Scenario - 6 dicembre 2020 - Redazione - È un’Europa che sonnecchia sotto la neve, ma «scossa da bruschi e terrificanti sussulti», quella dei primi mesi del 1933. Un’Europa malata, tanto che il medico, mentre la ausculta e le fa dire «33», ha un’aria preoccupata. Non è un medico, Simenon, non ha rimedi da prescrivere, ma ha il fiuto, la curiosità e la cocciutaggine del reporter di razza. E non esita ad attraversarla, questa Europa, dal Belgio a Istanbul, spingendosi fino a Batum e concentrando la sua attenzione soprattutto sui «popoli che hanno fame»: quelli dell’ex impero zarista. Risoluto a ignorare le «cartoline illustrate», Simenon ci offre, sul continente negli anni tra le due guerre, una testimonianza preziosa, fatta di immagini, episodi, annotazioni, dialoghi, scenari (alcuni dei quali torneranno, trasfigurati, nella sua narrativa). E non meno preziose sono le fotografie che scatta in viaggio, e che...>>>
Buon pomeriggio. Avete idea di chi sia la giornalista americana di cui parla Simenon alle pagine 190-191, nel reportage "Peuples qui ont faim"? Merci. Cordiali saluti, Saul
RispondiEliminatutte le cose per cui proviamo compassione per noi stessi sono rilevanti... e dai https://streamingcommunity.tube film...
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