giovedì 4 agosto 2011

SIMENON. QUANDO CAMILLERI LO INCONTRO'

Un quartetto All-Star. Stiamo parlando di coloro che lavorarono alla prima serie televisiva di Maigret, prodotta dalla Rai alla metà degli anni sessanta dove troviamo Mario Landi alla regia, Diego Fabbri alla sceneggiatura, un allora sconosciuto Andrea Camilleri alla produzione Rai, e Gino Cervi interprete del commissario.
Con un poker d'assi di tale levatura era difficile che lo sceneggiato non funzionasse, anche perché dietro c'erano le storie di quel formidabile narratore che era Georges Siemenon. E infatti non solo funzionò, ma si trattò di uno dei maggiori successi degli sceneggiati Rai. (vedi il post del 17 aprile scorso Simenon. Maigret sbarca sulla tv italiana).
Quando si trattò di sottoporre allo scrittore gli attori che avrebbero impersonato i protagonisti principali, fu necessario un incontro che deve essersi tenuto in Svizzera, nel '64 alla grande villa di Epalinges, vicino Losanna. A quel rendez-vous andarono in due, Diego Fabbri e Andrea Camilleri. In quel momento Fabbri era già famoso, aveva scritto un lavoro teatrale L'Inquisizione che aveva avuto successo pure a Parigi. E poi aveva realizzato, sempre per il teatro, Processo a Gesù, considerato il suo capolavoro. Ma aveva anche lavorato, anche come sceneggiatore per il cinema, con registi del calibro di Germi, Blasetti, Rossellini, Antonioni.
Camilleri, così ricorda Simenon: "...Somigliava molto al suo personaggio, era, direi, decisamente megrettiano. La sua massiccia cubatura occupava molto spazio, non parlava molto, piuttosto bofonchiava, e alle parole intercalava grossi silenzi. Mi parve un tipo calmissimo... - e racconta ancora -  In quell'incontro fu quasi sempre Fabbri a parlare e io riuscii a dire solo qualche parola, trovandomi d'accordo con Simenon sul fatto che Andreina Pagnani, come moglie di Maigret, era troppo giovane e troppo carina...". Invece un sì incondizionato sulla scelta di Cervi (vedi il post del 22 maggio scorso Simenon. Si scrive Maigret, ma in Italia si pronuncia Cervi). Camilleri non dice molto di più di quell'incontro, che molto probabilmente deve essere stato abbastanza breve, con un Simenon molto stringato ed essenziale, come d'altronde lo era in ogni discussione che riguardasse il lavoro.
"...Al ritorno a Roma - prosegue Camilleri - gli facemmo pervenire una foto della stessa Pagnani, però truccata in modo che risultasse meno giovane e meno carina. L'approvazione di Simenon fu immediata...".
Allora la futura serie letteraria di un commissario, ambientata in Sicilia, di stanza nell'immaginaria cittadina di Vigata, scritta per una buona parte nel dialetto di quella regione, era ancora di là da venire. E il fatto che, al pari di Maigret, avrebbe avuto successo anche come serie televisiva (e che poi i libri sarebbero poi stati tradotti anche in Francia) allora non era davvero nei pensieri di nessuno e men che meno di quelli di Camilleri, a quel tempo diligentemente concentrato nel suo ruolo di funzionario delle produzioni Rai.

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