Conservatore. Questo è il primo appellativo che potrebbe venir in mente pensando a Simenon, non tanto nella sua concezione politica (il romanziere non si è mai occupato attivamente di politica, anzi più volte ha avuto modo di affermare la sua scarsa considerazione della politica e di chi la praticava). Conservatore forse nella sua visione sociale o nel suo modo di vivere? Eppure un giudizio del genere rischerebbe di non essere del tutto veritiero, oltre che parzialmente ingeneroso.
Intanto va considerato che Simenon ha vissuto nel secolo delle rivoluzioni. Tra le altre potremmo ricordare per le arti figurative, l'astrattismo, il cubismo e il futurismo. Oppure la dodecafonia e il jazz nel campo musicale. Ma anche nel settore delle scienze sociali, l'affacciarsi di discipline come la psicoanalisi e la sociologia. E ovviamante la politica. Le tesi marxiste del secolo precedente trovano applicazione nel sociale e quindi assistiamo a rivoluzioni come quella comunista nella Russia nei primi del secolo, ma nel '900 vanno ricordate anche le contestazioni giovanili della metà degli anni '60, partite da Berkley negli Usa e che, traversando l'oceano, sbarcarono nel '68 a Parigi propagandosi poi in tutta l'Europa occidentale.
In un secolo così movimentato, crediamo che Simenon cercasse di crearsi un proprio spazio in cui praticare in santa pace la passione per la scrittura, vivere al sicuro con la famiglia, e perpetrare le proprie abitudini e il consueto standard di vita. Beh da questo punto di vista possiamo considerarlo un conservatore... E, siccome non esiste un'oasi felice, questo potrebbe essere motivo che concorre a spiegare il suo continuo peregrinare da un posto all'altro, alla ricerca, appunto, del luogo pù adatto alla propria traquillità, alla conservazione delle proprie abitudini e dei propri canoni di vita. Come quando nel '32 lasciò Parigi per la Vandea, nel '45 la Francia per gli Stati Uniti, nel '55 gli Usa per la Svizzera.
Ma attenzione da altri punti di vista, il romanziere non era certo un conservatore... Le sue abitudini sessuali, ad esempio. Eppure era nato e cresciuto in una famiglia protestante dove una madre bacchettona e rigida non avrebbe mai nemmeno concepito l'esuberante vita sessuale che Simenon praticò nella sua vita.
Dal punto di vista letterario, quando ancora non era famoso, si buttò nell'avventura Maigret, cosa che tutti gli editori gli sconsigliavano. Puntò tutto su un personaggio che sovvertiva ogni regola dei polizieschi di successo, mettendo in scena un funzionario statale, né giovane, né fascinoso, un borghese sposato, di mezz'età.
Ma anche la sua convinzione "comprendere e non giudicare" messa in bocca al suo commissario, è a ben pensarci più rivoluzionaria di quel che sembrerebbe a prima vista. Anche perchè da questa deriva la sua concezione di giustizia, dove a suo avviso i magistrati non avevrebbero preparazione e strumenti per giudicare gli imputati. Arrivò infatti a ipotizzare che nei tribunali al posto dei giudici dovessero sedere gli psichiatri o gli psicanalisti! Altro che conservatore!
Abbiamo toccato alcuni punti, più evidenti e di maggiore visibilità, ma la questione di un Simenon conservatore o progressista, se non proprio rivoluzionario, andrebbe sviscerata con maggior respiro e approfondendo di più.
Ma per quanto atipco, quotidiano e monotematico, Simenon-Simenon rimane un blog i cui post debbono avere una serie di requisiti: essere leggibili, sintetici, interessanti, orginali, comprensibili a tutti....
Noi ci proviamo.
giovedì 6 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. UN COMMISSARIO FRANCESE A BARCELLONA
Vogliano segnalare che In questa settimana a Barcellona si sta svolgendo la "Semana de Novela Negra de Barcelona 2014" (30 gennaio - 8 febbraio) che é iniziata con un omaggio a Simenon proprio all'inaugurazione, con due appuntamenti: l'incontro "Si més no, Simenon. Mecanografía y radiografia negras en Georges Simenon" e la conferenza "Simenon, el narrador de historias".
Il tutto si è svolto nella biblioteca Jaume Fuster dove per altro è stata allestita una mostra Cuando menos, Simenon che aprirà i battenti alla fine del mese e resterà aperta fino a maggio.
Il tutto si è svolto nella biblioteca Jaume Fuster dove per altro è stata allestita una mostra Cuando menos, Simenon che aprirà i battenti alla fine del mese e resterà aperta fino a maggio.
La Semana de Novela Negra de Barcelona BCNegra 2014 homenajea así al autor belga.
Ver más en: http://www.20minutos.es/noticia/2047945/0/cartas-ineditas-simenon/exposicion/bcnegra-libros/#xtor=AD-15&xts=467263
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La Semana de Novela Negra de Barcelona BCNegra 2014
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La Semana de Novela Negra de Barcelona BCNegra 2014
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Nell'esposizione sono state mostrate anche alcune lettere inedite, tratte da un carteggio tra Georges Simenon e il suo primo editore spagnolo, Ferran Canyameres, che stipulò il contratto con il romanzioere in Francia, nel castello
de La Richardière a Marsilly, presso La Rochelle, dove scrittore si era sistemato fin dall'aprile del 1932.Ver más en: http://www.20minutos.es/noticia/2047945/0/cartas-ineditas-simenon/exposicion/bcnegra-libros/#xtor=AD-15&xts=467263
martedì 4 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. GELOSIA DEL ROMAZIERE PER MAIGRET?
In merito al post di ieri, sul lancio di Maigret, vorrei sottoporre due osservazioni. Innanzitutto Simenon al momento de le Bal Anthropométrique probabilmente cercava soprattutto di far conoscere sè stesso, farsi un nome, ma non far conoscere alla stessa maniera il suo personaggio. Poi le cose vanno come vanno e si può dire che è stata la notorietà di Maigret che ha "trainato" quella di Simenon e forse proprio per questo il romanziere finì per trovare ingombrante questo personaggio che "gli rubava la scena"... Si può addirittura immaginare un po' di gelosia nei suoi confronti...
E, in seconda istanza, il successo immedato delle inchieste del commissaro Maigret testimonia in tutti i casi un fatto: è il lettore ha (quasi) sempre ragione nelle proprie scelte in rapporto alla critica letteraria. Insomma i lettori del 1931 non non si sono fatti influenzare dagli articoli dei giornali per formarsi una propria opinione. Già, perché se dopo quelle acide recesioni, la gente si fosse convinta che quel Bal Anthropométrique non era altro che un
colpo di scena che andava dimenticato, può essere che Maigret (e Simenon...)
avrebbe visto la sua carriera letteraria sbriciolarsi... Fortunamente la qualità dei testi di Simenon fece sì che i lettori comprendessero lo straordinario fascino di questo personaggio fuori delle regole... Ma se i testi fossero stati mediocri, non ci sarebbe stato nessun exploit mediatico tipo Bal Anthropométrique che avrebbe potuto salvarlo... Insomma: a febbraio, la Boule Blanche per farsi conoscere da tutta Parigi e per mettersi in mostra e provare al mondo che tutto questo per Maigret valeva la pena. Murielle Wenger
E, in seconda istanza, il successo immedato delle inchieste del commissaro Maigret testimonia in tutti i casi un fatto: è il lettore ha (quasi) sempre ragione nelle proprie scelte in rapporto alla critica letteraria. Insomma i lettori del 1931 non non si sono fatti influenzare dagli articoli dei giornali per formarsi una propria opinione. Già, perché se dopo quelle acide recesioni, la gente si fosse convinta che quel Bal Anthropométrique non era altro che un
colpo di scena che andava dimenticato, può essere che Maigret (e Simenon...)
avrebbe visto la sua carriera letteraria sbriciolarsi... Fortunamente la qualità dei testi di Simenon fece sì che i lettori comprendessero lo straordinario fascino di questo personaggio fuori delle regole... Ma se i testi fossero stati mediocri, non ci sarebbe stato nessun exploit mediatico tipo Bal Anthropométrique che avrebbe potuto salvarlo... Insomma: a febbraio, la Boule Blanche per farsi conoscere da tutta Parigi e per mettersi in mostra e provare al mondo che tutto questo per Maigret valeva la pena. Murielle Wenger
lunedì 3 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. PRIMA E DOPO LE BAL ANTHROPOMETRIQUE... E MAIGRET?
Venerdi 20 febbraio 1931. Ore 24.00, boite martiniquaise de La Boule Blanche, 33 rue Vavin. Luogo, giorno e ora della nascita pubblica del personaggio del "commissario Maigret".
Simenon ha vinto la sua personale battaglia con vari editori che gli avevano rifutato perfino l'dea di pubblicare quel Maigret che mancava di tutti i requisiti come personaggio che potesse avere successo tra gli appassionati di quel genere. Di mezz'età, grasso, grigio funzionario statale, sposato con una casalinga e di orgini campagnole...non se ne parlava nemmeno.
La risposta era sempre la stessa. Non poteva funzionare.
Come ultima spiaggia, Simenon si rivolge all'editore con cui al momento lavora di più nell'abito della letteratura popolare, soprattutto con romanzi brevi, Arthème Fayard. Con lui però la musica non cambia. Anche lui non crede nell'originalità del personaggio, concorda con i suoi colleghi editori sulle inesistenti possibilità di successo e cerca di scoraggiare quell'autore che, peraltro, lo fa guadagnare molto bene con la sua iper-produzione di romanzetti popolari.
E' ormai storia che la testardaggine di Simenon, strapperà a Fayard un sì e riescirà addirittura ad organizzare una presentazione come desiderava. Non una grigia conferenza stampa per quattro giornalisti delle pagine letterarie dei quotidiani, ma una grande festa per tutta la Parigi che conta, evento di cui i grandi settimanali dovevano parlare in termini entusiastici.
Fino al 19 febbraio esistevano quella ventina di pseudonimi con cui erano pubblicati innumerevoli romanzi di letteratura popolare, dal 21 febbraio la gente imparò a conoscere un solo nome, Georges Simenon, che difficilmente avrebbe poi potuto dimenticare.
I giornali dell'epoca commentarono in modo differente il lancio e questo originale romanzo poliziesco seriale.
Prima della fatidica serata L'oeil du Paris del 14 febbraio informava che si trattava de "... l'enigmatico Simenon non è altro che uno scrittore - quelli dei romanzi popolari sui giornali - che s'è fatto conoscere in questo genere con il nome di Georges Sim...". L'articolista conclude questa presentazione rispolverando la vecchia storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro "... fu solo grazie all'indignazione che il progetto provocò nel mondo delle lettere, che vi rinunciò. Oggi ha trovato di nuovo il modo di abbindolare i propri ingenui lettori..." dimostrando uno sprezzante giudizio abbastanza rappresentivo di quello in genere diffuso tra la critica letteraria. Anche dal più famoso, e non meno "impegnato", Canard Enchainé, giunsero nei giorni dopo critiche feroci. Arrivò ad affermare che se le Bal Anthropométrique non avesse avuto successo, Simenon sarebbe stato capace di fare il giro del bacino delle Tuileries, camminando sulle mani e scrivendo allo stesso tempo un romanzo.
"Le Bal Anthropométrique, cette nuit, a remis à la mode 'L'apache' parisien.
Questo il titolo dedicato da Paris-midi del 21 febbraio. Come si vede nessun accenno al lancio letterario. Nemmeno nel sommario che era quasi un sottotitolo: "Mille personalità in un fazzoletto". Scorrendo l'articolo occorre leggere una trentina di righe per sapere che tutta quella mondanità era stata messa su per presentare una nuova serie di romanzi polizieschi.
Un'altra celebre testata Le Candide, del 26 febbraio, titola "M.Gallet, décédé, riceve...". Sovrattitolo: "Une nuit bien parisienne".
Anche in questo caso, come su Paris-Midi, gran parte dell'articolo è un cronaca mondana della serata, anche se qui nel titolo e già nelle prime righe si parla della presentazione dei primi due titoli di questa nuova serie poliziesca (M.Gallet décédé e Le Pendu de Saint-Pholien).
La cosa curiosa che nessuno, nel bene o nel male parla del commissario Maigret.
La notizia è l'evento mondano, poi il nome nuovo (la firma George Simenon è un esordio) poi il fatto che si tratta di una serie poliziesca. Ma tutto finisce qui.
Questo anche perchè i primi editi da Fayard, non avevano il nome di Maigret nei loro titoli. Si potrebbe parlare di "effetto boomerang"... si fa di tutto per uscire dai canoni della comunicazione letteraria e ci si riesce così bene che alla fine nessuno parla del protagonista principale, quello che da spessore e originalità alla serie e che ne sarà l'elemento di successo?
Potrebbe essere vista com una defaillance nella strategia di marketing che Simenon aveva in testa. Ma poi, siccome sono i risultati che contano, e visto soprattutto il successo immediato... aveva ancora ragione lui.
Simenon ha vinto la sua personale battaglia con vari editori che gli avevano rifutato perfino l'dea di pubblicare quel Maigret che mancava di tutti i requisiti come personaggio che potesse avere successo tra gli appassionati di quel genere. Di mezz'età, grasso, grigio funzionario statale, sposato con una casalinga e di orgini campagnole...non se ne parlava nemmeno.
La risposta era sempre la stessa. Non poteva funzionare.
Come ultima spiaggia, Simenon si rivolge all'editore con cui al momento lavora di più nell'abito della letteratura popolare, soprattutto con romanzi brevi, Arthème Fayard. Con lui però la musica non cambia. Anche lui non crede nell'originalità del personaggio, concorda con i suoi colleghi editori sulle inesistenti possibilità di successo e cerca di scoraggiare quell'autore che, peraltro, lo fa guadagnare molto bene con la sua iper-produzione di romanzetti popolari.
E' ormai storia che la testardaggine di Simenon, strapperà a Fayard un sì e riescirà addirittura ad organizzare una presentazione come desiderava. Non una grigia conferenza stampa per quattro giornalisti delle pagine letterarie dei quotidiani, ma una grande festa per tutta la Parigi che conta, evento di cui i grandi settimanali dovevano parlare in termini entusiastici.
Fino al 19 febbraio esistevano quella ventina di pseudonimi con cui erano pubblicati innumerevoli romanzi di letteratura popolare, dal 21 febbraio la gente imparò a conoscere un solo nome, Georges Simenon, che difficilmente avrebbe poi potuto dimenticare.
I giornali dell'epoca commentarono in modo differente il lancio e questo originale romanzo poliziesco seriale.
Prima della fatidica serata L'oeil du Paris del 14 febbraio informava che si trattava de "... l'enigmatico Simenon non è altro che uno scrittore - quelli dei romanzi popolari sui giornali - che s'è fatto conoscere in questo genere con il nome di Georges Sim...". L'articolista conclude questa presentazione rispolverando la vecchia storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro "... fu solo grazie all'indignazione che il progetto provocò nel mondo delle lettere, che vi rinunciò. Oggi ha trovato di nuovo il modo di abbindolare i propri ingenui lettori..." dimostrando uno sprezzante giudizio abbastanza rappresentivo di quello in genere diffuso tra la critica letteraria. Anche dal più famoso, e non meno "impegnato", Canard Enchainé, giunsero nei giorni dopo critiche feroci. Arrivò ad affermare che se le Bal Anthropométrique non avesse avuto successo, Simenon sarebbe stato capace di fare il giro del bacino delle Tuileries, camminando sulle mani e scrivendo allo stesso tempo un romanzo.
"Le Bal Anthropométrique, cette nuit, a remis à la mode 'L'apache' parisien.
Questo il titolo dedicato da Paris-midi del 21 febbraio. Come si vede nessun accenno al lancio letterario. Nemmeno nel sommario che era quasi un sottotitolo: "Mille personalità in un fazzoletto". Scorrendo l'articolo occorre leggere una trentina di righe per sapere che tutta quella mondanità era stata messa su per presentare una nuova serie di romanzi polizieschi.
Un'altra celebre testata Le Candide, del 26 febbraio, titola "M.Gallet, décédé, riceve...". Sovrattitolo: "Une nuit bien parisienne".
Anche in questo caso, come su Paris-Midi, gran parte dell'articolo è un cronaca mondana della serata, anche se qui nel titolo e già nelle prime righe si parla della presentazione dei primi due titoli di questa nuova serie poliziesca (M.Gallet décédé e Le Pendu de Saint-Pholien).
La cosa curiosa che nessuno, nel bene o nel male parla del commissario Maigret.
La notizia è l'evento mondano, poi il nome nuovo (la firma George Simenon è un esordio) poi il fatto che si tratta di una serie poliziesca. Ma tutto finisce qui.
Questo anche perchè i primi editi da Fayard, non avevano il nome di Maigret nei loro titoli. Si potrebbe parlare di "effetto boomerang"... si fa di tutto per uscire dai canoni della comunicazione letteraria e ci si riesce così bene che alla fine nessuno parla del protagonista principale, quello che da spessore e originalità alla serie e che ne sarà l'elemento di successo?
Potrebbe essere vista com una defaillance nella strategia di marketing che Simenon aveva in testa. Ma poi, siccome sono i risultati che contano, e visto soprattutto il successo immediato... aveva ancora ragione lui.
domenica 2 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET INDAGA... MA CHE MESE E'? /2
(segue da ieri) - Continuiamo con la seconda parte dell'indagine di Murielle Wenger che esamina i titoli di Maigret per determinare i mesi in cui si svolgono le indagini. Questa seconda è la parte più difficile. E' quella in cui il mese non è menzionato in nessuna parte del romanzo e quindi la nostra Murielle ha dovuto tirar fuori tutte le sue doti di investigatrice per dedurre dai dettagli e da certi particolari di che mese si tratta. Buona lettura, dunque, e osservate bene l'interessante grafico che scaturisce da questa ricerca... ovviamente anche questo by Murielle.
• L'ombra cinese - All'inizio del romanzo, l'autore descrive Place des Vosges , con gli "...alberi senza foglie...", che può indicare sia un tardo autunno che l'inizio dell'inverno. Un po' più avanti, sempre in questo capitolo, il portiere dice a Maigret : "Siamo al 30 ... ". Ma il 30 di quale mese? Nel secondo capitolo, il Direttore dei Laboratori spiega che si tratta "... di un giorno prima della scadenza..." e infine, nel quarto capitolo, Maigret apprende che un certo personaggio era andato in banca, come era sua consuetudine, alla vigilia della fine di ogni mese. Se il 30 è un giorno prima di fine mese, potremmo essere nel mese di ottobre che ha 31 giorni. C'è un altro indizio va nella stessa direzione: nel nono capitolo, quando Maigret assiste al funerale di Couchet, Simenon descrive " ... era freddo. Un tempo di Toussaint... " (cioè Ognissanti, quindi ai primi di novembre, la sepoltura avrà luogo diversi giorni dopo l'inizio dell'indagine) . Dobbiamo arrivare al decimo e penultimo capitolo per scovare un altro indizio, che supporta con decisione l'ipotesi di "ottobre". E' il documento che Maigret strappa dalla mano della signora Martin, in cui vi è scritto: "... consultazione del 18 novembre...".
Resta inteso che la signora Martin è andata a consultare gli avvocati, a proposito dell'eredità del Couche, dopo la morte di suo figlio Ruggero. Questo ci permette di dedurre che l'azione inizia 30 ottobre e prosegue nel mese di novembre.
• Maigret a New York - E' un romanzo in cui è più difficile determinare il mese, perché le informazioni nel testo sono vaghe. Comunque, apprendiamo nel quarto capitolo che il vecchio Angelino trascorreva le sue giornate invernali seduto su una sedia nel negozio di suo figlio e camminava con una sciarpa, ma senza un cappotto invernale. Possiamo quindi dedurre che questa volta l'indagine si svolga in inverno. Tuttavia, nel settimo capitolo, Maigret è svegliato da un "sole veramente primaverile" e nel nono capitolo, quando chiede al telefono a Daumale se c'è sole in Francia, quello risponde, "... La primavera è precoce qui in Francia...". Domanda: tardo inverno o inizio primavera? Penso che possiamo ipotizzare, senza troppo margine d'errore, che la vicenda debba svolgersi nel mese di febbraio. In altri romanzi Simenon descrive spesso febbraio come un mese di transizione tra la fine dell'inverno e l' l'annuncio della primavera (ecco l'esempio di due romanzi che si svolgono nel mese di febbraio: "Les caves du Majestic": "...C'era il sole sul molo, un piccolo assaggio di primavera nell'aria..." . E poi "Maigret et son mort": "... era febbraio. il tempo era mite, soleggiato, a volte con una soffice nuvola di nevischio che inumidiva il cielo. [ ... ] le strade cominciavano a sentire la primavera..." ).
• Maigret dal Coroner - Secondo le indicazioni del testo, l'indagine avviene chiaramente in estate, ma in che mese? Due indizi ci possono aiutare a determinarlo: primo, durante il processo si è chiesto ai soldati accusati di raccontare ciò che è accaduto la sera del 27 luglio. Il processo - e quindi l'inchiesta di Maigret - è quindi precedente a tale data. Tuttavia, un secondo indice ci permetterà di indentificare un intervallo approssimativo: nel terzo capitolo si dice che gli affari correnti sono trattati durante la sospensione di una seduta, tra le altre cose, una questione di assegni scoperti viene rimandata per il 7 agosto. E' evidente che l'inchiesta del coroner ha luogo diversi giorni dopo la morte di Bessy Mitchell (27 luglio), perché nel frattempo ci sarà voluto un po' di tempo per le indagini. Possiamo quindi supporre che l'inchiesta di Maigret avvenga ai primi di agosto.
• Maigret Picratt - In questo romanzo è molto difficile determinare il mese del sondaggio, perché gli indici sono praticamente assenti dal testo. Sappiamo che è inverno fà freddo, piove e nevica. Si è appreso che la cuoca Moncoeur Rosalie ha visto poche settimane prima, cioè "nel mezzo dell'inverno", Oscar Latérade". Supponendo che febbraio di solito nei romanzi di Simenon è descritto come un mese di bel tempo e come il presagio della primavera, neve e pioggia indicano che questo romanzo si svolge a dicembre o addirittura a gennaio.
• Maigret in affitto - Maigret a scuola - Maigret e il ministro - In questi romanzi, non c'è specificato nel testo nessun mese, ma siccome l'autore ci dà diversi informazioni sui primi segni della primavera, come succede, con descrizioni simili, in altri romanzi, si avvalora l'ipotesi che l'inchiesta è in corso a marzo.
• Maigret e la spilungona - All'inizio del romanzo, il testo ci racconta del caldo che fà a Parigi, dove aleggia una "atmosfera di vacanza". D'altronde l'ispettore Javier è già tornato dalle sue vacanze, prese nel mese di giugno, l'inchiesta quindi e deve presumibilmente svolgersi o a luglio o ad agosto. Nel testo non c'è nessun'altra indicazione abbastanza precisa per indicarci di quale di questi due mesi s tratti .
• Maigret e la brava gente - L'autore non specifica il mese in cui si svolge la vicenda, ma comunque insiste ripetutamente sul fatto che si tratti del periodo in cui vanno terminando le vacanze estive. Alcune frasi farebbero pensare alla fine di agosto: "...Se molti parigini erano tornati, altri erano invece in partenza..." , "Parigi ha continuato a sentire l'atmosfera delle vacanze... ". E ancora "...un quarto dei parigini erano ancora in vacanza sulle spiagge o nelle campagne... ". Altri indizi invece fanno propendere di più per i primi di settembre: "... Parigi non era più vuota come ad agosto..." oppure "...Maigret e Lapointe attraversavano tutto il Jardin du Luxembourg e gli studenti sulle panchine di ferro, erano immersi nello studio dei loro corsi...". Lemoine e altri studiosi propendono quindi per un'inchiesta che si svolga all'inizio di settembre, ma io, da parte mia, lascerei aperto il dubbio tra la fine agosto e l'inizio settembre.
E, una volta considerato tutto questo, possiamo tradurre il tutto in un originale grafico, una sorta di calendario delle indagini di Maigret !
• L'ombra cinese - All'inizio del romanzo, l'autore descrive Place des Vosges , con gli "...alberi senza foglie...", che può indicare sia un tardo autunno che l'inizio dell'inverno. Un po' più avanti, sempre in questo capitolo, il portiere dice a Maigret : "Siamo al 30 ... ". Ma il 30 di quale mese? Nel secondo capitolo, il Direttore dei Laboratori spiega che si tratta "... di un giorno prima della scadenza..." e infine, nel quarto capitolo, Maigret apprende che un certo personaggio era andato in banca, come era sua consuetudine, alla vigilia della fine di ogni mese. Se il 30 è un giorno prima di fine mese, potremmo essere nel mese di ottobre che ha 31 giorni. C'è un altro indizio va nella stessa direzione: nel nono capitolo, quando Maigret assiste al funerale di Couchet, Simenon descrive " ... era freddo. Un tempo di Toussaint... " (cioè Ognissanti, quindi ai primi di novembre, la sepoltura avrà luogo diversi giorni dopo l'inizio dell'indagine) . Dobbiamo arrivare al decimo e penultimo capitolo per scovare un altro indizio, che supporta con decisione l'ipotesi di "ottobre". E' il documento che Maigret strappa dalla mano della signora Martin, in cui vi è scritto: "... consultazione del 18 novembre...".
Resta inteso che la signora Martin è andata a consultare gli avvocati, a proposito dell'eredità del Couche, dopo la morte di suo figlio Ruggero. Questo ci permette di dedurre che l'azione inizia 30 ottobre e prosegue nel mese di novembre.
• Maigret a New York - E' un romanzo in cui è più difficile determinare il mese, perché le informazioni nel testo sono vaghe. Comunque, apprendiamo nel quarto capitolo che il vecchio Angelino trascorreva le sue giornate invernali seduto su una sedia nel negozio di suo figlio e camminava con una sciarpa, ma senza un cappotto invernale. Possiamo quindi dedurre che questa volta l'indagine si svolga in inverno. Tuttavia, nel settimo capitolo, Maigret è svegliato da un "sole veramente primaverile" e nel nono capitolo, quando chiede al telefono a Daumale se c'è sole in Francia, quello risponde, "... La primavera è precoce qui in Francia...". Domanda: tardo inverno o inizio primavera? Penso che possiamo ipotizzare, senza troppo margine d'errore, che la vicenda debba svolgersi nel mese di febbraio. In altri romanzi Simenon descrive spesso febbraio come un mese di transizione tra la fine dell'inverno e l' l'annuncio della primavera (ecco l'esempio di due romanzi che si svolgono nel mese di febbraio: "Les caves du Majestic": "...C'era il sole sul molo, un piccolo assaggio di primavera nell'aria..." . E poi "Maigret et son mort": "... era febbraio. il tempo era mite, soleggiato, a volte con una soffice nuvola di nevischio che inumidiva il cielo. [ ... ] le strade cominciavano a sentire la primavera..." ).
• Maigret dal Coroner - Secondo le indicazioni del testo, l'indagine avviene chiaramente in estate, ma in che mese? Due indizi ci possono aiutare a determinarlo: primo, durante il processo si è chiesto ai soldati accusati di raccontare ciò che è accaduto la sera del 27 luglio. Il processo - e quindi l'inchiesta di Maigret - è quindi precedente a tale data. Tuttavia, un secondo indice ci permetterà di indentificare un intervallo approssimativo: nel terzo capitolo si dice che gli affari correnti sono trattati durante la sospensione di una seduta, tra le altre cose, una questione di assegni scoperti viene rimandata per il 7 agosto. E' evidente che l'inchiesta del coroner ha luogo diversi giorni dopo la morte di Bessy Mitchell (27 luglio), perché nel frattempo ci sarà voluto un po' di tempo per le indagini. Possiamo quindi supporre che l'inchiesta di Maigret avvenga ai primi di agosto.
• Maigret Picratt - In questo romanzo è molto difficile determinare il mese del sondaggio, perché gli indici sono praticamente assenti dal testo. Sappiamo che è inverno fà freddo, piove e nevica. Si è appreso che la cuoca Moncoeur Rosalie ha visto poche settimane prima, cioè "nel mezzo dell'inverno", Oscar Latérade". Supponendo che febbraio di solito nei romanzi di Simenon è descritto come un mese di bel tempo e come il presagio della primavera, neve e pioggia indicano che questo romanzo si svolge a dicembre o addirittura a gennaio.
• Maigret in affitto - Maigret a scuola - Maigret e il ministro - In questi romanzi, non c'è specificato nel testo nessun mese, ma siccome l'autore ci dà diversi informazioni sui primi segni della primavera, come succede, con descrizioni simili, in altri romanzi, si avvalora l'ipotesi che l'inchiesta è in corso a marzo.
• Maigret e la spilungona - All'inizio del romanzo, il testo ci racconta del caldo che fà a Parigi, dove aleggia una "atmosfera di vacanza". D'altronde l'ispettore Javier è già tornato dalle sue vacanze, prese nel mese di giugno, l'inchiesta quindi e deve presumibilmente svolgersi o a luglio o ad agosto. Nel testo non c'è nessun'altra indicazione abbastanza precisa per indicarci di quale di questi due mesi s tratti .
• Maigret e la brava gente - L'autore non specifica il mese in cui si svolge la vicenda, ma comunque insiste ripetutamente sul fatto che si tratti del periodo in cui vanno terminando le vacanze estive. Alcune frasi farebbero pensare alla fine di agosto: "...Se molti parigini erano tornati, altri erano invece in partenza..." , "Parigi ha continuato a sentire l'atmosfera delle vacanze... ". E ancora "...un quarto dei parigini erano ancora in vacanza sulle spiagge o nelle campagne... ". Altri indizi invece fanno propendere di più per i primi di settembre: "... Parigi non era più vuota come ad agosto..." oppure "...Maigret e Lapointe attraversavano tutto il Jardin du Luxembourg e gli studenti sulle panchine di ferro, erano immersi nello studio dei loro corsi...". Lemoine e altri studiosi propendono quindi per un'inchiesta che si svolga all'inizio di settembre, ma io, da parte mia, lascerei aperto il dubbio tra la fine agosto e l'inizio settembre.
E, una volta considerato tutto questo, possiamo tradurre il tutto in un originale grafico, una sorta di calendario delle indagini di Maigret !
sabato 1 febbraio 2014
SIMENON SIMENON. MAIGRET INDAGA... MA CHE MESE E'? /1
Sappiamo come il contesto ambientale, abbia la sua importanza nelle vicende narrate nelle opere di Simenon e, forse, ancor di più in quelle di Maigret. E di conseguenza, il mese in cui si svolge l'inchiesta assume un suo valore. Questa volta la nostra apprezzatissima Murielle Wenger si lancia in uno dei suoi saggi statistci e, romanzo per romanzo, é andata a vedere in quale mese si sono svolte le indagini. E' molto curioso e soprattutto non perdetevi il grafico che Murielle ha elaborato in base alle sue ricerche, grafico che pubblicheremo domani insieme alla seconda parte del saggio.
Può darsi che vi siate già chiesti in quale mesi si svolgano le indagini di Maigret raccontate da Simenon. Alcuni ricercatori si sono già misurati su questo argomento, soprattutto Maurice Piron e Michel Lemoine (nel loro libro "L'univers de Simenon" pubblicato nel 1983) e Jean Forest (nel suo libro Les archives de Maigret, pubblicato nel 1994, che riassume, sviluppandola, la ricerca dei due succitati). Ho cercato a mia volta di determinare, caso per caso, in quale mese si svolga l'indagine, cercando nei testi gli indizi che possono rivelarlo. In sostanza, le mie ricerche portano a risultati che si sovrappongono a quelle degli altri simenonologi, ma in certi casi sono stata in grado di raffinare alcuni dei risultati.
Come si fà a sapere in quale mese dell'anno si è svolta un'inchiesta?
Due sono le tracce disponibili: la prima - e la più semplice - è quella che Simenon ci offre. Infatti, nella maggior parte dei romanzi del corpus maigrettiano, l'autore fornisce la data esatta in cui inizia quell'indagine. Individuare questa data nel testo è piuttosto facile, visto che Simenon dà spesso questa informazione all'inizio del romanzo. Ci sono ben 55 romanzi in cui tale informazione é fornita nel primo capitolo e, di questi 55, 31 dove è dato addirittura sulla prima pagina. Questa indicazione fa persino parte della prima frase in sette romanzi: Monsieur Gallet, décédé : "Il primo contatto tra Maigret e i morti [ ... ] ha avuto luogo 27 giugno 1930...". Ne Le chien jaune, le prime parole che aprono il romanzo sono: " Venerdì 7 novembre...". In Un crime en Hollande si inizia con: "Quando Maigret arrivò a Delfzijl , un pomeriggio di maggio...". Maigret se fâche parte con "Madame Maigret [ ......... ] le cui mani non erano mai inattive, anche alle di di quel pomeriggio, il giorno più caldo di un agosto soffocante...". In Maigret et l'homme du banc si comincia con "Per Maigret la data era facile da ricordare, perché era quella del compleanno della cognata, il 19 ottobre...". In Maigret et les vieillards l'incipit è "Era una di quelle eccezionali giornate di maggio...". In Maigret et monsieur Charles "Maigret si godeva un raggio di sole di un marzo un po 'freddo...". Tale data può essere di diversi tipi: solo il nome del mese o il giorno del mese, o il giorno della settimana e la data. Ad esempio, ne La maison du juge: "E' stato solo il 13 gennaio...". E ne La première enquête de Maigret : "E' stato 15 aprile 1913... ". In Maigret, Lognon et les gangster: "Maigret ha osservato che giovedi 19 novembre è stato...". In Maigret tend un piège: "E 'stato il 4 agosto, era lunedi...". Ne La patience de Maigret invece: "Era lunedi 7 luglio...". In Maigret et l'affaire Nahour: "Era il 14 gennaio, venerdì 14 Gennaio...".
Ci sono anche date che io chiamerei "implicite", come ne L'Affaire Saint-Fiacre un biglietto annuncia il delitto, vi è scritto: "Per la prima messa del giorno dei morti...". Il mese non è menzionato esplicitamente, ma il lettore sa che il giorno dei morti viene celebrato il 2 novembre e così l'inizio dell'indagine è datato. Un caso simile si trova ne Les caves du Majestic, dove basta fare un semplice calcolo: nel primo capitolo Maigret scopre da una fiche d'hotel che i Clark sono arrivati il 12 febbraio . Maigret osserva: " - Così sono passati otto giorni da quando la famiglia Clark è arrivata...". Possiamo così dedurre che l'azione del romanzo comincia il 20 febbraio.
Se Simenon fornisce quasi sempre indicazioni sulla stagione - e sul tempo - all'inizio di un romanzo, magari bisogna attendere i capitoli seguenti per conoscere il mese esatto in cui l'indagine si svolge . Quindi, è nel secondo capitolo ne La danseuse du Gai-Moulin, Liberty Bar, Signé Picpus e Maigret voyage che si scopre il mese del sondaggio. Nel quarto capitolo de La nuit du carrefour, Les vacances de Maigret e Maigret et le voleur paresseux e nell'ottavo capitolo de Le pendu de Saint-Pholien e L'écluse no 1. Per Cécile è morte, è nel primo capitolo della seconda parte che apprendiamo che Cécile ha fatto un duplicato delle chiavi il 25 settembre, fatto successo due settimane prima. Quindi colloca l'inzio dell'indagine ai primi di ottobre. Informazioni che verranno confermate nel penultimo capitolo, dove Maigret chiede Torrence di recuperare l'elenco di tutte le persone che si sono presentate alla PJ nella mattina del 7 ottobre. Conferma: quella è la mattina in cui Cécile è venuta a denunciare l'omicidio di sua zia e in cui Dandurand l'ha attirata con l'aiuto di un ragazzaccio, nel ripostiglio dove poi l'ha strangolata: è la data di inizio dell'indagine...".
Per i restanti nove romanzi, c'è una seconda traccia da seguire e occorre mettere incampo le nostre capacità di detective ... Anzi, in questi romanzi, l'autore non fornisce alcuna indicazione circa i mesi dell'azione e quindi il mese deve essere dedotto scovando ulteriori indizi. Esaminiamo questi nove romanzi e cerchiamo di capire come trovare questi indizi. (segue domani) Murielle Wenger
Può darsi che vi siate già chiesti in quale mesi si svolgano le indagini di Maigret raccontate da Simenon. Alcuni ricercatori si sono già misurati su questo argomento, soprattutto Maurice Piron e Michel Lemoine (nel loro libro "L'univers de Simenon" pubblicato nel 1983) e Jean Forest (nel suo libro Les archives de Maigret, pubblicato nel 1994, che riassume, sviluppandola, la ricerca dei due succitati). Ho cercato a mia volta di determinare, caso per caso, in quale mese si svolga l'indagine, cercando nei testi gli indizi che possono rivelarlo. In sostanza, le mie ricerche portano a risultati che si sovrappongono a quelle degli altri simenonologi, ma in certi casi sono stata in grado di raffinare alcuni dei risultati.
Come si fà a sapere in quale mese dell'anno si è svolta un'inchiesta?
Due sono le tracce disponibili: la prima - e la più semplice - è quella che Simenon ci offre. Infatti, nella maggior parte dei romanzi del corpus maigrettiano, l'autore fornisce la data esatta in cui inizia quell'indagine. Individuare questa data nel testo è piuttosto facile, visto che Simenon dà spesso questa informazione all'inizio del romanzo. Ci sono ben 55 romanzi in cui tale informazione é fornita nel primo capitolo e, di questi 55, 31 dove è dato addirittura sulla prima pagina. Questa indicazione fa persino parte della prima frase in sette romanzi: Monsieur Gallet, décédé : "Il primo contatto tra Maigret e i morti [ ... ] ha avuto luogo 27 giugno 1930...". Ne Le chien jaune, le prime parole che aprono il romanzo sono: " Venerdì 7 novembre...". In Un crime en Hollande si inizia con: "Quando Maigret arrivò a Delfzijl , un pomeriggio di maggio...". Maigret se fâche parte con "Madame Maigret [ ......... ] le cui mani non erano mai inattive, anche alle di di quel pomeriggio, il giorno più caldo di un agosto soffocante...". In Maigret et l'homme du banc si comincia con "Per Maigret la data era facile da ricordare, perché era quella del compleanno della cognata, il 19 ottobre...". In Maigret et les vieillards l'incipit è "Era una di quelle eccezionali giornate di maggio...". In Maigret et monsieur Charles "Maigret si godeva un raggio di sole di un marzo un po 'freddo...". Tale data può essere di diversi tipi: solo il nome del mese o il giorno del mese, o il giorno della settimana e la data. Ad esempio, ne La maison du juge: "E' stato solo il 13 gennaio...". E ne La première enquête de Maigret : "E' stato 15 aprile 1913... ". In Maigret, Lognon et les gangster: "Maigret ha osservato che giovedi 19 novembre è stato...". In Maigret tend un piège: "E 'stato il 4 agosto, era lunedi...". Ne La patience de Maigret invece: "Era lunedi 7 luglio...". In Maigret et l'affaire Nahour: "Era il 14 gennaio, venerdì 14 Gennaio...".
Ci sono anche date che io chiamerei "implicite", come ne L'Affaire Saint-Fiacre un biglietto annuncia il delitto, vi è scritto: "Per la prima messa del giorno dei morti...". Il mese non è menzionato esplicitamente, ma il lettore sa che il giorno dei morti viene celebrato il 2 novembre e così l'inizio dell'indagine è datato. Un caso simile si trova ne Les caves du Majestic, dove basta fare un semplice calcolo: nel primo capitolo Maigret scopre da una fiche d'hotel che i Clark sono arrivati il 12 febbraio . Maigret osserva: " - Così sono passati otto giorni da quando la famiglia Clark è arrivata...". Possiamo così dedurre che l'azione del romanzo comincia il 20 febbraio.
Se Simenon fornisce quasi sempre indicazioni sulla stagione - e sul tempo - all'inizio di un romanzo, magari bisogna attendere i capitoli seguenti per conoscere il mese esatto in cui l'indagine si svolge . Quindi, è nel secondo capitolo ne La danseuse du Gai-Moulin, Liberty Bar, Signé Picpus e Maigret voyage che si scopre il mese del sondaggio. Nel quarto capitolo de La nuit du carrefour, Les vacances de Maigret e Maigret et le voleur paresseux e nell'ottavo capitolo de Le pendu de Saint-Pholien e L'écluse no 1. Per Cécile è morte, è nel primo capitolo della seconda parte che apprendiamo che Cécile ha fatto un duplicato delle chiavi il 25 settembre, fatto successo due settimane prima. Quindi colloca l'inzio dell'indagine ai primi di ottobre. Informazioni che verranno confermate nel penultimo capitolo, dove Maigret chiede Torrence di recuperare l'elenco di tutte le persone che si sono presentate alla PJ nella mattina del 7 ottobre. Conferma: quella è la mattina in cui Cécile è venuta a denunciare l'omicidio di sua zia e in cui Dandurand l'ha attirata con l'aiuto di un ragazzaccio, nel ripostiglio dove poi l'ha strangolata: è la data di inizio dell'indagine...".
Per i restanti nove romanzi, c'è una seconda traccia da seguire e occorre mettere incampo le nostre capacità di detective ... Anzi, in questi romanzi, l'autore non fornisce alcuna indicazione circa i mesi dell'azione e quindi il mese deve essere dedotto scovando ulteriori indizi. Esaminiamo questi nove romanzi e cerchiamo di capire come trovare questi indizi. (segue domani) Murielle Wenger
venerdì 31 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. VANITOSO O INCOMPRESO?
La reputazione di Simenon. Sì, insomma come lo consideravano i primi colleghi di lavoro alla Gazette de Liège, poi i suoi editori, gli autori contemporanei, la critica...
Per esempio chi e/o cosa accreditava la definizione di Simenon "fenomeno-letterario". Nei primi tempi, una causa era costituita probabilmente dalla sua velocità nello scrivere... "fino ad ottanta pagine al giorno". Certo stiamo parlando della metà degli anni venti, quando Simenon, sbarcato da qualche anno a Parigi, si dava da fare a più non posso per emergere. E Parigi a quel tempo pullulava di aspiranti letterati come lui, ma che nella stragrande maggioranza evidentemente non reggevano il suo passo e la sua qualità. Forse l'invidia metteva in circolo quelle voci?
Dobbiamo dire che su questo però Simenon lasciava un po' correre. Infatti se da una parte considerava quel primo periodo come una "fase d'apprendimento", dall'altra non gli dispiaceva che intanto si facesse pubblicità al suo nome... Anche se dobbiamo ricordare che, nella fase della letteratura popolare, Simenon usò quasi una ventina di pseudonimi... ma c'è da credere che gli addetti ai lavori sapessero che la penna era sempre la sua.
"Il Citroen della letteratura", altra definizione dovuta ad una vignetta che lo raffigurava come un produttore industriale, come quello automobilistico, i cui fogli, che uscivano dalla sua macchina da scrivere, entravano sparsi in certi capannoni da cui uscivano come libri già confezionati, già caricati su dei camioncini, già pronti per la distribuzione.
Simenon lasciava correre? Beh, probabilmente sì. Ad esempio la famosa storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro, quella del contratto con l'editore Eugene Merle, che l'avrebbe voluto per qualche giorno sotto una campana di vetro a scrivere un romanzo, sotto gli occhi di tutti, procedendo grazie agli spunti che sarebbero venuti dai lettori de Le Merle Rose. La cosa non si fece, ma se ne parlò così tanto che, anche dopo anni, veniva ricordata come un fatto realmente avvenuto. Leggende metropolitane, di cui Simenon si sarebbe poi lamentato, perchè facevano ombra alla sua immagine di romanziere serio, ma lì per lì, poco più che ventenne... beh, forse gli serviva anche a farsi conoscere.
Nella sua seconda fase, quella "semi-letteraria", cioè i Maigret, Simenon non rinunciò a fare sfoggio della sua velocità di scrittura e della sua inesauribie creatività. I primi undici titoli dei Maigret, quelli di Fayard, uscirono per il 1931 uno al mese (da febbraio a dicembre), neanche fosse un giornale periodico mensile. E poi si aggiunse il gran successo commerciale che fece conoscere stavolta il suo vero nome a una platea sempre più vasta.
Da autore popolare a scrittore di polizieschi (anche se molto "sui generis") nel giro di dieci anni. Nel 1932 già scriveva da "romanziere" anche se ancora per Fayard (Le Relais d'Alsace - Le Passager du Polarlys - La locataire). Un paio d'anni e, nel '34, arrivò la sua consacrazione con l'ingresso nella Gallimard, il sancta-sanctorum della letteratura francese. Sono passati solo dodici anni da quando era sceso alla Gare du Nord dal treno proveniente da Bruxelles.
Ma la vita di Simenon è piena di exploit a volte incofuntabili e a volte dubbi.
Certa e dimostrabile è la sua storia con Josephine Baker, che a quei tempi faceva impazzire tutta Parigi e che aveva ai suo piedi ricchissimi banchieri, attori del cinema, fascinosi principi arabi... e invece scelse quel giovane sbarbatello, con velleità di letterato, appena ventenne.
Certo e dimostrabile è che Simenon sia stato l'unico al mondo ad intervistare Lev Trotsky nella sua fuga dall'Urss e da Stalin, verso il Messico.
Anche nell'età avanzata, Simenon, ormai stimato, famoso e celebrato, non rinunciò a dichiarazioni choc. Ad esempio a 74 anni, durante un'intervista a Fellini, si lasciò scappare(?) che aveva avuto rapporti sessuali con circa diecimila donne. La dichiarazione fece il giro del mondo e fece parlare per molto tempo.
La seconda moglie Denyse Ouimet, lo smentì, ridimensionando quella cifra
a qualche migliaio appena...
Insomma, sappiamo che Simenon era un ottimo curatore della propria immagine, soprattutto perchè non dava a verderlo. Sembrava sempre così ingenuo e disarmato nelle cose che faceva o in quelle che raccontava... ma il sospetto che calibrasse ogni parola, perchè sapeva perfettamente l'effetto che avrebbe prodotto, permane.
Per esempio chi e/o cosa accreditava la definizione di Simenon "fenomeno-letterario". Nei primi tempi, una causa era costituita probabilmente dalla sua velocità nello scrivere... "fino ad ottanta pagine al giorno". Certo stiamo parlando della metà degli anni venti, quando Simenon, sbarcato da qualche anno a Parigi, si dava da fare a più non posso per emergere. E Parigi a quel tempo pullulava di aspiranti letterati come lui, ma che nella stragrande maggioranza evidentemente non reggevano il suo passo e la sua qualità. Forse l'invidia metteva in circolo quelle voci?
Dobbiamo dire che su questo però Simenon lasciava un po' correre. Infatti se da una parte considerava quel primo periodo come una "fase d'apprendimento", dall'altra non gli dispiaceva che intanto si facesse pubblicità al suo nome... Anche se dobbiamo ricordare che, nella fase della letteratura popolare, Simenon usò quasi una ventina di pseudonimi... ma c'è da credere che gli addetti ai lavori sapessero che la penna era sempre la sua.
"Il Citroen della letteratura", altra definizione dovuta ad una vignetta che lo raffigurava come un produttore industriale, come quello automobilistico, i cui fogli, che uscivano dalla sua macchina da scrivere, entravano sparsi in certi capannoni da cui uscivano come libri già confezionati, già caricati su dei camioncini, già pronti per la distribuzione.
Simenon lasciava correre? Beh, probabilmente sì. Ad esempio la famosa storia del romanzo scritto nella gabbia di vetro, quella del contratto con l'editore Eugene Merle, che l'avrebbe voluto per qualche giorno sotto una campana di vetro a scrivere un romanzo, sotto gli occhi di tutti, procedendo grazie agli spunti che sarebbero venuti dai lettori de Le Merle Rose. La cosa non si fece, ma se ne parlò così tanto che, anche dopo anni, veniva ricordata come un fatto realmente avvenuto. Leggende metropolitane, di cui Simenon si sarebbe poi lamentato, perchè facevano ombra alla sua immagine di romanziere serio, ma lì per lì, poco più che ventenne... beh, forse gli serviva anche a farsi conoscere.
Nella sua seconda fase, quella "semi-letteraria", cioè i Maigret, Simenon non rinunciò a fare sfoggio della sua velocità di scrittura e della sua inesauribie creatività. I primi undici titoli dei Maigret, quelli di Fayard, uscirono per il 1931 uno al mese (da febbraio a dicembre), neanche fosse un giornale periodico mensile. E poi si aggiunse il gran successo commerciale che fece conoscere stavolta il suo vero nome a una platea sempre più vasta.
Da autore popolare a scrittore di polizieschi (anche se molto "sui generis") nel giro di dieci anni. Nel 1932 già scriveva da "romanziere" anche se ancora per Fayard (Le Relais d'Alsace - Le Passager du Polarlys - La locataire). Un paio d'anni e, nel '34, arrivò la sua consacrazione con l'ingresso nella Gallimard, il sancta-sanctorum della letteratura francese. Sono passati solo dodici anni da quando era sceso alla Gare du Nord dal treno proveniente da Bruxelles.
Ma la vita di Simenon è piena di exploit a volte incofuntabili e a volte dubbi.
Certa e dimostrabile è la sua storia con Josephine Baker, che a quei tempi faceva impazzire tutta Parigi e che aveva ai suo piedi ricchissimi banchieri, attori del cinema, fascinosi principi arabi... e invece scelse quel giovane sbarbatello, con velleità di letterato, appena ventenne.
Certo e dimostrabile è che Simenon sia stato l'unico al mondo ad intervistare Lev Trotsky nella sua fuga dall'Urss e da Stalin, verso il Messico.
Anche nell'età avanzata, Simenon, ormai stimato, famoso e celebrato, non rinunciò a dichiarazioni choc. Ad esempio a 74 anni, durante un'intervista a Fellini, si lasciò scappare(?) che aveva avuto rapporti sessuali con circa diecimila donne. La dichiarazione fece il giro del mondo e fece parlare per molto tempo.
La seconda moglie Denyse Ouimet, lo smentì, ridimensionando quella cifra
a qualche migliaio appena...
Insomma, sappiamo che Simenon era un ottimo curatore della propria immagine, soprattutto perchè non dava a verderlo. Sembrava sempre così ingenuo e disarmato nelle cose che faceva o in quelle che raccontava... ma il sospetto che calibrasse ogni parola, perchè sapeva perfettamente l'effetto che avrebbe prodotto, permane.
giovedì 30 gennaio 2014
SIMENON SIMENON. TRE FRATELLI TRA "ONORE" E DISONORE...
Con qualche anticipo sulle nostre previsioni, esce I fratelli Rico, nella collezione Biblioteca Adephi, un romanzo scritto in America a Shadow Rock Farm nel 1952. Sono gli ultimi anni di permanenza di Simenon negli Usa, ma la sua produzione non cala di ritmo e di qualità. Il romanziere non ancor cinquantenne, é nel fiore della sua creatività, scrive questo romanzo i cui protagonisti vengono dal cuore dell'America, da New York, da uno dei suoi quartieri più tipici, Brooklyn. I fratelli citati nel titolo fanno parte di un'organizzazione criminale (la mafia?) che opera ora in Forida e nel sud degli Usa.
E come tutte le organizzazioni criminali c'è un codice che il più anziano dei tre rispetta, ligio alle gerarchie e a quelle leggi della mala (viene anche per questo chiamato il Ragioniere) che lo ha fatto ricco e benestante. Poi c'è Gino e quindi Tony, il più piccolo, che é invece insofferente alle regole del gioco, fà uno sgarro all'organizzazione, si sposa senza la benedizione dei boss, alla fine sparisce e gira addirittura voce che potrebbe collaborare con la polizia. La vicenda volge in tragedia perchè, anche quando sembra che l'organizzazione voglia essere clemente, in verità è spietata, non perdona più nessuno di quella famiglia, a meno che non sia lei stessa ad eliminare il deviato e, in questo caso, il boia prescelto sarà proprio il fratello Eddy.
L'incontro della narrativa simenoniana con i temi legati alla "famiglia", intesa come organizzazione criminale, crea l'ocasione di esplorare i temi del benessere e dell'agiatezza, frutto di un attività criminosa, ma anche di un'osservanza, inderogabile, di certe leggi e di precise gerarchie. Tony, la scheggia impazzita che manda in frantumi questo castello di obblighi e di tradizioni, è l'occasione per Simenon per sondare quell'atmosfera fatta di silenzi, segni convenzionali e di teste chinate, ma anche della ribellione dei giovani pure a questo genere di "onorata società". Un romanzo molto "americano" che forse Simenon volle proprio così per allinearsi a quelli che considerava i migliori romanzieri del mondo, quelli made in Usa.
Dal libro fu tratto anche un film The Brothers Rico, nel 1957 di Phil Karlson con Richard Conte e Dianne Foster.
E come tutte le organizzazioni criminali c'è un codice che il più anziano dei tre rispetta, ligio alle gerarchie e a quelle leggi della mala (viene anche per questo chiamato il Ragioniere) che lo ha fatto ricco e benestante. Poi c'è Gino e quindi Tony, il più piccolo, che é invece insofferente alle regole del gioco, fà uno sgarro all'organizzazione, si sposa senza la benedizione dei boss, alla fine sparisce e gira addirittura voce che potrebbe collaborare con la polizia. La vicenda volge in tragedia perchè, anche quando sembra che l'organizzazione voglia essere clemente, in verità è spietata, non perdona più nessuno di quella famiglia, a meno che non sia lei stessa ad eliminare il deviato e, in questo caso, il boia prescelto sarà proprio il fratello Eddy.
L'incontro della narrativa simenoniana con i temi legati alla "famiglia", intesa come organizzazione criminale, crea l'ocasione di esplorare i temi del benessere e dell'agiatezza, frutto di un attività criminosa, ma anche di un'osservanza, inderogabile, di certe leggi e di precise gerarchie. Tony, la scheggia impazzita che manda in frantumi questo castello di obblighi e di tradizioni, è l'occasione per Simenon per sondare quell'atmosfera fatta di silenzi, segni convenzionali e di teste chinate, ma anche della ribellione dei giovani pure a questo genere di "onorata società". Un romanzo molto "americano" che forse Simenon volle proprio così per allinearsi a quelli che considerava i migliori romanzieri del mondo, quelli made in Usa.
Dal libro fu tratto anche un film The Brothers Rico, nel 1957 di Phil Karlson con Richard Conte e Dianne Foster.
mercoledì 29 gennaio 2014
SIMENON SIMENON... UN "ACQUARIO" IRRAGIUNGIBILE
Fine anno vecchio, primi dell'anno nuovo, spazio agli oroscopi. Chi ci crede, chi non ci crede, chi ci crede solo quando le previsioni sono buone, chi ci ride sopra, ma (pur non volendo generalizzare) ammettiamo che un'occhiata alle previsioni astrali del proprio segno, una volta o l'altra, alla fine l'abbiamo data tutti.
Questa volta ci è capitata sott'occhio una previsione per il 2014 scritta da Rob Brezsny per il Las Vegas CityLife. Non conosciamo nè l'astrologo nè il giornale, ma, visto che siamo in tema di frivolezze, ci siamo permessi il lusso di non prendere le dovute informazioni.
Nella sezione dedicata al segno dell'Acquario, scrive Brezsny:
"L'autore dell'Acquario, Georges Simenon (1903-1989) ha scritto più di 200 romanzi sotto il suo nome e più di 300 sotto pseudonimo. In media, ha scritto un libro nuovo ogni 11 giorni. Sono stati stampati mezzo miliardo di copie dei suoi libri. Mi dispiace segnalare che non credo che ci potrà mai essere un acquario più prolifico nel proprio campo, come lo era Simenon nel suo. Tuttavia, la tua produttività potrebbe anche raggiungere i livelli di Simenon, nel 2014, ma a costo di lavorare in un modo pazzesco. Ma la tua creatività non sarà così facilmente produttiva come poteva sembrarti. Basterà accontentarti di possedere almeno il potenziale della creatività".
Noi non siamo dell'Acquario e, anche se lo fossimo, non avremmo certe ambizioni. Comunque è curioso che in un giornale di Las Vegas si citi Simenon come personaggio simbolo del segno dell'Acquario.
Dove non arriva l'apprezzamente per il suo livello letterario e il suo stile narrativo, arriva la fama dell'enorme numero di libri venduti e della "forza" dello scrittore per realizzare un corpus di romanzi così eccezionale.
Ma si sa, per gli americani... diciamo per molti americani, i record sono un'attrazione irresistibile e sappiamo per quanto tempo Simenon si sia portato dietro questa fastidiosa nomea di "recordman della letteratura".
E adesso rispunta dentro un oroscopo dell'americanissima Las Vegas.
Questa volta ci è capitata sott'occhio una previsione per il 2014 scritta da Rob Brezsny per il Las Vegas CityLife. Non conosciamo nè l'astrologo nè il giornale, ma, visto che siamo in tema di frivolezze, ci siamo permessi il lusso di non prendere le dovute informazioni.
Nella sezione dedicata al segno dell'Acquario, scrive Brezsny:
"L'autore dell'Acquario, Georges Simenon (1903-1989) ha scritto più di 200 romanzi sotto il suo nome e più di 300 sotto pseudonimo. In media, ha scritto un libro nuovo ogni 11 giorni. Sono stati stampati mezzo miliardo di copie dei suoi libri. Mi dispiace segnalare che non credo che ci potrà mai essere un acquario più prolifico nel proprio campo, come lo era Simenon nel suo. Tuttavia, la tua produttività potrebbe anche raggiungere i livelli di Simenon, nel 2014, ma a costo di lavorare in un modo pazzesco. Ma la tua creatività non sarà così facilmente produttiva come poteva sembrarti. Basterà accontentarti di possedere almeno il potenziale della creatività".
Noi non siamo dell'Acquario e, anche se lo fossimo, non avremmo certe ambizioni. Comunque è curioso che in un giornale di Las Vegas si citi Simenon come personaggio simbolo del segno dell'Acquario.
Dove non arriva l'apprezzamente per il suo livello letterario e il suo stile narrativo, arriva la fama dell'enorme numero di libri venduti e della "forza" dello scrittore per realizzare un corpus di romanzi così eccezionale.
Ma si sa, per gli americani... diciamo per molti americani, i record sono un'attrazione irresistibile e sappiamo per quanto tempo Simenon si sia portato dietro questa fastidiosa nomea di "recordman della letteratura".
E adesso rispunta dentro un oroscopo dell'americanissima Las Vegas.
martedì 28 gennaio 2014
SIMENON SIMENON: FORMA & COLORI SONO QUELLI DEL GRANDE PINTER
I contenuti sono quello che sono, ormai li conoscete. Simenon-Simenon, con qualche rara eccezione è ormai on-line da oltre tre anni. Buoni o meno buoni, ogni giorno i nostri post vi propongono un tassello di quel "mondo-Simenon-Maigret" che a nostro avviso vale davvero la pena di conoscere, e che, a venticinque anni dalla scomparsa dello scrittore, quotidianamente produce notizie, eventi e curiosità che questo blog cerca di riportare il più compiutamente possibile.
Ma andiamo alla forma. O meglio alle illustrazioni con cui corrediamo i nostri post. Anche qui, chi ci segue da un po' di tempo, non avrà potuto notare che oltre a foto e compsizioni varie, facciamo un grande utilizzo delle immagini create da Ferenc Pintér. Il grande illustratore italo-ungherese è a nostro avviso un grande tra gli artisti figurativi del nostro tempo. I suo tocco è inconfondibile che si tratti di una copertina, di una pubblicità, di un murales, di qualsiasi forma di espressione figurativa.
Ma a parte il suo indiscusso valore artistico, a nostro avviso, nelle centinaia di copertine di Maigret, Pintér ha saputo esprimere come nessun altro i tratti del commissario, le atmosfere delle sue inchieste, i particolari e i dettagli (quelli che poi ritroviamo nelle indagini del commissario). Quelle sue macchie di colore, quei suo tratti semplici, a tratti addirittura scarni, quell'essenzialita di certi suoi disegni ci riprtano alla mente la sintesi e la semplicità del linguaggio che Simenon usava nelle sue opere. Per chi ama le curiosità, vorremmo poi qui accennare ad una coincidenza di date. Infatti Pinter nasce nel 1931, proprio l'anno in cui nasce il personaggio del commissario Maigret, lanciato da Simenon a Parigi con il famoso Bal Anthropométrique...
Insomma, come abbiamo scritto nel titolo, davvero sentiamo Pinter come la forma e i colori di questo Simenon-Simenon.
Proprio per questo da oggi abbiamo deciso di fare un nostro piccolo tributo a Pinter, dedicandogli uno spazio specifico con un link al suo sito ufficiale. Un modo di ringraziare questo nostro "incosapevole" collaboratore, che ci permette di qualificare graficamente il nostro blog e di ricevere dei complimenti che noi idealmente ogni volta gli giriamo. Perchè se Simenon-Simenon piace anche esteticamente a non poche persone, il merito é nella maggior parte suo... di Ferenc Pinter.
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