martedì 3 marzo 2015

SIMENON SIMENON. MA IL COMMISSARIO MAIGRET PORTA I BAFFI O NO?



E' dall'inizio della serie che il romanziere ci descrive la figura di Maigret e tratteggia i lineamenti di questo personaggio sin dalle prime pagine di Pietr le Letton, cogliendolo come in una fotografia antropometrica, che fissa per sempre un'immagine: struttura plebea, con grossi muscoli e il tutto dà forma ad una massa enorme e pesante. La figura di Maigret, tratteggiata da Simenon si completa  di qualche altro dettaglio, man mano che la serie cresce, ma questi non restano sostanzialmente scarni, e non si modificano con il passare del tempo. Nei testi quasi nulla ci viene e detto sui particolri dell'aspetto fisico (cioè come si direbbe nel gergo poliziesco, sulla sua "segnaletica", che sia la forma del naso, delle sue orecchie, del suo viso, o un qualsiasi "segno particolare"), non è con queste indicazioni che si potrebbe scegliere un interprete, che potrebbe avere di volta in volta gli occhi bruni e la faccia arrotondata di Jean Richard, gli occhi blu e il naso aquilino di Bruno Crémer o le espressioni tipicamente inglesi di Rupert Davies...
Immergendomi nella soria dell'interpretazione del commissario negli adattamenti cinematografici e in quelli televisivi, e confrontando le fattezze di tutti gli interpreti, qualcosa mi è saltato agli occhi: messi da parte tutti i dettagli che contraddistinguono queste fisionomie, ho trovato una costante, cioè la presenza o l'assenza di baffi. Allora come sono questi "attributi piliferi"  nei testi della serie?
In Pietr le Letton, Simenon scrive che  Maigret ha dei capelli di color castano, attraversati da qualche filo bianco intorno alle tempie e, precisa, che il commissario non porta i baffi. Certo, nessuno s'immagina che Maigret porti la barba. Questo almeno è chiaro, perche le scene in cui è descritto mentre si rade sono numerose. Tuttavia, nei suoi anni più giovani, ha portato il pizzetto, com'era di moda all'inizio del secolo scorso. Per i baffi, come si è visto in Pietr le Letton, l'autore precisa che il suo protagonista è imberbe, anche se non lo è sempre stato: in La première enquête de Maigret si dice che il giovane Maigret porta dei baffi rossastri sulle punte e che questi baffi color mogano erano abbastanza lunghi e finivano a punta come dettavano i canoni della moda maschile in voga all'epoca, quando l'uomo doveva portare dei baffi per non passare per un lacché. Ricordiamo per altro che Simenon si è ispirato a due commissari realmente esistiti, Massu e Guillaume, tutti e due portavano i baffi. Ma quando la moda passò, Maigret abbandonò i suoi baffi che si erano accorciati fino ad assomigliare alle setole di uno spazolino da denti, prima di sparire completamente" (Les Mémoires de Maigret).
Curiosamente in Félicie est là (ed è un caso unico nella serie), Maigret è descritto con i baffi, "dei baffi corti"... che sia un tentativo per piacere alla giovane domestica Jules Lapie?!
Dunque possiamo dire che per lo più Simenon immaginava il suo protagonista senza baffi... E gli attori che lo hanno interpretato? Ebbene, se ne trovano con i baffi e senza, e sembra che la loro presenza o assenza non sia stata determinante nell'apprezzamento di Simenon per l'interpretazione del suo personaggio. Così, in quelli che gli sono piaciuti, si ritrovano i baffuti: Pierre Renoir (cui Simenon - attraverso la penna di Maigret - ne Les mémoires de Maigret - trova una certa verosimiglianza con il proprio commissario), Michel Simon  (quando Simenon lo vide interpretare Maigret in Le témoignage de l'enfant de chœur, uno degli episodi del film Brelan d'As, gridò: "E' lui!".... come lui Maigret doveva impressionare per la sua statura...) e Gino Cervi (che Simenon trovava "molto buono"); i non baffuti: Jean Gabin (di cui Simenon dirà: "Gabin ha fatto un lavoro incredibile. Questo mi preoccupa un po', perché io non posso più pensare a Maigret se non attraverso i lineamenti di Gabin"... Facciamo però la tara a questa dichiarazione a causa dell'amicizia che esisteva tra lui e l'attore...) e Rupert Davies (Simenon disse di lui: "Finalmente ho trovato il Maigret perfetto".) 
Anche ra gli attori la cui interpretazione non è piaciuta a Simenon  troviamo quelli baffuti e non: Abel Tarride (che secondo le voci di Maigret, alias Simenon, è "obeso e bonaccione". non dispiace al commissario e al suo creatore se qualche volta nel testo risulta come un po "elefantesco"... Non è certo "moscio" come Maigret rimprovera Tarride; il commissario come l'ha creato Simenon  fornisce piuttosto un'impressione di potenza...) e Charles Laughton (Simenon - sempre per bocca di Maigret - gli rimprovera di essere troppo grosso... e di parlare inglese!); e quelli baffuti, come Harry Baur (al quale Maigret rimprovera una faccia moscia e tragica, ma anche di essere troppo vecchio per il suo ruolo!). E Albert Préjan  (che, era troppo giovane, e, dixit Maigret, "somiglia molto a certi giovani ispettori d'oggi [cioè il 1950, l'anno della redazione de Les mémoires de Maigret! ndlr] che a quelli della mia generazione).
Anche negli adattamenti televisivi, ritorviamo dei baffuti e non; tra i primi Jean Teulings in una serie olandese, Kinya Aikawa in una giapponese, Boris Tenin in una produzione russa, Michael Gambon in una serie inglese; tra i secondi  i francesi Jean Richard e Bruno Crémer (la cui stazza ben evoca il personaggio di Simenon).
Le rappresentazioni del commissario, oltre a quelle del piccolo e del grande schermo, ce lo mostrano con o senza baffi: imberbe nella collezione BD disegnata da Philippe Wurm, o con un'ombra di baffi come esce dalla matita di Jacques Blondeau. O ancora sotto i tratti che evocano Cervi (dunque con i baffi) per l'illustratore Fernec Pinter... o il nostro amico Giancarlo! La statua scolpita da Pieter d'Hont a Delfzijl mi sembra non abbia i baffi.
Allora se per i maigrettofili italiani la situazione è chiara: Maigret porta i baffi (perché per loro Maigret è Cervi...), i baffi non sono  tutto, e non sono sufficienti per rendere un personaggio credibile (ne è la prova la malriuscita serie con Sergio Castellitto, dove l'aver portato i baffi non ha impedito il disastro dell'adattamento...). Senza baffi, un attore può essere molto credibile nel ruolo (vedi Crémer, Davies, Jean Richard o Jean Gabin), e altri elementi giocano il loro ruolo: una certa struttura fisica, ma anche un modo di recitare: "Non servono  delle belle spalle per il ruolo che si sta interpretando? Nel gergo cinematografico si dice "presenza scenica" (E' Maigret che si pone questa domanda a proposito di Janvier, che deve condurre l'interrogatorio finale al dottor Jave, in Maigret s'amuse).  Una presenza scenica, è di questo che Rowan Atkinson avrà bisogno per essere convincente nel ruolo... con o senza baffi!
E per voi, amici maigrettofili, Maigret porta i baffi o no? Fatecelo sapere scrivendolo nei commenti a questo post!

Murielle Wenger

4 commenti:

  1. Penso che uno scrittore faccia bene a non fornire particolari troppo minuziosi sull’aspetto fisico dei suoi personaggi, per lasciare, in sostanza, che sia il lettore a crearsene la fisionomia, secondo modelli che attingono al suo personale immaginario.

    RispondiElimina
  2. Da giovane ha i baffi, poi li taglia. Il commissario Maigret ha avuto non una ma ben tre nascite.I tratti caratteristici di Maigret sono già ben delineati fin dal primo romanzo, Pietro il Lettone, nella descrizione di Simenon: "Maigret non somiglia ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi" L'aspetto non muterà molto nel tempo. "Di veramente mio -dirà Simenon in un'intervista del 1985- ho dato a Maigret una regola fondamentale della mia vita: comprendere e non giudicare, perché ci sono soltanto vittime e non colpevoli. Gli ho dato anche gli ineffabili piaceri della pipa, ovviamente. Devo aggiungere che gli ho dato anche un certo gusto per i cibi".
    Per Jules Amedèe Francois Maigret questa è la "terza nascita". La seconda. Quindici aprile 1913. Martedì. Parigi. Un giovanotto di 26 anni, piuttosto corpulento e con i baffi, sedeva mezzo addormentato a un tavolo dell'ufficio di polizia del quartiere Saint-Georges, come segretario del commissario gli era toccato il turno di notte insieme all'agente Lecoeur. "Alzarono insieme la testa quando udirono dei passi precipitosi sul marciapiede. La porta si spalancò e apparve un giovanotto trafelato..." Maigret non sapeva ancora che stava per cominciare la sua prima inchiesta. Esce nel 1948 il romanzo "la prima inchiesta di Maigret". La prima nascita, cronologicamente parlando, risaliva al 1887 con la nascita di Jules, figlio di un fattore della tenuta del conte di Saint.Fiacre nella Francia centrale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Complimenti Anonimo, le tre nascite di Maigret: una bella interpretazione. Solo i personaggi letterari possono permettersi questi lussi...

      Elimina
    2. Pour qui s'intéresse à la date de naissance de Maigret (un sujet encore pas définitivement clair...), voir ici: http://jy.depoix.free.fr/datnais.htm.
      Et en plus, Maigret n'a pas seulement trois "naissances": on pourrait y ajouter, d'abord les différentes naissances qu'on rencontre dans les "proto-maigret", mais aussi tous les autres indices qu'on trouve du monde maigretien dans les romans sous pseudonymes (apparition de Torrence, personnages qui ont déjà quelques caractéristiques de Maigret, etc.); et on pourrait même se hasarder à parler d'une "re-naissance", avec les romans parus aux Presses de la CIté, où Simenon reprend définitivement son personnage pour lui donner de longues années d'enquêtes, et le doter d'un riche passé (voir les Mémoires de Maigret).

      Elimina

LASCIATE QUI I VOSTRI COMMENTI, LE VOSTRE IMPRESSIONI LE PRECISAZIONI ANCHE LE CRITICHE E I VOSTRI CONTRIBUTI.