Era il marzo del 1961 quando Simenon terminava la stesura di Betty uno dei suoi romanzi più intensi e famosi. Dopo mezzo secolo questo libro rivela ancora tutta la sua freschezza e l'attualità delle problematiche che pone. Ed è un romanzo che tocca particolarmente le donne. Commentava in rete una sua lettrice "Ma quanto mi piace quest'uomo? Ma quanto scrive meravigliosamente? Ma come fà ad avere in testa tutte quelle storie?... Betty è il tipo di donna che a Simenon piace molto, perché gli permette di tirare fuori la parte "meno bella e decorosa" (eppure spesso vera) di ognuno di noi..."
In effetti questo romanzo, almeno nelle intenzioni doveva chiamarsi Le Cauchemar (L'incubo) e questo già la dice lunga sul tipo di storia e di personaggio che Simenon ci racconta.
Betty è una donna insoddisfatta, non è gratificata dalla vita che conduce, gli incubi passati che ancora incombono e la mancanza di speranza nel futuro. Lo scrittore ce la presenta nei bar parigini degli Champs-Elysées, in atteggiamenti molto disinvolti con gli uomini che la circondano, mentre beve cocktail oltre il dovuto... Ma non è una donnetta, il suo portamento e i suoi vestiti fanno pensare a ben altro. Chi si nasconde dietro quella figura, quale storia, quali aspirazioni, quali avvenimenti? E qui parte una sottile ed efficace esplorazione della psicologia femminile che Simenon conduce in modo magistrale, con un istinto e un'immediatezza particolari, analizzando l'animo di una donna allontanata dalla famiglia e privata dell'amore dei suoi figli. Ma non si tratta di un romanzo che abbia richiesto lunghe riflessioni e molto tempo a causa della sua complessità. Come ci informa lo scrittore stesso, anche in questo caso sono bastati i famosi sette giorni. La prima impressione però non è positiva se, messa la parola fine, si chiedeva "Ma perché tra qualche mese delle persone dovrebbero pagare per leggere questo libro?". Finita la revisione però si dice invece "abbastanza soddisfatto" e anzi azzarda che, in fin dei conti, potrebbe definirsi anche "molto soddisfatto". E ancora una volta Simenon conferma il fiuto del romanziere di razza e soprattutto dà prova della conoscenza degli uomini e anche dei suoi lettori. Betty in effetti si rivelò un successo long-seller, non fece molto clamore all'uscita, ma divenne uno dei romanzi di riferimento dell'opera simenoniana. Il successo è tangibile ancor oggi, dimostrato dalle dodici edizioni stampate dall'Adelphi (più di una l'anno) da quando pubblico nel 1992 il romanzo in concomitanza con la trasposizione cinematografica, diretta da Claude Chabrol, nello stesso anno, in cui il personaggio di Betty è interpretato da Marie Trintignant.
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