L'été meurtrier è il titolo di un articolo apparso qualche tempo fa' sulle pagine de Le Figaro (a firma J.Christophe Buisson) in cui, consigliando delle letture gialle per l'estate,
non può non citare Simenon. Ma invece di scegliere, come sarebbe stato
prevedibile, dei titoli delle inchieste di Maigret, Buisson va
controcorrente e indica i romanzi di Simenon. Ed esplicita chiaramente
questa sua opinione. "...Maigret ha la tendenza, ancora oggi, a
vampirizzare Simenon...".
La sua teoria è intrigante, in quanto
sarebbe stato anche il cinema a "salvare" da questa cannibalizzazione i
romans-durs. Non che sul grande schermo non siano apparse traposizioni
di inchieste di Maigret, ma sono proprio i tanti film tratti dai romanzi
ad averci ricordato "... la ricchezza e l'ampio respiro di un'opera di
livello europeo...".
E nel sostenere questo, arriva a dire
che negli anni '30 Maigret cerca di rinchiuderlo nella gabbia dorata del
racconto poliziesco, quando Simenon, fin da quando si cimentava con la
letteratura popolare, aspirava invece a scrivere romanzi con la "r"
maiuscola.
Adesso questo è un po' il rivolto di
ormai annose domande: Ma quanto sono diversi i Maigret dai romanzi, se
sono diversi? O sono diversi solo perchè appartengno a due generi
letterari diversi?
I lettori che ci seguono da tempo sanno che abbiamo trattato gà questi argomenti (v. Simenon. Ma che tipo di romanzo? , oppure Simenon. Letteratura alta o bassa? o anche Prove dei romans-durs nei romanzi popolari ).
E sanno anche qual'è la nostra posizione che sintetizziamo qui rapidamente.
Aldilà della prima serie (la ventina di titoli per Fayard, tanto per intenderci) in cui anche Simenon volle "tenere le distanze" tra le inchieste di Maigret e i primi romans-dur che pubblicava (Le
Relais d'Alsace, Les Pitards, La Maison du canal Les Fiançailles de
M.Hire per citare solo qualche titolo tra il1931 e il 1933). A
trent'anni ci teneva davvero a conquistarsi la propria reputazione di
romanziere. Poi, pian piano, nella maturità e ancor più verso la fine,
la differenza tra le scelte in fatto di scrittura, di temi trattati,
l'approccio ai personaggi, l'analisi dell'ambiente in cui si svolge la
vicenda e l'introspezione psicologica, tra i romanzi e i Maigret si
assottigliano al punto di far dichiarare allo stesso Simenon che certe
inchieste del commissario in fondo sarebbero potute essere dei romanzi.
Rimane il vincolo della serialità che
pone allo scrittore alcune limitazioni, alcuni "obblighi" da cui non è
possibile derogare. Ma al netto di ciò, era sempre lui che con la sua
sensibilità, la sua creatività metteva a confronto il proprio
commissario con personaggi, con situazioni, mentalità e vicende che, a
nostro avviso, presentano un continuum con quelli dei romanzi e con
questi si integrano, mostrandoci non due Simenon uno opposto all'altro,
ma complementari come i due profili di uno stesso volto.
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