venerdì 24 gennaio 2020

SIMENON SIMENON. LO SCANDALO IN TRE RIGHE

Era il 21 febbraio del 1977 e quelle parole partirono dalle pagine dell'Express, fecero il giro del mondo e ancora girano. Complice un'intervistatore un po' atipico il regista Federico Fellini

SIMENON SIMENON. LE SCANDALE EN TROIS LIGNES

C'était le 21 février 1977 et ces mots partirent des pages de l'Express, firent le tour du monde et tournent encore aujourd'hui. Avec la complicité d'un intervieweur un peu atypique, le réalisateur Federico Fellini

SIMENON SIMENON. SCANDAL IN THREE LINES
It was February 21, 1977 and these words came out from Express, went around the world and still tour nowadays. As accomplice, a somewhat atypical interviewer, director Federico Fellini 




"...Fellini, je crois que, dans ma vie, j'ai été plus Casanova que vous! J'ai fait le calcul, il y a un an ou deux. J’ai eu dix mille femmes depuis l’âge de treize ans et demi. Ce n’ést pas du tout un vice. Je n’ai aucun vice sexuel, mais j’avais besoin de communiquer...".

"Fellini credo che nella mia vita io sia stato più Casanova di voi! Ho fatto il calcolo, uno o due anni fa'. Ho avuto diecimila donne dall'età di tredici anni e mezzo. Non è affatto un vizio. Io non alcun vizio sessuale, ma ho bisogno di comunicare..." 

Queste le righe ritenute scandalose e che allora fecero più rumore su Simenon. Più delle centinaia di milioni di libri venduti in tutto il mondo e forse più dell'altrettanto rumorosa accusa di collaborazionismo con i nazisti. 
Anche perché queste furono parole pronunciate dallo stesso Simenon, durante un'intervista fattagli per l'occasione dal suo amico Fellini e indelebilmente immortalate nero su bianco sulle pagine del settimanale francese, nel febbraio del '77. 
Dagli anni '30 e fino ai '50, quando presumibilmente Simenon praticava quei comportamenti, il comune senso della pudore rendeva sconveniente ancora di parlare rapporti extra-coniugali, di divorzio, di liberazione della donna e men che meno di aborto. Anni in cui l'uxoricidio (almeno in Italia) veniva riconosciuto come delitto d'onore e giuridicamente considerato addirittura come attenuante dell'omicidio. Insomma il contesto culturale intorno alla donna non si era ancora liberato e intorno al sesso c'era una cappa costituita da un comune senso del pudore, da condizionamenti sociali, religiosi e da un'ancora non realizzata rivoluzione femminista (ma per questo bisognerà aspettare il '68). L'unica categoria che un po' si affrancava da tutto ciò erano le star del cinema, soprattutto quelle di Hollywood, per cui la morale comune sembrava non valere ed anzi erano comportamenti che fungevano da carburante per l'industria cinematografica e per quella editoriale che andava al suo seguito. Ogni scandalo si tramutava in maggiore visibilità per l'autore e di soldi per qualcuno. 
Ma l'intervista è del 77, ormai femminismo, parità di genere, liberazione della donna, libertà sessuale erano parole d'ordine acquisite e il comune senso del pudore, se vogliamo prenderlo a misura, aveva abbassato di molto l'asticella. Perché allora quella carica di stupore, di riprovazione e di scandalo in un mondo che ormai non avrebbe dovuto più stupirsi?
D'accordo diecimila è un numero davvero esorbitante. Forse è questo il punto. O forse il romanziere voleva épater le bourgeois
Il fatto probabilmente é che con quelle parole Simenon parlava dei diecimila rapporti quotidiani e con ogni tipo di donna, come se elencasse le case che aveva abitato o le auto che aveva acquistato. 
Ma tutto ciò, oltre ad un accusa di maschilismo che la maggioranza femminile sicuramente oggi gli imputerebbe, ci fa davvero capire qualcosa in più di Simenon? 
Qualcuno allora sentenziò subito che si trattava di una fanfaronata e per di più di cattivo gusto, strombazzata dallo scrittore solo perché collimava con la figura di un Simenon uomo degli eccessi. Troppi libri, scritti troppo in fretta, troppi spostamenti, sempre sovraesposto fin da giovane, periodo dal quale si portava dietro addirittura troppe false leggende, come quella di un romanzo scritto in una gabbia di vetro. 
Ma è anche vero che Simenon aveva più volte affermato che quel cliché del "fenomeno" non gli apparteneva e lui voleva essere ricordato solo per essere stato un buon romanziere.
Altri infatti interpretano quella sorta di confessione, magari un po' esagerata, ma come quella di un uomo che candidamente non aveva mai avuto remore a mettere in piazza la propria vita, le proprie convinzioni e i propri sentimenti. Un uomo dall'immagine pubblica, soprattutto fotografica (magari, fosse vissuto cinquant'anni dopo, sarebbe stato un uomo di tv?) ritratto in tutti i contesti, a tutte le età, con le sue mogli, le sue compagne i suoi figli, i suoi amici. Una sorta di biografia per immagini che insieme alle informazioni sulla sua vita e ai romanzi autobiografici ci restituisce un'immagine quasi tridimensionale dello scrittore, tra cui quella sessuale, che, per quanto singolare, lui considerava assolutamente naturale.
Uno scandalo in tre righe, che non è più tale, oggi che i cambiamenti di mentalità e di costume fanno suonare quasi auto-ironiche. Ma ormai è passato tanto tempo, tempo che affievolisce anche quel tipo di dichiarazioni, visto poi che nel frattempo abbiamo visto cose che allora nemmeno si immaginavano. E così oggi morto lui, morto Fellini, rimane nell'aria l'eco di quell'intervista che ormai costituisce solo una delle tessere di quel grande puzzle che fu la vita di Simenon.

Nessun commento:

Posta un commento

LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.