sabato 25 aprile 2015
SIMENON SIMENON. L'ANDAMENTO CIRCOLARE DELL'OPERA SIMENONIANA... SOSTIENIAMO NOI
"A quale genere appatengono i romans durs? Ad una classe ibrida, all'incrocio del psicologio e del poliziesco. E a quale tipologia avvicinare la serie dei Maigret? Per un lato al romanzo di enigma, per un altro al romanzo noir. Ma ancora... queste classificazioni proposte come un esempio non possono portare a nulla di soddisfacente, se non alla convinzione che occorre esaminare un tale universo come una unica chiave, senza mai cercare di strumentalizzare l'analisi, nonostante essa si attagli, come dicono alcuni, a un autore popolare...! (Georges Simenon: De Maigret aux romans de la destinée - CEFAL 1994)
Così scriveva più di vent'anni fa' Alain Bertrand e siamo sempre sulla questione più volte posta, se e quanta differenza esista tra i romans-durs e la serie dei Maigret.
Adesso vorremmo intraprendere una analisi un po' spericolata che potrebbe far rizzare i capelli in testa non solo agli accademici e agli studiosi più accreditati, ma anche ai lettori più accaniti.
Per capirci bene, dobbiamo fare necessariamente un passo indietro per spiegare questa teoria che chiameremo dell'andamento circolare dell'opera simenoniana. Il passo indietro fino al periodo della letteratura popolare è necessario per aver un sguardo completo del feneomeno Simenon diciamo grosso moda dalla metà degli anni venti fino agli anni settanta. Stiamo parlando di quel mezzo secolo in cui lo scrittore come si dice ormai quasi dappertutto inizia dal periodo della letteratura alimentare, quella che gli veniva commissionata e che toccava moltissimi generi, il Simenon popolare (questa l'etichetta che gli avevavano appioppato) che scriveva ottanta pagine al giorno (quantità e quindi non qualità...dicevano). Il secondo periodo è quello dei Maigret, le prime opere in cui Simenon ci metteva la faccia (cioè firmava con il suo vero nome e cognome) in cui decideva non solo temi, vcende e personaggi, ma con il quale creava una nuova tipologia di giallo, o poliziesco che dir si voglia. Periodo di grandi soddisfazioni, in cui la sua fama cresce enormente, e dove si crea un'altra etichetta quello dello scrittore di polizieschi. E poi la terza fase, quella dello scrittore di romans-durs, quello amato da Gide, ad un passo dal Nobel e universalmente riconosciuto dalla critica... senza più etichette
Secondo una visione diversa invece pensiamo alla "carriera" letteraria di Simenon considerandola come una sorta movimento circolare. Nel periodo dell'apprendistato certo la sua caratura letteraria non era quella della maturità, ma le ordinazioni che riceveva di vari editori lo costringevano a confrontarsi con i più disparati generi letterari e nelle forme più diverse (racconto, romanzo, romanzo breve...). Simenon affema che si trattava un periodo di apprendimento (ed è indubbio), ma riteniamo che fosse anche un momento congeniale alla sua capacità narrativa, quella di spaziare tra temi e toni diversi, di passare dal "più leggero" al "più drammatico", con nel mezzo tutta la gamma di possibili sfumature e anche con moduli espressivi differenti.
Poi ci fu il periodo della specializzazione: il poliziesco seriale di nuovo tipo rispetto al precendente e poi i romans-durs, ma dalla fine degli anni quaranta se osserviamo l'interezza della produzione simenoniana, non troviamo solo i Maigret e i romans-durs (che avevano temi, ambientazioni e impostazioni assai diverse tra loro), ma anche opere autobiografiche, saggi, articoli, reportage di viaggio, racconti. Insomma Simenon, per quanto si definisse un romanziere che viveva scrivendo solo romanzi, in realtà spaziava su un ventaglio di opere molto diverse tra loro, un po' come gli succedeva quando all'inizio doveva rispondere alle più differenti richieste degli editori. E allora, con i dovuti distinguo, Simenon nella maturita letteraria torna praticamente a fare quel che faceva ai suoi inizi.
Certo con risultati diversi e non dovendo rispondere nessuno (lasciò Gallimard per Presses de La Cité anche per poter "comandare" nella casa editrice che pubblicava le sue opere!).
Ma questa idea dell'andamento circolare, forse varrà la pena di approfondirla (ma anche criticarla!)... e speriamo sia uno spunto "utile" al dibattito sulla narrativa simenonian.
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Pour ma part, j'aime bien "questa idea dell'andamento circolare" dans l'oeuvre de Simenon, parce que, d'abord, Simenon n'était pas un écrivain qui "se posait en écrivain", autrement dit qui voulait donner de lui une image "littéraire". Non, en fait, c'était quelqu'un qui ressentait, même "physiquement" le besoin d'écrire, de s'exprimer par les mots, et finalement, qu'il écrive des contes légers, des romans durs, des Maigret ou des textes autobiographiques, peu importe: il sentait qu'il avait quelque chose à dire, et il le disait à travers l'écriture. La preuve la plus évidente, c'est qu'au lendemain de sa décision de ne plus écrire de romans, il s'achète un magnétophone pour dicter ses pensées, et qu'il finit par accepter de publier ses Dictées, sûr qu'il trouvera des lecteurs intéressés à ce qu'il dit. Une autre preuve, c'est le nombre incalculable d'interviews qu'il a données: il avait ce besoin de s'exprimer sur son écriture, sur lui-même et sur le monde. Je pense qu'il aurait pu utiliser n'importe quel "média" pour cela, et qu'il s'il avait vécu actuellement, il aurait sûrement employé nos médias modernes, comme les blogs et les autres communications d'internet.
RispondiEliminaMais cette "idea dell'andamento circolare" est aussi vraie parce que finalement, il n'y a pas une immense différence entre ses divers écrits (mis à part, peut-être - et encore !- les Dictées, car les autres textes autobiographiques sont proches aussi de ses oeuvres fictionnelles, par exemple Quand j'étais vieux ou les Mémoires intimes), et, comme Maurizio l'a déjà écrit souvent sur ce blog, les romans Maigret se rapprochent de plus en plus des "romans durs", reprenant les mêmes thématiques, et parfois même, il arrivera que Simenon développe dans un Maigret un sujet qu'il n'est pas arrivé à traiter dans un roman dur (c'est le cas de Maigret et les vieillards). Les Maigret de la dernière période des Presses de la Cité ne sont plus vraiment des romans "policiers" au sens strict du terme, et ils mettent surtout le focus sur des thèmes qui sont essentiels dans les interrogations de Simenon: la responsabilité de l'Homme, la limite de la justice des hommes, la réelle culpabilité des meurtriers, etc.
concordo che i maigret dell ultimo periodo trattano temi che esulano spesso dal genere poliziesco,io definirei simenon un romanziere"tout court"insomma uno scrittore "a tutto tondo"
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