Sto rileggendo, in questi giorni, quello
che, a mio avviso, è uno dei più straordinari e suggestivi romanzi di Georges
Simenon: Maigret sotto inchiesta
(Oscar Mondadori, 1973; titolo originale: Maigret
se défend).
A parte per la bella copertina di Ferenc
Pintèr – che ritrae un Maigret con la pipa in bocca, la testa reclina sul
petto, le mani dietro la schiena che stringono un fascicolo, sullo sfondo di
una porta chiara, da cui fa capolino il “moccioso” Prefetto di Polizia –, il romanzo
si fa apprezzare anche per l’accurata traduzione di Elena Cantini, sicuramente
una delle più importanti ed esperte traduttrici delle opere di Simenon,
segnatamente dei romanzi incentrati sulle inchieste del famoso commissario del
Quai des Orfèvres.
Io penso che la bontà degli scritti del
Nostro (per chi ovviamente non legga dal francese) dipenda, oltreché dalle
qualità letterarie insite in essi, anche dalla traduzione, che ne sappia
rendere bene lo stile e lo spirito
stesso dell’autore, senza cioè travisamenti di sorta.
Ritengo, pertanto, che Elena Cantini
(della quale mi piacerebbe sapere più notizie) si possa considerare (senza
nulla togliere ad altri) una traduttrice davvero impeccabile dei romanzi
maigrettiani di Simenon.
Paolo
Secondini
certamente la traduzione di un libro,in questo caso delle opere di simenon,è molto importante per apprezzarne al meglio la lettura.tuttavia se si conosce il francese consiglio a tutti di leggerlo in originale perchè ha quel qualcosa in piu che una traduzione non puo rendere
RispondiEliminaLa Cantini è stata brava come traduttrice. Anche molto brava. Ma tutto fuorché non impeccabile. Ho appena finito di leggere "Le vacanze di Maigret" e nel capitolo VI o VII ho beccato almeno tre falsi amici uno in fila all'altro, pedestremente tradotti: un "remporter" tradotto con "riportare" invece che con "vincere" (come il contesto richiedeva), un "sage" tradotto con "saggia" invece che con "a modo, beneducata" o comunque perifrasi che indicasse il concetto "persona che si comporta per bene e come si deve" (come il contesto richiedeva) e un "simple", riferito a un biglietto, tradotto con "semplice" invece che con "di sola andata" (l'allée simple è il biglietto di sola andata). Per non parlare delle concordanze regolarmente sbagliate con il "lei" di cortesia (anche se la persona è un uomo, si usa il femminile negli aggettivi e nelle concordanze verbali). Più altri piccoli scivoloni. Certo, la traduzione era molto godibile, ma questi dettagli possono dare fastidio a un lettore col palato un po' fino (o semplicemente a un lettore che, anche lui, sia traduttore).
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