venerdì 8 maggio 2020

SIMENON SIMENON. MIA MAMMA? NON C'É TANTO DA FESTEGGIARE

Domenica sarà il giorno della "festa delle mamma" ricordiamo il rapporto tra Henriette e Georges

SIMENON SIMENON. MA MAMAN? IL N'Y A PAS TANT À CÉLÉBRER
Dimanche sera le jour de la "Fête des Mères". Souvenons-nous de la relation entre Henriette et Georges
SIMENON SIMENON. MY MUM? THERE IS NOT SO MUCH TO CELEBRATE
Sunday will be "Mother's Day". Let's remember the relationship between Henriette and Georges





La frase potrebbe essere stata pronunciata da Simenon che, proprio con sua madre, ebbe un rapporto più che conflittuale da sempre. É infatti una storia tormentata che inizia dal principio da quando Georges era un piccolo scolaro, già un gran lettore di libri e sopratutto dimostrava un affetto e un amore per la figura del padre Désiré, per altro sempre oggetto delle lamentele e degli sfoghi della moglie.
La loro condizione era molto vicino alla sussistenza e di questo Henriette Brull incolpava il marito che, impiegato in una compagnia assicurativa, non aveva inclinazione a fare carriera o a guadagnare di più. Quel "di più" che, secondo lei, avrebbe dato quel decoro che mancava alla famiglia Simenon, soprattutto agli occhi della gente, cosa che la donna considerava di grande importanza, soprattutto in considerazione del fatto che si vantava di discendere da una famiglia della ricca borghesia. E per testimoniare agli occhi altrui che la loro posizione on era così precaria a mezzogiorno metteva sui fuochi tre quattro pentole, come se dovesse cucinare un ricco pranzo, pentole in realtà pieno solo d'acqua.
Tre anni dopo (1906) nacque Christian che divenne ben presto il favorito di Henriette, cosa che la donna non si preoccupava di nascondere al piccolo Georges che si avvicinava sempre più al padre.
Il rifugio di Georges erano i libri, soprattutto quando la madre decise di alloggiare in casa studenti dell'est europeo che venivano a studiare in Europa. La distanza tra madre figlio aumentava sempre più. Gli studenti paganti avevano la precedenza, soprattutto su Désiré e su Georges che mangiavano dopo, che dovevano lasciare spazi, e tavoli agli altri, quasi che gli ospiti fossero stati loro. E questo ferì il ragazzo, più per come veniva trattato il padre, che per sé stesso. 
Poi il genitore si ammalò, non fu più in grado di lavorare e toccò a Georges mettersi in cerca di qualcosa che aiutasse la famiglia. E po due esperienze fallimentari (la prima in una pasticceria e la seconda in un libreria) riuscì ad entrare nel giornale più importante della città, "La Gazette de Liège" e questo lo allontanò un po' dalla famiglia e dalla madre.
Poi sappiamo che nel dicembre del '22 Simenon decide di trasferirsi a Parigi per inseguire quel sogno di diventare scrittore, intenzione che la madre non riusciva a capire, non capacitandosi come ci si poteva guadagnare da vivere in quel modo. E queso continuò anche quando lo scrittore divenne famoso e ricco, lei continuò a pensare che fosse tutto un bluff e che il figlio magari era solo pieno di debiti.
Insomma la lontananza allargò sempre di più il solco tra loro, solco che non si richiuse mai.
Ad esempio quando l'amato Christian nel '45 fu condannato a morte, per aver preso parte con le squadre naziste all'annientamento di famiglie ebree, comuniste, partigiane, lei chiamò Georges chiedendogli di trovare un modo per far scappare il fratello... lui così famoso e pieno di relazioni importanti. Lui non si tirò indietro e riuscì alla fine a farlo arruolare nella Legione Straniera, salvandogli così la vita. Ma durante una operazione militare nel Tonkino, Christian nel '47 perde la vita. La madre telefona a Georges per addossargli la responsabilità di quel decesso, perché era stato lui a farlo arruolare in quella compagnia militare.   
E ancora. Quando ormai Henriette é malata, quasi morente, e Georges decide di andare a trovarla, appena lo vede entrare nella stanza lo apostrofa "Georges, che sei venuto a fare?"
Insomma un conflitto insanabile che dura tutta la vita e termina solo dopo 90 anni, nel 1970, con la morte della stessa Henriette. Devono passare quattro anni da quel giorno perché sia pubblicato "Lettre à ma mère", una lunga lettera di Simenon in cui ripercorre e riflette sul loro tempestoso rapporto. Ma questa è un'altra storia. (m.t.)

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