martedì 8 aprile 2014

SIMENON SIMENON. STASERA IN TV, MA NON E' MAIGRET, E' IL ROMANZIERE SU IRIS

Già, stavolta Simenon sulla tv, ma Maigret non c'entra. O non c'entra direttamente. Siamo infatti sul canale digitale IRIS che nella seconda serata di oggi, 8 aprile, dove Georges Simenon sarà il protagonista di una puntata di Storie del Cinema, una trasmissione di Tatti Sanguineti. Si parlerà del suo metodo di scrittura, della sua visione del romanzo e soprattutto della "fotogenia" dei suoi romanzi che sono finiti sul grande schermo, oltre 60 e l'ultimo ancora in lavorazione La chambre bleue di Mathieu Amalric, che potrebbe arrivare addirittura sulla passerela del prossimo Festival di Cannes. Ma non di solo cinema è fatta la trasposizione dell'opera simenoniana... pensiamo ai Maigret! E inevitabile quindi che si parlerà anche del grande Maigret cinematografico francese, Jean Gabin e del nostro inarrivabile Maigret televisivo Gino Cervi.

SIMENON SIMENON. FERÉNC PINTER, "STAR" A DRAWING MASTER

Un'altra occasione da non perdere assolutamente. Si tratta della possibilità di vedere delle autentiche tavole illustrate del "nostro" grande Ferénc Pinter.
Ormai credo che non ci sia lettore che non conosca la nostra sconfinata ammirazione per questo disegnatore che per tanto tempo ha legato i sui disegni alle inchieste del commissario Maigret e che stavolta sarà la star del Drawing Master - grandi disegnatori in mostra che si terrà a Perugia dal 19 aprile al 2 giugno prossimi, al Museo Palazzo della Penna (ovviamente!).
Di Pinter abbiamo parlato già molte volte su Simenon-Simenon, in occasione di tutte le altre esposizioni che si sono svolte. Ma se a qualcuno fosse sfuggito, vi rimandiamo al post Maigret "raccontato" da Pinter e non solo... per sapere quacosa in più su questo fantastico disegnatore.
E questa volta, con la Pasqua vicino e la posizione centralissima di Perugia, visitarla è quasi un obbligo.
Oltre a Pinter anche altri disegnatori di cui saranno esposte le opere, Biffignandi, Mastrantuono, Nicouline, Vergoni...
Questo di oggi è solo un pre-allarme. Ovviamente in prossimità dell'inaugurazione della mostra ci torneremo su con un post maggiormente dettagliato e come promemoria, per non far dimenticare a nessuno l'evento.


lunedì 7 aprile 2014

SIMENON SIMENON. REAZIONARIO O RIVOLUZIONARIO... PARLIAMONE...


Sulla collocazione politica di Simenon ci sono state poche discussioni, anche perchè lui stesso aveva dichiarato più volte la sua avversione per i politici e la sua indifferenza per la politica.
Ciononstante qualche dibattito si è avuto. Anche per causa nostra. E ne siamo doppiamente felici. Prima di tutto perché avendone parlato qui su Simenon-Simenon  abbiamo suscitato delle reazioni, nei post e per mail, anche se per la verità un po' generiche, con semplici dichiarazioni di schieramento in un senso o nell'altro.
In secondo luogo c'è una contestazione, giunta ieri, più analitica e riferentesi ad un post (pensate!) che abbiamo pubblicato nel dicembre del 2012. Questo è l'altro motivo di soddisfazione. I nostri lettori vanno a scartabellare anche tra i post vecchissimi.
Il post in questione é Simenon era ancora più a sinistra dei comunisti. Il suo contenuto ha dato motivo ad un "Anonimo" (ci dispiace un po' per l'anonimato...) di contestarci titolo e contenuto. Ma ecco quello che afferma:
"Simenon non si fece mai "tirare per la giacchetta" e non si volle mischiare con la politica, che evidentemente considerava volubile e contingente. Sarebbe il caso di non cercare forzate interpretazioni del suo pensiero, estrapolando singole frasi... Del resto, uno dei vizi di una certa "sinistra" è proprio quello di cercare, a turno, di ascrivere alla propria fazione ogni personaggio noto che torni comodo. Operazioni alquanto misere, e che possono funzionare solo con i defunti, che non possono smentire".
Ricordiamo innanzitutto che era un post non certo breve, oltre 4000 battute (per i non addetti ai lavori, diciamo due fogli e mezzo dattiloscritti). Le affermazioni di Simenon non erano brevi frasi, ma citazioni di brani interi tratti dalle interviste fatte da Françis Lacassin, uno dei simenonologi francesi più autorevoli. Non abbiamo composto un puzzle con tasselli di due/tre parole per dargli un  determinato significato. Non abbiamo estrapolato frasi da un contesto, ma riportato brani che dessero un'idea quanto più chiara di quello che Simenon andava dicendo.
Estrapolato? Sì, un'estrapolazione l'abbiamo fatta ed é il titolo, che riprende, alla lettera, le prime parole di una risposta di Simenon ad una domanda di Lacassin.
D'altronde gentile signor "Anonimo", non abbiamo certo dato a questo blog una connotazione politica (che senso avrebbe in un lavoro, che ormai dura quotidianamente da oltre tre anni, per cercare di capire e far capire il più possibile di questo scrittore, iscriverlo ad un partito o ad un'ideologia?). Detto questo, però anche le affermazione e le idee sulla politica che Simenon ha espresso le abbiamo raccontate e le racconteremo tutte, perché, piaccia o non piaccia, fanno parte integrante del personaggio e non possono essere ignorate.
In conclusione, non abbiamo condotto un'operazione alquanto misera, ma una semplice attività d'informazione e sopprattutto non abbiamo approfittato di un...defunto!
Ma vogliamo concludere con un paio di domande per il signor "Anonimo".
Da cosa altro desume (o da quali fonti é stato informato) che noi facciamo parte di una certa sinistra?
Ci spiega in che modo tornerebbe comodo e/o utile, a noi di Simenon-Simenon,  ascrivere il romanziere alle nostre presunte posizioni, ammesso che fossero quelle cui lei fà riferimento, cioè quelle di certa sinistra?
Il dibattito è quindi aperto alle opinioni di tutti i lettori e, ovviamente, a qualsiasi replica del signor "Anonimo".

giovedì 3 aprile 2014

SIMENON SIMENON. E' ORA: ABBATTETE IL "MOSTRO"

In alto, la veduta aerea della villa - A destra, ai tempi d'oro -  A sinistra, gli anni dell'abbandono

Il "mostro" d'Epalinges muore. "Mostro" è l'appellativo poco carino che i più malevoli avevano affibbiato a quel grande edificio che Simenenon aveva fatto erigere nei pressi di Losanna, proprio sulle colline che la circondano. In vita sua era la prima casa che si faceva appositamente costrurire. E per di più l'aveva progettata lui stesso, con tutta una serie di accorgimenti, dispositivi e soluzioni  (compresa una piscina coperta) per soddisfare al meglio le esigenze sue e di ognuno dei vari membri della famiglia, ma... ma non tenendo conto dei canoni estetici, almeno all'esterno. Il risultato?. Un enorme caseggiato bianco, che alcuni dicevano somigliasse ad una clinica, altri ad una sorta di fabbrica, altri a un caseificio... insomma i giudizi negativi si sprecavano, ssoprattutto da parte dei vicini. La casa era tutta bianca, molto grande, tanto spazio verde intorno, un grande cortile/garage, ma evidentemente l'occhio di Simenon non aveva il senso dello stile, quello architettonico (vedi il post La villa bunker di Epalinges).
Ora è arrivato il momento della fine. L'edificio sarà abbattuto. La voce era già circolata e ne avevamo dato conto in un post del novembre del 2012 Addio al mostro di Epalinges? , ma adesso è il quotidiano belga La Libre che specifica che il consiglio comunale ha approvato l'abbattimento e la conseguente lottizzazione: dodici piccoli fabbricati di tre piani l'uno per in totale di circa settanta appartamenti al posto dell'ingombrante e roai abbandonata abitazione dello scrittore.
Il periodo di Epalinges non fu tra i migliori per Simenon, segnato dal distacco definitivo dalla seconda moglie Denyse, dall progressivo partire dei figli, ormai grandi, ognuno per la sua strada, dalla morte della madre Henriette, e soprattutto dalla fine della sua attività di romanziere, stroncata dalla vicenda del romanzo Victor che non riuscì mai nemmeno ad iniziare.
Con la demolizione, scomparirà uno dei luoghi simbolo della vita dello scrittore, si dirà il più brutto, ma comunque un tassello che svanirà e di cui conserveremo solo qualche testimonianza fotografica e televisiva.

mercoledì 2 aprile 2014

SIMENON SIMENON. MAIGRET E' SOLO?... HOLMES E POIROT, NO?


Se Sherlock Holmes ha il suo Watson e Hercule Poirot il suo Hastings, chi è il confidente di Maigret?
Per rispondre a questa domanda bisogna iniziare ad esaminare quale ruolo giocano Watson o Hastings nei confronti di Holmes o Poirot. Questi personaggi-spalla di questi eroi svolgono in effetti diversi compiti: innanzitutto quello di confidenti, che permettono al protagonista di sfogarsi/confidarsi, di pensare ad alta voce, di fare ad esempio una brillante dimostrazione della loro incredibile capacità deduttiva e di opporsi in questo al confidente (è in particolare il caso di Hastings e Poirot) che è spesso arenato su una falsa pista, cosa che gli permette in seguito di esprimere la sua amirazione per la brillentezza del detective... Ma il confidente è anche un amico, una stretta relazione che il detective si tiene ben stretta, lui che, come Holmes o Poirot, é scapolo, che non ha un intimo nucleo familiare dove esprimersi. Il confidente è inoltre colui che racconta le inchieste condotte dal suo amico detective. Insomma è il cantore del suo eroe.
E Maigret in tutto questo? Lui ha il suo confidente, il suo amico, il suo cantore?
In realtà si potrebbe dire che abbia più fortuna dei suoi predecessori, perchè Simenon l'ha dotato di una rete di relazioni più importante. I differenti ruoli che assume il confidente che sia Watson o Hastings, sono suddivisi, nella serie dei Maigret, tra vari personaggi che assumono essi stessi quei defferenti ruoli.
Maigret ha un confidente? In realtà bisognerebbe porre la domanda in un altro modo: Maigret si confida, racconta il cammino del suo ragionamento? Di primo acchitto si potrebbe rispondere di no: si sa che gli ripugna ragionare sul suo "metodo" o spiegare in che modo condurrà l'inchiesta. Allora non si sfoga mai? Questo non è altrettanto vero: se non si esibisce in grandi dimostrazioni razionali, gli succede di esprimere qualche considerazione, di parlare delle difficoltà dell'inchesta, ma per questo ha anche lui i propri confidenti: di volta in volta i suoi ispettori, il dottor Pardon e, soprattutto M.me Maigret.
I confidenti di Maigret coincidono con le sue relazioni speciali che il commmissario intrattiene: un amico medico, come il dottor Pardon, con cui può parlare di pazienti e di malattie, i suoi "ragazzi", che sono i suoi ispettori e prima di tutti sua moglie. Già, perché Maigret è sposato e questa relazione coniugale lo pone subito in un altro contesto : Holmes e Poirot sono dei solitari, la cui singolarità e l'eccezionalità non possono essere divise, mentre Maigret vive nel quotidiano e nell'ordinario... per quanto attiene almeno alle sue relazioni sociali, ed è comunque un personaggio fuori dagli schemi sotto diversi punti di vista...
Maigret ha il suo cantore? Nessun problema, è Simenn stesso che assume questo ruolo. Si percepisce tra gli altri autori una certa distanza di fronte ai loro personaggi (vedi ad esempio Agatha Christie e il suo sguardo spesso ironico che rivolge ad Hercul Poirot). Invece in Simenon si può osservare un'evoluzione con il passare degli anni: all'inizio l'autore ha creato un personaggio che ha voluto banale, ma al tempo stesso eccezionale nella statura e nel fisico. E' il Maigret degli inizi, un personaggio sulla quarantina descritto da un giovane scrittore nemmeno trentenne che lo vede massiccio, enorme, "pachidermico", un po' ingenuo e talvolta guardato con uno sguardo divertito. Poi, passando il tempo, Simenon si avvicina sempre più al suo personaggio, alla distanza degli inizi, si sostituisce una relazione più stretta, in cui l'autore mette sempre più sè stesso nella sua creatura alla quale conferisce i suoi gusti, il suo modo di vedere la vita... E in questo è certamente il cantore del suo personaggio e non ha bisogno d'inventare un dottor Watson, perchè si fà carico lui stesso di raccontare gli exploit del commissario per più di 40 anni...
Infine, Maigret ha il suo ammiratore, qualcuno che non si stanca mai si scoprire e di stupirsi della personalità eccezionale del personaggio? La risposta è presto trovata: questo ammiratore è il lettore. E se ciascuno dei nostri lettori fosse lo Watson o l'Hastings di Maigret? E se, dopotutto, il miglior amico di Maigret fosse il lettore...?
Murielle Wenger

martedì 1 aprile 2014

SIMENON SIMENON. "LIBE": MONSIEUR GEORGES HA GIRATO L'ULTIMA PAGINA

Continuiamo gli appuntamenti per 
il 25° dalla scomparsa di Simenon. 
Questa volta vi presentiamo un'altro 
quotidiano francese, "Liberation", 
giornale decisamente di sinistra,
che quel 7 settembre 1989 
dedicò nel suo inserto,
"Le Chaier Livre de Liberation du Jeudi",
ben cinque intere pagine 
alla scomparsa del romanziere,
aprendo con una copertina completamente fotografica.



Le Roman de Simenon Il box d'apertura dell'inserto titola così, ricordando che, al di là delle cifre e delle sue performance, Georges Simenon é stato soprattutto uno "scrittore moderno". Seguono cinque pagine davvero complete nell'illustrare l'uomo e lo scrittore, ma dando spazio al commissario Maigret che non era solo letteratura polizesca, ma qualcosa di più, una sorta di ponte tra la narrativa popolare e la letteratura dei romans-romans. "Maigret l'antieroe - nei sommari all'interno - Originale, marginale, ma efficace. Lento, massiccio, fedele..." aggettivi per un personaggio di levatura mondiale E si riportano le parole del Presidente francese François Mitterand "...Simenon ci lascia un'opera che è divenuta un patrimonio colettivo dell'umanità...".  Lo scrittore Leo Malet "...Era un genio... spero che abbia degli onori adeguati al suo talento..:". Il regista  Bertrand  Tavernier "... uno scrittore molto profondo, che ha regalato dei capolavori al cinema francese..." Il ministro della Cultura Jack Lang "...scompare un grande uomo, ma molto semplice...".  Bernard Pivot, giornalista "...il suo genio era quello di saper restituire sul foglio bianco quello che aveva osservato nella vita..."


Scrivevano a Liberation "Il suo metodo: Taglio, taglio, taglio... Sognava  il romanzo puro, senza psicologismi, senza aggettivi né avverbi. Non amava che le mots-matière...".
Tracciano il profilo di Maigret, quello del giornalista Simenon che va alla polizia giudiziaria per imparare come si conduce un'inchiesta, raccontano le straordinarie capacità dello scrittore di cogliere dai piccoli dettagli all'essenza della vita di tutti i giorni e di metterli entrambe nella sua letteratura. Quella stessa vita quegli stessi piccoli dettagli che i suoi lettori riconoscevano come il proprio quotidiano. E poi Simenon, ma anche Maigret, e il cinema, un legame con alti e bassi, ma che non faceva che confermare come le sue storie fossero sofisticate, ma pur sempre storie per tutti.  E ancora "I numeri e le cifre", un gioco facile con Simenon che ha scritto tanto, ma ha anche venduto tanto, in tanti paesi e in moltissime lingue. E poi il cappello, la pipa, gli occhiali di Simenon, dettagli diventati icone, come testimoniano le sue fotografie, divenute altrettante icone.