(segue da ieri) - Continuiamo con la seconda parte dell'indagine di Murielle Wenger che esamina i titoli di Maigret per determinare i mesi in cui si svolgono le indagini. Questa seconda è la parte più difficile. E' quella in cui il mese non è menzionato in nessuna parte del romanzo e quindi la nostra Murielle ha dovuto tirar fuori tutte le sue doti di investigatrice per dedurre dai dettagli e da certi particolari di che mese si tratta. Buona lettura, dunque, e osservate bene l'interessante grafico che scaturisce da questa ricerca... ovviamente anche questo by Murielle.
• L'ombra cinese - All'inizio del romanzo, l'autore descrive Place
des Vosges , con gli "...alberi senza foglie...", che può indicare sia un tardo autunno che l'inizio dell'inverno. Un po' più avanti, sempre in questo capitolo, il portiere dice a Maigret : "Siamo al 30 ... ". Ma il 30 di quale mese? Nel
secondo capitolo, il Direttore dei Laboratori spiega che si tratta "... di
un giorno prima della scadenza..." e infine, nel quarto capitolo, Maigret
apprende che un certo personaggio era andato in banca, come era sua consuetudine, alla
vigilia della fine di ogni mese. Se il 30 è un giorno prima di fine mese, potremmo essere nel mese di ottobre che ha 31 giorni. C'è un
altro indizio va nella stessa direzione: nel nono capitolo, quando
Maigret assiste al funerale di Couchet, Simenon descrive " ... era freddo. Un tempo di
Toussaint... " (cioè Ognissanti, quindi ai primi di novembre, la sepoltura avrà luogo diversi giorni dopo l'inizio dell'indagine) . Dobbiamo arrivare al decimo e penultimo capitolo per scovare un altro indizio,
che supporta con decisione l'ipotesi di "ottobre". E' il documento che Maigret
strappa dalla mano della signora Martin, in cui vi è scritto: "... consultazione del 18
novembre...".
Resta
inteso che la signora Martin è andata a consultare gli avvocati, a proposito dell'eredità del Couche, dopo la morte di suo figlio Ruggero. Questo ci permette di dedurre che l'azione inizia 30 ottobre e prosegue nel mese di novembre.
• Maigret a New York - E' un romanzo in cui è più difficile determinare
il mese, perché le informazioni nel testo sono vaghe. Comunque, apprendiamo nel quarto capitolo che il vecchio Angelino trascorreva le
sue giornate invernali seduto su una sedia nel negozio di suo figlio e
camminava con una sciarpa, ma senza un cappotto invernale. Possiamo quindi dedurre che questa volta l'indagine si svolga in inverno. Tuttavia,
nel settimo capitolo, Maigret è svegliato da un "sole
veramente primaverile" e nel nono capitolo, quando chiede al telefono a Daumale se c'è sole
in Francia, quello risponde, "... La primavera è precoce qui in Francia...". Domanda: tardo inverno o inizio primavera? Penso
che possiamo ipotizzare, senza troppo margine d'errore, che la vicenda debba svolgersi
nel mese di febbraio. In altri romanzi Simenon descrive spesso febbraio come un mese di transizione tra la fine dell'inverno e l' l'annuncio
della primavera (ecco l'esempio di due romanzi che si svolgono nel mese di
febbraio: "Les
caves du Majestic": "...C'era il sole sul molo, un
piccolo assaggio di primavera nell'aria..." . E poi "Maigret et son mort": "... era febbraio. il tempo era mite, soleggiato, a volte con una soffice
nuvola di nevischio che inumidiva il cielo. [ ... ] le strade
cominciavano a sentire la primavera..." ).
• Maigret dal Coroner - Secondo le indicazioni del testo, l'indagine avviene chiaramente in estate, ma in che mese? Due
indizi ci possono aiutare a determinarlo: primo, durante il
processo si è chiesto ai soldati accusati di raccontare ciò che è
accaduto la sera del 27 luglio. Il processo - e quindi l'inchiesta di Maigret - è quindi precedente a tale data. Tuttavia,
un secondo indice ci permetterà di indentificare un intervallo approssimativo: nel terzo capitolo si dice che gli affari correnti sono trattati durante la sospensione di una seduta,
tra le altre cose, una questione di assegni scoperti viene rimandata per il 7 agosto. E' evidente che l'inchiesta del coroner ha luogo diversi
giorni dopo la morte di Bessy Mitchell (27 luglio), perché nel frattempo ci sarà
voluto un po' di tempo per le indagini. Possiamo quindi supporre che l'inchiesta di Maigret avvenga ai primi di agosto.
• Maigret Picratt - In questo romanzo è molto difficile
determinare il mese del sondaggio, perché gli indici sono praticamente
assenti dal testo. Sappiamo che è inverno fà freddo, piove e nevica. Si è appreso che la cuoca Moncoeur Rosalie ha visto poche settimane prima, cioè "nel mezzo dell'inverno", Oscar Latérade". Supponendo
che febbraio di solito nei romanzi di Simenon è descritto
come un mese di bel tempo e come il presagio della primavera, neve e
pioggia indicano che questo romanzo si svolge a dicembre o addirittura a gennaio.
• Maigret in affitto - Maigret a scuola - Maigret e il ministro - In
questi romanzi, non c'è specificato nel testo nessun mese,
ma siccome l'autore ci dà diversi informazioni sui primi segni della primavera, come succede, con descrizioni
simili, in altri romanzi, si avvalora l'ipotesi che l'inchiesta è in
corso a marzo.
• Maigret e la spilungona - All'inizio del romanzo, il testo ci racconta del caldo che fà a Parigi, dove aleggia una "atmosfera di vacanza". D'altronde l'ispettore Javier è già tornato dalle sue vacanze, prese nel mese di giugno, l'inchiesta quindi e deve presumibilmente svolgersi o a luglio o ad agosto. Nel testo non c'è nessun'altra indicazione abbastanza precisa per indicarci di quale di questi due mesi s tratti .
•
Maigret e la brava gente - L'autore non specifica il mese in cui si svolge la vicenda, ma comunque insiste ripetutamente sul fatto che si tratti del periodo in cui vanno terminando le vacanze estive. Alcune frasi farebbero pensare alla fine di agosto: "...Se molti parigini
erano tornati, altri erano invece in partenza..." , "Parigi ha
continuato a sentire l'atmosfera delle vacanze... ". E ancora "...un quarto dei parigini erano ancora in
vacanza sulle spiagge o nelle campagne... ". Altri indizi invece fanno propendere di più per i primi di
settembre: "... Parigi non era più vuota come ad agosto..." oppure "...Maigret e Lapointe
attraversavano tutto il Jardin du Luxembourg e gli studenti sulle panchine di ferro, erano immersi nello studio dei loro corsi...". Lemoine e altri studiosi propendono quindi per un'inchiesta che si svolga all'inizio di settembre, ma io,
da parte mia, lascerei aperto il dubbio tra la fine agosto e l'inizio settembre.
E, una volta considerato tutto questo, possiamo tradurre il tutto in un originale grafico, una sorta di calendario delle indagini di Maigret !
domenica 2 febbraio 2014
sabato 1 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET INDAGA... MA CHE MESE E'? /1
Sappiamo come il contesto ambientale, abbia la sua importanza nelle vicende narrate nelle opere di Simenon e, forse, ancor di più in quelle di Maigret. E di conseguenza, il mese in cui si svolge l'inchiesta assume un suo valore. Questa volta la nostra apprezzatissima Murielle Wenger si lancia in uno dei suoi saggi statistci e, romanzo per romanzo, é andata a vedere in quale mese si sono svolte le indagini. E' molto curioso e soprattutto non perdetevi il grafico che Murielle ha elaborato in base alle sue ricerche, grafico che pubblicheremo domani insieme alla seconda parte del saggio.
Può darsi che vi siate già chiesti in quale mesi si svolgano le indagini di Maigret raccontate da Simenon. Alcuni ricercatori si sono già misurati su questo argomento, soprattutto Maurice Piron e Michel Lemoine (nel loro libro "L'univers de Simenon" pubblicato nel 1983) e Jean Forest (nel suo libro Les archives de Maigret, pubblicato nel 1994, che riassume, sviluppandola, la ricerca dei due succitati). Ho cercato a mia volta di determinare, caso per caso, in quale mese si svolga l'indagine, cercando nei testi gli indizi che possono rivelarlo. In sostanza, le mie ricerche portano a risultati che si sovrappongono a quelle degli altri simenonologi, ma in certi casi sono stata in grado di raffinare alcuni dei risultati.
Come si fà a sapere in quale mese dell'anno si è svolta un'inchiesta?
Due sono le tracce disponibili: la prima - e la più semplice - è quella che Simenon ci offre. Infatti, nella maggior parte dei romanzi del corpus maigrettiano, l'autore fornisce la data esatta in cui inizia quell'indagine. Individuare questa data nel testo è piuttosto facile, visto che Simenon dà spesso questa informazione all'inizio del romanzo. Ci sono ben 55 romanzi in cui tale informazione é fornita nel primo capitolo e, di questi 55, 31 dove è dato addirittura sulla prima pagina. Questa indicazione fa persino parte della prima frase in sette romanzi: Monsieur Gallet, décédé : "Il primo contatto tra Maigret e i morti [ ... ] ha avuto luogo 27 giugno 1930...". Ne Le chien jaune, le prime parole che aprono il romanzo sono: " Venerdì 7 novembre...". In Un crime en Hollande si inizia con: "Quando Maigret arrivò a Delfzijl , un pomeriggio di maggio...". Maigret se fâche parte con "Madame Maigret [ ......... ] le cui mani non erano mai inattive, anche alle di di quel pomeriggio, il giorno più caldo di un agosto soffocante...". In Maigret et l'homme du banc si comincia con "Per Maigret la data era facile da ricordare, perché era quella del compleanno della cognata, il 19 ottobre...". In Maigret et les vieillards l'incipit è "Era una di quelle eccezionali giornate di maggio...". In Maigret et monsieur Charles "Maigret si godeva un raggio di sole di un marzo un po 'freddo...". Tale data può essere di diversi tipi: solo il nome del mese o il giorno del mese, o il giorno della settimana e la data. Ad esempio, ne La maison du juge: "E' stato solo il 13 gennaio...". E ne La première enquête de Maigret : "E' stato 15 aprile 1913... ". In Maigret, Lognon et les gangster: "Maigret ha osservato che giovedi 19 novembre è stato...". In Maigret tend un piège: "E 'stato il 4 agosto, era lunedi...". Ne La patience de Maigret invece: "Era lunedi 7 luglio...". In Maigret et l'affaire Nahour: "Era il 14 gennaio, venerdì 14 Gennaio...".
Ci sono anche date che io chiamerei "implicite", come ne L'Affaire Saint-Fiacre un biglietto annuncia il delitto, vi è scritto: "Per la prima messa del giorno dei morti...". Il mese non è menzionato esplicitamente, ma il lettore sa che il giorno dei morti viene celebrato il 2 novembre e così l'inizio dell'indagine è datato. Un caso simile si trova ne Les caves du Majestic, dove basta fare un semplice calcolo: nel primo capitolo Maigret scopre da una fiche d'hotel che i Clark sono arrivati il 12 febbraio . Maigret osserva: " - Così sono passati otto giorni da quando la famiglia Clark è arrivata...". Possiamo così dedurre che l'azione del romanzo comincia il 20 febbraio.
Se Simenon fornisce quasi sempre indicazioni sulla stagione - e sul tempo - all'inizio di un romanzo, magari bisogna attendere i capitoli seguenti per conoscere il mese esatto in cui l'indagine si svolge . Quindi, è nel secondo capitolo ne La danseuse du Gai-Moulin, Liberty Bar, Signé Picpus e Maigret voyage che si scopre il mese del sondaggio. Nel quarto capitolo de La nuit du carrefour, Les vacances de Maigret e Maigret et le voleur paresseux e nell'ottavo capitolo de Le pendu de Saint-Pholien e L'écluse no 1. Per Cécile è morte, è nel primo capitolo della seconda parte che apprendiamo che Cécile ha fatto un duplicato delle chiavi il 25 settembre, fatto successo due settimane prima. Quindi colloca l'inzio dell'indagine ai primi di ottobre. Informazioni che verranno confermate nel penultimo capitolo, dove Maigret chiede Torrence di recuperare l'elenco di tutte le persone che si sono presentate alla PJ nella mattina del 7 ottobre. Conferma: quella è la mattina in cui Cécile è venuta a denunciare l'omicidio di sua zia e in cui Dandurand l'ha attirata con l'aiuto di un ragazzaccio, nel ripostiglio dove poi l'ha strangolata: è la data di inizio dell'indagine...".
Per i restanti nove romanzi, c'è una seconda traccia da seguire e occorre mettere incampo le nostre capacità di detective ... Anzi, in questi romanzi, l'autore non fornisce alcuna indicazione circa i mesi dell'azione e quindi il mese deve essere dedotto scovando ulteriori indizi. Esaminiamo questi nove romanzi e cerchiamo di capire come trovare questi indizi. (segue domani) Murielle Wenger
Può darsi che vi siate già chiesti in quale mesi si svolgano le indagini di Maigret raccontate da Simenon. Alcuni ricercatori si sono già misurati su questo argomento, soprattutto Maurice Piron e Michel Lemoine (nel loro libro "L'univers de Simenon" pubblicato nel 1983) e Jean Forest (nel suo libro Les archives de Maigret, pubblicato nel 1994, che riassume, sviluppandola, la ricerca dei due succitati). Ho cercato a mia volta di determinare, caso per caso, in quale mese si svolga l'indagine, cercando nei testi gli indizi che possono rivelarlo. In sostanza, le mie ricerche portano a risultati che si sovrappongono a quelle degli altri simenonologi, ma in certi casi sono stata in grado di raffinare alcuni dei risultati.
Come si fà a sapere in quale mese dell'anno si è svolta un'inchiesta?
Due sono le tracce disponibili: la prima - e la più semplice - è quella che Simenon ci offre. Infatti, nella maggior parte dei romanzi del corpus maigrettiano, l'autore fornisce la data esatta in cui inizia quell'indagine. Individuare questa data nel testo è piuttosto facile, visto che Simenon dà spesso questa informazione all'inizio del romanzo. Ci sono ben 55 romanzi in cui tale informazione é fornita nel primo capitolo e, di questi 55, 31 dove è dato addirittura sulla prima pagina. Questa indicazione fa persino parte della prima frase in sette romanzi: Monsieur Gallet, décédé : "Il primo contatto tra Maigret e i morti [ ... ] ha avuto luogo 27 giugno 1930...". Ne Le chien jaune, le prime parole che aprono il romanzo sono: " Venerdì 7 novembre...". In Un crime en Hollande si inizia con: "Quando Maigret arrivò a Delfzijl , un pomeriggio di maggio...". Maigret se fâche parte con "Madame Maigret [ ......... ] le cui mani non erano mai inattive, anche alle di di quel pomeriggio, il giorno più caldo di un agosto soffocante...". In Maigret et l'homme du banc si comincia con "Per Maigret la data era facile da ricordare, perché era quella del compleanno della cognata, il 19 ottobre...". In Maigret et les vieillards l'incipit è "Era una di quelle eccezionali giornate di maggio...". In Maigret et monsieur Charles "Maigret si godeva un raggio di sole di un marzo un po 'freddo...". Tale data può essere di diversi tipi: solo il nome del mese o il giorno del mese, o il giorno della settimana e la data. Ad esempio, ne La maison du juge: "E' stato solo il 13 gennaio...". E ne La première enquête de Maigret : "E' stato 15 aprile 1913... ". In Maigret, Lognon et les gangster: "Maigret ha osservato che giovedi 19 novembre è stato...". In Maigret tend un piège: "E 'stato il 4 agosto, era lunedi...". Ne La patience de Maigret invece: "Era lunedi 7 luglio...". In Maigret et l'affaire Nahour: "Era il 14 gennaio, venerdì 14 Gennaio...".
Ci sono anche date che io chiamerei "implicite", come ne L'Affaire Saint-Fiacre un biglietto annuncia il delitto, vi è scritto: "Per la prima messa del giorno dei morti...". Il mese non è menzionato esplicitamente, ma il lettore sa che il giorno dei morti viene celebrato il 2 novembre e così l'inizio dell'indagine è datato. Un caso simile si trova ne Les caves du Majestic, dove basta fare un semplice calcolo: nel primo capitolo Maigret scopre da una fiche d'hotel che i Clark sono arrivati il 12 febbraio . Maigret osserva: " - Così sono passati otto giorni da quando la famiglia Clark è arrivata...". Possiamo così dedurre che l'azione del romanzo comincia il 20 febbraio.
Se Simenon fornisce quasi sempre indicazioni sulla stagione - e sul tempo - all'inizio di un romanzo, magari bisogna attendere i capitoli seguenti per conoscere il mese esatto in cui l'indagine si svolge . Quindi, è nel secondo capitolo ne La danseuse du Gai-Moulin, Liberty Bar, Signé Picpus e Maigret voyage che si scopre il mese del sondaggio. Nel quarto capitolo de La nuit du carrefour, Les vacances de Maigret e Maigret et le voleur paresseux e nell'ottavo capitolo de Le pendu de Saint-Pholien e L'écluse no 1. Per Cécile è morte, è nel primo capitolo della seconda parte che apprendiamo che Cécile ha fatto un duplicato delle chiavi il 25 settembre, fatto successo due settimane prima. Quindi colloca l'inzio dell'indagine ai primi di ottobre. Informazioni che verranno confermate nel penultimo capitolo, dove Maigret chiede Torrence di recuperare l'elenco di tutte le persone che si sono presentate alla PJ nella mattina del 7 ottobre. Conferma: quella è la mattina in cui Cécile è venuta a denunciare l'omicidio di sua zia e in cui Dandurand l'ha attirata con l'aiuto di un ragazzaccio, nel ripostiglio dove poi l'ha strangolata: è la data di inizio dell'indagine...".
Per i restanti nove romanzi, c'è una seconda traccia da seguire e occorre mettere incampo le nostre capacità di detective ... Anzi, in questi romanzi, l'autore non fornisce alcuna indicazione circa i mesi dell'azione e quindi il mese deve essere dedotto scovando ulteriori indizi. Esaminiamo questi nove romanzi e cerchiamo di capire come trovare questi indizi. (segue domani) Murielle Wenger
venerdì 31 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. VANITOSO O INCOMPRESO?
La reputazione di Simenon. Sì, insomma come lo consideravano i primi colleghi di lavoro alla Gazette de Liège, poi i suoi editori, gli autori contemporanei, la critica...
Per esempio chi e/o cosa accreditava la definizione di Simenon "fenomeno-letterario". Nei primi tempi, una causa era costituita probabilmente dalla sua velocità nello scrivere... "fino ad ottanta pagine al giorno". Certo stiamo parlando della metà degli anni venti, quando Simenon, sbarcato da qualche anno a Parigi, si dava da fare a più non posso per emergere. E Parigi a quel tempo pullulava di aspiranti letterati come lui, ma che nella stragrande maggioranza evidentemente non reggevano il suo passo e la sua qualità. Forse l'invidia metteva in circolo quelle voci?
Dobbiamo dire che su questo però Simenon lasciava un po' correre. Infatti se da una parte considerava quel primo periodo come una "fase d'apprendimento", dall'altra non gli dispiaceva che intanto si facesse pubblicità al suo nome... Anche se dobbiamo ricordare che, nella fase della letteratura popolare, Simenon usò quasi una ventina di pseudonimi... ma c'è da credere che gli addetti ai lavori sapessero che la penna era sempre la sua.
"Il Citroen della letteratura", altra definizione dovuta ad una vignetta che lo raffigurava come un produttore industriale, come quello automobilistico, i cui fogli, che uscivano dalla sua macchina da scrivere, entravano sparsi in certi capannoni da cui uscivano come libri già confezionati, già caricati su dei camioncini, già pronti per la distribuzione.
Simenon lasciava correre? Beh, probabilmente sì. Ad esempio la famosa storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro, quella del contratto con l'editore Eugene Merle, che l'avrebbe voluto per qualche giorno sotto una campana di vetro a scrivere un romanzo, sotto gli occhi di tutti, procedendo grazie agli spunti che sarebbero venuti dai lettori de Le Merle Rose. La cosa non si fece, ma se ne parlò così tanto che, anche dopo anni, veniva ricordata come un fatto realmente avvenuto. Leggende metropolitane, di cui Simenon si sarebbe poi lamentato, perchè facevano ombra alla sua immagine di romanziere serio, ma lì per lì, poco più che ventenne... beh, forse gli serviva anche a farsi conoscere.
Nella sua seconda fase, quella "semi-letteraria", cioè i Maigret, Simenon non rinunciò a fare sfoggio della sua velocità di scrittura e della sua inesauribie creatività. I primi undici titoli dei Maigret, quelli di Fayard, uscirono per il 1931 uno al mese (da febbraio a dicembre), neanche fosse un giornale periodico mensile. E poi si aggiunse il gran successo commerciale che fece conoscere stavolta il suo vero nome a una platea sempre più vasta.
Da autore popolare a scrittore di polizieschi (anche se molto "sui generis") nel giro di dieci anni. Nel 1932 già scriveva da "romanziere" anche se ancora per Fayard (Le Relais d'Alsace - Le Passager du Polarlys - La locataire). Un paio d'anni e, nel '34, arrivò la sua consacrazione con l'ingresso nella Gallimard, il sancta-sanctorum della letteratura francese. Sono passati solo dodici anni da quando era sceso alla Gare du Nord dal treno proveniente da Bruxelles.
Ma la vita di Simenon è piena di exploit a volte incofuntabili e a volte dubbi.
Certa e dimostrabile è la sua storia con Josephine Baker, che a quei tempi faceva impazzire tutta Parigi e che aveva ai suo piedi ricchissimi banchieri, attori del cinema, fascinosi principi arabi... e invece scelse quel giovane sbarbatello, con velleità di letterato, appena ventenne.
Certo e dimostrabile è che Simenon sia stato l'unico al mondo ad intervistare Lev Trotsky nella sua fuga dall'Urss e da Stalin, verso il Messico.
Anche nell'età avanzata, Simenon, ormai stimato, famoso e celebrato, non rinunciò a dichiarazioni choc. Ad esempio a 74 anni, durante un'intervista a Fellini, si lasciò scappare(?) che aveva avuto rapporti sessuali con circa diecimila donne. La dichiarazione fece il giro del mondo e fece parlare per molto tempo.
La seconda moglie Denyse Ouimet, lo smentì, ridimensionando quella cifra
a qualche migliaio appena...
Insomma, sappiamo che Simenon era un ottimo curatore della propria immagine, soprattutto perchè non dava a verderlo. Sembrava sempre così ingenuo e disarmato nelle cose che faceva o in quelle che raccontava... ma il sospetto che calibrasse ogni parola, perchè sapeva perfettamente l'effetto che avrebbe prodotto, permane.
Per esempio chi e/o cosa accreditava la definizione di Simenon "fenomeno-letterario". Nei primi tempi, una causa era costituita probabilmente dalla sua velocità nello scrivere... "fino ad ottanta pagine al giorno". Certo stiamo parlando della metà degli anni venti, quando Simenon, sbarcato da qualche anno a Parigi, si dava da fare a più non posso per emergere. E Parigi a quel tempo pullulava di aspiranti letterati come lui, ma che nella stragrande maggioranza evidentemente non reggevano il suo passo e la sua qualità. Forse l'invidia metteva in circolo quelle voci?
Dobbiamo dire che su questo però Simenon lasciava un po' correre. Infatti se da una parte considerava quel primo periodo come una "fase d'apprendimento", dall'altra non gli dispiaceva che intanto si facesse pubblicità al suo nome... Anche se dobbiamo ricordare che, nella fase della letteratura popolare, Simenon usò quasi una ventina di pseudonimi... ma c'è da credere che gli addetti ai lavori sapessero che la penna era sempre la sua.
"Il Citroen della letteratura", altra definizione dovuta ad una vignetta che lo raffigurava come un produttore industriale, come quello automobilistico, i cui fogli, che uscivano dalla sua macchina da scrivere, entravano sparsi in certi capannoni da cui uscivano come libri già confezionati, già caricati su dei camioncini, già pronti per la distribuzione.
Simenon lasciava correre? Beh, probabilmente sì. Ad esempio la famosa storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro, quella del contratto con l'editore Eugene Merle, che l'avrebbe voluto per qualche giorno sotto una campana di vetro a scrivere un romanzo, sotto gli occhi di tutti, procedendo grazie agli spunti che sarebbero venuti dai lettori de Le Merle Rose. La cosa non si fece, ma se ne parlò così tanto che, anche dopo anni, veniva ricordata come un fatto realmente avvenuto. Leggende metropolitane, di cui Simenon si sarebbe poi lamentato, perchè facevano ombra alla sua immagine di romanziere serio, ma lì per lì, poco più che ventenne... beh, forse gli serviva anche a farsi conoscere.
Nella sua seconda fase, quella "semi-letteraria", cioè i Maigret, Simenon non rinunciò a fare sfoggio della sua velocità di scrittura e della sua inesauribie creatività. I primi undici titoli dei Maigret, quelli di Fayard, uscirono per il 1931 uno al mese (da febbraio a dicembre), neanche fosse un giornale periodico mensile. E poi si aggiunse il gran successo commerciale che fece conoscere stavolta il suo vero nome a una platea sempre più vasta.
Da autore popolare a scrittore di polizieschi (anche se molto "sui generis") nel giro di dieci anni. Nel 1932 già scriveva da "romanziere" anche se ancora per Fayard (Le Relais d'Alsace - Le Passager du Polarlys - La locataire). Un paio d'anni e, nel '34, arrivò la sua consacrazione con l'ingresso nella Gallimard, il sancta-sanctorum della letteratura francese. Sono passati solo dodici anni da quando era sceso alla Gare du Nord dal treno proveniente da Bruxelles.
Ma la vita di Simenon è piena di exploit a volte incofuntabili e a volte dubbi.
Certa e dimostrabile è la sua storia con Josephine Baker, che a quei tempi faceva impazzire tutta Parigi e che aveva ai suo piedi ricchissimi banchieri, attori del cinema, fascinosi principi arabi... e invece scelse quel giovane sbarbatello, con velleità di letterato, appena ventenne.
Certo e dimostrabile è che Simenon sia stato l'unico al mondo ad intervistare Lev Trotsky nella sua fuga dall'Urss e da Stalin, verso il Messico.
Anche nell'età avanzata, Simenon, ormai stimato, famoso e celebrato, non rinunciò a dichiarazioni choc. Ad esempio a 74 anni, durante un'intervista a Fellini, si lasciò scappare(?) che aveva avuto rapporti sessuali con circa diecimila donne. La dichiarazione fece il giro del mondo e fece parlare per molto tempo.
La seconda moglie Denyse Ouimet, lo smentì, ridimensionando quella cifra
a qualche migliaio appena...
Insomma, sappiamo che Simenon era un ottimo curatore della propria immagine, soprattutto perchè non dava a verderlo. Sembrava sempre così ingenuo e disarmato nelle cose che faceva o in quelle che raccontava... ma il sospetto che calibrasse ogni parola, perchè sapeva perfettamente l'effetto che avrebbe prodotto, permane.
giovedì 30 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. TRE FRATELLI TRA "ONORE" E DISONORE...
Con qualche anticipo sulle nostre previsioni, esce I fratelli Rico, nella collezione Biblioteca Adephi, un romanzo scritto in America a Shadow Rock Farm nel 1952. Sono gli ultimi anni di permanenza di Simenon negli Usa, ma la sua produzione non cala di ritmo e di qualità. Il romanziere non ancor cinquantenne, é nel fiore della sua creatività, scrive questo romanzo i cui protagonisti vengono dal cuore dell'America, da New York, da uno dei suoi quartieri più tipici, Brooklyn. I fratelli citati nel titolo fanno parte di un'organizzazione criminale (la mafia?) che opera ora in Forida e nel sud degli Usa.
E come tutte le organizzazioni criminali c'è un codice che il più anziano dei tre rispetta, ligio alle gerarchie e a quelle leggi della mala (viene anche per questo chiamato il Ragioniere) che lo ha fatto ricco e benestante. Poi c'è Gino e quindi Tony, il più piccolo, che é invece insofferente alle regole del gioco, fà uno sgarro all'organizzazione, si sposa senza la benedizione dei boss, alla fine sparisce e gira addirittura voce che potrebbe collaborare con la polizia. La vicenda volge in tragedia perchè, anche quando sembra che l'organizzazione voglia essere clemente, in verità è spietata, non perdona più nessuno di quella famiglia, a meno che non sia lei stessa ad eliminare il deviato e, in questo caso, il boia prescelto sarà proprio il fratello Eddy.
L'incontro della narrativa simenoniana con i temi legati alla "famiglia", intesa come organizzazione criminale, crea l'ocasione di esplorare i temi del benessere e dell'agiatezza, frutto di un attività criminosa, ma anche di un'osservanza, inderogabile, di certe leggi e di precise gerarchie. Tony, la scheggia impazzita che manda in frantumi questo castello di obblighi e di tradizioni, è l'occasione per Simenon per sondare quell'atmosfera fatta di silenzi, segni convenzionali e di teste chinate, ma anche della ribellione dei giovani pure a questo genere di "onorata società". Un romanzo molto "americano" che forse Simenon volle proprio così per allinearsi a quelli che considerava i migliori romanzieri del mondo, quelli made in Usa.
Dal libro fu tratto anche un film The Brothers Rico, nel 1957 di Phil Karlson con Richard Conte e Dianne Foster.
E come tutte le organizzazioni criminali c'è un codice che il più anziano dei tre rispetta, ligio alle gerarchie e a quelle leggi della mala (viene anche per questo chiamato il Ragioniere) che lo ha fatto ricco e benestante. Poi c'è Gino e quindi Tony, il più piccolo, che é invece insofferente alle regole del gioco, fà uno sgarro all'organizzazione, si sposa senza la benedizione dei boss, alla fine sparisce e gira addirittura voce che potrebbe collaborare con la polizia. La vicenda volge in tragedia perchè, anche quando sembra che l'organizzazione voglia essere clemente, in verità è spietata, non perdona più nessuno di quella famiglia, a meno che non sia lei stessa ad eliminare il deviato e, in questo caso, il boia prescelto sarà proprio il fratello Eddy.
L'incontro della narrativa simenoniana con i temi legati alla "famiglia", intesa come organizzazione criminale, crea l'ocasione di esplorare i temi del benessere e dell'agiatezza, frutto di un attività criminosa, ma anche di un'osservanza, inderogabile, di certe leggi e di precise gerarchie. Tony, la scheggia impazzita che manda in frantumi questo castello di obblighi e di tradizioni, è l'occasione per Simenon per sondare quell'atmosfera fatta di silenzi, segni convenzionali e di teste chinate, ma anche della ribellione dei giovani pure a questo genere di "onorata società". Un romanzo molto "americano" che forse Simenon volle proprio così per allinearsi a quelli che considerava i migliori romanzieri del mondo, quelli made in Usa.
Dal libro fu tratto anche un film The Brothers Rico, nel 1957 di Phil Karlson con Richard Conte e Dianne Foster.
mercoledì 29 gennaio 2014
SIMENON SIMENON... UN "ACQUARIO" IRRAGIUNGIBILE
Fine anno vecchio, primi dell'anno nuovo, spazio agli oroscopi. Chi ci crede, chi non ci crede, chi ci crede solo quando le previsioni sono buone, chi ci ride sopra, ma (pur non volendo generalizzare) ammettiamo che un'occhiata alle previsioni astrali del proprio segno, una volta o l'altra, alla fine l'abbiamo data tutti.
Questa volta ci è capitata sott'occhio una previsione per il 2014 scritta da Rob Brezsny per il Las Vegas CityLife. Non conosciamo nè l'astrologo nè il giornale, ma, visto che siamo in tema di frivolezze, ci siamo permessi il lusso di non prendere le dovute informazioni.
Nella sezione dedicata al segno dell'Acquario, scrive Brezsny:
"L'autore dell'Acquario, Georges Simenon (1903-1989) ha scritto più di 200 romanzi sotto il suo nome e più di 300 sotto pseudonimo. In media, ha scritto un libro nuovo ogni 11 giorni. Sono stati stampati mezzo miliardo di copie dei suoi libri. Mi dispiace segnalare che non credo che ci potrà mai essere un acquario più prolifico nel proprio campo, come lo era Simenon nel suo. Tuttavia, la tua produttività potrebbe anche raggiungere i livelli di Simenon, nel 2014, ma a costo di lavorare in un modo pazzesco. Ma la tua creatività non sarà così facilmente produttiva come poteva sembrarti. Basterà accontentarti di possedere almeno il potenziale della creatività".
Noi non siamo dell'Acquario e, anche se lo fossimo, non avremmo certe ambizioni. Comunque è curioso che in un giornale di Las Vegas si citi Simenon come personaggio simbolo del segno dell'Acquario.
Dove non arriva l'apprezzamente per il suo livello letterario e il suo stile narrativo, arriva la fama dell'enorme numero di libri venduti e della "forza" dello scrittore per realizzare un corpus di romanzi così eccezionale.
Ma si sa, per gli americani... diciamo per molti americani, i record sono un'attrazione irresistibile e sappiamo per quanto tempo Simenon si sia portato dietro questa fastidiosa nomea di "recordman della letteratura".
E adesso rispunta dentro un oroscopo dell'americanissima Las Vegas.
Questa volta ci è capitata sott'occhio una previsione per il 2014 scritta da Rob Brezsny per il Las Vegas CityLife. Non conosciamo nè l'astrologo nè il giornale, ma, visto che siamo in tema di frivolezze, ci siamo permessi il lusso di non prendere le dovute informazioni.
Nella sezione dedicata al segno dell'Acquario, scrive Brezsny:
"L'autore dell'Acquario, Georges Simenon (1903-1989) ha scritto più di 200 romanzi sotto il suo nome e più di 300 sotto pseudonimo. In media, ha scritto un libro nuovo ogni 11 giorni. Sono stati stampati mezzo miliardo di copie dei suoi libri. Mi dispiace segnalare che non credo che ci potrà mai essere un acquario più prolifico nel proprio campo, come lo era Simenon nel suo. Tuttavia, la tua produttività potrebbe anche raggiungere i livelli di Simenon, nel 2014, ma a costo di lavorare in un modo pazzesco. Ma la tua creatività non sarà così facilmente produttiva come poteva sembrarti. Basterà accontentarti di possedere almeno il potenziale della creatività".
Noi non siamo dell'Acquario e, anche se lo fossimo, non avremmo certe ambizioni. Comunque è curioso che in un giornale di Las Vegas si citi Simenon come personaggio simbolo del segno dell'Acquario.
Dove non arriva l'apprezzamente per il suo livello letterario e il suo stile narrativo, arriva la fama dell'enorme numero di libri venduti e della "forza" dello scrittore per realizzare un corpus di romanzi così eccezionale.
Ma si sa, per gli americani... diciamo per molti americani, i record sono un'attrazione irresistibile e sappiamo per quanto tempo Simenon si sia portato dietro questa fastidiosa nomea di "recordman della letteratura".
E adesso rispunta dentro un oroscopo dell'americanissima Las Vegas.
martedì 28 gennaio 2014
SIMENON SIMENON: FORMA & COLORI SONO QUELLI DEL GRANDE PINTER
I contenuti sono quello che sono, ormai li conoscete. Simenon-Simenon, con qualche rara eccezione è ormai on-line da oltre tre anni. Buoni o meno buoni, ogni giorno i nostri post vi propongono un tassello di quel "mondo-Simenon-Maigret" che a nostro avviso vale davvero la pena di conoscere, e che, a venticinque anni dalla scomparsa dello scrittore, quotidianamente produce notizie, eventi e curiosità che questo blog cerca di riportare il più compiutamente possibile.
Ma andiamo alla forma. O meglio alle illustrazioni con cui corrediamo i nostri post. Anche qui, chi ci segue da un po' di tempo, non avrà potuto notare che oltre a foto e compsizioni varie, facciamo un grande utilizzo delle immagini create da Ferenc Pintér. Il grande illustratore italo-ungherese è a nostro avviso un grande tra gli artisti figurativi del nostro tempo. I suo tocco è inconfondibile che si tratti di una copertina, di una pubblicità, di un murales, di qualsiasi forma di espressione figurativa.
Ma a parte il suo indiscusso valore artistico, a nostro avviso, nelle centinaia di copertine di Maigret, Pintér ha saputo esprimere come nessun altro i tratti del commissario, le atmosfere delle sue inchieste, i particolari e i dettagli (quelli che poi ritroviamo nelle indagini del commissario). Quelle sue macchie di colore, quei suo tratti semplici, a tratti addirittura scarni, quell'essenzialita di certi suoi disegni ci riprtano alla mente la sintesi e la semplicità del linguaggio che Simenon usava nelle sue opere. Per chi ama le curiosità, vorremmo poi qui accennare ad una coincidenza di date. Infatti Pinter nasce nel 1931, proprio l'anno in cui nasce il personaggio del commissario Maigret, lanciato da Simenon a Parigi con il famoso Bal Anthropométrique...
Insomma, come abbiamo scritto nel titolo, davvero sentiamo Pinter come la forma e i colori di questo Simenon-Simenon.
Proprio per questo da oggi abbiamo deciso di fare un nostro piccolo tributo a Pinter, dedicandogli uno spazio specifico con un link al suo sito ufficiale. Un modo di ringraziare questo nostro "incosapevole" collaboratore, che ci permette di qualificare graficamente il nostro blog e di ricevere dei complimenti che noi idealmente ogni volta gli giriamo. Perchè se Simenon-Simenon piace anche esteticamente a non poche persone, il merito é nella maggior parte suo... di Ferenc Pinter.
lunedì 27 gennaio 2014
SIMENON SIMENON, FINALMENTE IL CASO "OFF-LINE" E' CHIUSO
Off-line. Per qualche giorno avete digitato il solito indirizzo www. simenon-simenon.com e invece del blog che conoscete, appariva il volto di una bella ragazzetta e alcune scritte che non avevano niente a che fare con noi o con Simenon. Niente da fare, prova e riprova ma usciva sempre quella ragazzetta sorridente. Beh, anche per noi quel sorrisetto è stato un incubo. Motivo? Uno di quegli impicci tecnico-amministrativi da cui non sempre è facile uscirne in tempo e senza danni. Per fortuna siamo stati ben assistiti e con pochi giorni e altrettanto poco danno, siamo tornati visibili.
Già avevamo ricevuto delle mail e dei messaggi preoccupati... simenon-simenon è sparito?... tutto finito?... Forse avremmo potuto comunicare in qualche modo che si trattava di un problema temporaneo, ma la preoccupazione e il lavoro per tornare on-line ci hanno assorbito a tal punto che abbiamo concentrato forze, tempo e attenzione solo a tornare visibili quanto prima.
Ora non resta che rimetterci al lavoro, scusarci doverosamente con tutti e tornare ai consueti appuntamenti quotidiani. A domani dunque.
Già avevamo ricevuto delle mail e dei messaggi preoccupati... simenon-simenon è sparito?... tutto finito?... Forse avremmo potuto comunicare in qualche modo che si trattava di un problema temporaneo, ma la preoccupazione e il lavoro per tornare on-line ci hanno assorbito a tal punto che abbiamo concentrato forze, tempo e attenzione solo a tornare visibili quanto prima.
Ora non resta che rimetterci al lavoro, scusarci doverosamente con tutti e tornare ai consueti appuntamenti quotidiani. A domani dunque.
mercoledì 22 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. FACCIA A FACCIA GIDE-SIMENON
- Siete Simenon?
- Sì.
- Allora esistete davvero, in carne ed ossa?
- Sembrerebbe...
Questo, almeno stando alla ricostruzione che Simenon stesso fece una trentina d'anni dopo in un 'intervista a Lettres françaises, é lo scarno dialogo che ebbe luogo la prima volta che Gide incontrò Simenon. Siamo nel '35 e il grande intellettuale francese voleva conoscere questo fenomeno letterario che da poco era entrato a far parte della stessa scuderia Gallimard, di cui faceva parte anche lui.
Sembra che il dialogo iniziato in un café, sia poi continuato negli uffici della Gallimard, addirittura a porte chiuse, anzi chiuse a chiave.
Gide e Simenon faccia a faccia nello studio dell'editore.
Questa non era una situazione che Simenon gradisse granché... lui così schivo nei contatti con gli altri scrittori... figuriamoci addirittura con un personaggio come Gide, il quale nell'isolamento di quell'ufficio gli intima persino:
- Adesso sedetevi e rispondetemi...
Qui si rivela tutto l'interesse che uno dei più stimati intellettuali francesi del tempo aveva per le capacità letterarie di questo giovane scrittore (allora Simenon aveva poco più di trent'anni) e soprattutto per il suo metodo creativo.
E in quella specie d'interrogatorio André Gide lo sottopone ad un fuoco di fila di domande tipiche dell'intellettuale-letterato... quesiti sul suo processo creativo, sulle sue scelte linguistiche, sulla tipologia della sua ispirazione...
Simenon alla fine però reagisce.
- Io non ne so niente. Se inizio ad analizzarmi finisce che non riesco più a scrivere.
- Ma quando avete creato il vostro personaggio? - insiste Gide.
- Maigret?
- No! Voi stesso!
- Ma quale personaggio? Io... io vivo...
- Il personaggio che voi rappresentate, creato secondo l'idea che avete di voi stesso...
Ma è un dialogo tra sordi. Da una parte l'intellettuale analitico, che vuole sapere, vuole darsi una spiegazione, vuole scomporre il fenomeno Simenon e vuole studiarne le componenti... una sorta di vivisezione.
Dall'altra un Simenon nel pieno della sua creatività istintiva, inconscia e sulla quale non si pone domande. Accetta la propria capacità di scrivere, spesso di getto, velocemente, con una fantasia e una capacità di trasporre sulla pagina le sue esperienze, le situazioni vissute, i luoghi i personaggi... l'accetta e non si chiede perché e come sia arrivato a quel punto. Esercizio? Capacità innata? Quello stato di" trance creativa" che lui chiama état de roman?
A Simenon non interessa. Va avanti a scrivere come un treno e non ha tempo, né voglia per queste analisi introspettive.
Per la cronaca il rapporto di Simenon con Gide durerà a lungo. Il primo sapeva che finchè era oggetto della considerazione del secondo la propria dignità letteraria e di romanziere non sarebbe stata messa in discussione, come invece era capitato molto spesso. Gide dal canto suo era affascinato dalla capacità narrativa di Simenon e se ne sentiva attratto, tanto da prenderlo sotto la sua ala protettiva e dargli dei consigli (ricordiamo che ancora nel '43 Pedigree nacque per le insistenze di Gide). Tra i due ci fu anche un consisente carteggio.
Ma l'idillio intellettuale finì quando Simenon si sentì maturo e prese consapevolezza del suo valore... Ora poteva far a meno di quella protezione che forse, almeno un po', aveva finito anche per condizionarlo...
- Sì.
- Allora esistete davvero, in carne ed ossa?
- Sembrerebbe...
Questo, almeno stando alla ricostruzione che Simenon stesso fece una trentina d'anni dopo in un 'intervista a Lettres françaises, é lo scarno dialogo che ebbe luogo la prima volta che Gide incontrò Simenon. Siamo nel '35 e il grande intellettuale francese voleva conoscere questo fenomeno letterario che da poco era entrato a far parte della stessa scuderia Gallimard, di cui faceva parte anche lui.
Sembra che il dialogo iniziato in un café, sia poi continuato negli uffici della Gallimard, addirittura a porte chiuse, anzi chiuse a chiave.
Gide e Simenon faccia a faccia nello studio dell'editore.
Questa non era una situazione che Simenon gradisse granché... lui così schivo nei contatti con gli altri scrittori... figuriamoci addirittura con un personaggio come Gide, il quale nell'isolamento di quell'ufficio gli intima persino:
- Adesso sedetevi e rispondetemi...
Qui si rivela tutto l'interesse che uno dei più stimati intellettuali francesi del tempo aveva per le capacità letterarie di questo giovane scrittore (allora Simenon aveva poco più di trent'anni) e soprattutto per il suo metodo creativo.
E in quella specie d'interrogatorio André Gide lo sottopone ad un fuoco di fila di domande tipiche dell'intellettuale-letterato... quesiti sul suo processo creativo, sulle sue scelte linguistiche, sulla tipologia della sua ispirazione...
Simenon alla fine però reagisce.
- Io non ne so niente. Se inizio ad analizzarmi finisce che non riesco più a scrivere.
- Ma quando avete creato il vostro personaggio? - insiste Gide.
- Maigret?
- No! Voi stesso!
- Ma quale personaggio? Io... io vivo...
- Il personaggio che voi rappresentate, creato secondo l'idea che avete di voi stesso...
Ma è un dialogo tra sordi. Da una parte l'intellettuale analitico, che vuole sapere, vuole darsi una spiegazione, vuole scomporre il fenomeno Simenon e vuole studiarne le componenti... una sorta di vivisezione.
Dall'altra un Simenon nel pieno della sua creatività istintiva, inconscia e sulla quale non si pone domande. Accetta la propria capacità di scrivere, spesso di getto, velocemente, con una fantasia e una capacità di trasporre sulla pagina le sue esperienze, le situazioni vissute, i luoghi i personaggi... l'accetta e non si chiede perché e come sia arrivato a quel punto. Esercizio? Capacità innata? Quello stato di" trance creativa" che lui chiama état de roman?
A Simenon non interessa. Va avanti a scrivere come un treno e non ha tempo, né voglia per queste analisi introspettive.
Per la cronaca il rapporto di Simenon con Gide durerà a lungo. Il primo sapeva che finchè era oggetto della considerazione del secondo la propria dignità letteraria e di romanziere non sarebbe stata messa in discussione, come invece era capitato molto spesso. Gide dal canto suo era affascinato dalla capacità narrativa di Simenon e se ne sentiva attratto, tanto da prenderlo sotto la sua ala protettiva e dargli dei consigli (ricordiamo che ancora nel '43 Pedigree nacque per le insistenze di Gide). Tra i due ci fu anche un consisente carteggio.
Ma l'idillio intellettuale finì quando Simenon si sentì maturo e prese consapevolezza del suo valore... Ora poteva far a meno di quella protezione che forse, almeno un po', aveva finito anche per condizionarlo...
lunedì 20 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET 3... PER QUATTRO ROMANZI
Mentre
ancora si aspetta l'uscita dei libri
contenenti le ultime inchieste di Maigret, per veder così pubblicata la totalità delle
inchieste del commissario (ad aprile usciranno in "Minacce di morte" ed
altri racconti i tre storici inediti in italia: l'italiano sarà cosi la
quarta lingua in cui saranno tradotti tutti i 103 Maigret ufficiali, dopo
il tedesco, l'inglese e il giapponese) l'Adelphi prosegue nella
riedizione delle inchieste già
precedentemente pubblicate, seguendone l'ordine cronologico.
Il volume di cui tratterò, "I MAIGRET 3" (a giorni in libreria) conterrà:
- La balera da due soldi (La guinguette à deux
sous - 1931)
- L’ombra cinese (L’Ombre Chinoise - 1932)
- Il caso Saint-Fiacre (L’Affaire Saint-Fiacre - 1932)
- La casa dei fiamminghi (Chez les Flamands - 1932)
- Il porto delle nebbie (Le Port des brumes - 1932)
- L’ombra cinese (L’Ombre Chinoise - 1932)
- Il caso Saint-Fiacre (L’Affaire Saint-Fiacre - 1932)
- La casa dei fiamminghi (Chez les Flamands - 1932)
- Il porto delle nebbie (Le Port des brumes - 1932)
Sono
le inchieste che vanno dal numero 11 al 15, quindi si tratta
ancora del primissimo periodo, quello denominato "Fayard", dal nome dell'editore che iniziò a
pubblicare i Maigret e i Simenon
di genere giallo e in generale i testi di quel periodo (vedasi "Le Relais d'Alsace" - 1931 e "Le Passager du Polarlys" -1932).
La balera da due soldi
è un Maigret abbastanza scanzonato e divertente che porta il
commissario ad
interessarsi ai divertimenti del
fine settimana in campagna di un gruppo di parigini festaioli. Anche in
questo caso il colpevole non sembrerà del tutto antipatico agli occhi
del commissario (e del lettore); in ogni caso l'inchiesta proseguirà
leggera e scorrevole, anche se non rientra tra i
miei "gialli-simenon" preferiti.
Di tutto altro genere e ,a mio avviso, spessore è L'ombra cinese: un
delitto è commesso in una fredda notte di fine novembre in un'elegante
condominio parigino. Maigret interrogherà la portinaia,verrà a
conoscenza dei segreti degli abitanti del palazzo, il tutto sotto una misteriosa figura che si staglia come un'ombra cinese la sera del delitto,
dietro la vetrata di una finestra del palazzo. Qui i
personaggi sono ben dettagliati e la suspence é resa bene fino all
ultimo
Il caso Saint-Fiacre riporta
Maigret nel paese natio, quello del titolo appunto. I ricordi della sua infanzia
si intrecceranno con una realtà che non è piu' quella di un tempo e, a far si che la matassa da sbrogliare sia più intricata, ci
sarà anche uno strano caso di omicidio, quello della contessa di un vecchio
castello .
La casa dei fiamminghi, ambientato a Givet, è in assoluto il libro delle inchieste del commissario che preferisco. Lasciatevi trasportare da Simenon in un freddo e piovoso gennaio in questo paesino sulla frontiera franco-belga. Maigret potrà errare a suo piacimento per indagare sulla scomparsa di Germaine Piedboeuf, non avendo incarichi ufficiali, si lascerà assorbire dall'ambiente che lo circonda, ma, nonostante ciò approderà (con conseguenza insolite), alla risoluzione del caso.
Il porto delle nebbie inizia con la ricerca dell'identità di uno sconosciuto errabondo per Parigi che verrà poi ritrovato con una pallotola piantata nel cranio. Non sarà facile, ma Maigret scoprirà l'identità di questo misterioso individuo e dovrà trasferirsi a Ouistreham per ricostruire alcuni avvenimenti avvolti dalla nebbia brumosa del passato, come ne è avvolto il porto normanno che ospita la vicenda.
Ultima notazione curiosa. Va rimarcato che nei quattro romanzi pubblicati in questo volume, l'ambientazione invernale fà da protagonista.
Andrea Franco
La casa dei fiamminghi, ambientato a Givet, è in assoluto il libro delle inchieste del commissario che preferisco. Lasciatevi trasportare da Simenon in un freddo e piovoso gennaio in questo paesino sulla frontiera franco-belga. Maigret potrà errare a suo piacimento per indagare sulla scomparsa di Germaine Piedboeuf, non avendo incarichi ufficiali, si lascerà assorbire dall'ambiente che lo circonda, ma, nonostante ciò approderà (con conseguenza insolite), alla risoluzione del caso.
Il porto delle nebbie inizia con la ricerca dell'identità di uno sconosciuto errabondo per Parigi che verrà poi ritrovato con una pallotola piantata nel cranio. Non sarà facile, ma Maigret scoprirà l'identità di questo misterioso individuo e dovrà trasferirsi a Ouistreham per ricostruire alcuni avvenimenti avvolti dalla nebbia brumosa del passato, come ne è avvolto il porto normanno che ospita la vicenda.
Ultima notazione curiosa. Va rimarcato che nei quattro romanzi pubblicati in questo volume, l'ambientazione invernale fà da protagonista.
Andrea Franco
domenica 19 gennaio 2014
SIMENON SIMENON: IL SETTIMO ENIGMA DI MAIGRET/7 - MAIGRET ET SON MORT
Settimo enigma: Maigret et son mort - La fine degli anni '40 segna per Simenon una nuova fase: c'è l'agognato inizio del sogno americano e anche il passaggio ad un nuovo editore. Sven Nielsen, che ha appena inaugurato la propria casa editrice, les Presses de la Cité, conta anche su Simenon per farsi un nome e qualche titolo di Maigret sarebbero il benvenuto... Nielsen ha pubblicato nel 1945 un primo libro di Simenon, Je me souviens, poi nel 1946
Trois chambres à Manhattan, e nel maggio del 1947 Au bout du rouleau. Nel luglio del '47 è venuto il momento di pubblicare un Maigret. Uno dopo l'altro Nielsen pubblica il 22 luglio La pipe de Maigret (un libro composto da un omonimo racconto scritto nel giugno 1945, proprio prima della partenza per l'America, e di un romanzo breve realizzato su richiesta di Paul Lazareff per il suo giornale "France-Soir", "Maigret se fâche"), poi il 25 luglio Maigret à New York che Simenon aveva terminato nel 1946 e che narra le scoperte americane dello scrittore attraverso gli occhi del suo personaggio. Nell'ottobre dello stesso anno esce un'altra raccolta di racconti scritti nel 1946, sotto il titolo Maigret et l'inspecteur malgracieux.
Nel novembre del 1947, Simenon, che sembra aver ritrovato il gusto di raccontare le avventure del suo eroe, gli fà condurre un'inchiesta mentre il commissario è in villeggiatura (sarà "Les vacances de Maigret"). Poi il romanziere si rende conto che non solo non può far a meno del suo personaggio, ma che lo deve riportare al suo lavoro alla Polizia Giudiziaria. Insomma finite le inchieste condotte mentre era in pensione o in vacanza, è proprio questo il
momento giusto per far rientrare il commissario nel suo naturale ambiente, Quai des Orfèvres. Simenon scrive quindi ne 1947 Maigret et son mort, dove si ritrovano tutti i classici ingredienti delle sue famose inchieste: la stufa a carbone nell'ufficio del commissario, una choucroute in una brasserie, un inseguimento che lo porta nel nascondiglio della banda dei Cechi, le passeggiate in lungo e in largo a Parigi, dalla Bastiglia fino alla Concorde, da Marais a Charenton e un visita nel laboratorio di Moers...
Ora questo settimo ed ultimo enigma consiste in questo: la scrittura di Les vacances de Maigret precede quella di Maigret et son mort, ma quest'ultimo viene pubblicato prima dell'altro (nel maggio del '48, mentre l'altro nel giugno dello stesso anno). Perchè la scelta di invertire la pubblicazione di questi due titoli rispetto alla loro stesura? Possiamo avanzare due ipotesi: forse si è voluto aspettare il mese di giugno, il cui titolo evoca la pausa estiva, cosa che poteva incentivare l'acquisto del libro. Oppure il fatto che Maigret et son mort rappresentava la tipologia classica delle inchieste del commisario e che quindi andava ripristinata nel momento del suo rilancio: dopo il periodo Fayard e quello Gallimard, era un nuovo ciclo quello che partiva, il vero e proprio ritorno di Maigret: gli italiani lo avevano capito perfettamente, poichè la prima edizione tradotta in italiano si fregiava del significativo titolo Ben tornato Maigret...
Murielle Wenger
Trois chambres à Manhattan, e nel maggio del 1947 Au bout du rouleau. Nel luglio del '47 è venuto il momento di pubblicare un Maigret. Uno dopo l'altro Nielsen pubblica il 22 luglio La pipe de Maigret (un libro composto da un omonimo racconto scritto nel giugno 1945, proprio prima della partenza per l'America, e di un romanzo breve realizzato su richiesta di Paul Lazareff per il suo giornale "France-Soir", "Maigret se fâche"), poi il 25 luglio Maigret à New York che Simenon aveva terminato nel 1946 e che narra le scoperte americane dello scrittore attraverso gli occhi del suo personaggio. Nell'ottobre dello stesso anno esce un'altra raccolta di racconti scritti nel 1946, sotto il titolo Maigret et l'inspecteur malgracieux.
Nel novembre del 1947, Simenon, che sembra aver ritrovato il gusto di raccontare le avventure del suo eroe, gli fà condurre un'inchiesta mentre il commissario è in villeggiatura (sarà "Les vacances de Maigret"). Poi il romanziere si rende conto che non solo non può far a meno del suo personaggio, ma che lo deve riportare al suo lavoro alla Polizia Giudiziaria. Insomma finite le inchieste condotte mentre era in pensione o in vacanza, è proprio questo il
momento giusto per far rientrare il commissario nel suo naturale ambiente, Quai des Orfèvres. Simenon scrive quindi ne 1947 Maigret et son mort, dove si ritrovano tutti i classici ingredienti delle sue famose inchieste: la stufa a carbone nell'ufficio del commissario, una choucroute in una brasserie, un inseguimento che lo porta nel nascondiglio della banda dei Cechi, le passeggiate in lungo e in largo a Parigi, dalla Bastiglia fino alla Concorde, da Marais a Charenton e un visita nel laboratorio di Moers...
Ora questo settimo ed ultimo enigma consiste in questo: la scrittura di Les vacances de Maigret precede quella di Maigret et son mort, ma quest'ultimo viene pubblicato prima dell'altro (nel maggio del '48, mentre l'altro nel giugno dello stesso anno). Perchè la scelta di invertire la pubblicazione di questi due titoli rispetto alla loro stesura? Possiamo avanzare due ipotesi: forse si è voluto aspettare il mese di giugno, il cui titolo evoca la pausa estiva, cosa che poteva incentivare l'acquisto del libro. Oppure il fatto che Maigret et son mort rappresentava la tipologia classica delle inchieste del commisario e che quindi andava ripristinata nel momento del suo rilancio: dopo il periodo Fayard e quello Gallimard, era un nuovo ciclo quello che partiva, il vero e proprio ritorno di Maigret: gli italiani lo avevano capito perfettamente, poichè la prima edizione tradotta in italiano si fregiava del significativo titolo Ben tornato Maigret...
Murielle Wenger
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