domenica 22 marzo 2020

SIMENON SIMENON "REPORT". SIMENON AL BISTROT : "LA VITA É TROPPO ESUBERANTE QUI"



Il Fatto Quotidiano - 20/03/2020 - Alessandro Ferrucci - [...] Questione di tatto, classe, capacità, intuito, orecchio, padronanza della vita. Chissà. Però c’ è un dato: nell’ epoca dei social, della sintesi, del linguaggio a spot, Georges Simenon negli anni Quaranta era in grado di racchiudere un romano in pochissime righe, di lanciare delle suggestioni con garbate pennellate costruite con tecnica sopraffina. Anche la sola ultima frase, “ Non osa pranzare in questo bistrot, dove la vita si manifesta con troppa esuberanza” , è già un racconto in sé, dove è possibile chiudere gli occhi e immaginare (o viaggiare) verso altri lidi, sentire l’odore del luogo, il chiasso, l’ atteggiamento distante del protagonista, il desiderio di manifestare fastidio per una realtà volutamente lontana da lui. Questo è Simenon, è unico, come è un gioiello anche l’ ultimo libro uscito per Adelphi, Il signor Cardinaud , piccolo in quanto a spessore (136 pagine) ma grande per la costruzione della vicenda; un condensato di generi, stili, tecniche: c’ è il giallo (la scomparsa di una donna), il romanzo (il rapporto tra il marito e la donna stessa), una sceneggiatura quasi pronta (tempo dopo ne hanno tratto un film, Sangue alla testa (con Jean Gabin protagonista) e anche un piccolo trattato di sociologia, sulla provincia francese nei primi anni Quaranta del novecento...>>>

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