venerdì 6 marzo 2015

SIMENON SIMENON. E PER MAIGRET RICOMINCIO' DAI RACCONTI.



Settantacinque romanzi, ventotto racconti. Questi i numeri della serie maigrettiana.Vale a dire un 3/4 di romanzi e 1/4 di racconti. Beninteso, i romanzi fanno la parte del leone. Ma ci si può porre la domanda: qual'è in contributo dei racconti al "corpus" dei Maigret?
Prima di rispondere a questo interrogativo, vediamo qual era il contesto.
Siamo nell'autunno del 1936. E' il momeno in cui Simenon ha scritto il suo ultimo Maigret per Fayard da un paio d'anni. In questo lasso di tempo sono accadute diverse cose nella vita di Simenon: l'inchiesta maldestra sul caso Stavisky, il viaggio intorno al mondo, e la scrittura di una dozzina di romans-durs pubblicati da Gallimard, romanzi che scrisse ai quattro angoli della Francia. In questo autunno 1936, Simenon si sistema in un appartamento di un quartiere elegante di Parigi: boulevard Richard-Wallace a Neully. Cos'è che tutt'ad un tratto lo spinge a riprendere in mano il personaggio del suo commissario, che aveva deciso di abbandonare due anni prima? Dopo essere passato alla prestigiosa NRF (Nouvelle Revue Française di Gallimard), sembra aver raggiunto una nuova tappa nella letteratura e il romanzo poliziesco non era più che un vecchio ricordo, e Maigret un personaggio che, certo, l'aveva molto aiutato nella conquista della notorietà, ma che lasciava senza rimpianti (?) dietro le spalle, perchè ora era un po' troppo ingombrante, facendo anche un po' d'ombra al romanziere... Probabilmente  in quel momento non gli andava di scrivere nuovi romanzi con Maigret.
Ciònonostante accetta la proposta che gli fà il quotidiano Paris-Soir: scrivere una serie di racconti polizieschi in due parti: la prima era costituita da un'intrigo, la soluzione del quale veniva proposto ai lettori del giornale; la seconda parte sarebbe apparsa una settimana dopo e avrebbe fornito la soluzione finale del mistero. Ogni racconto sarebbe apparso sul supplemnto domenicale del quotidiano. Perchè Simenon accetta? Per sfida? Per divertimento? Per una certa nostalgia già avvertita all'idea di aver abbandonato il suo personaggio? Per il côté economico non trascurabile della proposta? (Ricordiamo che Gallimard reclamava dei polizieschi da Simenon, perchè le tirature dei "romans-durs" non potevano competere nemmeno alla lontana con quelle dei Maigret; nel 1938, Simenon proporrà a Gallimard di riunire in una raccolta i racconti scritti per i giornali). Forse per tutte queste ragioni insieme....
Sia quel che sia, il romanziere scrisse una prima serie di nove racconti, mettendo in scena il commissario in quattro inchieste tipiche, che si svolgono sia a Parigi (L'affaire du boulevard Beaumarchais, La fenêtre ouverte, Rue Pigalle, Monsieur Lundi, Une erreur de Maigret), che in provincia (La péniche aux deux pendus, Les larmes de bougie, Jeumont 51 minutes d'arrêt!), sia all'estero (Peine de mort).
E un paio d'anni più tardi, forse per gioco, replica e scrive, su richiesta della Société Parisienne d'Editions, altri dieci racconti, pubblicati nei fascicoli della collezione Police-Film e Police-Roman. Perchè, ancora una volta, ha accettato di scrivere una seconda serie? Forse sempre per gli stessi motivi sopra esposti, ma anche perché questo anno, il 1938, dopo la scrittura di una dozzina di romanzi, è un anno quasi interamente consacrato ai racconti, in particolare polizieschi (Le Petit docteur et Les Dossiers de l'Agence O). Non si sa di preciso dove siano stati scritti questi racconti, forse ancora a Neully, oppure a La Rochelle, o forse a Porquerolles. In questa seconda serie Maigret a volte è già in pensione (Mademoiselle Berthe et son amant, Tempête sur la Manche, Le notaire de Châteauneuf, L'improbable M. Owen, Ceux du Grand Café), a volte è sul punto di andarci (L'Etoile du Nord), altre ancora è in servizio in due inchieste parigine (Stan le Tueur, L'amoureux de Mme Maigret) e due in provincia L'auberge aux noyés, La vieille dame de Bayeux). 

Murielle Wenger 

1 commento:

  1. Peccato davvero che Simenon abbia scritto solo ventotto racconti. Personalmente li trovo interessanti, incisivi, avvincenti come i romanzi. C'è tutto lo spirito di Maigret; c'è tutta l'atmosfera particolare di certi ambienti parigini o della provincia francese di quegli anni.

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