mercoledì 10 aprile 2013

SIMENON APPRENDISTA PSICHIATRA?


Ormai ne abbiamo parlato parecchie volte. L'interesse di Simenon per lo studio e gli studiosi della psiche umana, di quel subconscio che, a detta sua, gli "regalava" quei momenti di trance creativa, che lui chiamava état de roman, che se non gli dettavano quello che scriveva, certamente lo mettevano in condizione di scrivere certe cose in un determinato modo.
Questo interesse produsse anche degli intrecci interessanti, tra lui, i personaggi che creava, ma anche con psichiatri, psicoterapeuti, psicanalisti. E' noto il suo interesse per i padri della psicanalisi, Freud prima e ancor più per Jung poi, con il quale doveva anche incontrarsi. Ma una strana serie di contrattempi ed equivoci rimandarono quell'incontro fino al momento in cui non fu più possibile realizzarlo per la morte di Jung, avvenuta nel 1961. E qui vale la pena ricordare che nella vastissima bibilioteca di Jung, non solo fu ritrovata quasi l'opera omnia di Simenon, ma che il testo dei volumi era annotato, sottolineato come se lo psicanalista li avesse studiati a fondo. C'è chi sostiene che fu Simenon a rimandare ad arte quell'incontro, forse perché lo spaventava. Infatti lo scrittore dalle sue letture junghane aveva intuito che loro due erano spiriti simili e aveva timore che Jung potesse dirgli delle cose che l'avrebbero potuto turbare.
E una certa conferma a questa tesi l'abbiamo nell'incontro tra Simenon e gli psicoanalisti della rivista Médécine et Hygene che nel giugno del '68 realizzarono qualcosa a metà tra un'intervista ed una sorta di seduta psicoanalitica. La disponibilità di Simenon e la sincerità nel rispondere alle varie domande non fu totale. Infatti a commento dell'intervista uno dei medici, il dottor Rentchnik, affermò che l'atteggiamento dello scrittore non era stato di totale apertura e che aveva abilmente evitato alcuni quesiti particolari.
Insomma la sua impostazione psicologica nel raccontare vicende e nel costruire i personaggi dei suoi romanzi, era più rivolta agli altri che non a sè stesso. Anche se negli scritti autobografici non smetteva mai di analizzare i rapporti difficili o incompiuti, come quello con la difficile madre Herniette o con la problematica seconda moglie Denyse oppure con la fragilissima figlia Marie-Jo.
Comunque questo spiega perchè Simenon sia uno scrittore in genere gradito ai professionisti della pische umana e come il rapporto con loro continui anche sulle pagine dei suoi libri. Anche in Maigret. Sappiamo del suo amico, il dottor Pardon e signora la coppia con cui i Maigret si scambiano una cena al mese. In Maigret tend un piége del 1955 (il primo Maigret europeo, dopo i dieci anni d'America) il suo amico dottore gli fa incontrare il famoso Tissot, che dirigeva un ospedale psichiatrico a Parigi. Lo psichiatra è interessato al metodo d'indagine di Maigret e il commissario al parere del medico. Tra i due nasce un'intesa immediata. Si ritrovano a fare gli stessi percorsi logici per cercare di tracciare il profilo di un omicida seriale.
E così anche nel più "popolare" Maigret entra addirittura la psicoanalisi.

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