12 febbraio 1972. Simenon scrive quello che ancora non sa essere l'ultimo suo romanzo,
Maigret et M.Charles.
17 settembre 1972. Gino Cervi interpreta l'ultima puntata della quarta serie degli sceneggiati Rai di Maigret:
Maigret in pensione.
Lo scrittore chiude una serie di oltre cento indagini del commissario.
L'attore veste i panni di Maigret per la sedicesima volta (
quattro serie - sedici sceneggiati alcuni in due puntate, a certi in tre e addirittura in quattro puntate).
Insomma un anno non felice per gli appassionati maigrettiani.
Simenon non scriverà più un libro sul commissario e Cervi non lo interpreterà mai più.
Un punto in comune è la prolifica produzione dei due (
nati per di più a due anni di distanza uno dall'altro). Di Simenon sappiamo che ha scritto in tutto oltre quattrocento tra romanzi, racconti, saggi, etc... tradotti in una cinquantina di lingue, vendendo ad oggi una cifra che oscilla intorno a mezzo miliardo di libri in tutto il mondo.
Non si pensi che Gino Cervi sia stato da meno. Nel suo bagaglio dobbiamo considerare 300 commedie, 120 film, oltre a numerosi lavori in radio e in televisione.
Eppure.
Eppure tutti e due sono stati ricordati dal grande pubblico soprattutto per Maigret. Il primo per averlo inventato e scritto. Il secondo, almeno in Italia, per aver interpretato quegli sceneggiati.
Eppure alcuni dei romanzi di Simenon sono dei capolavori e a volte è stato ad un passo anche dall'essere candidato al Nobel per la Letteratura.
Eppure Cervi in fatto di popolarità aveva intepretato per il grande schermo la popolarissima serie (
tra l'altro di produzione italo-francese),
Don Camillo e l'onorevole Peppone tratta dai romanzi di Giovannino Guareschi.
Eppure... eppure Maigret ha avuto la meglio su tutto. Ancora oggi si acquistano i libri di Maigret, i rari e vecchi Mondadori sulle bancarelle, gli Adelphi in libreria e addirittura in formato ebook su internet.
E ancora oggi vari gruppi editoriali ripropongono in edicola in dvd l'intera serie o parte degli sceneggiati Rai o li utilizzano come promozione di quotidiani o periodici. Insomma quegli sceneggiati di quasi cinquant'anni fa' ancora funzionano anche come traino editoriale.
1972, l'anno degli addii ma non la fine di un personaggio, che è vivo e vegeto e oggi, come abbiamo visto, di proprietà di una società britannica che ne preannuncia un rilancio a livello mondiale.