
E poi c'é una sorta di musicalità che si deve accordare con il tipo di personaggio... si prova e si riprova... si scrive, si pronuncia, si pensa a quando moglie, colleghi, figli, amici, amanti, genitori lo chiameranno... Come risuonerà quel nome legato a quella faccia? Addirittura alcuni nomi, o nomi e cognomi, possono arrivare suggerire a chi scrive qualche caratteristica.
Questa valanga di nomi che Simenon teneva lì pronti, di scorta, dovevano essere una sorta di sicurezza... In quel pozzo sapeva di trovare sempre quello che gli serviva.
Certi cognomi invece nascevano più facilmente, quasi naturalmente, come Berenheim (in Les Pitard - 1935) un collega di lavoro della madre, oppure Donadieu che leggiamo appunto ne Le Testament Donadieu (1937, ma anche in Touriste de bananes (1938) e in 45° à l'hombre (1936) che non era altro che il nome di un commerciante di vino e birra che faceva pubblicità su Paris-Centre del marchese de Tracy, da lui notato quando nel '23 era al suo servizio come segretario.
Lo stesso Maigret sembra fosse un funzionario di polizia di Liegi, che lui aveva conosciuto ai tempi de La Gazette de Liége.
Ma avere una lista di nomi aveva anche un funzione pratica, impediva, magari ai personaggi secondari un cambio di nome che pur con quella precauzione qualche volta sfuggiva a tutti, compresa la sua Doringe, la terribile correttrice dei romanzi di Simenon. E comunque proprio lui ammetteva: "...mi capitava di cambiare nome dei miei personaggi nel corso della storia. Meglio ancora: in sede di revisione questa anomalia mi sfuggiva e si possono trovare certi miei libri dove la 'bonne' si chiami Amélie nel primo capitolo e Josette dopo il quinto..."
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