Il 6 gennaio 1919, Simenon a quasi sedici anni inizia a lavorare a "La Gazette de Liège"
SIMENON SIMENON. LE PETIT SIM DEVIENT JOURNALISTE
Le 6 janvier 1919, Simenon, à presque 16 ans, commence à travailler à la Gazette de Liège
SIMENON SIMENON. LITTLE SIM BECOMES A JOURNALIST
On January 6, 1919, Simenon, at almost 16, began to work for the Gazette de Liège
Allora mancavano ancora dodici anni all’arrivo di Maigret. Siamo a Liegi e non a Parigi. Simenon inizia a scrivere, ma non si tratta di romanzi, bensì di articoli. E’ il 1919 e Georges ha appena sedici anni. Era un periodo difficile per i Simenon che, da quando il capofamiglia Desiré aveva dovuto smettere di lavorare per una malattia, versavano in precarie condizioni economiche. Il piccolo Georges dovette quindi smettere gli studi e cercarsi un lavoro per contribuire a mantenere la famiglia. Dopo un paio di esperienze fallite, prima in una pasticceria e poi in una libreria, grazie all’interessamento di un conoscente altolocato, riuscì a proporsi e a convincere Joseph Demarteau, direttore de “La Gazette de Liège” a prenderlo al giornale. Ed eccolo là, il piccolo Sim ora diventato redattore…
“…negli anni che ho passato a la “Gazzette” lavorando per cronaca locale, nelle strade, nei mercati della città, mi riempivo gli occhi d’immagini che mi tornano spesso in mente – scrive un Simenon ultrasessantenne in una lettera del’’64 allo stesso giornale, in occasione di un’edizione speciale.
Durate i quattro anni a rue de l’Official Sim fa carriera, anche se è un po’ indisciplinato (rischiando addirittura più volte il licenziamento). Lavora sodo, ma è gratificato, alla fine avrà scritto 789 rubriche, 193 tra articoli e reportage, 18 racconti su 1.300 numeri de la “Gazette” tra il 1919 e il 1922, come testimoniano le ricerche di Pierre Deligny.
E i primi passi di Simenon nel mondo della scrittura, sono anche gli anni in cui impara la scrittura a macchina, a comporre un articolo… il tutto, all’inizio, per 45 franchi al mese. Ma l’apprezzamento del direttore per il suo talento, per la sua velocità di scrittura, ma anche per la sua frenetico ritmo lavorativo, fecero aumentare il suo stipendio. Dopo un anno guadagnava già 180 franchi e non si fermò qui.
Quelli furono gli anni in cui alcuni scritti e alcune rubriche sembrano far scoprire un Simenon anti-semita. Se ne è parlato moltissimo. Soprattutto per quella sua rubrica “Hors de poulailler” in cui non di rado si trovavano prese in giro e accuse nei confronti degli ebrei (mai firmate Simenon, né Sim, né G.S., bensì Monsieur Le Coq). Meno si è parlato di quei pezzi sui “Protocolli dei Savi di Sion” nell’ambito di una campagna anti-semita di livello europeo. Le rivelazioni erano state pubblicate dall’austero ed autorevole quotidiano britannico “The Times” nell’estate del ’21. Questo documento doveva provare un complotto mondiale dei sionisti per acquisire il potere assoluto. E, da quotidiano ultra conservatore e cattolico integralista qual era, “La Gazette di Liège” si accodò a confermare la veridicità del documento affidando il compito alla già brillante penna di Simenon.
Chissà se già allora in Gran Bretagna le chiamavano “fake-news”?
Sta di fatto che il quotidiano inglese dopo un po’ fece una clamorosa smentita, ammettendo di aver preso una incredibile abbaglio con un documento fasullo e scusandosi con tutti.
Ogni volta che gli vennero rinfacciati quegli scritti, Simenon si difese sempre affermando che quelli erano ordini del direttore e lui non poteva sottrarsi, pena il licenziamento. “Io non sono affatto antisemita - replicava Simenon - come quegli scritti commissionati potrebbero lasciar pensare”.
Come diremmo oggi, era la policy aziendale e contraddirla sarebbe costata al dipendente la perdita del proprio posto di lavoro.
E in più, aggiungiamo noi, è vero che Simenon era sveglio e, quando voleva, anche molto testardo, ma va valutato che era ancora un ragazzino di 17/18 anni e di fronte alle perentorie richieste del direttore non poteva rifiutarsi di scriverle.
Insomma quattro anni intensi, trascorsi proprio negli anni della sua formazione e che lasceranno un segno nell’animo di Georges, al punto tale che molte di quelle situazioni le ritroveremo poi trasposte nei romanzi dell’età matura. (m.t)
Interessante la lettura delle rubriche curate da Simenon sulla gazette;causons..et hors du poulailer(fuori dal pollaio)in cui spesso si firmava monsieur le coq(il gallo)
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