martedì 17 marzo 2015

SIMENON SIMENON. MAIGRET: CONTINUA IL RACCONTO DEI RACCONTI


Dopo aver ripercorso il susseguirsi dei racconti di Maigret fino al '38, (E per Maigret ricomincò dai racconti)  Murielle Wenger oggi continua a raccontarci quando e come furono scritti gli altri, fino al 1950, e soprattuto la riscoperta del commissario, dopo l'abbandono da parte del suo creatore.



 Nel 1939, sistemato a Nieul, Simenon scriverà due racconti che hanno come protagonista il commissario L'homme dans la rue e Vente à la bougie (che appaiono nel settimanale lyonese "Sept Jour" prima di essere pubblicati nel 1950 nella raccolta "Maigret et les petits cochons sans queue" - Presses de la Cité), il primo narra un'indagine parigina, il secondo un'inchiesta in provincia. Sarà stata per caso la scrittura di questi due racconti a far tornare al romanziere il gusto per il suo personaggio? Non si può dire ma, sia quel che sia, a dicembre dello stesso 1939 ripartirà alla grande con il suo protagonista, mettendolo in scena in sei nuovi romanzi, che saranno pubblicati in due raccolte da Gallimard, contento di approfittare di un tale manna in quei difficili anni di guerra... Nell'inverno 1941-1942 nel bel mezzo della stesura di Pedigree, Simenon scrive un altro racconto con il commissario, lo stupefacente Menace de mort, rimasto inedito per molto tempo (apparso nel giornale "Révolution Nationale". Questo testo viene ritrovato negli anni '80, grazie alle ricerche assidue di Pierre Deligny et Claude Menguy,  e pubblicato nel 1992 nel 25° volume de l'edizione Tout Simenon edita da Omnibus). Questo racconto è stupefacente perché ci mostra un Maigret estremamente sensibile allo charme femminile, molto più di quanto ci avesse abituato, e che usa un vocabolario e degli atteggiamenti più rilassati del solito.
Nel giugno del 1945 ritrovando Parigi, dopo essere stato "consegnato" a  Sables-d'Olonne, Simenon ritrova allo stesso tempo il suo personaggio, che rimette in attività  nel racconto La pipe de Maigret dove lo "strumento di riflessione" rappresentato dalla pipa del commissario, svolge un ruolo di primo piano. Questo racconto sarà pubblicato, insieme al romanzo breve commissionato da Pierre Lazareff per il suo nuovo quotidiano "France Soir" Maigret se fâche, nel primo romanzo-Maigret della serie editata da Presses de la Cité.
Nel 1946 dopo aver scritto Tre chambres à Manhattan e Maigret à New York, che mostrano due punti di vista differenti  sulla sua scoperta dell'America, Simenon redige tre racconti (Le témoignage de l'enfant de chœur, Le client le plus obstiné du monde, Maigret et l'inspecteur malgracieux). Poi, dopo la redazione di due romans-durs, ne scrive ancora un'altro  (On ne tue pas les pauvres types). I quattro racconti vengono riuniti in una raccolta del 1947 che prende il nome da uno di essi: Maigret et l'inspecteur malgracieux.  
Cresciuto nel ricordo, il personaggio di Maigret è a quel momento definitivamente recuperato da Simenon che gli fa riprendere regolarmente la sua attività a Quai des Orfèvres, e gli regala una carriera ben più lunga di quanto mai avesse immaginato in casa Fayard... I romanzi si susseguono regolarmente e nel 1950 il romanziere scrive un ultimo lungo racconto, senza dubbio uno dei più bei testi con protagonista il commissario, Un Noël de Maigret, dove la conduzione dell'indagine è solo un pretesto per raccontare i tratti più intimi del poliziotto.

Murielle Wenger

lunedì 16 marzo 2015

SIMENON SIMENON. ADDIO AL BUNKER... MA QUALCHE IMMAGINE CE LO RICORDERA'

A stare alle notizie di qualche settimana fa', la grande costruzione bianca, la villa che Simenon fece costruire a Epalinges, verrà demolita alla fine di marzo. Il "mostro" o "bunker", come veniva soprannominata per la sua linea non certo aggraziata, a fine mese lascerà dunque il posto ad una lottizzazione. 
Oggi vi presentiamo un video dell'istituto francese I.N.A, che ci presenta l'abitazione dello scrittore così com'era nel 1967, durante la visita di un giornalista, Pierre Desgraupes, cui Simenon stesso fà da cicerone facendogli visitare la casa. Casa che per quanto brutta e criticata, per gli appassionati simenoniani conserva un valore simbolico e storico. Comunque questo breve video ci lascia qualche immagine di questa fortezza dove Simenon e la famiglia si erano... barricati!

domenica 15 marzo 2015

venerdì 13 marzo 2015

SIMENON SIMENON. BÉBÉ DONGE NON SOLO FILM, ANCHE STRIPS & MUSICA



George Simenon è più vivo e attuale che mai. A settanta anni dalla sua pubblicazione il romanzo breve "La verità su Bébé Donge", scritto a Vouvant, in Vandea, e pubblicato in 12 puntate su «Lectures 40» (nouvelle série) nn. 1-12 dal 15 giugno al 1º dicembre 1941 è stato ripreso da un gruppo di artisti romani per una edizione multimediale. Il gruppo formato da musicisti, fumettisti, sceneggiatori, registi e attori sotto il nome colletivo di Bébé Donge ha dato vita a dieci canzoni che ripercorrono i momenti salienti della storia e Simone Iovino e Silvia Spernanzoni ne hanno scritto la sceneggiatura per una graphic novel illustrata da Valentina Griner  per l'etichetta indipendente Goodfellas. Con un tratto essenziale e sobrio, il fumetto ricrea il carattere originario di Bébé e il tono distaccato e freddo della narrazione di Simenon,  le passioni si trovano sopite, per far spazio all'approfondimento psicologico dei personaggi. Anche Il filo conduttore del disco è lo stesso, far emergere la figura e la psicologia di Bébé Donge, farli vivere nelle note e nelle canzoni. Uscito il  26 di febbraio ha ricevuto l'autorizzazione e l'incoraggiamento del figlio di Simenon, John,  sorpreso ed entusiasta del fatto che il lavoro del padre possa essere ripreso in nuove forme espressive. (Giancarlo Malagutti)

giovedì 12 marzo 2015

SIMENON SIMENON. IL PRIMO PASSO (FALSO) NEL GENERE POLIZIESCO

Un'immaginaria copertina di un libro in parte scritto e mai uscito da un Simenon giovane che vive ancora a Liegi

Siamo nel 1922, alla vigilia della partenza del diciannovenne Simenon per Parigi. In quell'anno è ancora a Liegi e prova a scrivere un singolare romanzo poliziesco.
Già, singolare. Infatti l'intenzione è quello di scriverlo a quattro mani (ce lo vedete Simenon scrivere un testo insieme qualcun'altro?) con un redattore dell'altro quotidiano della sua città Le Journal de Liège, un certo Henri J. Moers. Il titolo previsto era Le bouton de col e scritto, alternativamente, un capitolo da Simenon e l'altro da Moers.
Abbiamo sottolineato la singolarità di un Simenon che scrive insieme ad un altro. Dobbiamo registrare anche che il nome del suo collega avrà una parte non marginale nella sua futura produzione letteraria. Infatti quel cognome identifichera il capo del laboratorio della Polizia Giudizia a Quai des Orfèvres, in tutta la serie dei Maigret.
Bouton de col avrebbe dovuto essere un giallo umoristico, e più precisamente una parodia delle avventure di Sherlock Holmes. Il protagonista è appunto un detective britannico di una quarantina d'anni il cui nome è Gom Gut. Anche qui un altro legame con quella che sarà la letteratura-alimentare dei primi anni parigini. Gom Gut infatti sarà uno dei tanti pseudonimi che Simenon utilizzerà per i racconti galanti, parte di quelle centinaia di racconti e romanzi brevi prodotti in quel periodo.
Ma torniamo a Bouton de col, che diventa così, a suo modo, il primo interesse di Simenon per il genere poliziesco. Sfortunatamente la stesura del racconto non va in porto e rimane incompiuto. Niente pubblicazione, rimangono oltre 140 fogli, in parte manoscritti e in parte dattiloscritti, oggi custoditi  dalla Fondazione Simenon a Liegi. Ma ne ritroviamo traccia anche in un Dictée del 1975 di Simenon.
"... qualche anno fa'  - racconta lo scritore - Moers ha ritrovato quel manoscritto e me l'ha gentilmente inviato. Ho cercato di rileggerlo, ma non sono arrivato alla fine della quarta pagina. Se tra i manoscritti che mi inviano, ne trovassi uno così brutto, mi sentirei in dovere di rispondere all'autore di dedicarsi a qualsiasi mestiere, foss'anche lo spazzino, ma in nessun caso di darsi alla letteratura, nemmeno a quella umoristica...".
Giudizio durissimo del Simenon di 72 anni, su  quello di 19... tra loro un centinaio di romanzi, oltre cento Maigret, articoli, saggi, romanzi autobiografici...

mercoledì 11 marzo 2015

SIMENON SIMENON. LA DISGRAZIA DI NON "PASSARE LA LINEA"


Sessant'anni fa' Simenon terminava di scrivere En cas de malheur. Era il febbraio del 1955. L'anno dopo il romanzo viene pubblicato da Presses de La Citè e dopo un'altro anno diventa un film diretto da Claude Autant-Lara e interpretato da quel mostro sacro di Jean Gabin e da una abbagliante ventiquattrenne Brigitte Bardot.
E' un Simenon in gran forma, appena tornato dai dieci anni americani, arrivato in Europa dove ha potuto constatare che la sua fama è cresciuta, ma soprattutto che c'è stato un sostanziale cambiamento nel giudizio della critica. Quella Francia da lui ritenuta ostile e "matrigna" e che aveva voluto abbandonare in tutta fretta alla fine della guerra, con un taglio netto immergendosi fin sopra i capelli nel sogno americano, ora invece gli tributa onori. Questa tangibile fama e l'autorevolezza riconosciutagli, sortirono evidentemente un effetto galvanizzante e quindi quello che si siede a scrivere questa storia è davvero un Simenon in gran spolvero.
Ne viene fuori un romanzo che scava nella psicologia e nei comportamenti di Lucien Gobillot, ricco, famoso, rispettato, con una moglie che gli fà fare un'ottima figura in società. Avvocato, rinomato per le sue arringhe, ma soprattutto per la capacità di non perdere mai una causa, rispettato e temuto dentro e fuori il tribunale, frequenta il mondo che conta politicamente e finanziariamente. Insomma sembra un tipo vincente, sicuro di sé, che nulla e nessuno possa fermare.
Dall'altra parte c'è Yvette, giovane e minuta ragazza, prostituta per caso, facile nei costumi, fragile nel corpo e nell'animo. Questo esserino gli provoca un'incrinatura che l'avvocato cerca di spiegarsi... non è sesso, non è amore, non è compassione... Quella, a prima vista, insignificante e scialba giovane, gli entra dentro e lui non riesce a capire il perchè. Nemmeno aprendo un dossier su sé stesso, come fà per i suoi clienti, riesce ad annotare elementi significativi. Questa storia sconvolge la sua vita? Fino ad un certo punto. La moglie, per lungimiranza o per calcolo, non fà una tragedia di questa sua sbandata, anzi sembra comportarsi in modo da creargli meno problemi possibili. Il contorno dei colleghi non manifesta reazioni di qualche importanza. L'unico che crea problemi è Mazetti uno dei tanti giovani con cui Yvette ha amoreggiato. Adesso, legata com'è a Gobillot, che le ha preso un casa vicino alla sua, che le ha dato un'esistenza borghese quale mai Yvette aveva pensato, non vuole più vederlo. Il finale è tragico. Yvette, nel frattempo rimasta incinta di Gobillot, viene uccisa dall'amente respinto, L'avvocato sprofonda di nuovo nella sua vita  di sempre. La moglie forse è quella che vince?
Ma Gobillot da cosa è sedotto? Qui Simenon è bravo a farci vivere, facendo raccontare in prima persona da Gobillot l'attrazione misteriosa per Yvette, il progressivo slittamento di una semplice avventura, verso qualcosa di sempre più importante che occupa e modifica gradualmente la sua vita, costringendolo a rivoluzionare non solo le sue abitudini, ma anche la sua scala di valori. 
E' la discreta vita dei comuni mortali che attrae Gobillot?
Una ragazza senza, genitori, senza casa, con una vita precaria, che vive una facile promiscuità con uomini e donne... è il suo esatto contrario. Questo incontro è forse qualcosa che lo mette di fronte alle scelte che ha sempre fatto, ma che forse non erano quelle che avrebbe voluto fare? Ma allora perchè cerca di trasfromarla in una borghese? La bella casa, una pelliccia, la governante... vuole davvero che diventi come lui? O vuole darle l'opportunità di godere di quello che la vita le ha sempre negato? Le contraddizioni si sommano e s'incrociano in un groviglio psicologico che Simenon analizza sapientemente.
Gobillot, non passa la famosa linea simenoniana. Ci è molto vicino, perchè anche se la storia con Yvette potrebbe distruggere il suo mondo, in realtà non è in grado di farlo per quanto la professione, le pressioni della moglie, gli obblighi mondani-societari sono stringenti... Lui vorrebbe, ma non riesce a sottrarsi a tutto... E' talmente avvilupato in quelle spire da non ce la fà a divincolarsi e quindi a fare il salto che gli farebbe passare la linea. E poi Yvette viene uccisa e Gobillot senza più quell'appiglio, viene risucchiato dal suo mondo, dalla moglie, dal suo tribunale, da un destino che non gli dà nessuna speranza di cambiamento. 
Simenon è bravo a ricreare questo movimento a pendolo che fa oscillare Gobillot, dalla sua vita onorata e rispettabile, a questo annullarsi per una donna qualsiasi. Il rapporto con la moglie e quello con Yvette sono agli antipodi, e Gobillot non fà in tempo a compiere tutto il tagitto da una vita all'altra... Avrebbe davvero lasciato tutto alla sue spalle? Sembra di sì, ma il destino per lui aveva in serbo altro, come ci dimostra Simenon con le sue storie. Il destino piega, spezza, modella, modifica e l'uomo non può opporsi.
Da questo libro, abbiamo detto, fu tratto un film. Una sola notazione. La scelta di Brigitte Bardot per interpretare Yvette ci è parsa un po' azzardata. Yvette come ce la presenta Simenon è una ragazza che potrebbe passare inosservata, magra, minuta, non bella... Tutto questo non si può dire di una Bardot, soprattutto a ventiquatro anni... il cui alone di bellezza e seduzione la precedeva e la seguiva facendo un notevole numero di vittime!

martedì 10 marzo 2015

SIMENON SIMENON. GEORGES, UNA BRUTTA MATTINATA E IL CODICE... SEGRETO


Ottobre 1929. Siamo sull'Ostrogoth, l'imbarcazione di dieci metri di cui abbiamo parlato i giorni scorsi, quella con cui Simenon navigava per i canali dalla Francia su su fino al Mar del Nord, lungo le coste olandesi e quelle tedesche.
Il porto è  Wilhelmshaven, Bassa Sassonia.
A bordo c'è da un paio d'ore uno strano individuo che fà domande. Poliziotto? Secondo Georges potrebbe invece essere un agente del contro-spionaggio.
L'individuo non si limita a interrogarlo, ma inizia a perquisire anche l'imbarcazione.
Cosa cerca? E perché lo cerca nella barca di uno scrittore?
Simenon a quel tempo, non solo non era ancora famoso, semmai era noto come Georges Sim... ma certo non poteva essere conosciuto da un agente dei servizi della Germania. Germania che allora era attraversata dalle scariche elettriche che l'ascesa di un certo Adolf Hitler provocava in tutto il paese e non solo. Allarmi, sospetti, faide, complotti, formavano l'acqua ideale per far nuotare spie, controspionaggio, doppiogiochisti, agenti stranieri....
In quest'atmosfera oggetti innocenti come la macchina da scrivere di Georges e il cavalletto per dipingere di Tigy, assumevano un significato strano e persino sospetto agli occhi dell'agente. E poi, tutte quelle pagine dattiloscritte? Veri romanzi o finzioni che potevano celare all'interno dei messaggi in codice?
Insomma il tutto insospettisce non poco l'agente. Un uomo e una donna di nazionalità belga, un 'imbarcazione che batte bandiera francese e poi quelle lettere.... Già la corrispondenza di Simenon con la rivista Détective... "Questa rivista esisterà davvero, si chiamerà proprio così? - si chiede l'agente senza capire bene la situazione - Oppure questo signore è in realtà un detective e non uno scrittore?".
Insomma ce n'è abbastanza per portare Simenon in un posto di polizia per approfondire la questione.
Questo fatto del "detective", smuove altre attenzioni e ben presto lo scrittore si trova davanti ad un alto grado del controspionaggio che vuole vederci chiaro.
Il nodo principale sembra essere il fatto se Simenon sia un detective, una spia, un agente e, nel caso, al soldo di chi... E poi ancora, che ci fà un belga, con documenti francesi in un porto tedesco, in un momento così critico...
Durante l'interrogatorio Simenon ammette tra l'altro di sapere un po' di tedesco, ma si tratta di quel che rimane di un'infarinatura scolastica... lo stesso scrittore ammette che il tedesco non era il suo forte. 
Errore.
Errore che provoca un domanda del funzionario altrimenti semplice e diretta, ma non in quel momento e non in quella situazione: "Perché non vi piace la nostra lingua?"
L'interrogatorio rischia di prendere una brutta piega. Simenon percepisce probabilmente in quel momento che in Germania l'aria sta cambiando in fretta e non c'è spazio per i sospetti o i fraintendimenti. Si ricorda di aver spedito la sera prima un plico diretto alla Gallimard per la rivista Détective... Probabilmente è stato aperto e da lì è iniziato tutto?
La situazione non è facile. Lo scrittore cerca di giustificarsi, ma si rende conto se da una parte il funzionario del controspionaggio non ci vede chiaro, d'altra non ha prove o accuse precise nei suoi confronti.
Dopo alcuni momenti di angoscia per Simenon, la situazione va verso il suo epilogo. Un ordine secco "A mezzogiorno l'Ostrogoth deve aver lasciato il porto di Wilhelmshaven". Espulsione dalla Germania e interdizione a navigare nelle acque tedesche. Tassativo.
Una brutta mattinata. Ma Simenon se l'è cavata, cambia meta: non più Amburgo, ma il piccolo e accogliente porto olandese di Delfzijl.

lunedì 9 marzo 2015

SIMENON SIMENON. IL PENSIONANTE SI APPRESTA AD USCIRE

Quinta settimana di permanenza in classifica dell'ultimo romanzo pubblicato di Simenon. Si registra però una discesa generalizzata nelle varie posizioni rispetto a quelle della settimana scorsa.
Inizando dalla classifica realizzata da Nielsen Bookscan per l'inserto TuttoLibri de La Stampa, nel settore narrativa straniera ritroviamo il titolo simenoniano al 10° e ultimo posto. La GFK invece stila per l'allegato La Lettura del Corriere della Sera una Top 20 di narrativa straniera che vede Il Pensionante scivolare al 15° posto. Invece niente da fare per la classifica realizzata da Eurisko per RCult de La Repubblica dove il titolo simenoniano dopo quattro settimane, scompare.
Per quanto riguarda la vendita on line su Internet Book Shop il titolo è 47° nella Top 100.  Sulla piattaforma della Feltrinelli.it invece Il pensionante si assesta sulla 51a posizione.
Per gli ebook, invece troviamo su Internet Book Shop le raccolte di romanzi , al 26° posto Le Inchieste di Maigret 1-5, al 63° posto Le Inchieste di Maigret 11-15 e all'87° Le Inchieste di Maigret 21-25.  

domenica 8 marzo 2015

sabato 7 marzo 2015

SIMENON SIMENON. MAIGRET E IL PICCOLO INTERVISTATORE


L’ispettore Torrence ebbe soltanto il tempo di dire: «Capo, c’è una visita…» che il ragazzo, sbucato da dietro la sua figura massiccia, irruppe nell’ufficio del commissario Maigret.
«Buongiorno!» disse il nuovo arrivato mettendosi quasi sull’attenti davanti alla grossa scrivania ingombra di carte, fascicoli e un boccale vuoto di birra. «Mi chiamo Gilbert Derrin. Ho dodici anni… Posso sedermi? Avrei alcune domande da farle.»
«Alcune… domande?» balbettò il commissario piuttosto stupito da quell’improvvisa apparizione. Poi, rivolto a Torrence: «Torna pure al lavoro.»
«Bene, capo!» esclamò l’ispettore chiudendo la porta.
Il piccolo Gilbert si accomodò nella poltrona degli ospiti e volse lo sguardo intorno.
«E così,» disse subito dopo, «questo sarebbe l’ufficio del famoso commissario Maigret della polizia giudiziaria!»
«Famoso, signor Derrin? Chi le ha detto che io sia famoso?»
«Non sia modesto, commissario. Quasi ogni giorno, sui principali quotidiani, non si fa che parlare di lei, delle sue inchieste, della facilità con la quale riesce a scoprire e ad arrestare i criminali. Vanta, finora, molti successi, più di qualsiasi altro commissario di polizia in tutta Parigi. È per questo motivo che abbiamo deciso di scegliere lei.»
«Oh, davvero, signor Derrin?»
«La prego, mi chiami Gilbert. Quel signore mi fa sentire più vecchio di quanto non sia, e più importante di quel che non sono.»
«Ecco, appunto,» disse Maigret che prese macchinalmente a caricare la pipa, «mi domando chi è lei e che cosa, con esattezza, vuole da me.»
Il ragazzo si fece più avanti sulla poltrona e trasse di tasca un taccuino e una penna.
«La mia scuola… la mia classe, precisamente…  mi ha incaricato, per uno studio che stiamo compiendo sulla giustizia e sulla legalità, di farle una intervista, se lei ovviamente acconsente.»
«Un’intervista?»
«Sì, commissario! Desideriamo conoscere meglio i suoi metodi investigativi, sapere qualcosa di più delle sue inchieste. Lei gode di grande ammirazione e stima per il coraggio più volte dimostrato, per l’acume e il fiuto da vero poliziotto.»
Maigret si schiarì leggermente la voce, un po’ imbarazzato da quei complimenti, poi, dopo aver messo la pipa tra i denti e averla accesa, disse:
«Veda, signor Der… voglio dire Gilbert… sarei felicissimo, oltreché onorato, di poterle essere utile, ma in questo momento, purtroppo, non ho molto tempo da dedicarle. Ho tra le mani un caso assai complicato da risolvere. Mi creda, non posso distrarmi da esso un solo momento, se non si vuole che pericolosi malviventi la facciano franca. Ma, per la sua intervista, cercherò di aiutarla in qualche modo.»
Gilbert Derrin si sporse un poco in avanti.
«E come, signor commissario?»
«Affidandola a una persona esperta delle mie inchieste, dei miei metodi investigativi… di tutto quanto, in sostanza, lei desidera conoscere; una persona che sicuramente ne sa più di quanto ne sappia io stesso.»
«Capisco,» disse il ragazzo con tono deluso della voce, «intende affidarmi a un suo ispettore.» Appoggiò le spalle allo schienale della poltrona, come d’un tratto svuotato di ogni vigore ed entusiasmo. «La ringrazio comunque, ma avrei preferito sentire direttamente da lei, dalla sua voce…»
«No, signor Der… Gilbert… nessun ispettore. Mi riferivo a una persona che mi conosce meglio di ogni poliziotto al mio servizio. Trascorrerà con lei qualche ora in piacevole e dolce compagnia perché, tra un racconto e l’altro, tra una confidenza e l’altra che le farà, saprà rimpinzarla di biscotti, caramelle, bibite e chissà quant’altro… Questa persona ama moltissimo i ragazzi, specialmente se svegli e molto educati. Mi creda, lei sarà sommerso di premure, di gentilezze, di affetto anche, meglio di quanto potrei far io.»
Un grande sorriso affiorò sulle labbra del giovane Gilbert.
«Oh! Chi sarebbe, commissario, questa persona? Sono ansioso e felice di conoscerla.»
Maigret non rispose. Premette il pulsante dell’interfono sulla scrivania:
«Torrence? Puoi venire un istante?»
Quando l’ispettore fu nell’ufficio del commissario:
«Torrence, ti spiacerebbe accompagnare, con un’auto nostra s’intende, il signor Gilbert  Derrin in boulevard Richard Renoir? C’è una persona che l’aspetta… la signora Maigret.»

Paolo Secondini

venerdì 6 marzo 2015

SIMENON SIMENON. E PER MAIGRET RICOMINCIO' DAI RACCONTI.



Settantacinque romanzi, ventotto racconti. Questi i numeri della serie maigrettiana.Vale a dire un 3/4 di romanzi e 1/4 di racconti. Beninteso, i romanzi fanno la parte del leone. Ma ci si può porre la domanda: qual'è in contributo dei racconti al "corpus" dei Maigret?
Prima di rispondere a questo interrogativo, vediamo qual era il contesto.
Siamo nell'autunno del 1936. E' il momeno in cui Simenon ha scritto il suo ultimo Maigret per Fayard da un paio d'anni. In questo lasso di tempo sono accadute diverse cose nella vita di Simenon: l'inchiesta maldestra sul caso Stavisky, il viaggio intorno al mondo, e la scrittura di una dozzina di romans-durs pubblicati da Gallimard, romanzi che scrisse ai quattro angoli della Francia. In questo autunno 1936, Simenon si sistema in un appartamento di un quartiere elegante di Parigi: boulevard Richard-Wallace a Neully. Cos'è che tutt'ad un tratto lo spinge a riprendere in mano il personaggio del suo commissario, che aveva deciso di abbandonare due anni prima? Dopo essere passato alla prestigiosa NRF (Nouvelle Revue Française di Gallimard), sembra aver raggiunto una nuova tappa nella letteratura e il romanzo poliziesco non era più che un vecchio ricordo, e Maigret un personaggio che, certo, l'aveva molto aiutato nella conquista della notorietà, ma che lasciava senza rimpianti (?) dietro le spalle, perchè ora era un po' troppo ingombrante, facendo anche un po' d'ombra al romanziere... Probabilmente  in quel momento non gli andava di scrivere nuovi romanzi con Maigret.
Ciònonostante accetta la proposta che gli fà il quotidiano Paris-Soir: scrivere una serie di racconti polizieschi in due parti: la prima era costituita da un'intrigo, la soluzione del quale veniva proposto ai lettori del giornale; la seconda parte sarebbe apparsa una settimana dopo e avrebbe fornito la soluzione finale del mistero. Ogni racconto sarebbe apparso sul supplemnto domenicale del quotidiano. Perchè Simenon accetta? Per sfida? Per divertimento? Per una certa nostalgia già avvertita all'idea di aver abbandonato il suo personaggio? Per il côté economico non trascurabile della proposta? (Ricordiamo che Gallimard reclamava dei polizieschi da Simenon, perchè le tirature dei "romans-durs" non potevano competere nemmeno alla lontana con quelle dei Maigret; nel 1938, Simenon proporrà a Gallimard di riunire in una raccolta i racconti scritti per i giornali). Forse per tutte queste ragioni insieme....
Sia quel che sia, il romanziere scrisse una prima serie di nove racconti, mettendo in scena il commissario in quattro inchieste tipiche, che si svolgono sia a Parigi (L'affaire du boulevard Beaumarchais, La fenêtre ouverte, Rue Pigalle, Monsieur Lundi, Une erreur de Maigret), che in provincia (La péniche aux deux pendus, Les larmes de bougie, Jeumont 51 minutes d'arrêt!), sia all'estero (Peine de mort).
E un paio d'anni più tardi, forse per gioco, replica e scrive, su richiesta della Société Parisienne d'Editions, altri dieci racconti, pubblicati nei fascicoli della collezione Police-Film e Police-Roman. Perchè, ancora una volta, ha accettato di scrivere una seconda serie? Forse sempre per gli stessi motivi sopra esposti, ma anche perché questo anno, il 1938, dopo la scrittura di una dozzina di romanzi, è un anno quasi interamente consacrato ai racconti, in particolare polizieschi (Le Petit docteur et Les Dossiers de l'Agence O). Non si sa di preciso dove siano stati scritti questi racconti, forse ancora a Neully, oppure a La Rochelle, o forse a Porquerolles. In questa seconda serie Maigret a volte è già in pensione (Mademoiselle Berthe et son amant, Tempête sur la Manche, Le notaire de Châteauneuf, L'improbable M. Owen, Ceux du Grand Café), a volte è sul punto di andarci (L'Etoile du Nord), altre ancora è in servizio in due inchieste parigine (Stan le Tueur, L'amoureux de Mme Maigret) e due in provincia L'auberge aux noyés, La vieille dame de Bayeux). 

Murielle Wenger 

giovedì 5 marzo 2015

SIMENON SIMENON. CAPITANO DI LUNGO CORSO... DAI CANALI AI ROMANZI


Quattro metri di lunghezza per poco più di uno e mezzo di largezza, poco meno di una tonellata, motore Johnson da 3 CV e un tendalino: costo 5800 franchi. Questa, tutto sommato, modesta barchetta rappresenta nel 1928 l'inizio dell'attività di navigazione dello scrittore. Il nome è tutto un programma, La Ginette, sà di qualcosa fatto in casa... ed in effetti Simenon la completa con l'attrezzatura per il campeggio nautico, con una canoa al traino, con il necessario per cucinare. Equipggio: lui, il comandante Sim, Tigy sua moglie, Boule la loro femme de chambre e il cane Olaf (nell'equipaggiamento, anche una tenda da montare sulla riva durante le soste notturne, per far dormire a terra Boule e Olaf).
Il salto avviene l'anno dopo con quella che si fa costruire a Fécamp. E' l'Ostrogoth (già il nome ha un'altra importanza "perchè - dice Simenon stesso - ha la rudezza del nostro antico antenato"). Siamo su un altro livello, l'imbarcazione è lunga ben dieci metri e pesa più di 4 tonnellate, con una chiglia adatta ad affrontare il mare e non solo i canali. A bordo c'è anche una cabina riscaldata dove Simenon può scrivere e Boule nel frattempo può cucinare. Per  di più riesce a farlo battezzare dal curato di Notre Dame con una pomposa cemonia.
Con l'Ostrogoth, (e sempre lo stesso equipaggio) capitan Sim può far rotta sulle mete dell'Europa settentrinonale: Amsterdam, il mar del Nord, le coste olandesi e quelle tedesche. E poi ancora i Paesi Bassi, Stavoren e Delfzijl dove deve far sosta per alcune riparazioni allo scafo. E qui, secondo la leggenda, come poi la racconterà lo scrittore, sarebbe nata la figura del commissario Maigret. Ma non fu così in realtà, perchè questo protagonista era già stato inserito in altri romanzi brevi o racconti...  ma di tutto ciò ci siamo già occupati (Nasce Migret. La versione di Georges e Nasce Maigret. Come é andata davvero) e qui il nostro interesse è questa veste di un marinaio, che a poco più di venticinque anni, vuole iniziare a conosocere il mondo. Potremmo dire che l'Ostrogoth è il suo vero e proprio trampolino di lancio in quella dimensione del viaggio, che grande importanza avrà per lui stesso e per i romanzi che andrà a scrivere negli anni a seguire. Quei viaggi che lo porteranno in Africa, in Polinesia, nell'America del Sud, e che gli faranno conoscere popolazioni assai diverse tra loro, ma nelle quali Simenon andrà alla ricerca del famoso "uomo nudo", cioè di quell'insieme di elementi che a di là delle razze, della cultura, del colore della pelle, dello status socile, delle convenzioni e delle tradizioni, costituiscono l'uomo universale.
"... Io mi avvicino all'uomo, all'uomo nudo - diceva infatti Simenon nel saggio Le Romancier (1945) - dell'uomo faccia a faccia con il suo destino che io credo sia il meccanismo supremo del romanzo...".

mercoledì 4 marzo 2015

SIMENON SIMENON. MA QUANTO SI PARLA DEL PROSSIMO MAIGRET-MR BEAN?

Qualcuno potrà dire che ne abbiamo parlato anche troppo. Ci riferiamo alla notizia che Rowan Atkinson, interpreterà il ruolo di Maigret in due film televisivi britannici. Ma la notizia sembra che abbia fatto il giro del mondo.... Perchè dopo tanti anni c'è la produzione di un nuovo Maigret? Oppure si tratta dell'effeto "strana coppia" Mr Bean-commissario Maigret? Sarà forse la popolarità di Atkinson? Fatto sta che i media di tutto il mondo hanno riportato la notizia e qui di seguito abbiamo voluto riportare oltre una trentina di articoli emblematici di questa esposizione mediatica. In realtà i giornali che ne hanno parlato sono molti di più, soprattutto tra inglesi e francesi, ma lì ci siamo limitati solo ad alcuni. Gli articoli sono ordinati cronologicamente, offrono un link ai quotidiani in cui sono apparsi. Tanto rumore per nulla? Vedremo se si tratta della solita golosità dei media per le notizie più strane oppure, come si dice in gergo giornlistico, ci sarà... "ciccia da masticare".  


28/02/ - FILMSPOT
Rowan Atkinson vai ser o Inspector Maigret em dois filmes para televisão

27/02/ - SABADO
Rowan Atkinson regressa com dois filmes

25/02/ - MEDIENMAGAZINE
Atkinson spielt Maigret, "Broadchurch" geht weiter
 
24/02/ - NOTICIAS DE GIPUZKOA
Rowan Atkinson regresa a la televisión

24/02/ - BUSINESS STANDARD
Rowan Atkinson to star in Maigret TV movies

24/02/ -  BLASTING NEWS 
Cinema e televisão chamam Rowan Atkinson

23/02/ - COMING SOON
• Rowan Atkinson sarà l'iconico commissario Maigret in due film tv

23/02/ - MOVIPLAYER.IT 
Rowan Atkinson sarà Maigret in due film tv

23/02/ - TELE 7 JOURS
Mr Bean devient le nouveau commissaire Maigret


23/02/ - GENTE Y TV
Rowan Atkinson se pone serio como Maigret

23/02/ - SG.HU
Rowan Atkinson ismét tévésorozat főszereplője lesz

23/02/ - NEWS QOOS
戇豆先生拍劇扮偵探

22/02/ - STARS ACTU
Rowan Atkinson (Mr. Bean) dans le rôle du commissaire Maigret

22/02/ - NOTICIAS AO MINUTO
'Mr. Bean' vai regressar à televisão agora como detetive

21/02/ - ILTA-SANOMAT
Rowan Atkinson jättää komediaroolit – miten käy Mr. Beanin?

21/02 - MIRROR 
Rowan Atkinson set to play Jules Maigret in ITV remake of the French detective series

21/02 - THE DAILYMAIL  
Mr Bean gets serious: Rowan Atkinson swaps funny roles to make TV return as Parisian detective in new remake of Maigret

21/02/ - LE DEVOIR
De Mr. Bean au commissaire Maigret

21/02/ - MUST READS
 Mr. Bean wordt Maigret: Rowan Atkinson in boekverfilming

21/02/ - PIKIRAN RAKYAT 
Mr Bean Jadi Serius, Bintangi Remake Detektif Jules Maigret

20/02 - THE GUARDIAN 
Rowan Atkinson to play Jules Maigret in two ITV films

20/02/ - THE TELEGRAPH
Rowan Atkinson to star in ITV's Maigret

20/02 - THE HOLLYWOOD REPORTER 
Rowan Atkinson to Star in Maigret TV Movies for ITV

20/02/ - BELFAST TELEGRAPH

Atkinson to star in Maigret remake
  
20/02 - VARIETY  
Rowan Atkinson to Play ‘Maigret’ in Two TV Movies for ITV

20/02/ - THE INDEPENDENT  
Rowan Atkinson to star as pipe-smoking Parisian detective Jules Maigret
  
20/02/ - LE SOIR
Mr Bean sera le commissaire Maigret
  
20/02/ - 20 MINUTES FRANCE
Rowan Atkinson (Mr. Bean) dans le rôle du commissaire Maigret

20/02/ DER STANDARD
Mr. Bean wird Kommissar Maigret

20/02/ - TV WUNSCHLISTE
Rowan Atkinson wird für ITV zu Kult-Kommissar Maigret

20/02/ - LA VANGUARDIA
Rowan 'Mr Bean' Atkinson será el detective 'Maigret'

20/02/ - SVENSKA  DAGBLADET 
”Mr Bean” ska spela Parisdetektiv

20/02/ - ZIUA NEWS
Mr. Bean va deveni comisarul Maigret

martedì 3 marzo 2015

SIMENON SIMENON. MA IL COMMISSARIO MAIGRET PORTA I BAFFI O NO?



E' dall'inizio della serie che il romanziere ci descrive la figura di Maigret e tratteggia i lineamenti di questo personaggio sin dalle prime pagine di Pietr le Letton, cogliendolo come in una fotografia antropometrica, che fissa per sempre un'immagine: struttura plebea, con grossi muscoli e il tutto dà forma ad una massa enorme e pesante. La figura di Maigret, tratteggiata da Simenon si completa  di qualche altro dettaglio, man mano che la serie cresce, ma questi non restano sostanzialmente scarni, e non si modificano con il passare del tempo. Nei testi quasi nulla ci viene e detto sui particolri dell'aspetto fisico (cioè come si direbbe nel gergo poliziesco, sulla sua "segnaletica", che sia la forma del naso, delle sue orecchie, del suo viso, o un qualsiasi "segno particolare"), non è con queste indicazioni che si potrebbe scegliere un interprete, che potrebbe avere di volta in volta gli occhi bruni e la faccia arrotondata di Jean Richard, gli occhi blu e il naso aquilino di Bruno Crémer o le espressioni tipicamente inglesi di Rupert Davies...
Immergendomi nella soria dell'interpretazione del commissario negli adattamenti cinematografici e in quelli televisivi, e confrontando le fattezze di tutti gli interpreti, qualcosa mi è saltato agli occhi: messi da parte tutti i dettagli che contraddistinguono queste fisionomie, ho trovato una costante, cioè la presenza o l'assenza di baffi. Allora come sono questi "attributi piliferi"  nei testi della serie?
In Pietr le Letton, Simenon scrive che  Maigret ha dei capelli di color castano, attraversati da qualche filo bianco intorno alle tempie e, precisa, che il commissario non porta i baffi. Certo, nessuno s'immagina che Maigret porti la barba. Questo almeno è chiaro, perche le scene in cui è descritto mentre si rade sono numerose. Tuttavia, nei suoi anni più giovani, ha portato il pizzetto, com'era di moda all'inizio del secolo scorso. Per i baffi, come si è visto in Pietr le Letton, l'autore precisa che il suo protagonista è imberbe, anche se non lo è sempre stato: in La première enquête de Maigret si dice che il giovane Maigret porta dei baffi rossastri sulle punte e che questi baffi color mogano erano abbastanza lunghi e finivano a punta come dettavano i canoni della moda maschile in voga all'epoca, quando l'uomo doveva portare dei baffi per non passare per un lacché. Ricordiamo per altro che Simenon si è ispirato a due commissari realmente esistiti, Massu e Guillaume, tutti e due portavano i baffi. Ma quando la moda passò, Maigret abbandonò i suoi baffi che si erano accorciati fino ad assomigliare alle setole di uno spazolino da denti, prima di sparire completamente" (Les Mémoires de Maigret).
Curiosamente in Félicie est là (ed è un caso unico nella serie), Maigret è descritto con i baffi, "dei baffi corti"... che sia un tentativo per piacere alla giovane domestica Jules Lapie?!
Dunque possiamo dire che per lo più Simenon immaginava il suo protagonista senza baffi... E gli attori che lo hanno interpretato? Ebbene, se ne trovano con i baffi e senza, e sembra che la loro presenza o assenza non sia stata determinante nell'apprezzamento di Simenon per l'interpretazione del suo personaggio. Così, in quelli che gli sono piaciuti, si ritrovano i baffuti: Pierre Renoir (cui Simenon - attraverso la penna di Maigret - ne Les mémoires de Maigret - trova una certa verosimiglianza con il proprio commissario), Michel Simon  (quando Simenon lo vide interpretare Maigret in Le témoignage de l'enfant de chœur, uno degli episodi del film Brelan d'As, gridò: "E' lui!".... come lui Maigret doveva impressionare per la sua statura...) e Gino Cervi (che Simenon trovava "molto buono"); i non baffuti: Jean Gabin (di cui Simenon dirà: "Gabin ha fatto un lavoro incredibile. Questo mi preoccupa un po', perché io non posso più pensare a Maigret se non attraverso i lineamenti di Gabin"... Facciamo però la tara a questa dichiarazione a causa dell'amicizia che esisteva tra lui e l'attore...) e Rupert Davies (Simenon disse di lui: "Finalmente ho trovato il Maigret perfetto".) 
Anche ra gli attori la cui interpretazione non è piaciuta a Simenon  troviamo quelli baffuti e non: Abel Tarride (che secondo le voci di Maigret, alias Simenon, è "obeso e bonaccione". non dispiace al commissario e al suo creatore se qualche volta nel testo risulta come un po "elefantesco"... Non è certo "moscio" come Maigret rimprovera Tarride; il commissario come l'ha creato Simenon  fornisce piuttosto un'impressione di potenza...) e Charles Laughton (Simenon - sempre per bocca di Maigret - gli rimprovera di essere troppo grosso... e di parlare inglese!); e quelli baffuti, come Harry Baur (al quale Maigret rimprovera una faccia moscia e tragica, ma anche di essere troppo vecchio per il suo ruolo!). E Albert Préjan  (che, era troppo giovane, e, dixit Maigret, "somiglia molto a certi giovani ispettori d'oggi [cioè il 1950, l'anno della redazione de Les mémoires de Maigret! ndlr] che a quelli della mia generazione).
Anche negli adattamenti televisivi, ritorviamo dei baffuti e non; tra i primi Jean Teulings in una serie olandese, Kinya Aikawa in una giapponese, Boris Tenin in una produzione russa, Michael Gambon in una serie inglese; tra i secondi  i francesi Jean Richard e Bruno Crémer (la cui stazza ben evoca il personaggio di Simenon).
Le rappresentazioni del commissario, oltre a quelle del piccolo e del grande schermo, ce lo mostrano con o senza baffi: imberbe nella collezione BD disegnata da Philippe Wurm, o con un'ombra di baffi come esce dalla matita di Jacques Blondeau. O ancora sotto i tratti che evocano Cervi (dunque con i baffi) per l'illustratore Fernec Pinter... o il nostro amico Giancarlo! La statua scolpita da Pieter d'Hont a Delfzijl mi sembra non abbia i baffi.
Allora se per i maigrettofili italiani la situazione è chiara: Maigret porta i baffi (perché per loro Maigret è Cervi...), i baffi non sono  tutto, e non sono sufficienti per rendere un personaggio credibile (ne è la prova la malriuscita serie con Sergio Castellitto, dove l'aver portato i baffi non ha impedito il disastro dell'adattamento...). Senza baffi, un attore può essere molto credibile nel ruolo (vedi Crémer, Davies, Jean Richard o Jean Gabin), e altri elementi giocano il loro ruolo: una certa struttura fisica, ma anche un modo di recitare: "Non servono  delle belle spalle per il ruolo che si sta interpretando? Nel gergo cinematografico si dice "presenza scenica" (E' Maigret che si pone questa domanda a proposito di Janvier, che deve condurre l'interrogatorio finale al dottor Jave, in Maigret s'amuse).  Una presenza scenica, è di questo che Rowan Atkinson avrà bisogno per essere convincente nel ruolo... con o senza baffi!
E per voi, amici maigrettofili, Maigret porta i baffi o no? Fatecelo sapere scrivendolo nei commenti a questo post!

Murielle Wenger

lunedì 2 marzo 2015

SIMENON SIMENON. IL PENSIONANTE METTE RADICI E MAIGRET VOLA TRA GLI EBOOK

Siamo alla quarta settimana di permanenza nelle classifiche dell'ultimo romanzo di Simenon edito dall'Adelphi. Questo "Il Pensionante", scritto dal romanziere nel marzo del 1932, continua a tenere molto bene nelle graduatorie dei libri di narrativa straniera.
Iniziamo dalla rilevazione compiuta da Nielsen Bookscan per l'inserto TuttoLibri de La Stampa di sabato scorso che dava il romanzo simenoniano al 5° posto (-1 posizione sulla settimana scorsa). Eurisko invece su RCult de La Repubblica di ieri collocava Il pensionante in risalita, conquistando la 5° piazza (facendo un bel salto dall'8° posto). In salita anche per la rilevazione della GFK per conto dell'inserto La Lettura del Corriere della Sera, dal 9° posto dell'ultima rilevazione all'8° di quella pubblicata ieri.
Nelle piattaforme web invece il trend di rivela inverso. Nella Top 100 di Internet Book Shop il romanzo di Simenon scende fino al 33° posto. Sulla Feltrinelli.it il titolo rimane invece inchiodato alla 28° piazza dei cento libri più venduti.
Passando ai libri in digitale, mentre constatiamo l'assenza del romanzo, dobbiamo invece  registrare una vera e propria invasione degli ebook Maigret sulla Top 100 di Internet Book Shop. Ai primi tre posti rispettivamente: Assassinio all'Étoile du Nord, Rue Pigalle e altri racconti e La Locanda degli Annegati e altri racconti. Ma non finisce qui. Al 49° posto troviamo Le inchieste di Maigret vol. 1-5, al 79° Le inchieste di Maigret vol. 11-15 e all'80° Le inchieste di Maigret vol. 26-30. Su Amazon si piazzano al 31° posto La Locanda degli Annegati e altri racconti, al 43° Assassinio all'Étoile du Nord e altri racconti e al 64° Rue Pigalle e altri racconti.

sabato 28 febbraio 2015

SIMENON SIMENON. INDIANA JULES E L'IMPROBABILE MISTER OWEN


Qualche giorno fa' in un post ci chiedevamo che cosa sarebbe successo se Simenon invece di scegliere il genere poliziesco, con protagonista un commissario della polizia giudiziaria, avesse optato per il genere dei viaggi avventurosi con un eroe spericolato non dissimile da Indiana Jones. Murielle Wenger, ci ha provato. Ci propone infatti uno scorcio di una storia dove il protagonista potrebbe essere un... "Indiana Jules" e le sue scorribande nei quattro angoli del mondo... fumando la pipa e andando a riposarsi tra un'avventura e un'altra... in Francia in un tranquillo paesino come Meung...
 


Era insopportabile essere là, i grandi occhi aperti, sentire le pupille bruciare sotto il fuoco di questo sole accecante, era tremendo dirsi che non erano che le due e mezza del pomeriggio e che la tortura sarebbe durata ancora per molto tempo.
E non era tutto! Una quantità di cose insopportabili si accavallavano come le potenze infernali tutte nello stesso tempo. Prima di tutto il paesaggio che Indiana Jules non vedeva, poichè era accecato, ma che sapeva essere là, alla portata del suo sguardo, la superficie liscia del deserto, con a destra la carovana armata di Ben Affid e, lontano, molto più lontano, nel bagliore della luce, le rocce rosse e nude.
Per la gente qualsiasi M.Louis non era che un piccolo commerciante del suk, ma Indiana Jules sapeva bene che era a capo di un'importante traffico di pietre preziose.Grugnì, gli arrivarono dei suoni confusi e sgradevoli, ma alla fine uno solo, il più forte, si sovrappose agli altri.
- Siete voi monsieur Louis?
- Dormite? - domandò ironicamente quella voce - Sono desolato di disturbarvi. Si tratta di Mr. Owen...
- Non lo consosco - rispose Indiana Jules.
Ma M. Louis non ci sentiva da quell'orecchio. Fece cenno all'aguzzino, che strinse le corde e avvicino una nuova torcia alle braccia nude di Indiana.
M.Louis continuò.
- Non mi avete chiesto chi è questo Mr Owen...
- Mi è perfettamente indifferente.
- Tanto meglio, perché nessuno lo sa.
Questa volta, Indiana Jules, che cercava di  evitare la torcia fiammante, lanciò uno sguardo a M.Louis.
- Guarda! Guarda! Nessuno lo sa?
- Credo sia svedese, Ne ha tutta l'aria...
- E perché me lo dici? 
- Perché  questo Owen si è unito alla nostra squadra tre settimane fa', accompagnato da una delle più belle ragazze che ho mai visto, una bionda dagli occhi grigi e dall'incarnato appetibile...
Indiana Jules non aveva più voglia di stare ad ascoltare. Contemplava il deserto dove vedeva apparire le teste dei cammelli della carovana.
- Hum! Hum! - fece Indiana che resisteva sempre.  quasi voglia, per protesta contro tutte queste storie di lasciarsi cadere e di finire steso sulla sabbia.
- E non è tutto.... - proseguì implacabile M.Louis che ricordava in quella situazione uno sceicco arabo che Indiana aveva sfidato un tempo.
- Cosa c'è ancora?
- Non vi ho ancora detto in che modo morirete...
- Fà lo stesso- rispose Indiana Jules in un ultimo sussulto di forze.
- Adesso andiamo a nuotare in una vasca!
Un vasca? Nel bel mezzo del deserto? Ma non era possibile potersi godere in pace il sole?
Solo, ora rifletteva al suo prossimo avvenire.
- Questi ragazzi  se lo ricordano! - pensò.
Persone che si conoscono, un M.Louis è ben informato per giudicare dall'abilità di avventuriero.
Quando il sole tramontò, dovette assistere ad una lunga discussione tra i vantaggi e gli svantaggi di due differenti torture, poi i barbari se ne andarono.
- Per me ci vorrebbe un mezzo litro... sospirò Indiana Jules con voluttà.
Un mezzo litro, in uno spesso boccale, ecco il sogno che s'impossessò di lui al momento di morire. Ritrovò il suo colpo d'occhio pesante e allo stesso tempo acuto, e quella strana tranquiliità che s'impossessava di lui quando la sua mente lavorava più attivamente.
M. Louis, vicino a lui, vestito con un caffettano nero, restava serio
- L'ora della mia morte, Louis?
-  Aspettate che guardo... le sei del mattino... Il tempo che la rugiada della notte abbia rempito la vasca...
Indiana Jules inarcò le sopracciglia, diventando più attento.
- E' piuttosto complicato ...- finì per mormorare tra sè e sè.
- Credo - disse M. Louis - che voi abbiate sbrogliato matasse più intricate di questa situazione...
- Ditemi M. Louis...
- Certo - di rimando l'altro
- Che cosa beveva Mr Owen?
- Su questo non posso rispondervi...
- E M.lle Germaine?
- Non lo so.
Bisognava che qualcuno avesse bevuto il whisky di cui era stata ritrovata una bottiglia sotto la tenda!
- Volete che vi porti da lei?
Indiana Jules, sollevato, intravide una possibilità di uscire da quella situazione. M. Louis chiamò un suo uomo e portarono Indiana dalla bella bionda, lasciandoli soli in un tête-à-tête.
- Buongiorno, signorina...
- Buongiorno signore...
Era senza dubbio turbata.
- Cosa volete da me?
- Ne ne avete un'idea?
Una volta ancora fu il silenzio e Indiana Jules aveva i nervi così tesi che il cannello della sua pipa, che M. Louis gli aveva restituito, scricchiolò sotto i suoi denti.
- Cosa serve che prenda?
- Portatemi alla svelta una bottiglia di whisky...
- Piena?
- Che ne dite?
- Voi dite?
- Ma in fretta, perdio, non vedete che state rovinando tutto?
La bottiglia era lì, proprio tra i due.
- Che cosa fate? - domandò lei girandosi.
Allora lui prese la bottiglia e la scagliò sul fuoco. La bottiglia esplose, proiettando fiamme tutt'intorno a loro.
Indiana Jules approfittò della confusione per trascinare la donna fino al recinto dove erano legati i cammelli. Al volo la fece salire sul dorso di uno degli animali, si mise dietro di lei e sbatté i talloni sul fianco della bestia per farla correre il più possibile.
- Chi siete? - domando lei a denti stretti - Siete francese, vero? 
- Anche voi, credo...
La guardava di nascosto.
- Quale gioco state facendo? Chi siete? Cosa volete da me? Non credo che vogliate del denaro...
- Avete indovinato.
- Cosa avete scoperto?
- Fin'ora niente di preciso... nonostante tutto sono convinto che noi due insieme finiremo per scoprire tutta la verità...
Aveva caldo. Aveva lasciato spegnere la pipa di cui mordeva il cannello mentre parlava.
- Voi siete diventata l'amante di Owen. Questa è la vostra colpa, singorina Germaine! Ma sì! Non protestate! Voi avete imbrogliato il vostro amico in Svezia. La bottiglia, non ci avevo pensato stasera.
- Dov'é adesso -  chiese la giovane donna che era impallidita.
- Tra le fiamme, lo avete visto bene.
Fu sorpreso di sentirla parlare... non se lo aspettava
- Quanto?
- Ventimila franchi?
 A quel prezzo Indiana Jules era pronto ad accettare la trattativa: avrebbe scambiato la giovane con i diamanti rosa. Si sarebbe potuto credere che la donna fosse rassegnata. E mormorò:
- Allora?
- Allora, niente! No! Non pensate che possiate scappare...
Lui aumentò la sua stretta. Lei smise di dibattersi e il cammello continuò a fendere la sabbia con un'andatura veloce.
Ben presto arrivarono alle porte della città. Lui saltò già dalla groppa del cammello e tese il braccio alla giovane. I loro respiri, scaldati dalla corsa nel deserto, si mischiarono. 
Lui era abbastanza stupito come lei della fine banale di quella vicenda tumultuosa.
- Che volete fare?
Tragica, lei replicò guardandolo negli occhi:
- Non ne avete idea?
Lei si avvicinò lentamente, molto lentamente, il suo viso sempre più vicino, poi, come un gesto brusco, gli prese la pipa.
- Adesso cosa volete fare - replicò Indiana Jules, disgustato.
Allora con un gesto estremo la prese per il polso, forzandola a camminare davanti a lui. Si recò nel souk, trovò la bottega di M. Louis Questi era seduto, su una pila di tappeti dai disegni brillanti.
- E' lei che nasconde il segreto di Mr. Owen - disse Indiana al suo nemico.
M. Louis sorrise, prese sul suo petto un piccolo astuccio di pelle che aprì. Fece scivolare il contenuto nella mano di Indiana Jules. I diamanti rosa brillarono alla luce della lampada a olio.
- Certa gente  - disse - non sa rassegnarsi a ritirarsi definitivamente, anche quando le autorità competenti hanno deciso che è arrivato il momento ...
Allora Indiana Jules lasciò il negozio, senza nemmeno uno sguardo per la bella bionda. Uscì dal suk e si recò dritto dritto all'ufficio della compagnia marittima, dove comprò un biglietto per il primo cargo in partenza per la Francia.
Alcuni giorno di riposo a Meung sarebbero stati benvenuti, prima del viaggio in America del Sud, dove doveva ritrovare il tempio sacro, da cui i diamanti non sarebbero mai dovuti uscire...

Murielle Wenger