Lo abbiamo presentato, lo abbiamo visto, ne abbiamo parlato il giorno dopo (vedi Il "Secolo Simenon" tutto in una notte). Ci riferiamo a "Le siècle de Simenon", documentario di Pierre Assouline, trasmesso il 23 febbraio da Arte, (la televisione cuturale franco-tedesca). Un vera chicca per tutti gli appassionati, che è andata in onda in una serata tutta dedicata a romanziere, in cui è stato trasmesso anche il film L'horologer de Saint-Paul di Bertrand Tavernier (1974) interpretato da Philppe Noiret e Jean Rochefort, tratto dal romanzo L'horloger d'Everton (1954). Serata eccezionale, dunque, che però non tutti hanno potuto vedere. Adesso, grazie all'I.N.A. - Institut National de l'Audiovisuel della Francia, siamo in grado di proporne un brano ai nostri lettori. Circa cinque minuti (degli oltre cinquanta in totale) di un programma in cui si documenta magistralmente l'uomo, lo scrittore, la sua opera, la vita... il suo secolo, dietro cui si intuisce subito la mano di Assouline, uno dei massimi esperti simenonologi e si riconosce lo standard di Arte, un'emittente televisiva che in Italia ci sogniamo ad occhi aperti.
mercoledì 19 marzo 2014
martedì 18 marzo 2014
SIMENON SIMENON. MA C'E' DAVVERO UN "DOTTOR MAIGRET" ?
Il 5 giugno del 1968 Simenon partecipa ad un incontro divenuto famoso: si sottopone ad una specie di seduta psicoanalitica da parte di cinque medici, tra cui dei psicanalisti, i quali avevano intenzione di sondare le regioni più profonde dell'animo creativo dello scrittore e di analizzare molti sui comportamenti connessi appunto alla sua attività di romanziere. Di questo incontro Simenon-Simenon si è ovviamente già occupato (vedi ad esempio il post Simenon e Maigret in mano agli psichiatri). Ma questa volta quello che ci interessa è ciò che in questa inconsueta sede Simenon dice sulla sua creatura.
La discussione verteva sul romanzo Anneaux de Bicêtre in cui secondo gli specialisti di Médicine et Hygiène (una rivista medica svizzera che in quei giorni voleva festeggiare con questa "intervista" i suoi 25 anni di uscita), il romanziere descrive spendidamente il rapporto tra medico e paziente e sottolinea l'importanza dell'intesa morale anche per la guarigione da una malattia organica.
Nel corso della sua risposta Simenon ricorda cha già da adolescente si chiedeva: ...perchè non esiste un dottore che sia allo stesso tempo medico del corpo e medico della mente? Insomma un medico che conosca l'individuo, la sua età, il suo fisico, le sue possibilità e che possa consigliarlo se deve indirizzarsi in un verso piuttsto che in un altro? Insomma gà prefiguravo una sorta di medicina psicosomatica... ed è con questo spirito che ho creato il personaggio di Maigret. Perchè è quello che fà Maigret, e perciò è stato necessario che Maigret abbia fatto due o tre anni di medicina (all'università). Bisognava che albergasse in lui anche un po' di sensibilità medica. E Maigret per me è un accomodatore di destini. E' l'equivalente di quelli che passano per la strada e aggiustano sedie e suppellettili..."
E poi si arriva alla questione del "comprendere e non giudicare".
"...e' per questo che non volevo che avesse una parte di medico e una di confessore. Perchè credo che sia il medico stesso a dover essere nel medesimo tempo sia medico che confessore...".
lunedì 17 marzo 2014
SIMENON SIMENON. CHEZ GEORGES E TIGY: PARTY, NOTTI BRAVE E... SCRITTURA
Chez Simenon. Nel 1927 Georges e Tigy si erano appena trasferiti nell'appartamento al 21 di Places des Vosges. Iniziavano a girare i primi soldi e i coniugi Simenon avevano arredato la loro casa all'ultima moda e davano feste e party cui partecipavano artisti, pittori amici di Tigy, scrittori agli inizi come Georges e gente del mondo dello spettacolo. L'appuntamento di prassi era quindi chez Simenon che organizzavano feste che duravano fino all'alba. Queste foto documentano alcuni momenti di queste riunioni. Le fotografie, che sono tratte dal libro Simenon-Album de Famille (Presses de la Cité - 1989), erano di proprietà di Tigy. Si tratta di scatti assai rari, che documentano gli anni giovanili dei due.
Questi stravizi da nottambulo, non impedivano a Simenon di rispettare il suo ruolino di marcia per quanto riguardava la scrittura. In quel periodo usava una ventina di pseudonimi con cui firmava romanzi brevi, racconti, feuilleton sui giornali o storie per libretti popolari. Era diventato famoso presso i vari editori con cui lavorava, per la velocità di scrittura e la precisione di consegna. Ma un'altro punto a suo favore era la versatilità. Scriveva racconti sentimentali, romanzi d'avventura, reportage di viaggi mai avvenuti, intricate storie poliziesche... Arrivava l'ordine: "... tot righe di un romanzo breve, di argomento amoroso, consegna tra una settimana...".
E il giovane Simenon, allora nemmeno venticinquenne, si buttava a capofitto e scriveva.... scriveva... Quelli erano i tempi in cui arrivava a redigere fino a ottanta pagine al giorno. Si dice che in certi momenti fosse arrivato a radunare nel suo studio tre segretarie dattilografe che battevano tre diverse storie che lui dettava praticamente in contemporanea, pur di rispettare i tempi.
E all'epoca in cui dava queste feste, nel suo salone dove troneggiava un modernissimo bar all'americana che era il suo vanto e la meraviglia dei suoi ospiti. Comunque Simenon, che faceva baldoria con gli invitati fino alle ore piccole, la mattina verso le sei era invece già sveglio. E mentre sui divani o sui tappeti alcuni ospiti smaltivano sbornie e stravizi della notte brava, lui era già lì a picchiettare sui tasti della sua macchina da scrivere immerso in un pericoloso viaggio nella Terra del Fuoco, o invischiato in qualche tormento amoroso oppure coinvolto in una selvaggia lotta contro il terribile criminale di turno.
Questi stravizi da nottambulo, non impedivano a Simenon di rispettare il suo ruolino di marcia per quanto riguardava la scrittura. In quel periodo usava una ventina di pseudonimi con cui firmava romanzi brevi, racconti, feuilleton sui giornali o storie per libretti popolari. Era diventato famoso presso i vari editori con cui lavorava, per la velocità di scrittura e la precisione di consegna. Ma un'altro punto a suo favore era la versatilità. Scriveva racconti sentimentali, romanzi d'avventura, reportage di viaggi mai avvenuti, intricate storie poliziesche... Arrivava l'ordine: "... tot righe di un romanzo breve, di argomento amoroso, consegna tra una settimana...".
E il giovane Simenon, allora nemmeno venticinquenne, si buttava a capofitto e scriveva.... scriveva... Quelli erano i tempi in cui arrivava a redigere fino a ottanta pagine al giorno. Si dice che in certi momenti fosse arrivato a radunare nel suo studio tre segretarie dattilografe che battevano tre diverse storie che lui dettava praticamente in contemporanea, pur di rispettare i tempi.
E all'epoca in cui dava queste feste, nel suo salone dove troneggiava un modernissimo bar all'americana che era il suo vanto e la meraviglia dei suoi ospiti. Comunque Simenon, che faceva baldoria con gli invitati fino alle ore piccole, la mattina verso le sei era invece già sveglio. E mentre sui divani o sui tappeti alcuni ospiti smaltivano sbornie e stravizi della notte brava, lui era già lì a picchiettare sui tasti della sua macchina da scrivere immerso in un pericoloso viaggio nella Terra del Fuoco, o invischiato in qualche tormento amoroso oppure coinvolto in una selvaggia lotta contro il terribile criminale di turno.
domenica 16 marzo 2014
SIMENON SIMENON. IL MAIGRET FRANCESE NON BUCA LO SCHERMO DE LA7
Non sembri accanimento e neppure un sorta di attesa al varco. E' che nel panorama delle tanti emittenti televisive nostrane, quella de LA7 è l'unica tv dove gli italiani possono guardare Maigret in prima serata del sabato.
Qualcuno dirà che è frettoloso dare giudizi dopo solo tre puntate, altri potrebbero dire che il buongiorno si vede dal mattino e se una serie parte male...
Intendiamo, non vogliamo qui entrare nel merito di un prodotto televisivo francese che conta più di 50 episodi e che in patria è durato oltre dieci anni. E non è un giudizio di merito nei confronti dell'attore Bruno Crémer, che può vantare un curriculum recitativo di tutto rispetto.
La nostra è una semplice e obiettiva registrazione delle performance di questo Maigret che ieri sera, al terzo appuntamento, si è fermato a 494.000 spettatori e ha segnato l'1,99% di share. I risultati della seconda puntata erano stati di 563.000 spettatori e del 2.41% di share e quindi in lieve aumento rispetto a quelli dell'esordio con 514.000 spettatori e il 1,98% di share.
Insomma siamo al disotto del debutto e la ripresina della seconda puntata sembre essersi subito spenta.
Conclusioni? Staremo a vedere. Queste cifre sembrano indicare che questo Maigret non ha un sufficiente appeal per sedurre i telespettatori. Ma d'altronde anche noi italiani abbiamo avuto un Maigret fallimentare, quello del 2004 di Mediaset, interpretato dal pur bravissimo Sergio Castellitto, affiancato da Margherita Buy, (durò solo un paio di puntate). Ma non c'era feeling, ma lì c'era una scelta del protagonista che, fatta salva la professionalità dell'attore, non rispettava alcuni fondamentali tratti del personaggio.
Crémer è stato un Maigret molto amato dai francesi e la serie ebbe un certo successo (non sarebbe altrimenti durata per 54 episodi), ma sembra che la scintilla con il pubblico italiano (che pure lo conosceva per averlo già visto sul Rai 3 e Rete 4), non riesce, almeno per ora, a scoccare.
sabato 15 marzo 2014
SIMENON SIMENON. DI NUOVO A CANNES... CON "LA CHAMBRE BLEUE" DI AMALRIC?
La voce è apparsa ieri sul quotidiano ingese The Guardian. Il film che l'attore regista Mathieu Amalric sta preparando da luglio dello scorso anno, sembra che possa essere una delle pellicole invitate a rappresentare i colori francesi alla prossima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes.
Il realizzatore ha sempre dichiarato, che si sarebbe trattato di un film low-budget, girato in tempi serrati e in distribuzione ad aprile. Quindi arrivare a sfilare sulla Croisette, sarebbe una meta forse inattesa e sorprendente.
La scelta di Amalric (di cui abbiamo già parlato in un precedente post) è caduta su uno dei romanzi più intensi di Simenon, scritto esattamente cinquant'anni fa, e che racconta in modo molto particolare la storia struggente di un adulterio.
Anche secondo il quotidiano francese Paris Match, il film di Amalric potrebbe essere inserito tra i titoli francesi nella selezione per il 67° Festival di Cannes. La notizia ha poi attraversato l'oceano Atlantico ed è approdata sui siti specializzati in cinematografia del sud America dove si riprende e si commenta questa, che per ora, rimane però solo una voce.
venerdì 14 marzo 2014
SIMENON SIMENON. FLASH DA UN FESTIVAL DEL CINEMA DEGLI ANNI '60
Gli ingredienti ci sono tutti. Una tarda primavera sulla Côte d'Azur. Un anno favoloso come il 1960. Un festival del cinema internazionale popolato di grandi star. Una incatevole cittadina del sud francese come Cannes.
Sembrano gli ingredienti giusti per un film. E invece non è nemmno un libro, ma dei flash di un evento mondano che Simenon visse da protagonista, essendo il presidente della giuria di quell'edizione del Festival Internazionale del Cinema.
Abbiamo tratto alcuni di questi flash da "Mémoires intimes" (1981) del romanziere e dalle cronche del tempo.
Non tutti i nomi della giuria diranno qualcosa agli spettatori d'oggi (a meno che non siano cinefili accaniti). Iniziamo dall'unico italiano, quel Diego Fabbri che di lì a quache anno avrebbe portato in Italia l'idea di un Maigret televisivo e ne avrebbe steso la sceneggiatura. I francesi facevano la parte del leone: l'attrice Simone Renant, il regista Marc Allégret, il compositore musicale Maurice Le Roux e il critico Louis Chauvet. Poi lo scrittore americano Henry Miller, già amico di Simenon. E quindi uno scrittore giapponese, Hidemi Ima; un regista sovietico, Grigori Kozintsev; un critico tedesco, Max Lippmann e uno scrittore argentino, Ulysses Petit de Murat.
I registi in concorso erano nomi già più noti. e molto noti diveranno i film che presentarno in quel 1960. Lo spagnolo Carlos Saura con I Monelli, l'americano Vincente Minelli con A casa dopo l'uragano, il francese François Reichenbach con L'America insolita, l'inglese Peter Brook con Moderato Cantabile, il francese Jacques Brecker con Il buco, l'americano Jules Dassin con Mai di domenica, l'italiano Michelangelo Antonioni con L'avventura, altro italiano, Federico Fellini con La dolce vita, l'ispano-essicano Luis Buñuel con Violenza per una giovane, lo svedese Ingmar Bergam con La fontana della vergine.
Simenon e la moglie Denyse, erano una coppia famosa, ma al cospetto delle star internazionali, in un contesto cinematografico, non erano certo i primi nel mirino dei media.
Questo non dispiaceva a Georges, ma madava in crisi sua moglie, che pensava di essere ventuta a fare la... first lady, in quanto moglie del presidente della giuria. Figurarsi quando, dopo toilette lunghe e defatiganti, si vedeva snobbata da giornalisti e fotografi che puntavano la loro attenzione su gente come Anita Ekberg, Max Von Sydow, Jeanne Moreau Robert Mitchum, Catherine Spaak, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Philippe Leroy, Anouk Aimée...
Ricorda Simenon "...c'é folla anche davanti all'ascensore per veder uscire le star internazionali che hanno ingaggiato tra loro una sorta di gara a chi apparirà per ultima. Impiego due o tre sere a capire che D. fà di tutto per essere appunto l'ultima...".
L'ambiente era su di giri... tutte le sere faceva la sua entrée spettacolare la Begum, moglie dell'Aga Khan, le staffette in alta uniforme che precedevano il prefetto di Monaco, feste, ricevimenti, buffet, dove ovviamente Denyse fà di tutto per essere il prima fila. "...La proiezione serale ha inizio alle nove e mezzo. Smoking e abito da sera sono d'obbligo. D. inizia a prepararsi fin dalle sette... parrucchiere... truccatrice... manicure... Tutto si svolge nella camera da letto della nostra suite e embra una scena di un film hollywoodiano... - Georges, comincia a scendere! Aspettami giù. La tua impazienza mi innervosisce e mi fa perdere tempo...".
A Cannes Simenon fà la conoscenza di Fellini e di sua moglie. Sarà un legame che andrà sempre più stringendosi e che inizia proprio lì con la vincita della Palma d'Oro de La dolce vita che lo scrittore sponsorizza con tutte le sue forze, anche contro certe pressioni della direzione del festival.
Benché fosse scoppiata una furiosa polemica sulla scelta del film vincitore, non mancò una serata di gala, con festeggiamenti inesorabilmente innaffiati da fiumi di champagne, starlette in toilette da sera che si tuffano in piscina, improbabili personaggi che arivano nella hall a cavallo... Insomma una vera e propria atmosfera felliniana, una trasposizione della dolce vita a Cannes... E intanto Simenon e Fellini fraternizzavano.
Per saperne di più
• Simenon. A Cannes è lui il presidente
• Simenon. Spese pazze per M.me Denyse per il festival di Cannes
• Simenon-Fellini, attrazione fatale
giovedì 13 marzo 2014
SIMENON SIMENON. SCRIVERE SÌ, MA ANCHE SCATTARE E FARSI FOTOGRAFARE
Oggi s'inaugura ad Istanbul, in Turchia (a Notre Dame de Sion), una mostra di fotografie di Simenon di cui abbiamo già parlato qualche giorno fa' (vedi Lo scittore in mostra con le sue... foto!). L'archivio degli scatti da lui effettuati durante i suoi viaggi intorno al mondo è ben fornito, sembra siano circa tremila foto. Questo non deve stupire perchè l'attenzione dello scrittore alla fotografia come complemento del testo è sempre stata molto viva. Per esempio basti pensare alle copertine fotografiche che Simenon stesso volle imporre al suo editore Fayard per la prima serie dei Maigret. In questo caso la copertina fotografica consisteva in una sovraccoperta che prendeva il frontale, la costa e il retro della copertina. Un'unica foto faceva da sfondo per titoli, nome dell'autore, dell'editore e quant'altro. Era una soluzione editoriale che fino allora nessun editore aveva adottato e, se non si può dire che fece il successo dei Maigret, attrasse però l'attenzione (come d'altronde aveva fatto il Bal Anthropométrique) sulla serie e sul personaggio. E l'efficacia di tale soluzione viene testimoniata da quegli editori che si affrettarono a copiarla da Ventillard adirittura a Gallimard (per la serie "Chefs-d'oeuvre du roman d'aventure").
Simenon aveva una certa cultura fotografica anche grazie alla frequentazione degli atelier dei propri amici fotografi, come Germaine Krull. Con questa in particolare Simenon si lanciò in un'avventura non granchè fortunata: quella del romanzo foto-testo, La folle d'Itteville, in cui lui aveva scritto la vicenda che era illustrata con numerose fotografie della sua amica (vedi il nostro post Se testo e immagine s'incontrano).
E poi, al di là delle foto scattate da lui, va considerato il numero impressionante di foto che furono scattate a Simenon (soprattutto quellle con la sua complicità), in un'epoca che non era ancora proprio quella dell'immagine (fotografica, televisiva o cinematografica). Ma la sua attenzione a che fossero documentati momenti di vita, atteggiamenti, luoghi in cui si trovava, non testimonia solo il suo grado di vanità. Dimostra che aveva capito come l'immagine fosse importante nella comunicazione e come la sua faccia, la sua pipa, i suoi cappelli fossero elementi fondanti per quell''immagine che poi doveva rimanere impressa nell'imaginario collettivo.
Simenon aveva una certa cultura fotografica anche grazie alla frequentazione degli atelier dei propri amici fotografi, come Germaine Krull. Con questa in particolare Simenon si lanciò in un'avventura non granchè fortunata: quella del romanzo foto-testo, La folle d'Itteville, in cui lui aveva scritto la vicenda che era illustrata con numerose fotografie della sua amica (vedi il nostro post Se testo e immagine s'incontrano).
E poi, al di là delle foto scattate da lui, va considerato il numero impressionante di foto che furono scattate a Simenon (soprattutto quellle con la sua complicità), in un'epoca che non era ancora proprio quella dell'immagine (fotografica, televisiva o cinematografica). Ma la sua attenzione a che fossero documentati momenti di vita, atteggiamenti, luoghi in cui si trovava, non testimonia solo il suo grado di vanità. Dimostra che aveva capito come l'immagine fosse importante nella comunicazione e come la sua faccia, la sua pipa, i suoi cappelli fossero elementi fondanti per quell''immagine che poi doveva rimanere impressa nell'imaginario collettivo.
mercoledì 12 marzo 2014
SIMENON SIMENON. MA QUALI MAIGRET SONO USCITI IN RACCOLTA?
Visto le numerose richieste che ci sono giunte, vorremmo fare una sorta di riassunto delle raccolte delle inchieste del commissario Maigret che fin qui sono state pubblicate. Sono tre, ognuna composta da cinque romanzi che però non seguono l'originale ordine cronologico di uscita. Qui di seguito ve li elenchiamo, citando anche il quarto che però non è tato ancora editato e dovrebbe uscire in libreria verso la fine di maggio.
• I Maigret 1
Pietr il Lettone, Il cavallante della «Providence», Il defunto signor Gallet, L’impiccato di Saint-Pholien, Una testa in gioco
• I Maigret 2
Il cane giallo, Il Crocevia delle Tre Vedove, Un delitto in Olanda, All’Insegna di Terranova, La ballerina del Gai-Moulin
• I Maigret 3
La balera da due soldi, L'ombra cinese, Il caso Saint-Fiacre, La casa dei fiamminghi, Il porto delle nebbie,
• I Maigret 4 (in uscita a fine maggio 2104)
Il pazzo di Bergerac, Liberty Bar, La chiusa n. 1, Maigret, I sotterranei del Majestic
martedì 11 marzo 2014
SIMENON SIMENON. L'UOMO CHE NON ERA MAIGRET
Ecco un video particolare che vogliamo proporre oggi. Si tratta di un documentario realizzato nel 2003 in cui Georges Simenon parla di sè, delle sue opere, del suo metodo creativo, inframmezzto di brani cinematografici e televisivi tratti dalle sue opere.
lunedì 10 marzo 2014
SIMENON SIMENON. QUANDO SI SPENSE LA PIPA DI GEORGES
Torniamo con la nostra celebrazione
dei 25 anni dalla scomparsa di Simenon.
Questa volta ci occupiamo di quello che
il 7 settembre 1989 il quotidiano "La Repubblica"
dedicò allo scrittore.
Fà parte di quelle testimonianze
che ogni tanto abbiamo dato e che
continueremo a dare nel corso dell'anno
per ricordare e capire come in quel momento
fu accolta la morte di Simenon dai quotidiani italiani e stranieri.
E' il paginone centrale de La Repubblica, quello dedicato alla cultura, che titola le due pagine affiancate: "Si è spenta la pipa di Simenon". Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, di cui era allora direttore, affida il pezzo di apertura a Corrado Augias, il cui titolo recita "Un Maigret con i miliardi", dove afferma "...ha dato al nostro secolo 225 o forse 246 romanzi (sulla cifra esatta esistono contrastanti opinioni) quasi tutti di eccellente qualità. Alcuni addirittura dei capolavori... Con la gente comune non si fanno grandi romanzi; neanche grandi romanzi polizieschi. E infatti la sua abilità di costruttore di plot sta nel far trovare questa gente comune proiettata di colpo in una vicenda che la supera, scagliandola al di là del destino che si credeva stabilito per lei. E nel fargli toccare il fondo di questa condizione inattesa...".
Augias, dopo aver ripercoro le tappe più significative della vita del romanziere, chiude accennando al suo essere, in fin dei conti, un borghese proprio come Maigret, ma purtroppo, secondo lui, rovinato, come uomo, dai troppi miliardi che il suo successo di scrittore gli aveva procurato. Sulla pagina di destra, Irene Bignardi ci parla de "L'uomo dai cento volti", riferendosi ai tanti attori che hanno interpretato il celebre commissario in televisione e al cinema, ma trattando anche delle numerose pellicole tratte dai romanzi di Simenon. In un riquadro centrale in basso senza titolo, vengno passati in rassegna i titoli più famosi e popolari dei romanzi e dei Maigret.
dei 25 anni dalla scomparsa di Simenon.
Questa volta ci occupiamo di quello che
il 7 settembre 1989 il quotidiano "La Repubblica"
dedicò allo scrittore.
Fà parte di quelle testimonianze
che ogni tanto abbiamo dato e che
continueremo a dare nel corso dell'anno
per ricordare e capire come in quel momento
fu accolta la morte di Simenon dai quotidiani italiani e stranieri.
E' il paginone centrale de La Repubblica, quello dedicato alla cultura, che titola le due pagine affiancate: "Si è spenta la pipa di Simenon". Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, di cui era allora direttore, affida il pezzo di apertura a Corrado Augias, il cui titolo recita "Un Maigret con i miliardi", dove afferma "...ha dato al nostro secolo 225 o forse 246 romanzi (sulla cifra esatta esistono contrastanti opinioni) quasi tutti di eccellente qualità. Alcuni addirittura dei capolavori... Con la gente comune non si fanno grandi romanzi; neanche grandi romanzi polizieschi. E infatti la sua abilità di costruttore di plot sta nel far trovare questa gente comune proiettata di colpo in una vicenda che la supera, scagliandola al di là del destino che si credeva stabilito per lei. E nel fargli toccare il fondo di questa condizione inattesa...".
Augias, dopo aver ripercoro le tappe più significative della vita del romanziere, chiude accennando al suo essere, in fin dei conti, un borghese proprio come Maigret, ma purtroppo, secondo lui, rovinato, come uomo, dai troppi miliardi che il suo successo di scrittore gli aveva procurato. Sulla pagina di destra, Irene Bignardi ci parla de "L'uomo dai cento volti", riferendosi ai tanti attori che hanno interpretato il celebre commissario in televisione e al cinema, ma trattando anche delle numerose pellicole tratte dai romanzi di Simenon. In un riquadro centrale in basso senza titolo, vengno passati in rassegna i titoli più famosi e popolari dei romanzi e dei Maigret.
Iscriviti a:
Post (Atom)