. Chissà se per Simenon si protrebbe dire lo stesso...

lunedì 23 settembre 2013

SIMENON. ASPETTANDO GLI ULTIMI MAIGRET...

Nel post di ieri abbiamo accennato agli ultimi Maigret che dovranno uscire. E ci sono stati due interessanti commenti da parte diuno dei nostri attaché di punta al "Bureau Simenon-Simenon", Andrea Franco che ci ha suggerito interessanti puntualizzazioni e utili approfondimenti in merito ai Maigret che dovranno ancora uscire.
Proprio per questo motivo abbiamo deciso oggi di dare uno spazio adeguato a questi commenti e ripubblicarli quindi come un post, in modo da dar loro il rilievo che meritano e di consueguenza una maggiore visibilità (sappiamo che qualche volta la lettura dei commenti sfugge). Buona lettura.

                      *    *    *   *

Penso che dopo l'uscita, prevista tra un mese esatto, di Assassinio all'Étoile du Nord ci sarà spazio ancora per due libri. Finora sono stati saltati i tre inediti in Italia (godranno di un battage pubblicitario e saranno lasciati per ultimi... quindi saranno editi solo a 2014 inoltrato?)
Mancano ancora tutti i racconti piu lunghi tipo Le client plus obstinè du monde, La pipe de Maigret, La temoignage de l'enfant de choeur, Maigret et l'inspecteur malgracieux, On ne tue pas les pauvres types e Un Noel de Maigret.
Il libro in uscita a ottobre presenterà probabilmente solo quattro racconti, riunendo casi in cui Maigret è ormai vicinissimo alla pensione (il racconto che dà il titolo alla raccolta era stato pubblicato nel nostro paese da Mondadori col titolo "Due giorni per Maigret") oppure già pensionato viene chiamato in causa (o non riesce lui stesso a resistere ad indagare).
Questo dovrebbe essere il contenuto di Assassinio all'Étoile du Nord e altri racconti:
Assassinio all’Étoile du Nord
• Il Notaio di Châteauneuf
• Tempesta sulla Manica
• La Signorina Berthe e il suo amante

Se saranno confermati solo questi quattro racconti avremo una prova del nove che l'Adelphi sta centelinando non solo le uscite (mi pare l'ultimo Maigret sia stato pubblicato già 5 mesi fa) ma anche il contenuto delle stesse.
I racconti scritti negli anni '40 e summenzionati sono piu lunghi,
alcuni addirittura inseriscono Un Natale di Maigret tra i romanzi anzichè tra i racconti. Cronologicamente è l'ultimo (scritto, o quantomeno pubblicato per la prima volta, nel 1951) - Andrea Franco

domenica 22 settembre 2013

SIMENON. L'ANGIOLETTO VOLTEGGIA TRA LE CLASSIFICHE IN ATTESA DEL PROSSIMO MAIGRET

Eccoci al consueto appuntamento domenicale per fare il punto sulle vendite dell'ultimo romanzo uscito di Simenon, L'angioletto, che stiamo monitorando da qualche settimana. Questa volta lo troviamo nella 5a posizione della sezione "Tascabili" dell'inserto TuttoLibri de La Stampa di ieri. Oggi invece l'allegato La Lettura del Corriere della Sera lo colloca al 14° posto della "Narrativa straniera".
Nessun riferimento invece nelle classifiche di R/Cult de La Repubblica di oggi.
Nelle piattaforme di vendita su internet, troviamo questo titolo su I.B.S. dove staziona nelle zone basse della Top 100, raggiungendo il 64° posto. Invece su Rizzoli.it L'angioletto conquista la 12a posizione.
Siamo intanto in attesa della prossima raccolta di racconti delle inchieste del commissario Maigret, che avrà il titolo Assassinio all’Étoile du Nord che dovrebbe uscire tra la fine settembre e i primi di ottobre e che dovrebbe essere la penultima raccolta dei Maigret (dovrebbero rimanere ancora tre o quattro racconti da pubblicare. Vedremo se ci sarà la conferma del nostro Andrea Franco nei commenti).
Ma dopo l'ultima raccolta si ripartirà da capo... oppure... basta Maigret?

sabato 21 settembre 2013

SIMENON LASCIA LA PENNA E RACCONTA CON LA FOTOCAMERA


Oggi la parola... o meglio le immagini a Simenon. Già, una volta tanto, invece di fare tante parole sui suoi romanzi e sul suo Maigret, lasciamo spazio all'occhio di Simenon. O meglio a quello che il suo occhio vedeva e immortalava attraverso l'obiettivo di una macchina fotografica.
Le foto che qui di seguito presentiamo sono alcuni scatti della collezione di fotografie realizzate da Simenon e ora di proprietà esclusiva del Fonds Simenon. Grazie alla sua opera di conservazione, possiamo renderci conto di come lo scrittore vedeva la realtà che lo circondava, le persone. I luoghi e la sceltà dei soggetti e le inquadrature sono, secondo noi, un'anteprima di quello che leggeremo nei suoi romanzi. Il punto di vista ci pare lo stesso, qui colto nell'immediatezza dello scatto fotgrafico in bianco/nero, poi messo nero su bianco nelle pagine dei suoi romanzi. Non c'è molto da dire, queste foto donate al Fonds Simenon, parlano da sole. C'è la vita di tutti i giorni, c'è la gente comune, momenti quotidiani, le strade, i bistrot, le periferie, le zone industriali, i gesti semplici... le atmosfere e i personaggi della letteratura simenoniana. Queste foto sono del 1934, alcune apparse sul quotidiano Le Jour, scattate per lo più a Charleroi e dintorni.


La pasticceria del Palais de Peuple e la pasticcera... o solo la commessa? Questa sintetica galleria inizia con l'immagine "dolce" di questa giovane donna.









La lunga strada innevata a Couillet che va verso Châtelet. Una carrozza lascia la propria traccia sul terreno








Il fotografo Simenon questa volta si arrampica sui tetti per scattare una panoramica di Charleroi      
L'interno della brasserie del Palais du Peuple due avventori ad un tavolino, i bicchieri di liquore... Fumano. Fuori il freddo e la neve... dentro un ambiente caldo ed accogliente.
 
Ancora un angolo della brasserie del Palais du Peuple. Anche le donne bevono a Charleroi nel '34

venerdì 20 settembre 2013

SIMENON. MAIGRET COMINCIA CON UN ASSASSINIO O CON UN SUICIDIO?

IL DEFUNTO SIGNOR GALLET 
(Monsieur Gallet décedé) - anno 1931 - Edizioni Fayard

Si tratta di uno dei due titoli con cui venne lanciato il personaggio del commissario Maigret nella famosa notte alla Boule Blanche, durante la scatenata festa Le Bal Antropométrique, ideata e voluta da Simenon stesso.
E' il 20 febbraio del 1931 e inizia così l'epopea maigrettiana (l'altro titolo era "Le pendu de Saint-Pholien"). Nonostante le prove questa è l'uscita ufficiale del personaggio. Le prove consistevano in alcuni romanzi, non ancora firmati Georges Simenon, dove Maigret appare, ma non sempre come comissario, non sempre a Parigi e non a Quai des Orfèvres. E poi il primo ad essere stato scritto è Pietr-le-Letton nel settembre del '29 (uscirà poi nel maggio del '31). La stesura di M.Gallet décédé invece viene completata nell'estate del 1930.
La vicenda è insolitamente intricata. Diciamo insolitamente perchè, con il passare del tempo, l'intreccio giallo andrà semplificandosi, o meglio perderà un po' della sua importanza, rispetto all'indagine psicologica che Simenon affiderà al suo commissario. Ma, come abbiamo detto, siamo al debutto e un giallo deve essere un giallo. Così, alcuni dei tratti principali di Maigret vengono rimarcati più di quanto non venga fatto in seguito. Ed è comprensibile proprio perché si tratta di un protagonista che l'autore deve far conoscere al più vasto pubblico possibile. Certo quando scrive, nonostante la sua convinzione, ha ancora nelle orecchie la strenua opposizione di Fayard che gli ripeteva "Vedrà che non venderemo  quasi niente, questo non è un personaggio da romanzo poliziesco. La gente non capirà...".
La gente, come possiamo affermare con il senno del poi, invece capì e molto bene. Maigret fu la fortuna non solo di Simenon, ma anche di Fayard e degli altri suoi editori (Gallimard e Presses de La Cité).
Ma torniamo a questo singor Gallet che già nel titolo non viene definito assassinato, o suicida. E' semplicemnte morto. Non è morte naturale. Ma quello che prima appare un omicidio, sembra poi essere un suicidio mascherato da omicidio.... ma potrebbe anche essere un vero assassinio... La trama porta a diversi cambiamenti di fronte, con sorprese e colpi di scena che nell'opera maigrettiana troveremo poi molto di rado. Ma Simenon tratteggia già con sicurezza ed efficacia il personaggio, l'ambiente in cui si muove e il suo famoso metodo.
Insomma un Maigret a tutti gli effetti che riveste il fascino degli esordi di un personaggio poi diventato tanto famoso.






"Il primo contatto fra il commissario Maigret e il morto, con il quale avrebbe poi vissuto per settimane in una sconcertante intimità, avvenne il 27 giugno 1930 in circostanze banali, penose e indimenticabili al tempo stesso.
Indimenticabili perché da una settimana la Poizia giudiziaria non faceva che ricevere dispacci con cui si annunciava che il 27 sarebbe arrivato a Parigi il re di Spagna e si ricordavano le misure da adottare in casi del genere.
Per l'appunto il capo della Polizia giudiziaria era a Praga, dove partecipava ad un congresso di polizia scientifica, e il vicecapo era dovuto andare nella sua villa sulla costa della Normandia perchè uno dei figli si era ammalato.
Maigret era il comissario più anziano e doveva perciò occuparsi di tutto, con un caldo soffocante e l'organico ridotto ai minimi termini a causa delle ferie.
Sempre il 27 giugno, all'alba, in rue Picpus, viene trovata assassinata una merciaia...."

mercoledì 18 settembre 2013

SIMENON E I... "SUOI" SCRITTORI DEL PERIODO AMERICANO

"Sceglierei Maigret".
Questa è la risposta che lo scrittore americano Rex Stout dette ad un giornalista che gli chiedeva a quale investigatore avrebbe affidato l'inchiesta nell'eventualità che il suo pachidermico Nero Wolfe fosse fuori gioco.
Simenon e Stout si incontravano ogni tanto negli anni '50. Lo scrittore europeo ritrovava in quello americano un prolifico collega e all'inizio autore anche di romanzi raffinati, quasi sperimentali, come Due rampe per l'abisso (How Like A God - Viking Press - 1929), scritto tra l'altro durante un suo soggiono a Parigi.
Stout era "schiavo" del successo del suo detective-gourmet-floricoltore e, visto gli esordi, avrebbe voluto scrivere altro, e lo fece, ma senza successo. Chi meglio di lui avrebbe potuto capire le remore che talvolta assalivano Simenon quando si trovava ad essere più consciuto e famoso per i Maigret che per i suoi romans-durs?
Ma c'è un'altro scrittore americano di gialli, all'epoca, con cui c'è un certo legame. Si tratta di Erle Stanley Gardner, anche lui un romanziere veloce nella scrittura e quindi molto prolifico, padre del famosissimo avvocato Perry Mason. Gardner però non era uno scrittore di professione, almeno all'inizio, ma un avvocato. Quello che però interessava molto Simenon era che gran parte di ognuno dei romanzi dell'avvocato si svolge nelle aule dei tribunali. I luoghi dove si decidono anche i destini dei "clienti" di Maigret. E dove non sempre, secondo il commissario, legge faceva rima con giustizia. Proprio quei tribunali dove Simenon avrebbe messo degli psicologi o psicanalisti al posto dei giudici e dei magistrati... in nome di quel famoso "comprendere e non giudicare".
E ancora possiamo citare la frequentazione di Thornton Wilder e il loro carteggio in cui spesso il romanziere americano analizzava le opere simenoniane tessendone gli elogi..." ...come succede a tutti il tarlo di Simenon mi corrode... Sempre più credo che sia l'autore più richiesto dal mondo d'oggi...".
Tralasciamo di parlare di Henry  Miller sul cui legame con Simenon abbiamo già scritto (vedi Simenon, Henry Miller e l'incidente , Henry Miller su SimenonSimenon e Henry Miller, religione o sesso o religione del sesso? ), ma ci riproponiamo di tornare sulla produzione letteraria di Simenon in America, alla luce dei rapporti con gli scrittori statunitensi.

martedì 17 settembre 2013

SIMENON... "TOUT SIMENON" 20 ANNI FA' A LIEGI


Vent'anni fa'. Era il 1993 e si festeggiavano i 100 anni dalla nascita di Simenon. A Liegi venne inaugurata una "exposition" che aprì i battenti a fine giugno e li chiuse a fine ottobre. Quattro mesi per uno dei più importanti tributi dedicati allo scrittore belga. L'esposizione attirò 220.000 visitatori ed era stata organizzata in grande stile. Si sviluppava su quattro piani e ospitava oltre 300  teche espositive e alcune ricostruzioni di ambienti. C'era di tutto, manoscritti, libri di Simenon di tutti i paesi, epistolari, fotografie, giornali su cui Simenon aveva scritto, gallerie di Maigret al cinema, in televisione, documenti personali e le sue fotografie di viaggio... Tutto seguendo un percorso ordinato cronologicamente dalla sua nascita nel febbraio del 1903 a Liegi in Rue Léopold 26, alla sua morte nel settebre del 1989 a Losanna, in avenue des Figuiers 12.
L'ingresso alla mostra era costituito da uno di quei famosi bus con la piattaforma aperta in cui Maigret sostava così volentieri a fumare la sua pipa. Ma la maggior sorpresa per un italiano che come me andava a visitare la mostra, era il grande manifesto esposto sopra la biglietteria. Si trattava della locandina dell'unico film italiano sul commissario simenoniano: Maigret a Pigalle, del '67 che riproponeva sul grande schermo la coppia regista-attore che aveva spopolato alla televisione italiana: Mario Landi e Gino Cervi, con il bel faccione dell'attore bolognese in primo piano.
Attraversato il bus, si accedeva al primo piano dove tra l'altro c'era una replica della brasserie Dauphine. Altre ricostruzioni che ci colpirono furono quelle dell'ufficio di Maigret, del camerino di Josephine Baker, dello studio di Simenon... Insomma era un'esposizione organizzata con tutti i crismi con una serie di iniziative collaterali come la galleria delle locandine dei film tratti dai romanzi di Simenon, un concorso di lettura dei brani dello scrittore, programmi radiofonici su Radio Une RTBF, crociere sui canali che  riporcorrevano quelle del romanziere, giochi, proiezioni video, attività nelle biblioteche... e l'onnipresente  variopinto merchandising di gadget. All'inugurazione erano presenti i figli Marc e John e parteciparono all'esposizione la Fondazione Simenon, l'Università di Liegi, l'Associazione Amici di Simenon e le istituzioni di Liegi.

lunedì 16 settembre 2013

SIMENON REPORTER ON THE ROAD MADE IN USA

5 novembre 1946. Sul quotidiano France-Soir inizia la pubblicazione di un reportage di viaggio intitolato Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde. Il resoconto di una traversata in macchina, dal Maine alla Florida, dieci puntate per 5000 chilometri attraverso gli Stati Uniti. Autore Georges Simenon che, acquistata una Chevrolet usata al mercato nero, farà pubblicare i dieci articoli fino al 22 novembre. Si tratta di un reportage di viaggio come altri ne ha scritti nella sua carriera da quando navigava i canali francesi ed europei con il suo Ostrogoth, o viaggiava per lontani paesi tropicali (Au fil de l'eau, Europe 33, La Méditerranée en golette, Sixiéme Continent...). Lo spirito della scoperta, il suo voler conoscere sempre posti e abitudini lontani da quelli consueti, la ricerca del famoso homme nue... insomma tutte pulsioni che lo facevano muovere in tutte le direzioni. Erano per lui esperienze importanti, sia per il suo background di romanziere, sia perché gli consentivano di scrivere reportage di viaggio per i giornali, un tipo di scrittura che evidentemente prediligeva: dalla metropoli più moderna, New York, agli spazi ancora incontaminati, metteva a confronto le due facce opposte del grande paese.
Questo Les U.S.A. de Monsieur Tout-le-Monde fu poi raccolto in un volume edito nel 1947 da Presses de La Cité. Oggi quello spaccato dell'America, vista da un allora poco più che quarantenne Simenon, ormai scrittore affermato e da un anno trasferitosi negli Usa, viene riproposto all'inizio dell'estate in una versione economica, Le Livre de poche, rititolato Des phoques aux cocotiers et aux serpents à sonnette, nella collana La lettre et la plume.
Ancora una volta dobbiamo consigliare di leggere questo libro, per constatare, come, a distanza di ben oltre mezzo secolo, e nonostante tutti i cambiamenti intervenuti, lo spirito con cui Simenon coglie l'essenza dei luoghi, delle persone e del contesto geografico e sociale, è uno spirito ancora attuale e rende ancora interessante, anche agli occhi degli smaliziati viaggiatori d'oggi, un diario di quei 5000 chilometri on the road.
Chi volesse acquistare via internet questo gustoso reportage di viaggio può farlo su questa pagina.

domenica 15 settembre 2013

SIMENON TRA LE NUVOLE DELLE CLASSIFICHE CON L'ANGIOLETTO

E' iniziata "l'ascesa" nelle classifiche de L'angioletto, l'ultimo romanzo di Simenon (Le Petit Saint - 1964 - Presses de La Citè) edito da Adelphi. 
La sua posizione, dopo circa un paio di settimane dall'uscita si consolida e migliora. Ad esempio vola al 4° posto nella classifica di TuttoLibri de La Stampa di ieri, nella sezione "Tascabili". Altro piazzamento nella Top 20 della "Narrativa Straniera" de La Lettura del Corriere della Sera di oggi, dove il titolo occupa il 14° posto.
Per quanto riguarda invece le vendite su internet, il titolo simenoniano appare sulla Feltrinelli.it all'8° posto e si affaccia timidamente sia sulla piattaforma I.B.S. al 52° posto, che su quella di in-Mondadori dove lo troviamo all'89° posto.
Ma siamo solo all'inizio. L'appuntamento è quindi, come di consueto, per la prossima domenica per scoprire gli esiti delle vendite de L'angioletto nella settimana che verrà.

sabato 14 settembre 2013

SIMENON - SIMENON. MAIGRET E UN MURO DI SILENZIO

MAIGRET E I TESTIMONI RETICENTI 
(Maigret et les témoins récalcitrants) - anno 1959 - Edizioni Presses de La Cité

Simenon in questa inchiesta del suo commissario dà il meglio di sè, descrivendo, in modo affascinante, quello strano mondo costituito da una famiglia una volta ricca proprietaria di una fabbrica di biscotti assai famosa. Ma al momento dell'inchiesta è una famiglia decaduta, la fabbrica sta in piedi per scommessa, la fastosa dimora in cui vivevano è ormai un ammasso di polverose vestigia che nemmeno gli sforzi di salvare le apparenze riescono a coprire... arredi consunti e passati, stanze cadenti, mobilio in sfacelo. E le persone, sia i vecchi fondatori che la seconda generazione, cercano in qualche modo di non perdere quella rispettabilità che lì regnava un tempo. In questa cornice, Léonard Lachaume, il maggiore dei figli, quello che gestisce la difficile situazione, viene ucciso. Maigret inizia la sua indagine, con la famiglia  che si chiude in un silenzio che non può non essere sospetto e in più il nuovo giudice istruttore, Angelot che ha sostituito Comeliau ormai in pensione. Ed è lì sulla scena del delitto. E' lì che controlla l'operato del commissario, che è decisamente infastdito da quel fiato sul collo. Si muove in quella casa come in un viaggio indietro nel tempo... tutto è fuori tempo, vecchio, demodé, tutto appartiene ad un'epoca felice, ma tutto ora si é spento nel grigiore delle difficoltà economiche.
I personaggi, vanno a fuoco a poco a poco e Maigret ostinato scava e piano piano, trova la sua pista, con i suoi metodi che, se non piacevano a Comeliau lasciano perplesso il giudice Angelot. Ma lui va avanti, lento, ma inesorabile tra le storie di un tempo passato, le piccinerie e i vizi in cui si imbatte in ogni inchiesta e la diffidenza del giovane giudice... 







" -Non dimenticare l'ombrello.
- No.
La porta si stava per chiudere e Maigret si era voltato verso le scale.
- Farai meglio a metterti la sciarpa.
La moglie lo richiamò, senza sospettare che quella piccola frase lo avrebbe messo di cattivo umore e gli avrebbe ispirato pensieri malinconici.
Era novembre, il 3 novembre, e non faceva particolarmente freddo. Ma da un cielo basso e uniforme cadeva una di quelle piogge che, soprattutto all'alba, sembrano più fluide e più subdole delle altre. 
Poco prima quando si era alzato dal letto, aveva arricciato il naso perché voltando il capo aveva sentito il collo dolorante. Non si poteva parlare di torcicollo ma piuttosto di una certa rigidità, di una sensibilità eccessiva.
La sera precedente, uscendo dal cinema, avevano passeggiato a lungo sui boulevard e già pioveva.
Poco importava. Ma a causa della sciarpa, forse anche perché era una grossa sciarpa che la moglie aveva fatto a maglia, si sentì vecchio..."  

Edizione: Oscar Mondadori 1992 - "Maigret e i testimoni reticenti" - Traduzione: Emanuela Fubini

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