giovedì 26 settembre 2013

SIMENON... E SE FOSSE VISSUTO AI TEMPI DI FACEBOOK?


Simenon rubava. Lo ametteva lui stesso. Quando girava per le strade, si fermava in un bristrot o mangiava in una brasserie, le sue orecchie erano ben tese a cogliere i discorsi della gente. Una coppia che litigava alla fermata del metrò, padre e figlio che discutevano mentre mangiavano, due donne che ridevano sommessamente davanti ad una vetrina o due anziani che bisbigliavano mentre giocavano a carte in un bistrot.
Tutta quella gente per cosa litigava, discuteva, rideva o bisbigliava? Simenon si appostava e cercava di rubare le loro parole per comprendere i motivi dei loro comportamenti, tentando di capire quali vite si nascondessero dietro quell'attimo fuggente. E ovviamente carpiva i gesti, le espressioni, osservava il modo di vestire e, per le donne, di acconciarsi.
Insomma provava ad intrufolarsi nelle loro vite, attraverso quello che coglieva in quei brevi momenti. Era gente comune, che parlava di problemi quotidiani, che litigava per vecchie ruggini, per denaro o per gelosia... E intanto accumulava dati per i suoi romanzi.
Quasta sua insopprimibile esigenza di scavare nelle vite altrui, ci porta a pensare a come il romanziere si sarebbe comportato se, per assurdo, avesse avuto a disposizione uno strumento come Facebook.
Ormai è fin troppo acclarato che tra le persone presenti su questo social-network per i motivi più diversi, molte sono quelle che usano questo strumento per raccontare di sé, quello che fanno, chi sono i loro amici, dove vivono, quali viaggi hanno fatto, se hanno un rapporto sentmentale o no, qual'è il loro umore della giornata. Condividono (con amici talvolta veri e nella gran parte solo acquisiti e mai incontrati nemmeno una volta) le loro gioie le loro delusioni... Insomma è una grande esposizione di persone, le più varie, che a volte postano solo degli enigmatici "non posso più andare avanti", oppure "una giornata meravigliosa" o anche "da oggi ho deciso, basta!".... Messaggi in codice? Avvertimentimenti per qualcuno che sa? Sfoghi impulsivi?
Insomma su Facebook si trova una ricchezza di sfaccettature della vita umana che riteniamo che sarebbe stato uno strumento di grandissimo interesse per Simenon, e secondo noi l'avrebbe incuriosito non poco. Certo non può essere un sostituto dell'osservazione della vita reale, ma c'è una tale miniera di persone che letteralmente si mettono in vetrina, anche fotograficamente, con le loro manie, le loro aspirazioni, le loro debolezze, le loro convinzioni e le loro inclinazioni, che non crediamo avrebbe potuto lasciare indifferente il romanziere.
Forse si sarebbe spinto a chattare con qualcuno, per entrare di più nella vita di quello che spesso è solo un nome un cognome e una o più foto.
Certo si tratta di un marchingegno nato un secolo dopo la nascita di Simenon,
ma, se ci pensate, "solo"  quindici anni dopo la sua morte.
E crediamo che per la curiosità che lo scrittore ha sempre dimostrato per le innovazioni e le sperimentazioni non si sarebbe fatto scappare una novità coe Facebook. Voi che ne dite?

2 commenti:

  1. se questo (che a me non piace,tanto da non esservi iscrrtto)è il nuovo modo di comunicare credo che simenon ne avrebbe tratto spunto veramente per i suoi romanzi per calarsi nella nuova società moderna

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  2. rileggendo però un articolo apparso sulla gazette de liège (1/2 agosto 1922)del simenon diciottenne o poco piu sembra che da giovane fosse contrario al progresso tecnologico e alle novità.c e anche da dire che doveva seguire la linea editoriale della testata e quindi non sempre cio che scriveva esprimeva perfettamente il suo pensiero

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