lunedì 1 ottobre 2012

SIMENON IL MONDO FUORI... DALLA FINESTRA

Sappiamo che quell'attitudine ad osservare gli altri, a spiarne i comportamenti, a coglierne anche i più rapidi e apparentemente insignificanti gesti, era un'abitudine connaturata allo scrittore. Che si trovasse in un gala, magari in suo onore, che stesse in qualche sperduto angolo del mondo durante uno dei suoi viaggi, che avesse davanti un contadino o André Gide, Simenon non smetteva mai di osservare, registrare mentalmente e incasellare in quella prodigiosa memoria di cui godeva, per poi ritirare fuori quei ricordi al momento giusto quando scriveva i suoi romanzi o le inchieste del commissario Maigret.
E a questo proposito c'è un oggetto che è un po' l'emblema dell'osservare, dello spiare, del guardare magari senza essere visti che è la finestra. E non solo è spesso un elemento importante, soprattutto nei Maigret, ma è anche un termine che talvolta ritrovamo anche nei titoli.
Potremmo citare La Fenêtre ouverte, uno dei racconti che fa parte della raccolta Les nouvelles énquetes de Maigret (Gallimard - 1944). In un poliziesco una finestra aperta significa l'intrusione di qualcuno oppure la sua fuga. Ma è anche il posto da cui un testimone può aver visto qualcosa d'importante per le indagini. Oppure un passante può aver colto un movimento, una persona dietro una finestra aperta che può indirizzare la polizia in un senso o in un altro.
Ma questo "buco nel muro", che spesso cela colui che guarda, ha anche un significato simbolico. E' il passaggio attraverso cui una vita si allaccia ad un altra e non solo per amore. Qui ad esempio potremmo citare La Fenêtre des Rouet, un romans-dur del '45 (Editions de La Jeaune Parque), che permette ad una zitella isolata e maniacale di entrare in contatto con la vita di una donna, che è totalmente il suo opposto, di essere testimone di un omicidio e di introdursi in un'altra vita. Le volets verts, un'altro romanzo, (Presses de La Cité -1950), qui non è proprio una finestra, ma la caratteristica di una casa, che è il sogno del protagonista, come lo era della sua prima moglie. Una casa con le persiane verdi significherebbe quella sicurezza e quella serenità che invece rimarrà solamente un sogno.
E perché un a casa dalle persiane verdi, invece che dal tetto rosso, o dal cancello blu? Forse perché lepersinae presuppongono delle finestre e le finestre fanno respirare la casa: permettono alla vita di fuori di entrare con i suoi odori, i suoi rumori, la sua vivacità e consentono alla casa di buttar fuori i cattivi umori, l'aria pesante, le atmosfere cupe. Una casa allegra, serena ha tutte le finestre aperte, quando invece sono tutte chiuse, si nasconde qualcosa di tragico e di drammatico.
Ma torniamo alle finestre simenoniane. Anche in tarda età, quando ormai produceva solo Dicteés  troviamo Au delà de ma porte-fenêtre, del 1978, (Presses de La Cité) dove un Simenon ormai settantacinquenne esterna i suoi pensieri e le sue riflessioni su quel mondo che prima lo vedeva protagonista insieme a Jean Gabin, Fellini, Sven Nielsen, Colette, Gide, Queneau, ma che ora rimane lì fuori e da cui è separato appunto da una porta-finestra, simbolo di quella cortina che nella vecchiaia porta spesso all'isolamento.
I vecchi stanno alla finestra e guardano il mondo, mentre il tempo scorre.
In questa nostra succinta rassegna non poteva mancare un romanzo che pur non avendo nel titolo la parola finesta, dà a questo elemento un ruolo importante. Si tratta di Les gens d'en face (Fayard) edito nel 1932, uno dei primi roman-durs di Simenon, dove racconta la storia di un console che va a svolgere il suo ruolo in Russia e lì si ritrova non solo isolato da un ambiente un po' ostile, ma addirittura spiato da una famiglia che abita in una casa di fronte a lui. E dietro le finestre gli occhi di qualcuno che lo spia e che cambierà il suo destino.

2 commenti:

  1. anche maigret alcune volte ci ci viene fatto sapere che sta alla finestra..ad esempio si interessa al caso direttamente da casa sua in "un noel de maigret"

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  2. oggi non ero sicuro se fosse il libro giusto..comunque ho controllato ed anche maigret s amuse inizia con la descrizione di una scena che il commissario vede dal suo appartamento di boulevard richard lenoir

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