lunedì 27 aprile 2015

SIMENON SIMENON. QUEI SEI MILIONI E MEZZO DI COPIE DI SIMENON VENDUTE DA ADELPHI



"...A curare i classici in modo originale ha sempre pensato Adelphi e ne è stata ampiamente ripagata: l'idea di trasformare Georges Simenon in un classico ha fruttato dal 1985 ben 6,5 milioni di copie....".
La frase è estratta da un articolo apparso ieri sul quotidiano milanese "Il Giornale", (Le superstar del mercato? Sono gli "antichi" maestri a firma Stefania Vitulli) in cui si afferma che i grandi numeri li fanno anche i classici e per dimostrarlo l'autrice riporta alcune cifre in merito alla diffusione di classici, come ad esempio due titoli orwellinai 1984 e La fattoria degli animali che raggiungerebbero ognuno le 100.000 copie vendute all'anno (non ci viene spiegato però se ciò si verifica ogni anno o sono dati riferiti ad un determinato anno). 
E poi non può non citare Simenon anche se l'espressione non è delle più felici. Infatti che"...Adelphi abbia avuto l'idea di trasformare Georges Simenon in un classico..." ci pare un'opinione un tantino azzardata. 
Diremmo piuttoso che all'affermazione andrebbe cambiato verso. 
Non sarà che l'Adelphi dal 1985 ha avuto la fortuna di iniziare a pubblicare Georges Simenon? (Lettera a mia madre - Piccola Biblioteca Adelphi 178). 
Andrebbe ricordato che l'autore infatti era venduto in Italia sin dal 1929 (Il romanzo Mensile del Corriere della Sera) dove a puntate fu pubblicato Nicoletta e Dina  (En robe de mariée -Tallandier 1929) firmato ancora con lo pseudonimo Georges Sim. A tutt'oggi sono quindi 86 anni che nel nostro paese si pubblicano quasi ininterrottamente le opere del romanziere. E ci pare che visto i settecento milioni di copie vendute in tutto il mondo e considerate le oltre cinquanta lingue in cui è stato tradotto, non ci pare che sia stata l'Adelphi ad aver avuto l'dea di trasformare Simenon in un "classico". Lo era evidentemente già anche prima dell'85. Basti pensare che in una pubblicità della Mondadori (editore italiano di Simenon per quasi sessant'anni) alla fine degli anni '70, si dichiarava che dei soli Maigret fino ad allora erano state vendute 1.200.000 copie. E dei romans-durs?  E fino all'85, quando poi diritti passarono all'Adelphi, quante altre copie sono state vendute delle opere di Simenon. Sicuramente altri milioni, ma le cifre certe non ci sono. Se prendessimo per buone quelle dell'articolo citato, dovremmo calcolare che dopo 30 anni  di edizioni Adelphi le vendite di Simenon si siano attestate su ben oltre duecentomila copie all'anno. Un autore che ogni anno assicurasse vedite di questo livello alla propria casa editrice sarebbe un non trascurabile tesoro e questo, Roberto Calasso, patron dell'Adelphi l'aveva ampiamente capito tanto che si era fatto avanti, nei primi anni '80, contando anche sulla "stanchezza" del rapporto Simenon-Mondadori (non c'era più il rapporto personale e d'amicizia con Arnoldo Mondadori scomparso nel '71 e per altro la casa edtrice pubblicava ormai molto poco dei suoi titoli). Ma Simenon rispose negativamente. Solo in un secondo tempo, grazie ai buoni uffuci interposti dal suo grande amico, Federico Fellini, si lasciò convincere.
Non ci risuta che la casa editrice di Calass fece grandi battage pubblicitari... certo la notizia che dopo sessant'anni Simenon passava da un colosso dell'editoria italiana a un piccolo editore, sia pure di qualità, faceva rumore di per sè. 
Il resto lo fecero i lettori, Adelphi assicurò loro una cadenza costante (dopo un primo periodo, stabilizzatasi di in due Maigret e due romns-durs all'anno) il resto lo fecero (e lo fanno ancora) i lettori che comprando le opere di Simenon facevano entrare ogni titolo pubblicato nelle classifiche dei libri più venduti, ma anche con un passaparola di grandissima efficacia e di notevole effetto.   

2 commenti:

  1. Comme tu le dis, Maurizio, ce n'est pas l'éditeur qui fait d'un auteur un "classique" (il faudrait d'ailleurs se poser la question de la définition de ce qu'est un auteur "classique"... je me demande si Simenon aurait aimé cette définition appliquée à son oeuvre...), mais ce sont ses lecteurs: une maison d'édition peut faire tout le battage publicitaire qu'elle veut autour d'un auteur, le succès ne viendra finalement que du plaisir qu'auront eu les lecteurs à découvrir une oeuvre. Si un livre se vend, c'est parce que les lecteurs l'achètent, ça paraît trivial de dire cela, mais c'est une réalité quand même... Simenon cherchait avant tout à entrer en contact avec un public de lecteurs, à toucher ceux-ci, et pas à faire faire des affaires mirobolantes à des éditeurs. La preuve en est le nombre de fois où il s'est "battu" avec ses éditeurs, les démêlés qu'il a eus avec eux pour conserver ses droits d'auteur sur son oeuvre... Et enfin, comme on l'a déjà dit plusieurs fois sur ce blog, mais ça reste d'autant plus vrai dans le contexte du post de ce jour, si Maigret, par exemple, a eu tant de succès, et cela dès ses débuts, ce n'est pas à cause des efforts des éditeurs, mais c'est parce que le personnage, d'emblée, s'est imposé aux lecteurs comme un personnage extraordinaire et qui leur parlait, et qui les séduisait.

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  2. Resta da sapere se l adelphi ha la titolarità della totalità dei diritti delle opere firmate simenon(mancano sempre 18 inediti assoluti in italia)e se continuerà negli anni a pubblicarlo e in caso di risposta affermativa con quale ritmo,ora che maigret è proprio finito

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