lunedì 3 ottobre 2011

SIMENON. IL SUO "CLAVICEMBALO" BEN TEMPERATO

1981. Simenon ha smesso di scrivere da otto anni, quando redige Mémoires intimes, la sua ultima opera, orami ha finito di armeggiare con la macchina da scrivere e con quello che possiamo considerare il suo "clavicembalo": le matite ben temperate... Una vera mania. Basta pensare che, quando scrivendo e temeprandole si accorciavano, Simenon le scartava. Motivo? Sosteneva che per essere ben impugnata e poter scrivere adeguatamente, la matita deve essere di una certa lunghezza, al di sotto della quale rende la scrittura meno scorrevole e in qualche modo influenza il flusso delle idee che vanno trasferite sulla carta. E quindi aveva cassetti pieni di matite per lui ormai inservibili.
E in proposito Simenon, riferendosi agli anni '60, si preoccupa di sfatare alcuni luoghi comuni sui suoi rituali di scrittura.
"...Si è fatto un gran parlare delle mie cinque dozzine di matite, le hanno fotografate, filmate, ho anche dovuto temperarle con la mia macchinetta davanti alle cineprese. E' nata così la leggenda che ha però un fondo di verità e che voglio precisare. Quando ero negli Usa, e mi apprestavo a iniziare un romanzo, ne scrivevo la sera prima alcune righe che mi sarebbero servite come punto di patenza la mattina dopo, quando mi sarei messo alla macchina da scrivere. Quelle righe buttate giù, su blocchi di carta gialla, sono diventate alla fine... un intero capitolo scritto in una grafia piuttosto minuta che esigeva delle matite molto appuntite..."
Insomma un sistema che per un certo tempo ha influenzato non solo il modo materiale di scrivere, ma anche lo stile di Siemenon, che in proposito raccontava su Mémoires intimes "...Ho adottato per molto tempo questo sistema, poi mi sono accorto che quando si scrive a mano si è tentati di abbellire le frasi, di fare della 'letteratura' e questo è contrario ai miei gusti...".
Una delle varie dimostrazioni. Pedigree, ad esempio, iniziato a matita su dei quaderni, fu continuato poi a macchina. Quello delle matite poi era un emblema di tutti i rituali di scrittura, ma che spesso poi con il tempo diventavano solo dei simboli senza nessuna funzione.
"...Certo mi piaceva temperare le mie matite,  fino a rendere la loro punta molto accuminata, ma se ne rimane ancora qualcuna sulla mia scrivania o accanto al telefono, da più di quindici anni serve soltanto per prendere appunti che non riguardano più i romanzi che scrivo...".

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