Roma dalla nostra "attachée" Paola Cerana -
Eugène
Malou aveva ancora gli occhi spalancati. Era questa la cosa più inquietante.
Uno dei due occhi, a dire il vero, era quasi completamente uscito dall’orbita,
e i rantoli dalla bocca, insieme a tutto il sangue sparso sull’asfalto,
facevano somigliare l’uomo a una povera bestia agonizzante. Una bestia
moribonda, supplichevole del colpo di grazia.
S’era
sparato con la pistola alla tempia, uscendo dall’abitazione del conte d’Estier,
eppure Eugène Malou, caparbio com’era, sembrava deciso a non morire, quasi a
soddisfare l’ultimo capriccio, l’ultimo dispetto rivolto a tutti quelli che gli
volevano male. Resisteva come un gatto rognoso preso a sassate da una banda di
balordi, in mezzo ai curiosi accorsi a frotte attorno al grottesco strazio. Una
specie di vergogna collettiva si mescolava alla sofferenza dell’uomo,
trasformando ognuno dei presenti in un involontario colpevole. Nessuno si
aspettava un gesto simile da lui, anche se tutti, compresi i giornali, lo
screditavano sfacciatamente augurandogli una brutta fine. Che almeno morisse in fretta, dunque!
Erano
stati i debiti a spingere Eugène Malou al suicidio? Possibile che un uomo così
ostinato e intraprendente avesse deciso di farsi fuori solo per questioni di
denaro, forse per via di un prestito negato dal conte d’Estier? Qualcuno
l’aveva visto fare una telefonata, poco prima di suicidarsi. A chi e perché?
Quel
freddo pomeriggio d’inverno, sotto un cielo crepuscolare, Eugène Malou
finalmente moriva sottratto alla penosa agonia, lasciando in eredità un enigma
che sarebbe toccato al figlio minore, Alain, cercare di risolvere. Appena
diciassettenne, Alain, che conservava ancora il pudore di un bambino, si
trovava d’un tratto catapultato in una realtà troppo pesante per la sua
naturale ingenuità. C’erano tante di
quelle cose che lui non sapeva, tante di quelle domande che non aveva mai
pensato di fare! Era solo uno studente, un bravo ragazzo, che faceva per la
prima volta il suo ingresso nella vita adulta, arrivandoci impacciato e
inesperto, armato solo del suo istintivo coraggio. La madre, la signora Malou,
era invece una donna spregiudicata e avida, innamorata solo dei soldi e dei
gioielli di famiglia. Sembrava fragile,
con i lineamenti morbidi di una donna di quarantacinque anni che si prende cura
del suo aspetto, eppure non aveva avuto neanche un attimo di cedimento di
fronte alla morte del marito. La sorella Corine, così femmina, era una procace
e impudica ragazza che aveva imparato presto a sfruttare la propria sensualità
per ottenere ciò che desiderava. Tutto in
lei era morbido, era solo carne e forme … possibile che non capisse quanto
fosse imbarazzante per lui vederla sempre seminuda? E il fratellastro
maggiore, Edgard, era solo un pecorone
belante e stupido, nato per uno scherzo del destino in mezzo ai lupi.
Ma
chi era, in realtà, Eugène Malou? Uno
spericolato imprenditore che non ha lasciato alla famiglia nemmeno i soldi per
il funerale. Un uomo che andava perennemente di fretta, al punto che veniva
voglia di trattenerlo per il bavero della giacca. Ma che uomo era stato?
Poco espansivo, silenzioso, ambiguo, misterioso, spesso assente e distratto con
i figli, eppure a modo suo generoso e onesto con i pochi amici. Solamente ora,
dopo la sua morte, Alain imparerà a conoscere l’estraneo con cui ha sempre
vissuto, ricostruendo una storia inimmaginabile, che svelerà come le apparenze
siano spesso velenosi inganni in grado di condannare a morte una persona senza
possibilità di riscatto. Alain troverà il coraggio di sradicarsi
definitivamente dalle ipocrisie e dai rancori della famiglia e, confortato dai
consigli di poche, pochissime persone amiche, scoprirà un’altra verità che lo
condurrà al suo destino. Il destino dei Malou.
Forse, in fin dei conti, quell’uomo
che Alain aveva conosciuto appena, che non si era mai curato di conoscere
perché non immaginava che potesse essere tanto diverso da come appariva,
quell’uomo che era morto sul pavimento sporco di una farmacia di quartiere,
ebbene quell’uomo era sempre stato solo! … Vero papà?
Così,
se Eugène Malou aveva scritto i primi capitoli di una sordida storia di
famiglia, Alain ne avrebbe firmato l’epilogo, giungendo a capire che essere un
uomo è molto più difficile e raro che essere un uomo onesto. Adesso c’era un
solo Malou, che di lì a poco si sarebbe avventurato nel suo futuro, senza odio
e senza vergogna, forte delle proprie radici. Un Malou che ha saputo trovare la
propria strada con la complicità e il silente affetto dell’unico compagno di
viaggio degno di questa sofferta iniziazione alla vita. Il suo amato papà.
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