Roma - dal nostro attachè
Antonio Carnicella -
La linea d'ombra, sostiene Joseph Conrad nella prefazione al suo
omonimo romanzo, corrisponde al passaggio dalla giovinezza, noncurante e
fervida, al periodo più consapevole e più tormentoso dell'età matura.
Questo romanzo, breve e intenso, uscì nel 1917 durante la Grande Guerra, che
sottrasse all'Europa milioni di giovani vite che proprio quell'età stavano
attraversando, praticamente un'intera generazione. In quel periodo il
quattordicenne Georges Simenon viveva a Liegi, città ridotta in sofferenza
dall'occupazione delle truppe tedesche. Malgrado la fame si facesse sentire, il
giovane Georges era un accanito lettore e Joseph Conrad uno dei suoi scrittori
preferiti. Non è detto che La linea d'ombra abbia avuto su di lui un
qualche influsso, ma certo è che quel passaggio della vita lasciò su di lui
segni profondi. Simenon lo visse in maniera intensa, spinto da un’insaziabile
fame di vita che lo condusse verso esperienze controverse, come testimoniano L'impiccato
di Saint Pholien (1931) e I tre crimini dei miei amici (1938), ma
subì la perdita del padre, una vera tragedia sul piano personale. Se la guerra
gli aveva fatto conoscere la privazione, (dopo
la quale, come ricorderà in un Maigret, si diventa terribilmente avari o
prodighi), la morte di Desiré lo mise di fronte alla fragilità umana. Senza
la copertura e il conforto dell'amato genitore, che resterà per sempre una
figura di riferimento, Simenon prese in un breve spazio di tempo le decisioni
che indirizzarono il suo futuro: diventare scrittore, sposare Tigy e partire
per Parigi alla conquista del mondo. Era il 1922 ed aveva soli diciannove anni.
La
descrizione sul passaggio all'età adulta tornerà più volte nei suoi romanzi e
in alcuni casi esemplari i protagonisti sono chiamati a percorrere le stesse
vicende biografiche dell'autore. Questo significa che per molto tempo egli ha
continuato a riflettere su quel periodo della vita, di importanza fondamentale
per il suo prosieguo. Non essendo un filosofo o uno psicologo, Simenon non
azzarda una teoria e neppure esprime giudizi di valore. Piuttosto, propone una
serie di casi, una fenomenologia tratta dall'esperienza in cui sono messi al
bando percorsi e ruoli già confezionati, omologazione e conformismo. Tuttavia, nello
sguardo scettico e disincantato che rivolge alla condizione umana, ma nello
stesso tempo accondiscendente nei confronti delle sue debolezze, si può
intravedere l'indicazione di un percorso per varcare illesi la linea d'ombra... (continua)
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