giovedì 28 agosto 2014

"SIMENON SOUVENIR" - TANTI PERSONAGGI UN SOLO PROTAGONISTA

Bernard Buffet -  Homme nu dans chambre -1948
Il Simenon dei romanzi. Lo scrittore che, libero da vincoli di commissione e di generi, scriveva in libertà, in preda ai suoi état de roman. Il romanziere che prefereriva la gente comune come protagonista delle sue storie. Le persone più semplici lo attraevano e assurgevano a personaggi catalizzatori nelle vicende da lui narrate.
Su questo suo tratto distintivo sono stati versati fiumi d'inchiostro e formulate teorie le più diverse.
Quello che nessuno, o quasi, contesta, è la forte influenza che ebbero gli anni dell'adolescenza e prima ancora quella dell'infanzia. Già perchè i Simenon di Liegi, nel '900 erano se non proprio dei poveri, ma comunque una famiglia che sbarcava il lunario, con molte rinunce e parecchie ristrettezze. E mentre questo era una fonte di ineusaribile frustrazione per la madre Henriette, che proveniva dalla buona borghesia, non lo era per il padre. Desiré Simenon, impiegato semplice di una società di assicurazioni, era invece il tipo che si accontentava del proprio stato, non voleva più di quello che possedeva ed era del tutto estraneo all'istinto dell'ambizione.
Simenon era interessato dalla gente che vive assillata dai problemi quotidiani e dalle passioni comuni. Quella, a suo avviso, era le più genuina e spontanea, per quanto sempre influenzata dai condizionamenti culturali e sociali e anche abbastanza lontana da quell'ideale personaggio de "l'uomo nudo" che Simenon ha sempre rincorso nei suoi romanzi e di cui ci occuperemo in seguito.
Ma come li definiva Simenon i suoi personaggi?
"...i miei personaggi sono veri e hanno una loro propria logica nei confronti della quale la mia logica non può nulla..."(Le Romancier - 1945). E questa sarebbe la conseguenza dell'ètat de roman e del "mettersi nella pelle dell'altro", per cui la propria volontà viene annullata e la storia e il destino del personaggio va avanti fino alla conclusione aldilà delle volontà e desideri dell'autore. 
"... i miei personaggi hanno tutti una professione, hanno delle caratteristiche; se ne conosce l'età la situazione familiare e tutto il resto. E io tento di rendere ciascuno di questi personaggi pesante come una statua e fratello di tutti gli uomini della terra..." (intervista a Carver Collins - 1956). Ogni lettore avrebbe dovuto quindi indentificarsi nel protagonista, sia per la sua forza d'attrazione, ma anche per una certa contiguità di problemi, stili di vita, mentalità e destino.
Ma sappiamo che quello che cercava presentarci Simenon nei suoi romanzi era quello che lui stesso aveva definito l'uomo nudo... un'idea. Un uomo spoglio di tutte le sovrastrutture sociali, religiose e di ogni condizionamento ideologico, che rispondesse solo agli stimoli naturali ed esprimesse quindi solo sentimenti e pulsioni umane. E' chiaro che si trattava di una tensione, che un individuo così "asettico" non esisteva e il suo era solo il tentativo di mettere più a nudo possibile l'uomo, inserendolo in situazioni limite rappresentate dal "passaggio della linea" e dal seguire il proprio destino fino alle estreme conseguenze.
"...io mi rapporto all'uomo, all'uomo tutto nudo, all'uomo che é solo faccia a faccia con il suo destino, cosa che considero l'apice del romanzo..."(Le Romancier - 1945).

1 commento:

  1. Con tutto il rispetto per Simenon-Maigret, a me piace, ma è solo un predilezione personale, il Simenon- romanzi. A fiuto, a pelle e a lettura, credo che la parte più vera, avventurosa e torbida, e per condizione torbida intendo anche il celestiale che si impossessa, anche solo per attimi e minuti, di qualunque uomo e dello stesso Simenon. Chissà se poi gli uomini e Simenon sono giunti a capire se stessi e gli altri. Simenon cerca attraverso l'ancoraggio della scrittura dipanare più di una vita e combatte come don donchisciotte combatte contro i mulini a vento. Il cavaliere errante scambia la banca per il bancone dell'acquaiolo, Simenon no e ciò dovrebbe essere un punto a suo favore. Ma spesso è nella follia a briglia sciolte che s'incontra la filosofia della vita in cui siamo immersi, pur venendo al mondo. Eppure, Simenon con la razionalità occidentale del segugio, nel senso più alto e nobile del termine, sforna fotografie e quadri. Più Caravaggio e, paradossalmente, modernità dei primordi. Simenon nei romanzi sa di essere più intimamente vicino o dentro la bestia umana e non vuole distaccarsene. Semmai fanne parte perdendo dai nove ai dodici chili per combattimento. Credo che non si possa fare a meno di comprare Memorie intime per sentire a mia volta Simenon-Donchisciotte-Simenon. Donchisciotte della Mancia va letto almeno tre volte e così ogni romanzo di Simenon.

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