venerdì 5 giugno 2020

SIMENON SIMENON. MAIGRET: CORPULENTO O MAGRO?

Alto o basso? Baffi o no?  Chapeau melon o Borsalino?...

SIMENON SIMENON. MAIGRET: CORPULENT OU MINCE?
Grand ou petit? Moustache ou pas? Chapeau melon ou Borsalino?...
SIMENON SIMENON. MAIGRET: BURLY OR SLIM?
Tall or short? Mustache or not? Chapeau melon or Borsalino?...




Normalmente si pensa che di un personaggio famoso come il commissario Maigret si sappia tutto o perlomeno lo sappia il suo creatore. E invece no. E l'ha ben dimostrato la nostra Murielle Wenger in un gustosissimo post in cui ci ha fatto scoprire come per un lungo tempo l'eroe simenoniano avesse solo il cognome e solo nel 18°episodio della serie venne fuori un nome, ma non era Jules, bensì Joseph! Jules arriverà ben 13 anni dopo! 
La domanda sorge e spontanea: ma allora le altre caratteristiche?
Su alcune Simenon non lascia dubbi, ma vedremo che su altre non c'è un'altrettanta chiarezza. E questo apre tutta un'altra serie di domande che riguarda ad esempio il modo in cui il commissario è stato interpretato sul piccolo e sul grande schermo. Questo non è secondario, anche perché ha una certa influenza sull'immaginario collettivo dei lettori-spettatori.
Partiamo dai baffi. Simenon non ne parla mai e quindi dovremmo supporre che non li avesse. E su questo va detto che una certa parte degli attori effettivamente non è baffuto. Ad iniziare dal mitico cinematografico Jean Gabin, ai due famosissimi televisivi francesi Jean Richard e Bruno Cremer, agli inglesi Rupert Davies e Rowan Atkinson. Ma non mancano i baffuti: gli italiani Gino Cervi (baffoni) e Sergio Castellitto (baffetti), il britannico Michel Gambon (baffi inglesi), ma anche l'interprete del primo Maigret cinematografico ("La Nuit du carrefour" quello in cui Simenon fu più coinvolto), Pierre Renoir, i baffi ce l'aveva, eccome!
La stazza del commissario invece é una certezza. É davvero uno dei suoi elementi costitutivi, anche perché influisce sul suo modo di muoversi, di fare le cose e alla fin fine anche di essere. Stazza vuol dire altezza e corpulenza. Negli specchi tele-cinematografici invece vediamo riflessi Maigret di tutti i tipi. A cominciare dal solito Gabin, che non era altissimo, ma aveva la giusta corpulenza per essere imponente. Anche Jean Richard era ben piazzato, ma, se vogliamo, più rotondetto  che corpulento. Bruno Cremer  abbastanza alto, ma non particolarmente imponente. Corpulento, ma non certo una stanga Gino Cervi. Poi i normali, Michel Gambon, quindi i magri, Sergio Castellitto e infine i "magri e minuti", Rowan Atkinson.
E il cappello? Iniziando dal 1931, con Pierre Renoir, notiamo che indossava un modello borsalino. Lo stesso dicasi per Jean Richard, stesso modello ma a tese un po' più larghe per Bruno Cremer ed uno di generose dimensioni per Jean Gabin. Borsalino anche per Cervi che però indossò un chapeau-melon per una ripresa in un esterno a Parigi, che fu poi usato come sigla.Tutti gli altri già citati portavano un modello borsalino.
E' inevitabile che la proiezione tele-cinematografica porti ad identificare un personaggio letterario che magari l'autore non ha voluto definire in tutti i suoi dettagli, proprio per lasciare ad ogni lettore la libertà di costruirsi un'immagine con la propria fantasia. E questo viene soverchiato dalla potenza d'immagine del cinema o della tv. E quando poi il personaggio è interpretato da un attore di calibro, allora il gioco è fatto. Non è lo stesso Simenon che diceva: "Da quando ho visto il film con Gabin, ogni volta che mi metto alla macchina da scrivere per iniziare un'inchiesta di Maigret, mi viene sempre in mente la faccia di Jean (i due erano amici)...non vorrei che mi chiedesse i diritti!".  

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